pov Edward

"Bella, dobbiamo parlare" le dissi. Sentii subito il suo respiro fermarsi, così accarezzandole una guancia continuai" Perchè sei scappata dopo il bacio?" lei ritornò ad respirare. Forse il mio angelo aveva paura che io la lasciassi. Non sapeva quanto fosse impossibile, io non l'avrei mai lasciata."io...io avevo paura..non sapevo se tu ricambiavi i miei sentimenti" le sorrisi e mi chinai per baciarla. Lei rispose immediatamente al bacio. Mi sembrava ancora così impossibile che lei avesse scelto me.

Ci staccammo diversi minuti dopo e io mi appoggiai con il viso sul cuore di Bella. Lei iniziò ad accarezzarmi i capelli, come se fossi un bambino piccolo in cerca di coccole. E in quel momento mi sentii esattamente così. Tutti gli anni che avevo alle spalle, erano come spariti, per far posto a lei. La mia memoria ora sembrava avere molto più spazio, solo per lei, per ciò che avremmo potuto compiere insieme.

Mi abbandonai sul suo torace, e lasciai che il tempo passasse e contemporaneamente rimanesse immutato. Volevo tante cose in quel momento ma quello che mi interessava di più la stringevo tra le braccia."ehi-disse bella alzandomi il viso-stai facendo le fusa??" No! non avevo fatto le fusa vero? mentre stavo cercando una scusa o quantomeno una spiegazione, la risata di bella interruppe i miei pensieri"guarda che non ti stavo prendendo in giro.." "no?" le parole uscirono dalla mia bocca ancor prima di poterle fermare."no,eri dolce"concluse con un tono di voce dolcissimo, quasi una mamma che parla con un bambino. Ritornai con il mio viso sul suo petto con l'accenno di un sorriso sulle labbra, mentre Bella continuava ad accarezzarmi i capelli dove, ogni tanto, ci lasciava un bacio.

In quel momento mi sentivo in pace con il mondo, mi sentivo a casa. Sensazione, che solo ora, capivo di non aver mai provato fino in fondo. Con Bella tra le mie braccia tutto sembrava semplice e naturale. La mia eternità sembrava aver perso quel retrogusto amaro che l'aveva sempre contraddistinta, ora c'era Bella a renderla dolce.

Il tempo era passato senza che noi ce ne fossimo realmente resi conto, ormai era mattina e dovevamo andare a scuola.

Forks High Scholl trecentocinquantasette iscritti, più uno adesso!ok non era il primo giorno per Bella ma era il nostro primo giorno, in un certo senso. Una volta scesi dall'auto, i pensieri che vorticavano su Bella mi investirono, così decisi di metterli a tacere. Cinsi con un braccio le spalle di Bella, girandola verso di me e dandole un bacio davanti a tutta la scuola. Un bacio casto ma pieno di amore. Sento nei pensieri degli umani una crescente delusione. Che illusi, pensavano veramente che avrei permesso a Bella di avvicinarsi ad uno di loro? Beh se lo avesse voluto realmente, mi sarei fatto da parte, o almeno ci avrei provato.

La prima ora lei aveva scienze mentre io inglese, però alla seconda ora avevamo tutti e due di trigonometria." ci vediamo a trigonometria" le dissi sorridendo. Conoscevo la sua riluttanza verso quella materia." va bene, ci vengo solo perchè ci sei tu" concluse sorridendomi. Ci avvicinammo contemporaneamente per lasciarci un casto bacio sulle labbra. Quando le labbra si separavano io le sussurravo "ti amo". E quando si furono separate completamente, per colpa della campanella, lei mi rispose" anche io ti amo"accarezzandomi la guancia"ci vediamo dopo" le dissi con un sospiro, non volevo separarmi da lei." o forse ci sentiamo prima" mi rispose lei sibillina.

