Capitolo
37
Kurapika e Leorio, ormai arrivati all’imponente entrata del
palazzo, la fissarono. L’uno sicuro, l’altro dubbioso. Non era affatto certo
che lasciare che Kurapika combattesse fosse una buona idea, ma, d’altronde, chi
altri poteva salvare i due bambini? Sperò solo che Gon e Killua stessero ancora
bene.
Senza alcuna esitazione, Kurapika spalancò il portone ed
entrò nel palazzo, Leorio subito dietro di lui si guardava attorno ammirato. Un
bel posto, non c’era che dire. Un po’ spoglio, forse, ma molto grande. Ed era
certo che una di quelle stanze nascondesse tesori di inestimabile valore.
Quando entrarono nel palazzo, furono entrambi investiti da
una sensazione familiare. Si guardarono negli occhi. Non poteva essere che lui.
-questo è il nen di Hisoka- esclamò sicuro Kurapika e, incurante delle
fitte che la ferita ancora gli procurava, corse nel punto in cui lo percepiva.
-A-Aspetta,
Kurapika! Non correre così!- Leorio scattò nella sua direzione, seguendolo
senza problemi. Il Kuruta era agile ma ferito e questo, se ne rendeva conto,
non era un punto a suo favore. Ed era certamente per questo che si era
ripromesso di non perderlo di vista nemmeno per un secondo, di impedirgli di
buttare all’aria la vita come stava tentando di fare.
Il castello era un labirinto, e si rendevano conto che
trovare la strada giusta sarebbe stato difficile, se non impossibile. Cercare
Gon e Killua era come cercare un ago in un pagliaio. Era senz’altro meglio, si
dissero, dirigersi verso i diversi nen che riuscivano a percepire in quel
momento e sperare che fra i combattenti non ci fossero i loro amici.
Quando però giunsero, Kurapika si fermò d’improvviso e gli
occhi divennero scarlatti. Il pensiero del nen di Kuroro e Hisoka che ancora
percepiva scomparve, conscio solo di ciò che gli si parava d’innanzi agli
occhi.
E quando Leorio lo raggiunse, capì all’istante la sua
inquietudine e non poté che sperare che non commettesse sconsideratezze.
Kiriru stava combattendo contro Phinks, e la ferita pulsante
sul fianco le impediva di agire come desiderava ed il suo nen, ora attivo, non
era sufficiente a difenderla contro gli attacchi dell’avversario. Gon e Killua si erano parati davanti a lei
con fare protettivo, e Phinks ghignava cattivo ed eccitato. Ignaro della
presenza dei due ragazzi poco distanti, non poteva che pensare che la battaglia
che sarebbe nata di lì a breve sarebbe stata davvero entusiasmante.
-che cosa state facendo? Gon, Killua! Dovete scappare!-
squittì lei, allarmata e sorpresa. Perché, per una volta che stava facendo
qualcosa di davvero buono, quei due si comportavano così? Perché l’aiutavano
invece di scappare come dovevano?
-sinceramente me lo sono chiesto anche io ma…Gon è così cocciuto certe volte- rispose baldanzoso
Killua.
-ma è perché siamo amici! E gli amici si aiutano sempre a
vicenda, non è vero?-
Kiriru non rispose, sorpresa e spiazzata. Fu Killua a
rispondere al suo posto, sorridente –certo che è vero!-
-così volete aiutarla, ho capito bene?-
Sussultò alla voce di Phinks e subito si riprese –no!- urlò
–io non merito di essere difesa! Voi dovete scappare…dovete
scappare sani e salvi! Per favore, ragazzi- la voce le tremò appena e la gamba
cedette sotto il dolore della ferita, costringendola ad inginocchiarsi. Aveva
gli occhi lucidi e guizzanti di scarlatto ma ancora una volta si impose
d’essere forte.
Gon non rispose subito come s’aspettava, e per un attimo
Killua temette a cosa potesse star pensando il suo amico. Ma durò un istante, poi Gon tornò se stesso,
fedele e sincero come sempre.
-io non abbandono mai gli amici! Non l’ho mai fatto e non lo
farò mai adesso! Tu sei una persona importante per Kurapika e anche per me! Se
dici che dobbiamo scappare, lo faremo tutti e tre assieme! Forse non ho capito
cos’è successo davvero ma non mi interessa, sei un’amica e non ti abbandonerò-
rispose sicuro.
Killua sorrise –sia mai che dica di no ad una sfida. Siamo
in tre, possiamo vincere!-
-siamo in cinque, veramente!- una voce maschile li sorprese.
Kiriru la riconobbe all’istante, senza avere il coraggio di voltarsi. Gon e
Killua invece li accolsero con sollievo e felicità.
