.15UW.
«Come
ha fatto a scoprirti?»
«Sono
stata una sciocca a non pensarci e non prendere più precauzioni. In più non ho
con me la chiave, e i miei poteri sono più deboli.» disse Shaylee, mentre
trascinava Zane per i corridoi silenziosi di villa Gray. Si fermò davanti ad una
porta identica alle altre e lo guardò. «Ricordi tutto quello che devi fare?»
Zane
annuì togliendosi la maschera. «Mi tolgo queste cose fastidiose di dosso e
contatto Lance mentre tu cerchi il libro.»
Shaylee
sorrise, la penombra rendeva il suo sorriso era ancora più bello, allungò una
mano e gli accarezzò una guancia. «Promettimi di non pensare a me. Ogni
pensiero può distrarti, quindi non devi pensare a nient’altro che a quello che
devi fare.»
Tu però sei una grande distrazione, pensò Zane.
«Tu
però sei un grande distrazione.» disse senza rendersi conto di quello che stava
dicendo.
Tutto
ciò che vide in seguito fu Shaylee che si alzava in punta di piedi e avvicinava
il volto a quello di lui. Dopo, sentiva le loro labbra unirsi per pochi
istanti. Entrambi avrebbero voluto che quel momento durasse di più, molto di
più, perché la ragazza si separò troppo presto. «Quando entreremo qui non
potremmo più parlare.» sussurrò.
«Va
bene.» rispose Zane.
Shaylee
aprì la porta, tenendo per mano il ragazzo, e la stanza in cui si ritrovarono
era circa la metà del salone dove si stava svolgendo la festa in onore di Ivy
Gray. Davanti a loro c’erano infiniti scaffali colmi di libri. Zane si chiese
se Shaylee conoscesse il luogo dove stava il libro che cercava, altrimenti il
loro piano sarebbe saltato. La guardò ed espresse la tacita domanda attraverso
gli occhi. Lei abbozzò un sorriso e fece un cenno d’assenso col capo.
Shaylee
lo guidò verso un tavolino basso all’ingresso, intorno al quale c’erano delle
basse ma larghe poltrone in pelle. S’inginocchiò, tastando la parte sotto del
tavolino. Poco dopo la ragazza tirò fuori una scatola semiaperta.
Quando
le loro mani si sciolsero, Shaylee si sentì quasi abbandonata. Soffocando le
sue emozioni aprì la scatola, estraendo i vestiti di cambio di Zane, più comodi
per il suo compito. Shaylee aveva deciso di restare vestita com’era, così in
caso avesse incrociato qualcuno per i corridoi avrebbe usato la scusa che stava
cercando il bagno. Zane prese i vestiti e andò dietro allo scaffale più vicino
per cambiarsi. Shaylee trovò i suoi oggetti, la chiave e il carillon. La prima
era già pronta inserita nella serratura. Se la mise sottobraccio, e Zane uscì
vestito come un ragazzo qualunque. Una tuta da motociclista, pantaloni blu
scuro stretti infilati in stivali marroni scuro, una maglietta nera e una
giacca corta dello stesso colore dei pantaloni. Le mani erano ricoperte da
guanti scuri a mezze dita. Sistemata nella cintura e nascosta dalla giacca,
aveva una pistola, anche se sperava di non doverla usare.
Zane
buttò i vestiti eleganti della festa nella scatola, ora sentendosi a proprio
agio. Vide Shaylee in procinto di sparire nel buio degli scaffali e le andò
incontro, abbracciandola. Non le disse nulla, anche perché se avesse potuto non
avrebbe saputo cosa dirle. Sentì che lei ricambiava l’abbraccio, affondando il
viso nel suo petto.
Restarono
immobili, ascoltando i battiti dei loro cuori rimbombare nella silenziosa
biblioteca.
Si
separarono, sapendo che era giunto il momento del dovere. Shaylee gli donò un
altro breve e fugace bacio, dopo di che sparì tra i scaffali.
Sperando
di non inciampare in qualcosa, Zane uscì dalla biblioteca mettendosi il
microfono. Richiuse la porta piano, controllando che non ci fosse nessuno.
