-Solo-
Atti: unico atto
La scena si svolge in una camera di albergo. È buio e fuori piove incessantemente. Un uomo biondo, seduto vicino alla finestra, guarda fisso fuori perso nei ricordi …
"Loro non hanno bisogno di me…"
"Ne sei sicuro?"
"Sì."
"E tu … hai bisogno di loro?"
"Chi avrebbe mai bisogno di gente come quella?"
"Quindi … se loro sparissero, non ti importerebbe?"
"Sono solo delle palle al piede incapaci di fare qualcosa di minimamente sensato!"
"Ne sei sicuro?"
Silenzio.
"Perché non lo vuoi ammettere a te stesso? Hai paura di perdere di
nuovo qualcosa di importante?
Hai paura di affezionarti di nuovo a qualcosa o
hai paura che loro possano prendere il posto del ricordo del tuo Maestro nel tuo
cuore? Allora … qual è la risposta, Venerabile Genjo Sanzo Hoshi?"
*schiocco di dita* "ecco, adesso non ci sono più, contento?"
"Tz, pensi davvero che mi importi di loro? Non sono il tipo che si preoccupa per gli altri."
"Non te ne preoccuperai più infatti, perché tra poco per te loro non saranno mai esistiti."
'L'unico modo per perdere davvero qualcuno è uccidere il suo ricordo …' Questa frase riemerse con prepotenza nella sua mente. Un artiglio gelido lo aggredì allo stomaco e credette di non riuscire più a respirare.
"Ridammi i miei compagni!" il tuono era duro, perentorio, messo ancora più un risalto dalla pistola fermamente stretta nella mano destra.
"Scusa, ma per quale motivo lo dovrei fare? Tu stesso hai detto che loro non erano nulla, solo un fastidio. Perché li rivuoi? Forse perché senza di loro senti la mancanza di qualcosa? Qualcosa di importante per cui valga la pena combattere?"
Perché aveva la netta sensazione che quelle parole venissero dall'unica persona che aveva reputato degna della propria stima? Era come se il suo adorato Maestro fosse tornato dal passato per impartirgli una di quelle strane lezioni che lasciavano sempre dentro di lui qualcosa di profondo su cui riflettere. Era forse per questo che gli facevano ancora più male?
"Eppure nonostante quello che affermi, loro sono importanti vero?"
"Voglio qualcosa che non devo proteggere…"
Il fragore di un tuono copre le parole quasi sillabate dell'uomo che lotta con se stesso nel rispondere.
"Sei soddisfatto?! Era questo che volevi sentire, vero?!!"
"No … questo era quello che tu avevi bisogno di sentire."
L'attore rimane immobile, muto come esterrefatto, in mezzo al
palcoscenico vuoto che lui stesso ha scelto, cercando di capire se quello che ha
vissuto era realtà o semplicemente il ricordo sbiadito di un sogno.
Sipario
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NA: questa è la mia prima, e credevo ultima, ff su saiyuki.
Naturalmente i personaggi non sono miei o avrebbero già da tempo fatto una
brutta fine (chi mi conosce sa cosa intendo)
Spero vi piaccia