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Autore: nakoruru    03/08/2005    1 recensioni
Anche una persona dal cuore freddo come l'inverno può provare amore e può rimanerne ferito... dopo una ferita profonda è possibile guardare avanti, ricominciare? sì, se in compagnia dell'estate...HatorixMayuko
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hatori Soma
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“Che ti è successo Hatori? Anche ieri mi hai dato la stessa impressione... non mi sembri affatto in forma”

Seduto alla sua scrivania, intento a sistemare alcune cartelle cliniche, improvvisamente si era ritrovato a pensare all’incontro del giorno prima. Quella frase, e tutto ciò che ne era seguito, lo aveva turbato molto più di quanto avesse dato da vedere.

Come aveva fatto una persona che non vedeva da due anni e con la quale non aveva mia avuto rapporti particolarmente stretti a capire come si sentiva? Nemmeno le persone a lui più vicine si erano accorte di come il dolore che provava non si fosse mai realmente assopito… in realtà se ne stava come un cane che fa silenzioso la guardia, pronto ad abbaiare al più piccolo rumore….

Vedere Mayuko aveva provocato in lui sentimenti contrastanti: dolore, perché gli aveva fatto ricordare tempi passati e più felici, felicità quando si era preoccupata per lui…. Era piacevole sentirsi accettato da qualcuno, vedere che qualcuno era interessato a lui, soprattutto se la persona era estranea all’oscurità della famiglia Sohma…

Incontrare quella donna aveva destato in lui anche una realtà, più forte di         qualsiasi sentimento….era impotente di fronte al dolore degli altri: quando l’aveva vista piangere aveva solo potuto distogliere lo sguardo, per evitare di vedere una scena che gli provocava un dolore quasi fisico. Avrebbe voluto stringerla a sé, consolarla eppure non poteva fare ciò, poteva solo guardare altrove….

Comunque gli aveva fatto piacere incontrarla,  quell’incontro aveva almeno in parte destato la sua anima da quel torpore che da due anni l’avvolgeva… il pranzo in compagnia di Mayuko era stato piacevole, si era divertito in compagnia di quella donna che cambiava atteggiamento di minuto in minuto…anche  quelle sciocche scaramucce che aveva avuto con lei durante il pasto erano state... rilassanti. Gli avevano permesso di comportarsi come una persona qualunque e allontanare la sua mente dai problemi della famiglia, dalla maledizione, da Akito…

L’aveva riaccompagnata al negozio e aveva promesso di chiamarla per vedersi nuovamente. Si accorse di avere il bisogno di avere a che fare con altre persone, diverse da quelle di famiglia, per questo voleva rivederla. Una parte di lui voleva tornare al periodo della scuola e dell’università in cui, anche se i suoi contatti con gli altri erano estremamente rari, poteva almeno scambiare poche parole con qualcuno che non facesse parte della stretta cerchia della famiglia Sohma.

Col passare del tempo Hatori trovava sempre più piacevole l’allegra compagnia di Mayuko, non poteva farne a meno, si era lentamente assuefatto alla sua presenza solare come si era assuefatto alle sigarette quando frequentava ancora le superiori.

 Se qualcuno gli avesse chiesto perché la frequentava non avrebbe saputo rispondere. Era quasi certo di non esserne innamorato, ma quel calore nell’anima che provava quando la vedeva sorridere non sapeva spiegarselo in alcun modo, era qualcosa di diverso dall’amicizia, dall’amore e dal semplice affetto. 

Da alcuni giorni Hatori s’interrogava silenziosamente su quel rapporto così strano e non riusciva a venirne a capo in nessun modo. Guardando l’orologio appeso alla parete di fronte a lui si accorse che si era perso in quei pensieri senza capo né coda per almeno una mezzora e che si era fatto veramente tardi senza che avesse concluso molto del lavoro che aveva da svolgere quindi decise di accantonare le sue riflessioni per dedicarsi a qualcosa di più importante. Sapeva perfettamente che una volta accantonati dei pensieri era tipico del suo carattere non tornarci più sopra, e in fondo gli andava bene in quel modo, non poteva continuare a torturarsi in eterno.

