Capitolo
XXIV
Aveva ammesso di avere un problema…
un grosso problema. Era già un passo avanti, il primo.
Il secondo passo era quello di allargare i propri orizzonti come aveva
fatto sedici anni prima… conoscendo Damien…
Damien… poteva essere di nuovo lui la soluzione a tutti i suoi
problemi? Visto il modo in cui si erano lasciati non lo credeva proprio. Non
poteva essere il suo ex-ex ragazzo a risollevare, nuovamente, le sorti della sua
vita… piatta.
Ed adesso era lì, davanti l’impianto dove solitamente si allenava la
squadra di Damien. Era stata davvero una buona idea arrivare sino a lì
semplicemente per scusarsi del suo comportamento?
Ma poi cosa c’era che non andava nel suo modo di rapportarsi con il
ragazzo? Nulla. Lei si comportava normalmente, come aveva sempre fatto. Era
stato Damien e mettere tutto sottosopra, ancora, come sedici anni prima.
- Ehi scusa…
Si era girata quando aveva sentito una voce rivolta in sua direzione.
Nella luce del tramonto riconobbe uno dei giocatori che un paio di settimane
prima erano venuti in ospedale con Damien.
- Ciao!
Il calciatore si era avvicinato con il
borsone sulla spalla.
- Se cerchi Damien è andato via prima, non stava molto bene, credo si
tratti di un attacco influenzale.
- Capisco! Sapresti dirmi dove abita?
Ma era stata davvero lei a parlare? Perché voleva andare a casa del
ragazzo? Poteva benissimo chiamargli ed invece… infondo se non lo aveva
trovato al campo quello era un segno del cielo, voleva dire che non era il caso
che si incontrassero, perché lei doveva sempre fare di testa sua?
Ed eccola lì, davanti il cancello del residence in cui abitava Damien Mc
Glass. Ma che c’era venuta a fare lì? Era un’inutile perdita di tempo,
perché non se ne tornava a casa e si metteva a leggere un buon libro invece di
andarsi a mettere in situazioni imbarazzanti?
Il cancello del residence si aprì e ne uscì una utilitaria grigia, Sara
per un attimo pensò che si trattasse di Damien ma si sbagliò. Approfittando
del cancello aperto entrò.
Il lungo viale alberato si apriva su quattro villette per lato, ognuna
con un cancello chiuso su cui spiccava il nome.
Si fermò sul quarto cancello, l’ultimo a destra. Damien
Mc Glass.
Inspirando a pieni polmoni pigiò il dito sul campanello ed attese che
Damien rispondesse.
- Chi è?
- Sara.
Il click metallico del cancello che si apriva fece aumentare il battito
del suo cuore.
Entrò e si richiuse il cancello alle spalle. Percorse i pochi metri che
la separavano dall’ingresso, senza alzare gli occhi da terra. Quando si ritrovò
davanti un paio di piedi scalzi si rese conto che era arrivata.
- Ciao…
- Ciao, che bella sorpresa!
La voce allegra di Damien, allegra come lo era sempre stata, la fece
sentire un po’ meno insicura.
- Sicuro di non disturbare?
- Assolutamente, come hai fatto a trovarmi?
Il ragazzo si era fatto da parte invitandola ad entrare. Appena fu dentro
ciò che la colpì piacevolmente fu il calore dell’appartamento.
- Ero andata al campo ma ho incontrato un tuo compagno di squadra che mi
ha detto che stavi poco bene e che avevi finito prima… ne ho approfittato ed
ho chiesto dove abitavi… ed ho pensato di passare a farti un saluto veloce.
- Hai fatto benissimo, ma non restiamo all’ingresso! Dammi la borsa ed
il cappotto!
Altra cosa che l’aveva colpita era l’ordine che regnava.
- Sicuro che questa sia casa tua? È tutto così in ordine!
Quella domanda le era sfuggita senza neanche rendersene conto! Ricordava
perfettamente che nel passato, quando stavano insieme, il caos regnava sovrano
nella camera di Damien e si chiedeva come fosse possibile che, adesso, tutto
fosse così ordinato!
- Non è merito mio. È la donna delle pulizie che è andata via giusto
un paio di ore fa… ancora non ho avuto il tempo di mettere disordine!
Sorrise divertita per quella risposta.
Il parquet di legno era lucido e senza graffi. Adorava il parquet, da
sempre aveva sognato di averlo in casa. Spostò l’attenzione poi sul camino
acceso e sui divani bianchi.
- Questa stanza è stupenda!
- Sono felice che ti piaccia! L’ho arredata da solo a gusto personale!
- Hai davvero gusto, non c’è che dire!
- Ho sempre avuto gusto…
Lo aveva detto guardandola negli occhi senza timore e senza vergogna e
lei aveva capito che si riferiva alla loro storia passata.