-Kurapika! Leorio!-
I due si fecero avanti e persino Leorio, che aveva tirato
fuori il coltello, parve sicuro.
Kurapika aveva sentito ogni cosa, e ora gli appariva più
sereno. Gli occhi erano tornati azzurri e lo sguardo limpido, aveva sfoderato
le catene di nen ed era pronto al combattimento.
-ohiohi! Ma
guarda, cinque contro uno non è leale! E c’è anche il bastardo delle catene,
questa si che è una piacevole sorpresa!-
Kiriru aveva abbassato il volto e serrato gli occhi,
incapace di resistere davanti a quella persona speciale che era stata capace di
ferire e tradire.
Eppure, contro ogni sua previsione, Kurapika le stava
porgendo la mano, cordialmente, per aiutarla ad alzarsi.
-K-Kurapika, ma…-
-ho sentito tutto, sai? Io non so perché l’hai fatto ma…se ti andrà di spiegarmelo, sarò pronto ad ascoltarti
stavolta. Hai protetto Gon e Killua venendo sola a cercarli, eri pronta a rischiare
la vita e questo non lo dimenticherò-
Phinks non volle intervenire, pur sapendo che in quel
momento avrebbe potuto coglierli tutti di sorpresa. Ma non sarebbe stato
affatto divertente.
-mi dispiace- non si sforzò nemmeno più di trattenere le lacrime
e quando afferrò quella mano che le era stata gentilmente porta, si buttò fra
le sue braccia, piangente –mi dispiace, ti prego perdonami!-
Non era più capace di tenerle il muso, non avrebbe più avuto
senso. La strinse a se e le accarezzò i capelli.
-lo so, tranquilla-
Gon, Killua e Leorio sorrisero dolcemente. Pace fatta,
almeno parzialmente, potevano pensare con cuore più sereno alla sfida che li
attendeva.
-voi due rimanete lì- proclamò l’aspirante medico, malizioso
–siete feriti e non potete combattere- s’affrettò ad aggiungere.
-a lui ci pensiamo noi, state tranquilli- l’appoggiò
l’albino.
-non ci penso nemmeno- sbottò Kurapika –Gon, Killua, Leorio,
posso benissimo combattere! Ho una vendetta da portare a termine!-
-ma, Kurapika…-
-no, Gon, non ciò che pensi tu- chiarì il biondo –ma non
posso tirarmi indietro-
-allora neanche io!- si stupì lei stessa di
quell’affermazione, ma non l’avrebbe mai negata –non sarò una provetta
combattente, ma non fuggo lasciandovi qui. Non lo farò di nuovo- si asciugò gli occhi, sicura, e quello
sguardo convinse tutti.
Phinks la guardò con orgoglio, poi si preparò allo scontro.
-finalmente ci siamo-
All’aperto, Hisoka e Kuroro si erano fermati. A pari
livello, si erano costretti ad ammettere la potenza e l’agilità dell’altro, che
lo rendeva un avversario davvero difficile. Ansimando, si guardarono negli
occhi, ghignando. Mai nessuno dei due, probabilmente, aveva affrontato una
sfida eccitante come quella. Un duello all’ultimo sangue che avrebbe portato un
solo vincitore, il più forte fra i due.
Mai nessuno al mondo aveva probabilmente mai osservato uno
scontro avvincente come quello, combattuto fra due dei più potenti e pericolosi
utilizzatori di nen.
E questo era dimostrabile dalla potente aura che ancora li
avvolgeva, nonostante la sfida sfiancante finora sostenuta.
Hisoka era eccitato. Quanto aveva atteso quella sfida? E
sapeva che non l’avrebbe mai deluso.
Scattò in avanti ma Kuroro fu svelto a capirne i movimenti e
a fermare il pugno. Il calcio partì all’istante ma Hisoka saltò agile,
schivandolo e atterrando alle spalle del capo del geney.
Quello si girò veloce, ma il colpo di Hisoka lo raggiunse comunque e, pur
avendolo parato con gli avambracci, fu scagliato a qualche centimetro di
distanza.
Si alzò prontamente e attaccò a sua volta. Agilmente il
prestigiatore schivò i primi pugni, facile fu la parata della ginocchiata che
gli stava per arrivare, ma che anticipò solo un pugno che non fu in grado di
parare. Sputò sangue e venne scagliato contro il pavimento ma prima che l’altro
potesse riprender fiato, si sentì trascinato a sua volta dalla gomma
appiccicosa di Hisoka, che lo scagliò contro il muro.
Si alzarono in contemporanea e nuovamente si fissarono negli
occhi.