«Lance, ci sei?»
La
voce dell’amico risuonò nell’orecchio di Zane. «Era ora, fratello. Tutto bene?»
«Per
ora sì. Avanti, dimmi dov’è quella macchina.» mormorò.
«Vai
sempre dritto e gira al primo corridoio a sinistra. Il laboratorio di Gray è
sott’acqua.»
«Sott’acqua?»
«Già.
Sono riuscito a copiare i codici, anche se ci è voluto un po’. Sai, il tuo
amico è molto intelligente, ha immesso un programma che cambia i codici ogni
ora.»
«Non
siamo amici da tempo, Lance.» disse Zane, più a sé stesso che all’altro. Con
passo svelto raggiunse la svolta, ma davanti a lui si parò un muro. «Ma che
diavolo…»
«Aspetta,
ti apro.»
Detto
fatto, il muro bianco si aprì in due, come un portone mimetizzato con la
parete. Zane lo attraversò.
«Proseguì
stando attaccato al muro di destra, è l’unico punto cieco del corridoio. Devi
stare attento, è pieno di telecamere.»
«D’accordo.»
Zane fece come gli era stato indicato. Schiacciando la schiena contro la parete
e proseguendo cercando di non far rumore con gli stivali.
«Mia
cugina?»
«Stava
cercando il libro. Il piano era che io le aprivo la strada mentre lei si
procurava l’ultimo oggetto che serve per distruggere quella macchina.»
Lance
non parlò per qualche secondo. «Sai, Zane, tu sei il primo ragazzo del Road che
non le ha dato della pazza. Credo che abbia scelto te per questo.»
«Ho
solo pensato che fosse strana, ma non pazza. Se Shaylee ha dei poteri
particolari non bisogna fargliene una colpa. Potresti averceli avuti tu al suo
posto, oppure io.»
«Si
vede che te ne sei innamorato.»
Promettimi di non pensare a me. Ogni pensiero può
distrarti, quindi non devi pensare a nient’altro che a quello che devi fare. «Rimandiamo il discorso a un altro
momento, sono un po’ impegnato al momento.» sbottò Zane.
«Ok,
ok.»
Gli
sembrava di essere finito in un corridoio che non aveva mai fine, quando vide
in lontananza una porta grigia con una tastiera i numeri di fianco.
«Quello
è l’ascensore che ti porta al laboratorio. Sei pronto? 19618210. Ripeto: 19618210.
Scritto?»
Le
porte dell’ascensore si aprirono senza far alcun rumore, e Zane ci entrò. «Sì.
A che piano devo andare?»
«Sul
tasto dovrebbe essere segnato con 15UW.»
Zane
lo trovò e lo premette. «UW?»
«Penso
significhi Under Water, sott’acqua.»
L’ascensore
scendeva lentamente, era una scatola d’alluminio con maniglie che percorrevano
tre lati.
Zane
si ritrovò a pensare a cosa potesse star facendo Shaylee in quel momento…aveva
già trovato il libro?
Promettimi di non pensare a me.
Il
ragazzo chiuse e riaprì gli occhi. «Una volta arrivato cosa dovrò fare?»
«Ti ritroverai
nella sala principale. Non ci sarà nessuno, il poliziotto di guardia ha avuto
dei problemini allo stomaco e si è dovuto assentare per qualche ora.» La sua
voce era divertita.
«La
macchina?»
«Si
staglierà proprio di fronte a te, la riconoscerai subito.» Da allegro, Lance si
era fatto improvvisamente cupo.
«Tu
la vedi?»
«Sì.
Preparati, amico, è una cosa maestosa ma terrificante. Mi chiedo come abbiano
fatto dei mortali a costruire un’opera simile.»
«Va
bene.»
Alcuni
istanti dopo, le porte dell’ascensore si aprirono.
Quando
Zane uscì dalla biblioteca, Shaylee si affrettò a cercare il libro. Douglas lo
teneva nel reparto dei libri che riguardavano gli argomenti soprannaturali,
come la divinazione o racconti di vampiri e streghe. Per Douglas erano libri
che avrebbe potuto buttare tranquillamente, ma Ivy doveva averlo convinto a
lasciarli dov’erano. Forse perché in un certo modo le ricordavano Shaylee.
