La ragazza camminava lenta, assaporando ogni secondo che la divideva da lui, con la certezza che quella dolce tortura sarebbe finita presto.
6 anni, 6 anni passata lontana da lui, sei anni passati in una costante depressione.
Finalmente aveva sistemato tutte le sue faccende rimaste in sospeso, aveva dato tutte le risposte che c'erano da dare e aveva finito le cose da fare.
Aveva la possibilità di andare da lui.
Di rivedere i suoi capelli rossi, di sentire i suoi occhi verdi su di lei, di ridere delle sue sciocchezze, di poterlo stringere a sè.
Camminava lenta, i biondi capelli volteggiavano sulle sue spalle, gli occhi erano fissi avanti a sè, la mente persa in mille fantasie.
Ma nessuna sarebbe stata meglio della realtà.
Arrivò dinnanzi a un mulino a vento.
C'era, come era prevedibile, una tavola imbandita per l'ora del tè.
Una lepre marzolina, un po' schizofrenica, stava rimirando un cucchiaio, un ghiro, bardato come un cavaliere, era sdraiato su un panino al burro, e un uomo coi capelli rossi era seduto a capotavola e serviva il tè.
- Ehm Ehm... - si schiarì la voce.
Lui alzò lo sguardo dalla tazzina , appena la vide, rimase piacevolmente colpito.
La bionda sorrise, subito imitata imitata da lui.
-Bentornata Alice.
Non c'era bisogno di aggiungere altro.
Nel sentire la sua voce, familiare eppure quasi dimenticata, una felicità improvvisa si impossessò di lei e cominciò a correre tra le lacrime, fino ad arrivargli dietro.
Lo abbracciò alle spalle e sussurrò "E non me ne andrò...."