Da quanto tempo andavano avanti così? Non avrebbero potuto
continuare in eterno. Ben presto sarebbe arrivato il colpo finale e a quel
punto uno dei due c’avrebbe lasciato la pelle. Ovviamente, nessuno dei due ci
teneva a fare quella fine ed entrambi la agognavano per l’altro.
Ciò che però stava succedendo all’interno del palazzo era
ignoto ad entrambi, e se Kuroro avesse saputo che Phinks se la stava vedendo in
contemporanea con cinque pericolosi avversari, probabilmente avrebbe
abbandonato quella sfida e sarebbe corso a soccorrere il compagno.
Perché non avrebbe sopportato la perdita di un altro amico.
Fu forse per questo che quando sentì il nen del compagno
vacillare, la sua attenzione verso la battaglia sfumò, permettendo al
prestigiatore di colpirlo nuovamente.
Si rialzò con fatica, poiché colto di sorpresa non era
riuscito ad attutire il danno. Hisoka l’aveva colpito con una potenza inaudita,
stendendolo.
Se fosse morto anche Phinks non avrebbe più avuto motivo di
combattere contro Hisoka, si sarebbe volentieri lasciato morire.
Ma non poteva assolutamente accettarlo senza fare qualcosa
per impedirlo.
Al diavolo tutto quando dunque, anche la sfida che Hisoka
tanto aveva bramato. C’erano cose molto più importanti a cui pensare, e la
percezione sempre minore che aveva del nen di Phinks non fece che convincerlo
sempre più.
-hey-
Ben presto si ritrovò a correre verso l’interno del
castello, incurante d’ogni altra cosa.
-Kuroro, stai
forse scappando?-
Non lo curò d’attenzioni e continuò a correre, fino a
perderne totalmente la percezione. Sapeva che Hisoka probabilmente l’avrebbe
rincorso ma poco importava.
Arrivò in un lampo e ciò che gli si parò di fronte non gli
piacque affatto.
La presenza dei due Kuruta a terra, stremati, non lo
interessava minimamente. I suoi profondi e tristi occhi neri si posarono sul
compagno velati d’una preoccupazione magistralmente mascherata.
Phinks stava a terra ansante, cercando di rialzarsi con
scarsi risultati. Lo Zoldieck si teneva pronto
all’attacco e il moretto aveva caricato tutto il nen sul pugno, mentre il più
grande lo minacciava con un coltello all’altezza della gola.
Come aveva potuto farsi battere da due bambini ed un buono a
nulla?
Poi s’accorse della catena del Kuruta ancora stretta intorno
a lui.
Veloce afferrò la ragazza e fece apparire il libro sul palmo
aperto.
-Kiriru- la
voce di Kurapika risuonò più bassa di quanto avrebbe voluto, ma ormai non aveva
più fiato e la ferita riaperta pulsava dolorosamente.
-capo- Phinks alzò gli occhi e ghignò. Forse non sarebbe
morto.
-maledetto, lasciala!- urlò Leorio, allarmato.
-Kuroro-
sussurrò quel nome con più malinconia di quanto si sarebbe aspettata. Ma
dopotutto, quell’uomo era sempre stato tutto per lei.
-sciogli immediatamente le catene e lascialo andare, farò
altrettanto con lei. Ti parrà strano ma credo Kiriru potrà concordare che sono
un tipo di parola- parlò rivolto al Kuruta. Freddo, glaciale.
Hisoka guardava la scena in disparte, divertito. L’unica
cosa che l’amareggiava, era la sfida interrotta.
Phinks non poté che strabuzzare gli occhi. Perché non
combatteva? Perché si limitava ad agire con l’evidente intento di preparare una
fuga?
-e cosa mi dirà con certezza che dopo aver lasciato lei non
tenterai di uccidere Kurapika, ammesso che quello che dici sia vero?-
Sorrise malinconico alla domanda del medico, ma non lo
guardò. La sua attenzione poteva essere rivolta solo a quegli occhi ora
scarlatti che tanto aveva amato e odiato.
-tu hai eliminato tutti i miei compagni. Tutti i miei amici-
parlò rivolto a Kurapika, come se solo lui l’ascoltasse, ignaro o forse
incurante degli sguardi di tutti puntato ancora su di loro. Furiosi,
preoccupati alcuni, inconsciamente rammaricati altri, come Gon.
-non ti permetterò di farlo ancora. Non permetterò più a
nessuno di strappare le zampe al ragno. Non ti permetterò più di portarmi via
un’altra persona cara- si stupì di ciò che stava dicendo, mai aveva parlato in
quel modo neanche di fronte ai suoi amici e se ne rese conto dall’occhiata
confusa di Phinks. Forse solo Ubo e Paku avevano avuto il privilegio di essere presenti, quando
quell’uomo sentiva il desiderio di aprire il suo cuore e mostrare la sua gioia
nell’avere accanto una famiglia così preziosa.
