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Autore: Caterina Noxon    30/03/2010    10 recensioni
Questa beve storia è la prima one Shot che scrivo, ma anche se il genere non mi è familiare spero sia un termine di paragone per migliorare sempre più, anche grazie alle recensioni di chi si prenderà la briga di commentarla.
L'ho ambientata tra il secondo e il terzo libro, dopo un matrimonio che è stato dato per scontato, quello di Etienne e Donna. La storia parla dell'evoluzione delle mentalità negli otto secoli che ci separano dal medioevo descritto dalla Randall.
Genere: Commedia, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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inaspettato

Quando ho iniziato questo progetto non mi aspettavo la piega che poi ha preso, non mi aspettavo che questa piega mi portasse a terminare la storia così, quasi a tagliarla, o meglio non mi aspettavo che rileggendola mi sembrasse superfluo continuarla ancora. Ed è per tutto ciò che di inaspettato è capitato a me e ai cari Etienne e Donna che ho deciso di dare questo titolo alla mia prima One-shot.

Inaspettato

Donna seguì le ancelle lungo i corridoi illuminati dalle torce. Il vociare si era affievolito ma ancora non s’era spento, nel cortile interno erano rimasti solo alcuni cavalieri, mentre tutte le dame si erano ritirate nelle loro stanze già da una buona mezz’ora.

Lei aveva chiacchierato fino a quel momento con Isabeau.

Avevano evitato per tutto il tempo l’argomento, ma quando una cameriera era venuta a chiamarla per condurla a prepararsi alla sua prima notte di nozze, Isabeau l’aveva trattenuta un attimo dentro la stanza e, con voce affettuosa come forse non l’aveva mai sentita in tutto quel tempo trascorso come sua dama di compagnia, le aveva sussurrato -Mi mancherai Donna!

-Ma non partirete che tra una settimana.

-Si, ma domani tu inizierai a costruirti una nuova vita e io ti auguro tanto di essere felice. – L’abbracciò sorridendole.

Quando si staccò aveva gli occhi un po’ lucidi ma non piangeva, anzi, assunse uno sguardo lo sguardo serio tipico dei discorsi importanti. –Ti devo dire un’altra cosa Donna. Mio marito conosce Etienne e si fida di lui, ma io parlo a nome mio. Se Etienne non dovesse portarti il rispetto che meriti, sta notte o in futuro, ricorda che a Chatel Argênt saremo sempre pronti ad accoglierti a braccia aperte.

-Oh grazie Isabeau, ma non preoccuparti. Credo di conoscere l’uomo che ho sposato e non ho motivo di temere, ma se occorresse saprò farmi rispettare, te lo prometto.

-Grazie. Sono più tranquilla adesso.

 

Donna aveva raggiunto la serva che la attendeva fuori dalla porta e aveva iniziato a riflettere. Cosa aspettarsi da un uomo medioevale con una concezione della donna così diversa dalla sua? Era entrata in camera ancora rimuginando e si era riscossa solo quando le cameriere avevano iniziato a spogliarla, a quello non si sarebbe mai abituata.

Si fece aiutare a sfilarsi il vestito perché era troppo complicato da slacciare, ma indossò da sola la camicia da notte che avevano preparato: era lunga sino ai piedi, di lino leggero.

Sperò di non inciamparvi mentre rimpiangeva i babydoll che aveva lasciato nel cassetto della sua stanza nella casa che divideva con due colleghe.

Le ancelle uscirono tutte tranne la più anziana che aspettò la porta fosse chiusa prima di parlare. -Mia signora, posso parlarvi?

-Certo Balia. Scusate, ma non conosco il vostro nome.

-Mi chiamo Gentuccia, Signora, ma anche Balia va bene. Ormai tutti mi conoscono così.

-Sediamoci Gentuccia, è un nome italiano,vero?

-Si Signora, sono arrivata molti anni fa da Firenze come balia e levatrice di vostra suocera.