La
ragazza trovò il libro nello scaffale rasoterra, il posto più buio, e lo
estrasse.
Era
un libro antico, con i fogli di pergamena sottilissimi da maneggiare con
estrema cautela. La copertina era spessa e morbida, di un bordeaux scuro. Al
centro, in rilievo, erano raffigurati un occhio e gli altri due oggetti in
possesso di Shaylee: la chiave e il carillon.
Senza
fermarsi troppo, la ragazza si rialzò, controllando di avere tutto, poi uscì.
Il
corridoio era silenzioso, e anche se guardò alle sue spalle non vide e né sentì nessuno. Percorse la stessa strada
che aveva fatto Zane poco prima, trovando la porta nella parete già aperta. Al
suo passaggio si richiuse, segno che Lance si era accorto della sua presenza
grazie ai sensori che aveva piazzato chissà come.
Shaylee
proseguì stando sulla parte destra, perché già sapeva delle telecamere. Non
aveva passato sedici anni della sua vita in quella casa per niente. Eppure, non
era mai stata nel laboratorio.
Una
volta arrivata all’ascensore, chiuse gli occhi. Poggiò una mano sulla tastiera
e con l’altra strinse la chiave. Il suo corpo venne avvolto da un’aura bianca,
la mente si separò dal corpo e volò indietro nel tempo. Pochi minuti, fino a
quando trovò quello che cercava: Zane che digitava il codice.
19618210.
19618210.
Continuò
a ripeterselo mentalmente fino a quando la mente si riunì al corpo, e l’aura
intorno a lei svanì.
19618210.
Digitò
i numeri, e i portelli dell’ascensore si aprirono. Lanciando inutilmente
un’occhiata alle spalle, entrò.
Sapeva
qual’era il piano, l’ultimo sotto terra, o sott’acqua, e premette il pulsante.
La
discesa le sembrò durare un tempo interminabile, ma alla fine la lucina si
fermò sul 15UW e le porte si riaprirono.
Il
laboratorio al 15UW aveva il tetto composto da vetrate che lasciavano una
meravigliosa visuale del fondo dell’oceano. Si riuscivano a vedere banchi di
pesci colorati che nuotavano in tutte le direzioni, stelle marine attaccate
alle vetrate, e meduse che salivano verso la superficie con la loro andatura
flemmatica. Verso il centro del laboratorio il soffitto si alzava in un’alta
cupola per far spazio a una macchina simile a una torre, costruita con il
metallo, la cui parte finale era una specie di mano aperta. Sopra il palmo di
quella mano stava una sfera di energia, probabilmente quell’energia carica di
radiazioni che avrebbe sconvolto l’equilibrio di Nuova X.
L’occhio le cadde subito su Zane, girato di
spalle e immobile di fronte a quella cosa enorme. La ragazza sorrise, sollevata
nel vedere che stava bene, ma non appena fece un passo lui si voltò.
Aveva
un’espressione allarmata, come se volesse dirle qualcosa ma non poteva.
Shaylee
rallentò il passo, e quando guardò di lato vide degli uomini armati uscire
dall’ombra.
Si fermò,
e Douglas avanzò tra i suoi uomini. «Credevo fossi tornata per Ivy. Invece ti
trovo quaggiù in compagnia di un ricercato.» squadrò Zane dall’alto al basso.
«Una mia vecchia conoscenza, per di più.»
«Cosa?»
Zane
sostenne lo sguardo di sfida di Douglas. «Cosa ti prende, Gray, ti vergogni ad
ammettere la verità?»
Douglas
ringhiò. «Maledetto…»
«Su, Doug, dillo a tutti. Di che Ivy è la tua
sorellastra, che tua madre era del Road District e non potendoti mantenere ti
ha lasciato davanti alla villa di Byron Gray, tuo padre!»
Il
silenzio calò nel laboratorio, solo Zane aveva la forza per sogghignare.
«Ovviamente non puoi rivelare questo piccolo particolare, altrimenti i pezzi
grossi ti rispediranno dalla tua mamma, dico bene?»
