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Autore: kura92    26/03/2010    0 recensioni
-come hai potuto farmi questo?? io mi fidavo di te...perchè...perchè???...-urlò Kurapika in preda ad una crisi...i suoi occhi erano diventati scarlatti ma la ragazza davanti a lui non ci fece caso...voleva piangere sfogarsi ma non avrebbe mai dato questa soddisfazione alla persona che gli aveva fatto questo... -mi dispiace Kurapika...mi dispiace davvero credimi-suplicò la ragazza...
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 37

 

Kurapika e Leorio, ormai arrivati all’imponente entrata del palazzo, la fissarono. L’uno sicuro, l’altro dubbioso. Non era affatto certo che lasciare che Kurapika combattesse fosse una buona idea, ma, d’altronde, chi altri poteva salvare i due bambini? Sperò solo che Gon e Killua stessero ancora bene.

Senza alcuna esitazione, Kurapika spalancò il portone ed entrò nel palazzo, Leorio subito dietro di lui si guardava attorno ammirato. Un bel posto, non c’era che dire. Un po’ spoglio, forse, ma molto grande. Ed era certo che una di quelle stanze nascondesse tesori di inestimabile valore.

Quando entrarono nel palazzo, furono entrambi investiti da una sensazione familiare. Si guardarono negli occhi. Non poteva essere che lui.

-questo è il nen di Hisoka-  esclamò sicuro Kurapika e, incurante delle fitte che la ferita ancora gli procurava, corse nel punto in cui lo percepiva.

-A-Aspetta, Kurapika! Non correre così!- Leorio scattò nella sua direzione, seguendolo senza problemi. Il Kuruta era agile ma ferito e questo, se ne rendeva conto, non era un punto a suo favore. Ed era certamente per questo che si era ripromesso di non perderlo di vista nemmeno per un secondo, di impedirgli di buttare all’aria la vita come stava tentando di fare.

Il castello era un labirinto, e si rendevano conto che trovare la strada giusta sarebbe stato difficile, se non impossibile. Cercare Gon e Killua era come cercare un ago in un pagliaio. Era senz’altro meglio, si dissero, dirigersi verso i diversi nen che riuscivano a percepire in quel momento e sperare che fra i combattenti non ci fossero i loro amici.

Quando però giunsero, Kurapika si fermò d’improvviso e gli occhi divennero scarlatti. Il pensiero del nen di Kuroro e Hisoka che ancora percepiva scomparve, conscio solo di ciò che gli si parava d’innanzi agli occhi.

E quando Leorio lo raggiunse, capì all’istante la sua inquietudine e non poté che sperare che non commettesse sconsideratezze.

Kiriru stava combattendo contro Phinks, e la ferita pulsante sul fianco le impediva di agire come desiderava ed il suo nen, ora attivo, non era sufficiente a difenderla contro gli attacchi dell’avversario.  Gon e Killua si erano parati davanti a lei con fare protettivo, e Phinks ghignava cattivo ed eccitato. Ignaro della presenza dei due ragazzi poco distanti, non poteva che pensare che la battaglia che sarebbe nata di lì a breve sarebbe stata davvero entusiasmante.

-che cosa state facendo? Gon, Killua! Dovete scappare!- squittì lei, allarmata e sorpresa. Perché, per una volta che stava facendo qualcosa di davvero buono, quei due si comportavano così? Perché l’aiutavano invece di scappare come dovevano?

-sinceramente me lo sono chiesto anche io ma…Gon è così cocciuto certe volte- rispose baldanzoso Killua.

-ma è perché siamo amici! E gli amici si aiutano sempre a vicenda, non è vero?-

Kiriru non rispose, sorpresa e spiazzata. Fu Killua a rispondere al suo posto, sorridente –certo che è vero!-

-così volete aiutarla, ho capito bene?-

Sussultò alla voce di Phinks e subito si riprese –no!- urlò –io non merito di essere difesa! Voi dovete scappare…dovete scappare sani e salvi! Per favore, ragazzi- la voce le tremò appena e la gamba cedette sotto il dolore della ferita, costringendola ad inginocchiarsi. Aveva gli occhi lucidi e guizzanti di scarlatto ma ancora una volta si impose d’essere forte.

Gon non rispose subito come s’aspettava, e per un attimo Killua temette a cosa potesse star pensando il suo amico.  Ma durò un istante, poi Gon tornò se stesso, fedele e sincero come sempre.

-io non abbandono mai gli amici! Non l’ho mai fatto e non lo farò mai adesso! Tu sei una persona importante per Kurapika e anche per me! Se dici che dobbiamo scappare, lo faremo tutti e tre assieme! Forse non ho capito cos’è successo davvero ma non mi interessa, sei un’amica e non ti abbandonerò- rispose sicuro.

