Quando
ho iniziato questo progetto non mi aspettavo la piega che poi ha preso, non mi
aspettavo che questa piega mi portasse a terminare la storia così, quasi a
tagliarla, o meglio non mi aspettavo che rileggendola mi sembrasse superfluo
continuarla ancora. Ed è per tutto ciò che di inaspettato è capitato a me e ai
cari Etienne e Donna che ho deciso di dare questo titolo alla mia prima
One-shot.
Inaspettato
Donna
seguì le ancelle lungo i corridoi illuminati dalle torce. Il vociare si era
affievolito ma ancora non s’era spento, nel cortile interno erano rimasti solo alcuni
cavalieri, mentre tutte le dame si erano ritirate nelle loro stanze già da una
buona mezz’ora.
Lei
aveva chiacchierato fino a quel momento con Isabeau.
Avevano
evitato per tutto il tempo l’argomento, ma quando una cameriera era venuta a
chiamarla per condurla a prepararsi alla sua prima notte di nozze, Isabeau
l’aveva trattenuta un attimo dentro la stanza e, con voce affettuosa come forse
non l’aveva mai sentita in tutto quel tempo trascorso come sua dama di
compagnia, le aveva sussurrato -Mi mancherai Donna!
-Ma
non partirete che tra una settimana.
-Si,
ma domani tu inizierai a costruirti una nuova vita e io ti auguro tanto di
essere felice. – L’abbracciò sorridendole.
Quando
si staccò aveva gli occhi un po’ lucidi ma non piangeva, anzi, assunse uno
sguardo lo sguardo serio tipico dei discorsi importanti. –Ti devo dire un’altra
cosa Donna. Mio marito conosce Etienne e si fida di lui, ma io parlo a nome mio.
Se Etienne non dovesse portarti il rispetto che meriti, sta notte o in futuro,
ricorda che a Chatel Argênt saremo sempre pronti ad accoglierti a braccia
aperte.
-Oh
grazie Isabeau, ma non preoccuparti. Credo di conoscere l’uomo che ho sposato e
non ho motivo di temere, ma se occorresse saprò farmi rispettare, te lo
prometto.
-Grazie.
Sono più tranquilla adesso.
Donna
aveva raggiunto la serva che la attendeva fuori dalla porta e aveva iniziato a
riflettere. Cosa aspettarsi da un uomo medioevale con una concezione della
donna così diversa dalla sua? Era entrata in camera ancora rimuginando e si era
riscossa solo quando le cameriere avevano iniziato a spogliarla, a quello non
si sarebbe mai abituata.
Si
fece aiutare a sfilarsi il vestito perché era troppo complicato da slacciare,
ma indossò da sola la camicia da notte che avevano preparato: era lunga sino ai
piedi, di lino leggero.
Sperò
di non inciamparvi mentre rimpiangeva i babydoll che aveva lasciato nel
cassetto della sua stanza nella casa che divideva con due colleghe.
Le
ancelle uscirono tutte tranne la più anziana che aspettò la porta fosse chiusa
prima di parlare. -Mia signora, posso parlarvi?
-Certo
Balia. Scusate, ma non conosco il vostro nome.
-Mi
chiamo Gentuccia, Signora, ma anche Balia va bene. Ormai tutti mi conoscono
così.
-Sediamoci
Gentuccia, è un nome italiano,vero?
-Si
Signora, sono arrivata molti anni fa da Firenze come balia e levatrice di
vostra suocera.
Si
sedettero su una cassapanca appoggiata alla parete e Donna chiese:- Di cosa mi
dovevate parlare?
-Mia
signora, non vorrei risultarvi molesta o invadente, ma come vi ho già detto
sono molto anni che lavoro come levatrice, ho fatto nascere vostro marito e
probabilmente farò nascere anche suo figlio- Donna non capiva dove volesse
andare a parare ma continuò a seguire il discorso dell’anziana. -Mia signora,
so che la vostra balia non è potuta arrivare dai vostri luoghi d’origine…- Ovviamente
Donna aveva dovuto inventare una storia, non avendo mai avuto una balia, tanto
più una da far arrivare dall’America del XXI secolo alla Francia medioevale - …
e vorrei parlarvi riguardo quello che avverrà questa notte.