Alle sei in punto si alzò e uscì dallo studio sospirando, e salì in camera per cambiarsi. Aveva ancora tempo prima dell’appuntamento con Mayuko ma temeva di arrivare in ritardo a causa dell’ora di punta, e poi casa sua era dalla parte opposta della città rispetto alla casa principale, quindi il tragitto sarebbe stato piuttosto lungo.

Come aveva immaginato vederla di fronte a lui gli aveva subito dato qualcosa di simile al conforto…la sua presenza era simile ai caldi raggi del sole sulla pelle in una bella giornata d’estate.

Senza neanche accorgersene il tempo era volato e la cena era quasi terminata. Era stata sicuramente una delle serate più piacevoli che avesse trascorso negli ultimi tempi. Nella saletta privata in cui avevano cenato non era mai calato il silenzio per tutta la durata del pasto e Hatori si rese conto che se Mayu-kun era di buon umore diventava discretamente logorroica, però era divertente stare ad ascoltare tutte quelle chiacchiere allegre. Poi mano a mano il discorso si era fatto più serio senza che nessuno dei due se ne accorgesse e si era spostato, quasi come se fosse dotato di vita autonoma rispetto alle due persone che lo intavolavano, su un argomento che nessuno dei due avrebbe voluto affrontare, ma che entrambi capivano sarebbe venuto fuori prima o poi.

Parlare di Kana era doloroso per entrambi ma ormai non potevano più tornare indietro alle sciocche chiacchiere di prima… Per Hatori però la ferita era ancora aperta ed era doloroso, forse troppo, per poterne parlare serenamente. Allo stesso tempo anche Mayuko era presa dal dolore ad affrontare quel discorso proprio con lui… i sensi di colpa le bruciavano dentro, come se la responsabilità della fine della storia della sua migliore amica e dell’uomo che amava segretamente fosse sua.

Da quando avevano preso a parlare di Kana Mayuko aveva evitato accuratamente di guardare Hatori negli occhi, perché il suo sguardo limpido ed indagatore avrebbe scovato sicuramente cose che lei non voleva svelargli, almeno non per il momento.

Alzando gli occhi Mayuko vide che l’uomo che le sedeva di fronte  si trovava in una condizione di disagio e pensò di imputarla al discorso che stavano tenendo. La sua supposizione era vera solamente per metà, perché Hatori provava un forte impulso di raccontarle tutta la verità su lui e Kana, e quindi di raccontarle della maledizione. Stava lottando violentemente contro sé stesso per tacere anche perché si rendeva perfettamente conto che confessarle tutto sarebbe stata una cazzata, probabilmente la più grande della sua vita. Kana dopo tutto quello che era successo era quasi impazzita e ora voleva coinvolgere un’altra persona, farla soffrire…. Era folle solo pensare a coinvolgere qualcun altro…. Già con il loro grande egoismo avevano tutti coinvolto Tohru Honda, lui non poteva permettersi di vedere ancora lacrime di disperazione versate per causa sua.

Eppure il suo cuore, la sua anima, il suo intero io gli diceva di parlare e lui non capiva perché e soprattutto perché doveva parlarne proprio a lei….

Alla fine, dopo alcuni attimi di silenzio disse: “Mayu-kun, devo parlarti di una cosa importante, che probabilmente ti sembrerà assurda… però ti prego di starmi ad ascoltare fino alla fine”

Mayuko rimase profondamente stupita dal tono di voce basso e addolorato con il quale Hatori aveva parlato, ma a convincerla ad ascoltarlo con attenzione fu soprattutto il suo sguardo che sembrava… supplichevole… sembrava chiederle di credergli e di ascoltarlo senza parlare. Mayuko fece un cenno d’assenso, come per invitarlo a parlare e Hatori le raccontò tutto, parlandole della maledizione, di Akito e di come quella ragazza costretta a fingersi uomo si fosse comportata con tutti i Juunishi e delle ferite che aveva inferto loro, e le disse tutta la verità sulla relazione tra lui e Kana e sul perché era finita, di come le aveva cancellato la memoria usando quel particolare tipo di ipnosi che si tramandava nella sua famiglia…

