Reflection ~
[ Lunga la strada
della perdizione. Infinita quella della redenzione.
Tu quale
strada hai scelto di percorrere? ]
E tu, quale hai scelto di percorrere?
[ Stai eludendo la mia
domanda. ]
Tu stai facendo lo stesso.
[ … Io seguo la
mia missione. La mia missione è guidare gli altri sulla strada giusta.
E la
strada giusta non è la più facile, dovresti saperlo. ]
La tua strada non porta da nessuna
parte.
[ Perché pensi questo?
]
Gli uomini non hanno abbastanza
passi per giungere all’infinito.
La strada della perdizione è piacevole
ma sprofonda in un baratro, la strada della redenzione è faticosa e dura
ben più della vita di un uomo.
Ciascuno dei due è un
percorso inutile.
[ … ]
È per questo che io non ho
strade. Io non ne ho bisogno.
[ Tu sei un pazzo. ]
Il pazzo sei tu. Io sono Dio.
Michael
McKean guarda l’assassino, il giustiziere, l’uomo
senza volto.
Michael
McKean guarda Manuel Swanson.
Michael McKean
guarda il suo riflesso nello specchio.
Il
sacerdote e la sua ombra.
La
perdizione e la redenzione.
[ Ma chi ha più diritto di
giudicare? ]
Ho
appena finito di (ri)leggere Io sono Dio, e (di nuovo) sono rimasta col fiato sospeso di fronte
alla figura emblematica di Michael McKean. Questo
personaggio mi ha colpita al cuore. Nonostante il male che gli logora la mente,
è in grado di inorridire di fronte a quello stesso male e di cercare di contrastarlo,
nelle sue umili forze di uomo impotente di fronte all’enormità
dell’inconcepibile e dell’inevitabile.
Queste
poche righe le ho scritte d’impulso e senza neppure programmarle. 176
parole per riflettere su qualcosa che sarà sempre al di là della
nostra comprensione. Con le mie infinite lodi al genio di Faletti, e i miei ugualmente
infiniti ringraziamenti a chiunque deciderà di prendersi un minuto per
leggere.