Ma non importava perché non li avrebbe più rivisti.
-se ti uccidessi i tuoi amici verrebbero a cercarci per
vendicarti. La vendetta porta solo altra vendetta. Non ne vale più la pena,
anche se forse l’ho capito troppo tardi-
Kurapika si ritrovò a sorridere amaramente, alzandosi in
piedi a fatica, e la catena s’illuminò appena –hai ragione- disse, poi la
catena scomparve, liberando l’esponente del geney
–bizzarro che io e te ci troviamo d’accordo proprio su quest’argomento- lo
guardò mentre s’avvicinava al compagno, lasciando Kiriru come detto e
aiutandolo ad alzarsi.
Kuroro lo osservò per un secondo, poi il suo sguardo si posò
sulla ragazza, che lo guardava rammaricata.
-chissà che non avremo occasione di rivederci. Credevo
d’essere deluso da te e dal tuo tradimento. Ma in realtà non mi stupisco
affatto. Sii felice, piccola Kiriru- parlò con una
dolcezza che non gli era consona, ma tutti avevano sempre saputo quanto il suo
affetto per quella ragazza fosse forse esagerato.
Quando si mosse, Gon, Killua e Leorio fecero per corrergli
rincorrerlo, non potevano lasciarlo fuggire. Kurapika però li fermò.
-basta ragazzi, non lo rivedremo più- era sicuro di ciò che
diceva. Kuroro e il geney non sarebbero più stati un
suo né un loro problema.
-se pensi che anche io ti lasci in pace, Kuroro, ti sbagli-
affermò d’improvviso Hisoka, e Kuroro sorrise, fermandosi.
-lo so Hisoka. T’aspetto- detto questo, lui e Phinks
sparirono dalla loro vista, più velocemente quanto le ferite dell’altro
permettevano.
-addio Kuroro, Phinks. Statemi bene- sussurrò la ragazza,
fissando rammaricata il punto in cui Kuroro e Phinks erano spariti.
Mi rendo perfettamente conto di quanto sia in ritardo. Più di un
anno, quasi due. Sono desolata, perdonatemi, ma diverse cose mi hanno bloccata
dallo scrivere ancora questa ff, compresa la scarsa
ispirazione. Ed è davvero un peccato perché mi ero fermata al penultimo
capitolo.
Si, esatto, questo è l’ultimo capitolo. Forse ci sarà un epilogo,
devo decidere, ma questa è la fine.
Mi dispiace di avervi fatto aspettare tanto per una battaglia che
poi non c’è stata. Ho fatto di tutto per evitare i dettagli sullo scontro, e
forse questo mi ha impedito di scrivere un capitolo decente. Ma ho revisionato questo
cap così tante volte senza esserne mai soddisfatta
che alla fine non ce la facevo più.
L’ho lasciato com’è venuto, altrimenti non avrei mai più aggiornato.
Se mi avete abbandonata vi capisco benissimo, sono imperdonabile e
dopo un anno e più molti si saranno persino stancati e dimenticati. Quindi non
è un problema. Però ho deciso che voglio finirla perché non mi piace lasciare
le cose a metà.
L’unica cosa che mi auguro è di non essere andata pesantemente OOC
con quel che ho fatto fare soprattutto a Kuroro.
Non volevo che nessuno dei due morisse e ho giocato sull’evidente
affetto e sulla disperazione che evidentemente Kuroro prova verso i compagni
deceduti.
Una fuga non è da lui ma spero d’aver dato una spiegazione almeno in
parte comprensibile e accettabile.
Altrimenti lanciatemi pure i pomodori. Anzi i pomodori me li
lanciate lo stesso dato quanto vi ho fatto aspettare. Ma che almeno siano
freschi per favore xD
So di non aver dato una vera fine a questa storia. Ho girato intorno
al problema –alias scontro fra Kuroro e Hisoka- come
ha fatto e sta facendo, haimè, Togashi-sensei.
Spero indi possiate perdonarmi anche questo.
Ma ci sono talmente tante cose da perdonare che probabilmente non lo
farete mai >.<
I’m so sorry!!
Comunque il cap lo dedico alla Clei.
Buon Compleanno tesoro mio, ti
voglio bene.
Ora concludo e vi abbandono…cioè, tornerò
stavolta! Tornerò con un epilogo, una fine definitiva per questa fic infinita T.T
Kisskiss, kura