Si sedettero su una cassapanca appoggiata alla parete e Donna chiese:- Di cosa mi dovevate parlare?

-Mia signora, non vorrei risultarvi molesta o invadente, ma come vi ho già detto sono molto anni che lavoro come levatrice, ho fatto nascere vostro marito e probabilmente farò nascere anche suo figlio- Donna non capiva dove volesse andare a parare ma continuò a seguire il discorso dell’anziana. -Mia signora, so che la vostra balia non è potuta arrivare dai vostri luoghi d’origine…- Ovviamente Donna aveva dovuto inventare una storia, non avendo mai avuto una balia, tanto più una da far arrivare dall’America del XXI secolo alla Francia medioevale - … e vorrei parlarvi riguardo quello che avverrà questa notte.

Donna era rimasta talmente basita che ci mise un po’ prima di ricordare come parlare e per fortuna subito dopo aveva ricollegato anche il cervello. Poteva venire a sapere cosa ci si aspettasse da lei, quindi rimase muta ad ascoltare.

-Per concepire non dovrete fare altro che obbedire a ciò che vi dirà vostro marito: non vi agitate e non opponetevi a lui, dovrete rimanere calma. Non vi preoccupate del dolore o del sangue, è normale la prima notte.

Con un cenno della mano la fece tacere, probabilmente un discorso del genere sarebbe stato in grado di terrorizzare ogni ingenua dama anche se non avesse già nutrito timori per suo conto.

Per sua fortuna Donna era un medico vissuto nel duemila.

-So che la vostra intenzione è positiva, ma sono già al corrente di ciò che dite. Nel mio paese d’origine esercitavo la medicina e mi sono occupata anche di partorienti. - Ci rifletté un attimo - Sarà mio marito a chiarirmi ciò che riterrà opportuno- Valutò la sua frase appropriata, era bene far credere fosse Etienne a decidere tra loro -Comunque vi ringrazio e vi vorrei con me quando partorirò. Ora potete andare a riposare. Io attenderò mio marito qui. Sa già dove sono?

-No signora, ma presumo lo immagini. Manderò una serva a comunicargli che lo aspettate.

-Ditegli anche che non vorrei lasciasse gli ospiti per colpa mia, e che non c’è fretta.

 

La balia scese in cortile e attese presso il portone, proprio davanti al suo Signore finché egli non si accorse di lei.

-Scusate un attimo signori, sarò da voi tra qualche minuto- e si allontanò in direzione della donna.

-È tardi per voi, Balia.

-Monsieur, volevo solo comunicarvi che vostra moglie è già in camera vostra.-

-Grazie Balia. Le avete già parlato?

-Si, le ho parlato. Sembrava tranquilla, ma mi ha detto che attendeva voi le diceste di più.

-Va bene, salirò il prima possibile.

Si voltò per tornare dai nobili e vide che era rimasto solo Jean. -Si scusano per essersene andati a dormire senza congedarsi, ho promesso loro di riferiti io i loro saluti.

Etienne guardò la luna -Hai ragione è molto tardi. Non me n’ero accorto. Come mai non sei andato pure tu a riposare?

-Te l’ho detto: dovevo portarti i loro congedi, ... e dovevo anche dirti una cosa a titolo personale.

-Sono il tutore di Donna. Anche se adesso l’hai sposata tu, mi sentirò sempre responsabile per lei. Non fraintendere, anche se ci conosciamo da appena un paio d’anni ho rispetto per te e so che persona sei, ma mi raccomando ugualmente. Sai che Donna viene da lontano e lì era un medico, una donna intelligente, istruita e indipendente, non trattarla come se fosse inferiore a te e non metterle troppi limiti. Quando lei non fosse felice con te io sarei sempre pronto a riaccoglierla, che tu sia d’accordo o meno. Sono stato chiaro?

- Limpido come una fonte. Non hai di che preoccuparti.