Alla fine del suo racconto le parlò con una voce così carica di tristezza e malinconia da far salire le lacrime agli occhi di Mayuko e le disse: “so che ti sembra una sciocchezza, e se mi venisse raccontata una storia del genere anche io reputerei pazzo chi me l’ha raccontata ma purtroppo è la verità…”

“io non dubito di ciò che mi hai detto, Hatori-kun. Il modo in cui hai parlato e il tuo sguardo pieno di dolore mi hanno fatto credere ad ogni singola tua parola. Sono semplicemente sconvolta, mi ci vorrà del tempo per riuscire ad accettare appieno una cosa del genere…però sono anche molto triste perché questa maledizione vi ha arrecato tanto dolore, un dolore che non può essere cancellato…deve essere triste non poter essere abbracciati neanche dalla propria madre…” a questo punto si interruppe perché stava per mettersi seriamente a piangere e non voleva però si sentiva così addolorata per loro da voler far qualunque cosa per aiutarli, ma sapeva quanto fosse incapace di far qualcosa di utile per loro.

Hatori riprese a parlare con voce ancora più triste e sommessa di prima “dopo averti raccontato queste cose ho deciso di allontanarti da me, cerca di capire, non voglio vedere soffrire altre persone e l’unica cosa che posso fare per evitarlo è smettere di vederti”

A queste parole il mondo sembrò crollarle addosso, lei non poteva non vederlo più… non poteva dimenticare quell’amore che era cresciuto dentro di lei per due anni… non poteva dimenticarlo.

Senza neanche rendersi conto di cosa stava facendo, come se fosse caduta in una specie di trance, si alzò di scatto in piedi e piangendo disperatamente urlò  con quanto fiato aveva in gola “ io non posso allontanarmi da te, Hatori-kun, non un’altra volta! Io ti ho amato per tutto questo tempo e ora non posso dimenticarmi di te, come se non fossi mai esistito! Io non riesco a fare una cosa del genere!”

Rimase lì in mezzo alla stanza a piangere disperatamente mentre Hatori si era alzato in piedi totalmente sconvolto, incapace di fare qualcosa.. le parole di lei gli rimbombavano nella testa.. lei lo amava, lo amava sin dai tempi in cui era felice con Kana… e lui non si era accorto di nulla, reso ceco prima dalla felicità e poi dal dolore…quella donna aveva tenuto nascosti quei sentimenti per oltre due anni…non riusciva a capacitarsi di tutto ciò.. capiva solo che lei stava piangendo di nuovo per causa sua…lui era capace solamente a far piangere le donne….

Si avvicinò a lei e le passò delicatamente una mano sul viso, portando via con quella carezza le lacrime e le disse sottovoce “mi dispiace, ti ho fatto piangere ancora una volta… mi dispiace tanto, non mi ero accorto mai di nulla…mi sei così tanto cara Mayu-kun…” poi la prese per mano e le parlò nuovamente “vieni, ti accompagno a casa”

Durante il tragitto stettero tutti due in silenzio, ognuno assorto nei suoi pensieri, mentre le gocce di pioggia cadevano insistenti sulla macchina.

Hatori si sentiva profondamente egoista perché era felice che lei non avesse accettato di allontanarsi da lui… sapeva che ciò le avrebbe fatto del male, però era felice di ciò...voleva che lei gli stesse accanto, lo voleva con tutto se stesso, rivelando un egoismo così profondo che lasciò stupito lo stesso Hatori.

Arrivati a destinazione la baciò sulla fronte e la salutò con un semplice “buonanotte” e aspettò finché non la vide rientrare in casa e fu salutato da un cenno della mano quando la donna fu arrivata di fronte al portone. Allora Hatori riaccese l’auto che senza far rumore prese  percorrere le silenziose strade cittadine nel buio della notte.

Mayuko chiuse il portone e rimase lì, appoggiata al duro legno, senza saper bene cosa fare, con il cuore che batteva forte, cercando di riordinare quella confusa accozzaglia di pensieri ed idee che le occupavano completamente la mente… sapeva che quella sera il loro rapporto era cambiato, ora doveva solo scoprire se si erano avvicinati o allontanati. Fu presa da un’eccitazione febbrile, aveva bisogno di agire, fare qualcosa, qualunque cosa pur di non rimanere in quello stato. In quelle condizioni non sarebbe riuscita a dormire, era troppo nervosa e poi doveva chiarire quella situazione con Hatori.. non riusciva a rimanere in quella  specie di gabbia a mezz’aria.