Killua sorrise –sia mai che dica di no ad una sfida. Siamo in tre, possiamo vincere!-

-siamo in cinque, veramente!- una voce maschile li sorprese. Kiriru la riconobbe all’istante, senza avere il coraggio di voltarsi. Gon e Killua invece li accolsero con sollievo e felicità.

-Kurapika! Leorio!-

I due si fecero avanti e persino Leorio, che aveva tirato fuori il coltello, parve sicuro.

Kurapika aveva sentito ogni cosa, e ora gli appariva più sereno. Gli occhi erano tornati azzurri e lo sguardo limpido, aveva sfoderato le catene di nen ed era pronto al combattimento.

-ohiohi! Ma guarda, cinque contro uno non è leale! E c’è anche il bastardo delle catene, questa si che è una piacevole sorpresa!-

Kiriru aveva abbassato il volto e serrato gli occhi, incapace di resistere davanti a quella persona speciale che era stata capace di ferire e tradire.

Eppure, contro ogni sua previsione, Kurapika le stava porgendo la mano, cordialmente, per aiutarla ad alzarsi.

-K-Kurapika, ma…-

-ho sentito tutto, sai? Io non so perché l’hai fatto ma…se ti andrà di spiegarmelo, sarò pronto ad ascoltarti stavolta. Hai protetto Gon e Killua venendo sola a cercarli, eri pronta a rischiare la vita e questo non lo dimenticherò-

Phinks non volle intervenire, pur sapendo che in quel momento avrebbe potuto coglierli tutti di sorpresa. Ma non sarebbe stato affatto divertente.

-mi dispiace- non si sforzò nemmeno più di trattenere le lacrime e quando afferrò quella mano che le era stata gentilmente porta, si buttò fra le sue braccia, piangente –mi dispiace, ti prego perdonami!-

Non era più capace di tenerle il muso, non avrebbe più avuto senso. La strinse a se e le accarezzò i capelli.

-lo so, tranquilla-

Gon, Killua e Leorio sorrisero dolcemente. Pace fatta, almeno parzialmente, potevano pensare con cuore più sereno alla sfida che li attendeva.

-voi due rimanete lì- proclamò l’aspirante medico, malizioso –siete feriti e non potete combattere- s’affrettò ad aggiungere.

-a lui ci pensiamo noi, state tranquilli- l’appoggiò l’albino.

-non ci penso nemmeno- sbottò Kurapika –Gon, Killua, Leorio, posso benissimo combattere! Ho una vendetta da portare a termine!-

-ma, Kurapika…-

-no, Gon, non ciò che pensi tu- chiarì il biondo –ma non posso tirarmi indietro-

-allora neanche io!- si stupì lei stessa di quell’affermazione, ma non l’avrebbe mai negata –non sarò una provetta combattente, ma non fuggo lasciandovi qui. Non lo farò di nuovo-  si asciugò gli occhi, sicura, e quello sguardo convinse tutti.

Phinks la guardò con orgoglio, poi si preparò allo scontro.

-finalmente ci siamo-

 

All’aperto, Hisoka e Kuroro si erano fermati. A pari livello, si erano costretti ad ammettere la potenza e l’agilità dell’altro, che lo rendeva un avversario davvero difficile. Ansimando, si guardarono negli occhi, ghignando. Mai nessuno dei due, probabilmente, aveva affrontato una sfida eccitante come quella. Un duello all’ultimo sangue che avrebbe portato un solo vincitore, il più forte fra i due.

Mai nessuno al mondo aveva probabilmente mai osservato uno scontro avvincente come quello, combattuto fra due dei più potenti e pericolosi utilizzatori di nen.

E questo era dimostrabile dalla potente aura che ancora li avvolgeva, nonostante la sfida sfiancante finora sostenuta.

Hisoka era eccitato. Quanto aveva atteso quella sfida? E sapeva che non l’avrebbe mai deluso.

Scattò in avanti ma Kuroro fu svelto a capirne i movimenti e a fermare il pugno. Il calcio partì all’istante ma Hisoka saltò agile, schivandolo e atterrando alle spalle del capo del geney. Quello si girò veloce, ma il colpo di Hisoka lo raggiunse comunque e, pur avendolo parato con gli avambracci, fu scagliato a qualche centimetro di distanza.

Si alzò prontamente e attaccò a sua volta. Agilmente il prestigiatore schivò i primi pugni, facile fu la parata della ginocchiata che gli stava per arrivare, ma che anticipò solo un pugno che non fu in grado di parare. Sputò sangue e venne scagliato contro il pavimento ma prima che l’altro potesse riprender fiato, si sentì trascinato a sua volta dalla gomma appiccicosa di Hisoka, che lo scagliò contro il muro.