Sara si ritrovò a dover abbassare lo sguardo, non riusciva a guardare
negli occhi scuri di lui, si sentiva in colpa… per essere lì senza
effettivamente sapere cosa la conduceva.
- Mi daresti un bicchiere d’acqua, ho la gola secca.
- Sono un pessimo padrone di casa, ancora non ti ho offerto nulla…
- Non è vero! Sono io che sono una pessima ospite che chiede senza
aspettare che le sia offerto…
Damien sparì in cucina e tornò dopo alcuni minuti con un vassoio
ricolmo di acqua, succhi di frutta, aperitivi e bibite varie.
- Mi spiegheresti cosa dovresti fare con tutta questa roba?
- È per te no?
Sara sorrise divertita.
- Io avevo chiesto solo un po’ d’acqua!
- Lo so, ma io sono un buon padrone di casa e ti porto tutto ciò che ho!
Anzi, se aspetti due secondi ti porto anche qualcosa di solido!
- Non occorre…
- Tu siedi e non fare storie, torno subito!
Non aveva avuto il tempo di ribattere perché Damien era sparito in
quella che presumeva fosse la cucina, cosa assurda, l’aveva lasciata lì con
il vassoio in mano!
Si stava avvicinando al tavolino dabbasso posto davanti ai divani quando
una palla di pelo bianca le finì in mezzo ai piedi… e fu l’inizio della
fine!
Un fragore di bottiglie rotte sovrastò l’urlo di Sara e l’abbaiare
del cane. Damien arrivò subito con ancora il pacco di biscotti in mano e quando
vide Sara, immobile e terrorizzata, alla vista del piccolo barboncino bianco che
le abbaiava insistentemente non si trattenne più dal ridere.
- Non c’è nulla da ridere. Toglimi ‘sto coso dai piedi…
Damien… vuole azzannarmi!
- Yari, sit up!
Ma nulla, il cane continuava ad abbaiare insistentemente verso Sara che
adesso teneva le mani sulla spalliera del divano, reggendosi ad esse perché
temeva di non reggersi in piedi.
Damien si avvicinò alla scenetta e poi si rivolse all’animale con fare
più autoritario di pochi secondi prima.
- Sit up! Yari!
E come per magia l’abbaiare cessò!
- Portalo via!
- Sara è un barboncino, non ti mangerà mica!
La presa al divano aumentò e Damien comprese che era inutile imporre a
Sara un dialogo con Yari.
- Andiamo Yari, alla signorina non piaci… su!
E sparì da un’altra porta con il cane che gironzolava tra le gambe
ignorando del tutto Sara.
Rimasta sola nel salone guardò il macello che aveva combinato e si piegò
per raccogliere il vassoio e mettere lì il salvabile, in pratica solo la
bottiglia di acqua. Per il resto era un disastro. Cocci di vetro ovunque e le
fragranze delle diverse bibite si mescolavano tra loro, senza contare i diversi
liquidi… iniziò a raccogliere i cocci più grandi quando la voce di Damien la
bloccò.
- Che stai facendo?
Senza neanche alzarsi da terra gli rispose.
- Mi sembra chiaro, cerco di ovviare al macello che ho combinato…
I piedi nudi di Damien entrarono nella sua visuale e solo allora alzò
gli occhi da terra.
- Sei scalzo, non ti conviene avvicinare, potresti tagliarti… e poi
scusa, sbaglio o stai poco bene? Ti sembra il caso di girare per casa a piedi
nudi? Fila a coprirti!
Sara rideva mentre con il dito indicava a Damien una porta, non ricordava
più se quella della cucina o l’altra dove era sparito con la belva, ed
aspettava che il ragazzo seguisse il suo suggerimento ma lui sembrava non
prestarle molta attenzione.
- Sara molla tutto, sei mia ospite!
Solo allora lei si alzò da terra e mise le mani sui fianchi
atteggiandosi a mamma autoritaria…
- Sarò pure tua ospite ma questo non vuol dire che io possa rimanere con
le mani in mano senza fare niente!
- Sì che puoi!
- Assolutamente! Ed adesso vai a coprire i piedi, muoviti!
Scotendo la testa Damien dovette fare come gli era stato ordinato.
Dopo alcuni minuti, o forse secondi non sapeva dirlo, richiamò il
ragazzo.
- Damien, dove posso trovare uno straccio per il pavimento!
Aveva urlato quelle parole sperando che la sentisse, effettivamente non
sapeva quanto grande fosse la casa.
- Ma che urli a fare?
- Già di ritorno?
- Sì perché ti dà fastidio?
- Assolutamente! Ti chiedevo uno straccio per il pavimento!