Entrai in classe che ancora mi domandavo cosa volesse dire Bella con la sua frase, quando ad un certo punto i pensieri nella mia testa scomparirono. Ero un po' allarmato ma per la maggior parte infastidito perchè così non potevo più guardare Bella attraverso le mentii degli altri. Tutto questo durò un paio di secondo, perchè subito dopo sentii nella mia testa un risata fresca come acqua scrosciante."ciao amore, ti stai divertendo?".

Ci eravamo appena salutati e già mi mancava. Provavo un senso di appartenenza verso di Edward, sempre di più forte. Lui era solo dall'altra parte del comprensorio scolastico,alla lezione d'inglese. Altri 49 minuti e l'avrei rivisto. 49 minuti. Cavolo avevo l'eternità davanti e quei 49 minuti mi sembravano lunghi più di 100 anni. Ok adesso ne mancavano 48. Basta, Bella. Poi un'idea fulminea mi attraversò la mente. Lo cercai tra le centinaia di menti dell'istituto, riconoscendolo subito. Stava pensando a me, o meglio, mi stava guardando con gli occhi di Newton. Decisi di giocare un po' con lui... Stabilii un contatto con la sua mente, non era difficile, bastava concentrarsi sulla sua voce facendo scomparire tutte le altre. Non si era accorto della mia intromissione finché non si rese conto che non riusciva più a vedermi con occhi di Mike. Risi nella mia testa, leggendo i suoi pensieri, in minima parte era preoccupato di non sentire più i pensieri, ma quello che lo preoccupava maggiormente era il vedermi. Non appena sentì la mia risata, sul suo viso si dipinse un sorriso estasiato, lo stesso che ero sicura si dipingesse sul mio viso quando pensavo a lui."ciao amore, come va?" decisi di parlargli."bene, ora che ti sento" com'era dolce il mio fidanzato. Lo sentii sghignazzare nella mia testa, rendendomi conto dopo che i miei pensieri non avevano alcuna barriera."anche la mia fidanzata è dolce" mi rispose con una risata. Sorrisi a quel pensiero" ti amo" gli dissi "io di più" mi rispose e così iniziammo una chiacchierata a chi si amava di più che durò tutta l'ora. Sembravamo una copia di adolescenti anziché una copia di centenari.

Edward mi stava aspettando sulla porta della nostra classe di trigonometria. Adesso mi aspettavano due ore di quella materia noiosissima,ma con il mio Edward ero sicura che quelle due ore sarebbero volate.

Edward mi tenne la mano per tutto il tempo, giocando con le mie dita ogni tanto, o accarezzandone il dorso. Continuavamo a sorriderci e a sussurrarci ti amo. Mi sembrava di essere in paradiso. Se pensavo che avrei potuto essere così felice per sempre, mi sentivo il cuore scoppiare.

Le altre tre ore passarono senza lasciare traccia, il mio unico desiderio era di ricongiungermi a Edward.

Appena arrivai al parcheggio, di fianco alla Volvo, il mio angelo mi prese tra le sue braccia e io mi sentii di nuovo completa."che ne dici se andiamo a farci un giro a Port Angeles, solo io e te?" mi chiese sussurrando sulle mie labbra"certo, però passiamo prima da casa"assentii.

Il viaggio verso casa non durò più di cinque minuti, con la guida spericolata del mio fidanzato. Aveva allacciato le nostre mani sul cambio, e li giacevano intrecciate. Lui si beava del mio calore e io del suo.

Parcheggiò l'auto davanti all'entrata, tanto l'avremmo ripresa subito, il tempo di dire a mamma e papà che andavamo a Port Angeles.

Edward scese per primo e mi venne ad aprire la portiera dell'auto, cingendomi la vita non appena fui fuori dall'abitacolo. A velocità umana ci avviammo verso casa.

Aprimmo la porta e andammo verso dove erano riuniti tutti: il salotto. Appena varcammo la soglia ebbi la sensazione che il sangue mi si fosse gelato nelle vene. Aro era seduto su uno dei divani bianchi disposti nel salotto. Il sorriso che avevo sulle labbra si spense e la voce mi uscì fredda" cosa ci fai qui,Aro?"