Si alzarono in contemporanea e nuovamente si fissarono negli occhi.

Da quanto tempo andavano avanti così? Non avrebbero potuto continuare in eterno. Ben presto sarebbe arrivato il colpo finale e a quel punto uno dei due c’avrebbe lasciato la pelle. Ovviamente, nessuno dei due ci teneva a fare quella fine ed entrambi la agognavano per l’altro.

 

Ciò che però stava succedendo all’interno del palazzo era ignoto ad entrambi, e se Kuroro avesse saputo che Phinks se la stava vedendo in contemporanea con cinque pericolosi avversari, probabilmente avrebbe abbandonato quella sfida e sarebbe corso a soccorrere il compagno.

Perché non avrebbe sopportato la perdita di un altro amico.

 

Fu forse per questo che quando sentì il nen del compagno vacillare, la sua attenzione verso la battaglia sfumò, permettendo al prestigiatore di colpirlo nuovamente.

Si rialzò con fatica, poiché colto di sorpresa non era riuscito ad attutire il danno. Hisoka l’aveva colpito con una potenza inaudita, stendendolo.

Se fosse morto anche Phinks non avrebbe più avuto motivo di combattere contro Hisoka, si sarebbe volentieri lasciato morire.

Ma non poteva assolutamente accettarlo senza fare qualcosa per impedirlo.

Al diavolo tutto quando dunque, anche la sfida che Hisoka tanto aveva bramato. C’erano cose molto più importanti a cui pensare, e la percezione sempre minore che aveva del nen di Phinks non fece che convincerlo sempre più.

-hey-

Ben presto si ritrovò a correre verso l’interno del castello, incurante d’ogni altra cosa.

-Kuroro, stai forse scappando?-

Non lo curò d’attenzioni e continuò a correre, fino a perderne totalmente la percezione. Sapeva che Hisoka probabilmente l’avrebbe rincorso ma poco importava.

 

Arrivò in un lampo e ciò che gli si parò di fronte non gli piacque affatto.

La presenza dei due Kuruta a terra, stremati, non lo interessava minimamente. I suoi profondi e tristi occhi neri si posarono sul compagno velati d’una preoccupazione magistralmente mascherata.

Phinks stava a terra ansante, cercando di rialzarsi con scarsi risultati. Lo Zoldieck si teneva pronto all’attacco e il moretto aveva caricato tutto il nen sul pugno, mentre il più grande lo minacciava con un coltello all’altezza della gola.

Come aveva potuto farsi battere da due bambini ed un buono a nulla?

Poi s’accorse della catena del Kuruta ancora stretta intorno a lui.

Veloce afferrò la ragazza e fece apparire il libro sul palmo aperto.

-Kiriru- la voce di Kurapika risuonò più bassa di quanto avrebbe voluto, ma ormai non aveva più fiato e la ferita riaperta pulsava dolorosamente.

-capo- Phinks alzò gli occhi e ghignò. Forse non sarebbe morto.

-maledetto, lasciala!- urlò Leorio, allarmato.

-Kuroro- sussurrò quel nome con più malinconia di quanto si sarebbe aspettata. Ma dopotutto, quell’uomo era sempre stato tutto per lei.

-sciogli immediatamente le catene e lascialo andare, farò altrettanto con lei. Ti parrà strano ma credo Kiriru potrà concordare che sono un tipo di parola- parlò rivolto al Kuruta. Freddo, glaciale.

Hisoka guardava la scena in disparte, divertito. L’unica cosa che l’amareggiava, era la sfida interrotta.

Phinks non poté che strabuzzare gli occhi. Perché non combatteva? Perché si limitava ad agire con l’evidente intento di preparare una fuga?

-e cosa mi dirà con certezza che dopo aver lasciato lei non tenterai di uccidere Kurapika, ammesso che quello che dici sia vero?-

Sorrise malinconico alla domanda del medico, ma non lo guardò. La sua attenzione poteva essere rivolta solo a quegli occhi ora scarlatti che tanto aveva amato e odiato.

-tu hai eliminato tutti i miei compagni. Tutti i miei amici- parlò rivolto a Kurapika, come se solo lui l’ascoltasse, ignaro o forse incurante degli sguardi di tutti puntato ancora su di loro. Furiosi, preoccupati alcuni, inconsciamente rammaricati altri, come Gon.