Damien si era accovacciato accanto a Sara ed aveva iniziato anche lui a
raccogliere i cocci facendo attenzione a non tagliarsi. Ma Sara non la pensava
così.
- Ti ho detto di lasciar perdere. Ci penso io qui!
- Ed io ti ripeto che essendo tu mia ospite non devi fare nulla. Ok?
Stavolta fu il turno di Sara di dissentire.
- Damien facciamo così! Piantiamola con tutti questi complimenti e
mettiamoci a lavorare… tra un po’ il tuo parquet sarà irrecuperabile se non
facciamo qualcosa!
- Va bene, però dopo ti metterai sul divano e ti farai servire e
riverire… e non si accettano no come risposta!
Nei minuti successivi nessuno fiato troppo perché erano impegnati a
raccogliere i cocci ed a pensare a quella situazione assurda, erano lì che
mettevano in ordine in casa, ma nella loro mente? Quando avrebbero messo ordine?
- Bene ed adesso che tutto splende, ti pregherei di accomodarti sul
divano… se mia madre sapesse che ti ho fatto sgobbare mi ucciderebbe!
- Ti giuro che da me non saprà mai nulla! Parola di Giovane Marmotta!
Damien sollevò un sopracciglio ma non replicò, sparì in quella che
Sara aveva scoperto essere la cucina e tornò con un vassoio meno pieno di
prima, ma comunque ben fornito.
- Purtroppo io non sono una perfetta donnina di casa quindi dovrai
accontentarti di quello che compro…
- Tranquillo, sopravvivrò!
Ma l’attenzione di Sara era concentrata su una foto posta proprio sopra
un mobile accanto al divano dove era seduta. Ritraeva Damien ed un ragazzo di
poco più di vent’anni. Senza neanche accorgersene, prese la fotografia in
mano e la osservò. Si concentrò prima su Damien poi sull’altro.
- Ti piaccio?
La voce di Damien, improvvisamente vicina, la fece sussultare. Guardò
lui e poi la foto e sorrise: il solito vanesio.
- Preferisco l’altro… chi è?
- Pedofila… è Michael!
Sara spostò la sua attenzione nuovamente alla fotografia e solo allora
riconobbe i tratti da bambino di Michael nel viso da ragazzo… e senza mai
staccare gli occhi dalla foto riprese a parlare.
- Cavolo se si è fatto carino!
- Potrei essere geloso!
- E perché?
Si girò di nuovo verso Damien e lo ritrovò ancora più vicino.
- Perché ti voglio solo per me…
E con quelle parole avvicinò il suo viso a quello di Sara e sfiorò
delicatamente le labbra di lei.
Non fu un bacio vero, non l’avrebbe fatto, sapeva di non dover imporre
nulla a Sara se lei avesse voluto il bacio sarebbe stato spontaneo, come era
stato la prima volta che si erano baciati, sedici anni prima…
- Damien io…
- Lo so, non dire altro…
Sara chinò il capo e si guardò le
mani. Lo sapeva, non doveva andare, avrebbe complicato tutto, ulteriormente.
Dove andarsene di lì prima che la situazione peggiorasse.
- Io… è meglio che vada!
Si era alzata e con una certa fretta si era diretta verso il guardaroba
all’ingresso dove erano state lasciate le sue cose.
Damien chiuse gli occhi e poggiò la testa sul divano, quando li riaprì
si alzò di scatto e raggiunse Sara che già aveva preso in mano il cappotto.
Al diavolo tutto! Lui… lei… il temporeggiare!
Non era servito a nulla, solo a mettere più confusione tra loro, tanto
valeva essere onesti.
Fermò Sara, afferrò il suo polso e la costrinse a girarsi.
- Non scappare ancora!
Non ottenne risposta e per questo riprese a parlare.
- Sara guardami!
Prese con entrambe le mani il viso di Sara tra le proprie e la costrinse
a guardarlo negli occhi.
- Cosa c’è che non va?
- Damien è sbagliato!
- Perché?
Lei chiuse gli occhi cercando di trattenere le lacrime di frustrazione,
perché era sbagliato? Non lo sapeva ma non poteva… anche se voleva…
- Io non so cosa provo per te…
- Neanch’io Sara… so solo che da quando ti ho rivista non ho capito
più niente… non andartene, resta con me…
Così dicendo si chinò sul viso di lei e stavolta non si limitò a
sfiorare le labbra, no. La baciò di un bacio vero ma non disperato. No, non era
disperato. Era bisogno, c’era il bisogno di averla, sentirla… averla…
Sara rispose inizialmente timidamente per poi, lentamente, lasciarsi
coinvolgere sempre più. Allacciò le braccia dietro il collo di lui e si impose
di spegnere il cervello e non pensare… non sapeva se Damien poteva essere un
nuovo inizio, non voleva saperlo, almeno in quel momento, non voleva altro che
lasciarsi andare.
