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Autore: veronica85    20/07/2005    7 recensioni
La protagonista è sempre la stessa di Pensando a te, che in questo caso parla del suo rapporto speciale con una compagna.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hotaru/Ottavia, Setsuna/Sidia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Allora, piccola premessa: questa storia è ambientata molti anni dopo la 5 serie e contiene riferimenti alla 3 e 5 serie di Sailor Moon esatti e meno. Non venite a dirmi che le cose non sono andate esattamente così: lo so, ma mi serviva modificarle in questo modo. E poi, in fondo…. Visto come si comportavano alcune delle protagoniste nella 3 serie….questi cambiamenti non sono proprio assurdi, anzi, forse sono più assurdi quelli avvenuti all’interno della serie originale (troppo repentini rispetto all’evolversi della storia) Ciao e buona lettura. RECENSITE, PLEASE. Ah, i miei ringraziamenti a Luana80 e Sailormoon81 che hanno recensito Pensando a te  (come vedete ho postato un’altra one shot e se fate le brave e recensite per Ferragosto ne mando un’altra)

 

 

Da molto tempo ormai ti sei unita al nostro gruppo

Sono più di dieci anni che ci conosciamo

E in tutto questo tempo niente è cambiato

Dal primo giorno in cui ci siamo incontrate ti ho voluto bene

Sempre con quel visetto triste

Cercavi un amico ma tutti avevano paura di te

Di cosa poi, ancora non lo capisco

Probabilmente del fatto che potevi curare una ferita a mani nude

E di quell’aria sempre un po’ abbattuta a causa della tua continua debolezza

Ma i tuoi poteri non sono così tremendi.. cioè.. lo erano

Adesso li utilizzi al servizio del bene e non ti sei più servita del potere della distruzione

E se stavi male non era colpa tua.. adesso lo so.. adesso lo capisco

Era quella orribile entità

Che ti aveva completamente soggiogata

E ti faceva agire come tu non avresti mai fatto

Ma poi un giorno quel giorno la tua vita è cambiata

Per merito di un cappello birichino hai incontrato la tua migliore amica

Chibiusa…

Lei non ti ha giudicato

Ha guardato oltre le apparenze

Ha saputo accettarti per come eri

Con la semplice ingenuità che è propria dei bambini della sua età

E tu l’hai ricambiata

Nel modo più grande che potesse esistere

Rischiando di morire per salvarla

Sacrificando la tua vita per la sua

In quel momento guardando quel sinistro scoppio di luci mi sono sentita impotente

Sapevo che eri la in mezzo, che non ce l’avresti fatta

E non sono riuscita a fare nulla

Ad un certo punto, vedendo Bunny che si gettava in quell’inferno per te mi sono sentita completamente inutile

Avrei potuto farlo io… invece non mi ero mossa dalla mia posizione

Mi sentivo tremendamente in colpa e, dopo aver chiuso gli occhi per non assistere a quello che sarebbe venuto, mi tappai le orecchie per non sentire

Dopo un tempo che mi parve interminabile, mi decisi a uscire dall’isolamento in cui mi ero costretta

Tutto era finito

Non c’era più nulla, se non il vuoto, a testimonianza del fatto che il nemico era stato sconfitto

In quel vuoto un solo suono

Un vagito

Il pianto di un neonato

Mi guardai introno e vidi Bunny con una bambina in braccio

Non so come, capii che eri tu

Mi avvicinai e senza dire nulla ti presi con me

Avrei voluto tenerti con me, lo avrei tanto desiderato

Ma Heles e Milena dicevano che ero irrazionale

Che non avrebbero mai accettato

Che era troppo pericoloso

Che comunque tu, una famiglia, l’avevi

A malincuore accettai di riportarti da tuo padre

Così, alcuni giorni dopo, al termine delle lezioni

Dopo esserci procurate l’orario di visita

Ci recammo nella clinica psichiatrica in cui era tenuto

Con la morte nel cuore ti consegnai a lui e feci per andarmene, decisa a non voltarmi indietro

Sapevo che, se l’avessi fatto ti avrei ripresa

Stavamo per uscite dalla stanza quando tu scoppiasti a piangere

Disperata

Mi voltai

E vidi con orrore tuo padre tirarti in aria per riprenderti al volo

Ti diceva di tacere

Che quello era solo un gioco divertente

Ma tu, sorda alla sue parole continuavi a piangere disperatamente

Cercai di trattenermi, avevo fatto una promessa

Che se ne andò letteralmente al diavolo alla scena successiva

Lui, infatti, stancatosi di quel gioco, aveva si era avvicinato con te ad altri pazienti

Ti tenevano e venivi passata tra di loro come una bambola.. un giocattolo

Non potei sopportarlo

Fu allora che tornai verso di lui e ti ripresi

Sorda alle proteste di Heles e Milena

Ti portai a casa con noi

Giurando che io sola mi sarei presa cura di te

E così feci

E così ho continuato a fare per tutto questo tempo

Ricordo lo spavento provato nelle tue crescite improvvise

Che cessarono una volta che raggiungesti i sei anni

E poi…

Quando ti insegnavo a leggere, scrivere e contare

La prima volta che sono venuta a parlare con i tuoi insegnanti

Quando dovesti trasformarti di nuovo e ti sei spaventata al solo vedere la falce che avresti dovuto stringere

Il nostro viaggio nel tuo passato

Viaggio che nessuno conosce

Dove tu ricordasti, finalmente ogni cosa

Durante il quale sei riuscita ad accettare la tua natura e le tue origini

E come questi rammento anche momenti meno piacevoli

Quando, ad esempio litigasti con i tuoi amici e venisti a confidarti con me

Una nota sul diario perché avevi disturbato, con le tue amiche durante una lezione

I colpi che ero costretta a lanciarti contro per farti imparare ad usare lo scudo

Molto spesso restavi ferita ma capivi, o almeno così dicevi e ti curavi con quel potere bellissimo che hai di risanare ogni ferita

E ogni sera, oggi come allora, ripensandoci nel darti la buona notte mi sento assalire da un moto di tristezza

Tristezza che tu puntualmente percepisci e che riesci a scacciare con alcune, semplici, parole

“ Ti voglio bene, anch’io, buona notte… mamma”

Mamma… quella parola dolcissima che usi nei miei confronti da quando hai compiuto otto anni

E che non ti stanchi mai di ripetere

Così come io non mi stanco di sentirla

Da quel giorno, in cui ti presi dalle braccia di Bunny

Sentì che l’affetto che avevo per te non era quello di una sorella o di un’amica

Ti ho amato e ancora ti amo come si può solo con una figlia

La figlia che ho sempre desiderato

Che credevo non avrei mai potuto avere

E che come in un sogno, è arrivata

Oggi per me è un giorno speciale

Otto Maggio… la festa della mamma

Sei uscita stamattina presto con un pretesto

E stasera, durante la cena hai presentato un pacco con all’interno un abito meraviglioso

Quello che, sapevi, avevo adocchiato tante volte in quella vetrina

Ma non mi decidevo mai a comprare

Dopo cena, l’ho misurato

Mi sta bene

“Sei bellissima, mamma” mi hai detto

“Ti voglio un mondo di bene”

Mi hai abbracciata e ti ho posto un piccolo bacio in fronte

Come quando eri bambina

“ Anch’io ti voglio bene… figlia mia”  

 

   
 
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