-non ti permetterò di farlo ancora. Non permetterò più a nessuno di strappare le zampe al ragno. Non ti permetterò più di portarmi via un’altra persona cara- si stupì di ciò che stava dicendo, mai aveva parlato in quel modo neanche di fronte ai suoi amici e se ne rese conto dall’occhiata confusa di Phinks. Forse solo Ubo e Paku avevano avuto il privilegio di essere presenti, quando quell’uomo sentiva il desiderio di aprire il suo cuore e mostrare la sua gioia nell’avere accanto una famiglia così preziosa.

Ma non importava perché non li avrebbe più rivisti.

-se ti uccidessi i tuoi amici verrebbero a cercarci per vendicarti. La vendetta porta solo altra vendetta. Non ne vale più la pena, anche se forse l’ho capito troppo tardi-

Kurapika si ritrovò a sorridere amaramente, alzandosi in piedi a fatica, e la catena s’illuminò appena –hai ragione- disse, poi la catena scomparve, liberando l’esponente del geney –bizzarro che io e te ci troviamo d’accordo proprio su quest’argomento- lo guardò mentre s’avvicinava al compagno, lasciando Kiriru come detto e aiutandolo ad alzarsi.

Kuroro lo osservò per un secondo, poi il suo sguardo si posò sulla ragazza, che lo guardava rammaricata.

-chissà che non avremo occasione di rivederci. Credevo d’essere deluso da te e dal tuo tradimento. Ma in realtà non mi stupisco affatto. Sii felice, piccola Kiriru- parlò con una dolcezza che non gli era consona, ma tutti avevano sempre saputo quanto il suo affetto per quella ragazza fosse forse esagerato.

Quando si mosse, Gon, Killua e Leorio fecero per corrergli rincorrerlo, non potevano lasciarlo fuggire. Kurapika però li fermò.

-basta ragazzi, non lo rivedremo più- era sicuro di ciò che diceva. Kuroro e il geney non sarebbero più stati un suo né un loro problema.

-se pensi che anche io ti lasci in pace, Kuroro, ti sbagli- affermò d’improvviso Hisoka, e Kuroro sorrise, fermandosi.

-lo so Hisoka. T’aspetto- detto questo, lui e Phinks sparirono dalla loro vista, più velocemente quanto le ferite dell’altro permettevano.

-addio Kuroro, Phinks. Statemi bene- sussurrò la ragazza, fissando rammaricata il punto in cui Kuroro e Phinks erano spariti. 

 

 

 

Mi rendo perfettamente conto di quanto sia in ritardo. Più di un anno, quasi due. Sono desolata, perdonatemi, ma diverse cose mi hanno bloccata dallo scrivere ancora questa ff, compresa la scarsa ispirazione. Ed è davvero un peccato perché mi ero fermata al penultimo capitolo.

Si, esatto, questo è l’ultimo capitolo. Forse ci sarà un epilogo, devo decidere, ma questa è la fine.

Mi dispiace di avervi fatto aspettare tanto per una battaglia che poi non c’è stata. Ho fatto di tutto per evitare i dettagli sullo scontro, e forse questo mi ha impedito di scrivere un capitolo decente. Ma ho revisionato questo cap così tante volte senza esserne mai soddisfatta che alla fine non ce la facevo più.

L’ho lasciato com’è venuto, altrimenti non avrei mai più aggiornato.

Se mi avete abbandonata vi capisco benissimo, sono imperdonabile e dopo un anno e più molti si saranno persino stancati e dimenticati. Quindi non è un problema. Però ho deciso che voglio finirla perché non mi piace lasciare le cose a metà.

L’unica cosa che mi auguro è di non essere andata pesantemente OOC con quel che ho fatto fare soprattutto a Kuroro.

Non volevo che nessuno dei due morisse e ho giocato sull’evidente affetto e sulla disperazione che evidentemente Kuroro prova verso i compagni deceduti.

Una fuga non è da lui ma spero d’aver dato una spiegazione almeno in parte comprensibile e accettabile.

Altrimenti lanciatemi pure i pomodori. Anzi i pomodori me li lanciate lo stesso dato quanto vi ho fatto aspettare. Ma che almeno siano freschi per favore xD

So di non aver dato una vera fine a questa storia. Ho girato intorno al problema –alias scontro fra Kuroro e Hisoka- come ha fatto e sta facendo, haimè, Togashi-sensei. Spero indi possiate perdonarmi anche questo.

Ma ci sono talmente tante cose da perdonare che probabilmente non lo farete mai >.<

I’m so sorry!!

Comunque il cap lo dedico alla Clei.

Buon Compleanno tesoro mio, ti voglio bene.

Ora concludo e vi abbandono…cioè, tornerò stavolta! Tornerò con un epilogo, una fine definitiva per questa fic infinita T.T

Kisskiss, kura

 

  
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