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Autore: Sundy    12/03/2010    2 recensioni
Aveva riempito la sua testa di liste di “cose da fare oggi”, una per ciascuno dei compagni che aveva perso, ed ogni volta che depennava qualcosa da quelle liste, aveva l’impressione dei aver guadagnato il suo centimetro quotidiano di risalita, e la loro mancanza gli sembrava meno irrimediabile e più sopportabile.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Per Feldt Grace fu una decisione dettata più dall’istinto che da una riflessione ponderata: all’indomani della catastrofe, dell’inabissarsi di tutto ciò che era stato il suo mondo in un gorgo di acque scure dove era impossibile ritrovare una rotta, un appiglio, o un semplice punto di riferimento, l’unica soluzione possibile per riempire il vuoto che chi se ne era andato aveva lasciato, le parve quella di assumere i loro compiti, laddove ricoprire per intero il loro ruolo fosse stato al di la’ delle sue possibilità.

Le sue abilità di hacker e programmatore si affinarono rincorrendo sulla tastiera il movimento frenetico e agile delle dita di Christina, sempre concentrata sul suo lavoro anche quando la sua voce argentina riempiva il ponte con le sue intermiabile conversazioni unilaterali che Feldt ricordava ancora perfettamente; il suo occhio così poco incline alla navigazione si esercitò tanto a riprodurre le traiettorie che Litchy tracciava tanto da convincere perfino Tieria a lasciarle condurre tranquillamente la nave lungo le rotte più semplici.

Come Lockon, come Neil, cercò di rimettere insieme i pezzi della sua vita dandosi un obbiettivo, un programma da seguire per non farsi schiacciare dal dolore della perdita.
Come Lockon, come Neil, era sempre pronta a rispondere quando Haro poneva una domanda. Per amore di lui imparò a guidare gli Haro nelle riparazioni e ricalibrazione delle bocche da fuoco che la avevano sempre fatta sentire a disagio, nonostante Ian fosse più che capace di assolvere quel compito.

Aveva riempito la sua testa di liste di “cose da fare oggi”, una per ciascuno dei compagni che aveva perso, ed ogni volta che depennava qualcosa da quelle liste, aveva l’impressione dei aver guadagnato il suo centimetro quotidiano di risalita, e la loro mancanza gli sembrava meno irrimediabile e più sopportabile.

Ma quando si trovò ad impugnare le sue forbici, quelle forbici che si era portato da Belfast, eredità di un apprendistato dal barbiere che gli avrebbe forse garantito una vita certamente più lunga e chissà se più felice, Feldt esitò ad assolvere quel compito che si era, seguendo diligentemente il suo programma, assegnata. Davanti ai capelli troppo lunghi di Allelujah, sotto lo sguardo indifferente di Lyle, la distrazione simulata - simulata da quattro anni - di Tieria, il silenzio ombroso di Setsuna, tutti lì, raccolti intorno alle sue - le sue - forbici e alla sua irreversibile assenza, qualcosa dentro di lei si mise a tremare.

Fu solo un battito d’ali di farfalla a scuotere impercettibilmente la punta delle forbici, ma Setsuna, forte del suo infallibile istinto animale, intuì l’arrivo di quella prima, minuscola scossa sismica che poteva essere il preludio di un inarrestabile crollo che avrebbe travolto l’intero modo che lei aveva faticosamente ricostruito. Con la sua solita, ermetica calma, appoggiò la mano piccola ma forte sulla sua, costringendo le sue dita a lasciare l’impugnatura delle forbici, e guardandola dritta negli occhi con quello sguardo di chi ha perfettamente compreso tutto, disse solo:

- Lascia, faccio io.

Non si chiese neanche se fosse un'ordine o un'offerta di aiuto. Le dita minute di Feldt scivolarono via senza dolore dall’impugnatura delle forbici, mentre la voragine del suo cuore si riempiva di sabbia fino a trasformarsi in qualcosa di altrettanto sterile, ma più morbido e meno minaccioso. Fece tre passi indietro e lasciò che Setsuna, senza altre parole, senza più guardarla, facesse quello che doveva essere fatto, e ad ogni ciocca dei capelli neri di Allelujah che cadeva senza fare rumore sul pavimento, Feldt, gli occhi socchiusi rivolti dentro se stessa, staccava una puntina dal muro su cui aveva appeso le sue dettagliatissime liste, finchè sulle pareti del suo cuore non rimase che uno spazio bianco, e la serenità della consapevolezza che la sua lunghissima, impossibile, solitaria risalita l’aveva finalmente riportata alla superficie.

Note: sì, ho scritto una semi-Feldt/Setsuna senza farmi venire una sincope e ancora non mi capacito del percome.. però è ganzo! XD Storia scritta per la Criticombola, tema: forbici
  
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