Donna
era rimasta talmente basita che ci mise un po’ prima di ricordare come parlare
e per fortuna subito dopo aveva ricollegato anche il cervello. Poteva venire a
sapere cosa ci si aspettasse da lei, quindi rimase muta ad ascoltare.
-Per
concepire non dovrete fare altro che obbedire a ciò che vi dirà vostro marito:
non vi agitate e non opponetevi a lui, dovrete rimanere calma. Non vi
preoccupate del dolore o del sangue, è normale la prima notte.
Con
un cenno della mano la fece tacere, probabilmente un discorso del genere
sarebbe stato in grado di terrorizzare ogni ingenua dama anche se non avesse
già nutrito timori per suo conto.
Per
sua fortuna Donna era un medico vissuto nel duemila.
-So
che la vostra intenzione è positiva, ma sono già al corrente di ciò che dite. Nel
mio paese d’origine esercitavo la medicina e mi sono occupata anche di
partorienti. - Ci rifletté un attimo - Sarà mio marito a chiarirmi ciò che
riterrà opportuno- Valutò la sua frase appropriata, era bene far credere fosse Etienne
a decidere tra loro -Comunque vi ringrazio e vi vorrei con me quando partorirò.
Ora potete andare a riposare. Io attenderò mio marito qui. Sa già dove sono?
-No
signora, ma presumo lo immagini. Manderò una serva a comunicargli che lo
aspettate.
-Ditegli
anche che non vorrei lasciasse gli ospiti per colpa mia, e che non c’è fretta.
La
balia scese in cortile e attese presso il portone, proprio davanti al suo Signore
finché egli non si accorse di lei.
-Scusate
un attimo signori, sarò da voi tra qualche minuto- e si allontanò in direzione
della donna.
-È
tardi per voi, Balia.
-Monsieur,
volevo solo comunicarvi che vostra moglie è già in camera vostra.-
-Grazie
Balia. Le avete già parlato?
-Si,
le ho parlato. Sembrava tranquilla, ma mi ha detto che attendeva voi le diceste
di più.
-Va
bene, salirò il prima possibile.
Si
voltò per tornare dai nobili e vide che era rimasto solo Jean. -Si scusano per
essersene andati a dormire senza congedarsi, ho promesso loro di riferiti io i
loro saluti.
Etienne
guardò la luna -Hai ragione è molto tardi. Non me n’ero accorto. Come mai non
sei andato pure tu a riposare?
-Te
l’ho detto: dovevo portarti i loro congedi, ... e dovevo anche dirti una cosa a
titolo personale.
-Sono
il tutore di Donna. Anche se adesso l’hai sposata tu, mi sentirò sempre
responsabile per lei. Non fraintendere, anche se ci conosciamo da appena un
paio d’anni ho rispetto per te e so che persona sei, ma mi raccomando
ugualmente. Sai che Donna viene da lontano e lì era un medico, una donna intelligente,
istruita e indipendente, non trattarla come se fosse inferiore a te e non
metterle troppi limiti. Quando lei non fosse felice con te io sarei sempre
pronto a riaccoglierla, che tu sia d’accordo o meno. Sono stato chiaro?
-
Limpido come una fonte. Non hai di che preoccuparti.
-Spero
proprio di no. Buona notte Etienne.
-Buona
notte Jean.
Si
diresse in camera pensando che Donna fosse proprio una ragazza speciale per
avere amici così affezionati a lei. Si sentì fortunato per averla sposata.
Entrò
in camera e la trovò già tra le coltri. Il rosso dei suoi capelli ormai lunghi
fino alle spalle spiccava sul cuscino candido.
-
Tesoro stai dormendo ?
Donna
rispose con un -Si- appena udibile.