Almeno
resta qui per questa sera
ma no che non ci provo stai sicura.
Può darsi già mi senta troppo solo
perché conosco quel sorriso
di chi ha già deciso.
Quel sorriso già una volta
mi ha aperto il paradiso.
Chi non
muore si rivede! E sì, lo so! Sono imperdonabile ma vi prego, non uccidetemi,
ho troppi impegni e tante fic a cui dare seguito, cerco aggiornare ma non sempre
è possibile.
In questo capitolo finalmente
qualcosa di smuove anche se ho la sensazione di aver precipitato un po’ troppo
in fretta gli avvenimenti, comunque, dopo XXIII dovevo pur farli concludere… o
no?
Passo rapidamente ai
ringraziamenti… ho davvero il tempo contato!
RINGRAZIAMENTI:
-
WINNIE POOHINA: ciao! Ti
confesserò che sono felicissima per il tuo attaccamento alla mia storia, mi fa
sentire orgogliosa, orgogliosissima! Non sai che piacere leggere queste
recensioni che mi riempiono di gioia, il mio lavoro piace! Il bacio c’è
stato, alleluia, ma finirà così? Sara si lascerà andare? Questo non lo dico,
mantengono il silenzio… abbi pazienza… anche perché c’è il ricordo che
incombe!
-
THE RESSURECTION: in due giorni hai letto il mio mattone? Caspita,
ti faccio i miei complimenti, tu si che sei coraggiosa! Benvenuta! Sara è sì
fragile, ma guarda, presto tirerà fuori gli artigli, altro che unghie… Damien
è tanto dolce ma anche imprevedibile come ha dimostrato in questo capitolo,
rispettiamola ma poi l’assale alle spalle! Anche lui poverino è preda
dell’ormone! Clara ed Andrea… oh per loro mi sono ispirata ad una coppia di
amici miei che dicono di essere amici, tempo un paio di mesi e si fidanzeranno
anche loro! Lorenzo… vedo che ha davvero un bel gruppo di sostenitrici…
comunque tranquilla, anche se non dovessi ricevere recensioni, continuerei ad
aggiornare. Odio lasciare le storie a metà! Alla prossima e grazie per la tua
attenzione!
-
SHINAILA: mi sa che non posso spoileare con te, leggi leggi e vedrai che
ci saranno sorprese… grazie per i complimenti, alla prossima!
-
TARTIS: ma dimmi cara Sara, la pesteresti a sangue anche adesso che lo ha
baciato anche se presa alla sprovvista? Mi sa che hai cambiato idea… Clara è
una grande, lo penso davvero. Lei è una che dice pane al pane e vino al vino,
non si nasconde dietro a giri di parole e preferisce essere sincera piuttosto
che nascondere un possibile dolore all’amica, un po’ come me… e cavolo se
per questo non ho litigato con la gente, ma comunque… Lorenzo, il verme…
oddio ancora non so cosa accadrà (sono bugiarda, io lo so e come…)… io sono
una Sara mancata per il semplice fatto che mia madre voleva chiamarmi così ma
è stato mio padre ad andare all’anagrafe e registrarmi con il mio attuale
nome… Carmela… prima o poi chiederò a mio padre i danni morali per avermi
dato un nome simile! Comunque a me personalmente piace più Sara che Silvia
quindi fai i complimenti alla sorella vincitrice, per il ritardo non
preoccuparti, io ormai aggiorno con tempi più che biblici! Un bacio alla
prossima!
-
HATORI: Taniuzza bedda! Immagino, spero, che approfitterai della
settimana di Pasqua per rimetterti a scrivere, vero? io voglio leggere qualcosa
di tuo e presto, magari fammi qualche regalino di compleanno… passiamo a Sara
va! La sua confessione ti ha sconvolta? Immagina il seguito allora, non ti dico
niente… ma sappi che la fine è ancora lontana… molto lontana, diciamo che
qui stiamo concludendo la prima parte della storia… Lorenzo è un grande amore
ed una grande dannazione, anche se assente, ha condizionato le scelte di Sara e
tutta la sua vita… vedremo cosa accadrà! Comunque tranquilla, si riprenderà
non tanto presto ma si riprenderà e soprattutto avrà anche delle belle
rivincite dalla vita. Adesso ti saluto e ti mando un grosso bacio.
La
canzone che chiude il capitolo è “La mia storia tra le dita” di
Gianluca Grignani, fa parte dell’album Destinazione Paradiso dell’anno 1995.
Quello che segue è Damien Mc Glass, l'attore per chi non lo riconoscesse è
Luca Argentero.
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Farai felice milioni di scrittori.