Prese le chiavi della sua auto e uscì, guardando prima l’orologio per controllare che non fosse troppo tardi. Sospirando sperò vivamente che Hatori non fosse andato già a dormire e chiuse il portone dietro di sé.

Guidava con una certa velocità, sentiva l’urgenza di arrivare a destinazione, sapeva che se le fosse passato il coraggio che aveva in quel momento l’occasione di parlare con lui sarebbe passata senza ripresentarsi mai più.

Hatori guardava assorto la fotografia di Kana che solitamente teneva sullo scaffale e che in quel momento si trovava tra le sue mani. Lei no ricordava più nulla di lui, del loro amore ed era sposata con un altro uomo. Il dolore era ancora vivo e lui sapeva benissimo che non se ne sarebbe mai andato perché in fondo quella era stata un’esperienza che aveva influito molto sulla sua vita e la ferita all’occhio sinistro sarebbe rimasta per sempre. Ma forse era arrivato il tempo di guardare finalmente avanti, di trovare, finalmente, una persona che fosse semplicemente felice assieme a lui…si diresse verso la scrivania e dopo aver aperto il primo cassetto vi chiese dentro a chiave la foto di Kana. Era decisamente ora di guardare avanti, e con il volto sorridente di lei davanti era impossibile farlo. Prese le sigarette e l’accendino dalla tasca interna della giacca e uscì sulla veranda a fumare. Si mise ad osservare la pioggia che cadeva sulle rose del giardino…era uno spettacolo triste e malinconico, così affine a lui. Chissà se anche per lui, il cui cuore era circondato da una spessa lastra di ghiaccio, sarebbe arrivato il sole a rendere tutto migliore…

Arrivata di fronte all’ingresso Mayuko si guardò intorno timorosa… era stata lì pochissime volte e probabilmente si sarebbe persa prima di arrivare a casa di Hatori.. e poi farsi aprire la porta a quell’ora di notte e con quale motivazione, poi?

Fortunatamente il grande portone era soltanto socchiuso. A quanto pare la fortuna in quel momento girava dalla sua parte. La pioggia continuava a scrosciare e nonostante l’ombrello alcune gocce raggiungevano il suo viso. Dopo aver vagato invano per circa un quarto d’ora riconobbe la figura della casa di Hatori.

Si accorse subito della sua presenza, era fuori a fumare e a bagnarsi di pioggia. Lo chiamò e corse verso di lui, lasciando cadere l’ombrello dietro di lei.

Negli occhi di Hatori era chiaro lo stupore, tutto si sarebbe aspettato meno di trovarla lì, davanti  casa sua, a quell’ora di notte. Poi un pensiero improvviso gli balenò in mente: sarebbe stato pericolosissimo se qualcuno l’avesse trovata lì.

“Mayu-kun, se ti trovano qui passerai moltissimi guai con il capofamiglia…per favore vai via…”

“ Hatori-kun so che non dovrei essere qui però…ho bisogno di chiarire questa situazione che si è venuta a creare…non riesco a stare in bilico così, senza sapere quello che provi per me”

Hatori si passò nervosamente una mano tra i capelli umidi di pioggia prima di parlare.

“io non so veramente cosa dirti perché neanche io so cosa provo…io mi sono accorto che sei diventata importante per me ma non so se sono in grado di amare di nuovo…io so solo che non voglio perderti”

Mayuko non rispose ma prese le mani di lui tra le sue e le strinse forte. Poi sorrise e disse “per il momento mi basta essere importante per te, ma sappi che prima o poi dovrai deciderti!”

A quella frase Hatori rispose sorridendo a sua volta e poi mandò mentalmente al diavolo la maledizione, Akito e tutto il resto. Seguendo l’istinto invece che la ragione, bacio Mayuko. In fondo lui aveva già preso la sua decisione. Voleva stare con lei. Forse era giunto il momento in cui l’estate si sarebbe guadagnata un posto nel cuore dell’inverno.

 

  
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