-Bene,
temevo ti fossi addormentata e non avrei avuto il coraggio di svegliarti. Scommetto
che quando dormi sei bellissima.-
-Non
più di quanto immagino sia tu. - disse con dolcezza.
Lui
sorrise del complimento rivoltogli dalla moglie e iniziò a cambiarsi. Lì,
davanti a lei, guardandola negli occhi, mentre lei lo ricambiava, ma distante
dal letto “Così avrà modo di abituarsi alla mia presenza, senza però
spaventarsi o vergognarsi di vedermi senza vestiti” pensò.
Si
avvicinò lentamente e rimase qualche minuto accanto al letto, senza decidersi a
muoversi.
La
sua perfetta consorte vedendo la sua indecisione disse : -Cosa aspetti a
rimetterti sotto le coperte? Ti prenderai un malanno restando in mutande al
freddo.
-Ma
mi cureresti tu- disse scivolando sotto le coltri. Le si avvicinò,
abbracciandola e infilando il volto tra i suoi capelli, a sua volta la donna lo
abbracciò e gli baciò il collo.- Mi piace tanto quando fai così.
Anche
Donna se n’era accorta; sentiva l’erezione di Etienne svegliarsi, imprigionata
dalla stoffa. Lui sospirò, si capiva il desiderio di non interrompere quel
momento. Ma lo fece ugualmente.
-Mio
amore- fece una pausa- questa è la nostra prima notte, consumeremo il nostro
amore, ne sei felice?
Lei
annuì temendo che il suo tono di voce potesse risultare strano, era piuttosto
divertita da come le si rivolgeva.
-Sai
cos’intendo dicendo che consumeremo?
Lei
annuì nuovamente, le risultava difficile trattenere un sorriso, ma quello per
suo marito era un discorso serissimo.
-Donna-
le prese il viso tra le mani -Se sai cosa avverrà non te lo spiegherò, ma ti
farò una promessa: non posso evitarti il dolore, ma cercherò di non farti
troppo male. Basterà che tu stia ferma e io sarò così delicato che quasi non te
ne accorgerai. Finirà tutto presto e potrai dormire, d’accordo amore?
Gli
occhi della ragazza si erano progressivamente andati dilatando per la sorpresa
fino a che non sbotto furente - No, che non siamo d’accordo! - fece un respiro
profondo e riprese -Sai da dove viene il mio nome?-disse come investita da un
velo di calma apparente.
-No-
rispose lui -ma che c’entra?
-Ora
te lo spiego: il mio nome deriva dal latino “Domina” ,Signora, padrona. Io sono
una signora, sono la Tua signora, e in quanto tale penso e prendo
decisioni autonomamente. Non sono e non permetto mi si tratti come una bambola
di pezza che si fa star ferma. E questa è la prima cosa che non va! Io non
starò ferma, e sarai tu a scongiurarmi di non fermarmi, vedrai se non sarà
così. E se questo è un problema, chiariamolo subito! Finché non consumiamo sei
sempre in tempo per sciogliere il matrimonio. Vuoi annullare il matrimonio? È questo
che desideri?
-Per
nulla al mondo, che stai dicendo Donna?-
-Sto
dicendo che non voglio “quasi non accorgermene”. Il giorno in cui non mi
accorgerò che mi stai toccando - sbuffò imbestialita- spero non arrivi mai! E
non azzardarti a farlo finire presto, voglio che duri tanto e non solo una
volta. Voglio farlo per tutta la notte con te, solo con te, noi due, uniti, ancora
e ancora.- . Lo baciò, in preda al desiderio che le si era acceso dentro
pensando a quei momenti e vedendo il suo uomo seduto davanti a lei con un
evidente erezione tra le gambe.
-Se
quello che ho detto non ti sta bene... - ansimò baciandolo e facendo scivolare
la mano sulla stoffa troppo stretta- Se mi reputi una donna senza pudore, allora
sono ancora in tempo per tornare ad essere la dama di compagnia Isabeau. Stanno
così le cose?
Lui
la baciò ributtandola sul letto. -Ti amo tanto !-disse prima di rituffarsi
vorace sulle sue labbra.