«Zitto,
Carter.»
«Peccato
che qualcuno tra gli amici di Byron Gray aveva scoperto questa sua…scappatella, e lo aveva minacciato di
rivelare tutto a meno che il re dei soldi del Garden avesse spedito il figlio
da dove veniva. Byron mandò in segreto Douglas nel Road, per evitare di rovinare
la sua reputazione.» continuò Zane.
«Quando
tuo padre ha detto di volerti mandare in esercito…?» ricordò Shaylee.
Douglas
annuì.
«Ed è
stato in quel periodo che ci siamo conosciuti. Dei tizi lo avevano preso di
mira, ho dovuto tirarlo fuori dai guai.» proseguì Zane. «In un certo senso, si
può dire che eravamo amici.
«Dopo
alcuni mesi, il signorino Gray ha deciso di rivelare la sua vera natura. Mi
tradì per tornare nella sua ricca villa, ingannandomi e usandomi come scudo.
Finii in prigione per colpa sua.»
Shaylee
fece andare gli occhi da Douglas a Zane. Nel frattempo, quest’ultimo veniva ammanettato
da due uomini, che gli puntarono le loro pistole alle tempie.
Douglas
gli lanciò un’ultima occhiata minacciosa, poi spostò l’attenzione su Shaylee,
ancora scossa dalla rivelazione. «Se non mi dirai quello che voglio sapere,
Zane Carter verrà portato nelle prigioni, e non credo che questa volta riuscirà
a fuggire.»
La
ragazza spostò lo sguardo su di lui. «Finirà ancora in prigione per colpa tua,
eh?» commentò, riprendendosi. «Sai che la tua invenzione porterà alla
distruzione di Nuova X?»
«Certo
che lo so. Il Road District verrà spazzato via, e noi ricostruiremo il Garden
più bello e ricco di quello che già è.»
«Quindi
è questo il tuo piano?»
«Esatto.»
«Ma
non hai pensato che così facendo avresti ucciso anche me? E tua madre?»
Douglas
avanzò, sollevandole il mento con due dita. «Quanto a mia madre, sono davvero
addolorato per lei. Quanto a te…non sarei mai riuscito a farlo. Avevo
intenzione di trovarti prima di attivare la macchina e portarti via con noi.»
«Tu
sei pazzo.» ringhiò lei, indietreggiando e sottraendosi dal contatto con
Douglas. Era in quei momenti che stava vedendo il vero Douglas Gray, quello che
aveva conosciuto in quegli ultimi sedici anni era solo un falso.
«Può
darsi. Ma ora ti lascio una scelta, Lee.»
«Ossia?»
Douglas
indicò Zane. «Se scegli lui, ti lasceremo tornare a casa ma il tuo caro amico
verrà fatto giustiziare.»
Shaylee
deglutì e guardò Zane. Il suo volto era impassibile.
«Oppure,
potrai restare qui e Carter verrà riaccompagnato al Road District come se non
lo avessimo mai visto.»
La
ragazza restò in silenzio per qualche istante. «Non gli farete del male?»
«Shaylee,
torna al Road!» intervenne Zane, cercando di divincolarsi dalla presa dei
poliziotti. Ce ne vollero quattro per trattenerlo.
«No.»
rispose Douglas.
La
ragazza fece finta di non sentire Zane. «Se io decido di restare dovrete
cancellargli la fedina penale. Né Walker né qualcun altro poliziotto dovrà dargli
la caccia.»
Douglas
annuì.
«Se
scopro che hai infranto il patto me ne andrò.»
«Shaylee,
è una trappola!»
«Va
bene, Lee.» Douglas sorrise. «Bentornata in casa Gray.»
Shaylee
restò impassibile, cercando di trattenere le lacrime mentre guardava i
poliziotti portar fuori uno Zane che si dimenava e continuava a urlare il suo
nome.
L’ultima
immagine che ebbe di lui, fu Zane che riusciva a liberarsi degli agenti, ma le
porte dell’ascensore lo intrappolavano all’interno. I suoi occhi blu erano
disperati, e sparirono dietro uno sportello grigio.
Shaylee
non riuscì a trattenere una lacrima.