-Spero proprio di no. Buona notte Etienne.

-Buona notte Jean.

Si diresse in camera pensando che Donna fosse proprio una ragazza speciale per avere amici così affezionati a lei. Si sentì fortunato per averla sposata.

Entrò in camera e la trovò già tra le coltri. Il rosso dei suoi capelli ormai lunghi fino alle spalle spiccava sul cuscino candido.

- Tesoro stai dormendo ?

Donna rispose con un -Si- appena udibile.

-Bene, temevo ti fossi addormentata e non avrei avuto il coraggio di svegliarti. Scommetto che quando dormi sei bellissima.-

-Non più di quanto immagino sia tu. - disse con dolcezza.

Lui sorrise del complimento rivoltogli dalla moglie e iniziò a cambiarsi. Lì, davanti a lei, guardandola negli occhi, mentre lei lo ricambiava, ma distante dal letto “Così avrà modo di abituarsi alla mia presenza, senza però spaventarsi o vergognarsi di vedermi senza vestiti” pensò.

Si avvicinò lentamente e rimase qualche minuto accanto al letto, senza decidersi a muoversi.

La sua perfetta consorte vedendo la sua indecisione disse : -Cosa aspetti a rimetterti sotto le coperte? Ti prenderai un malanno restando in mutande al freddo.

-Ma mi cureresti tu- disse scivolando sotto le coltri. Le si avvicinò, abbracciandola e infilando il volto tra i suoi capelli, a sua volta la donna lo abbracciò e gli baciò il collo.- Mi piace tanto quando fai così.

 

Anche Donna se n’era accorta; sentiva l’erezione di Etienne svegliarsi, imprigionata dalla stoffa. Lui sospirò, si capiva il desiderio di non interrompere quel momento. Ma lo fece ugualmente.

-Mio amore- fece una pausa- questa è la nostra prima notte, consumeremo il nostro amore, ne sei felice?

Lei annuì temendo che il suo tono di voce potesse risultare strano, era piuttosto divertita da come le si rivolgeva.

-Sai cos’intendo dicendo che consumeremo?

Lei annuì nuovamente, le risultava difficile trattenere un sorriso, ma quello per suo marito era un discorso serissimo.

-Donna- le prese il viso tra le mani -Se sai cosa avverrà non te lo spiegherò, ma ti farò una promessa: non posso evitarti il dolore, ma cercherò di non farti troppo male. Basterà che tu stia ferma e io sarò così delicato che quasi non te ne accorgerai. Finirà tutto presto e potrai dormire, d’accordo amore?

Gli occhi della ragazza si erano progressivamente andati dilatando per la sorpresa fino a che non sbotto furente - No, che non siamo d’accordo! - fece un respiro profondo e riprese -Sai da dove viene il mio nome?-disse come investita da un velo di calma apparente.

-No- rispose lui -ma che c’entra?

-Ora te lo spiego: il mio nome deriva dal latino “Domina” ,Signora, padrona. Io sono una signora, sono la Tua signora, e in quanto tale penso e prendo decisioni autonomamente. Non sono e non permetto mi si tratti come una bambola di pezza che si fa star ferma. E questa è la prima cosa che non va! Io non starò ferma, e sarai tu a scongiurarmi di non fermarmi, vedrai se non sarà così. E se questo è un problema, chiariamolo subito! Finché non consumiamo sei sempre in tempo per sciogliere il matrimonio. Vuoi annullare il matrimonio? È questo che desideri?

-Per nulla al mondo, che stai dicendo Donna?-

-Sto dicendo che non voglio “quasi non accorgermene”. Il giorno in cui non mi accorgerò che mi stai toccando - sbuffò imbestialita- spero non arrivi mai! E non azzardarti a farlo finire presto, voglio che duri tanto e non solo una volta. Voglio farlo per tutta la notte con te, solo con te, noi due, uniti, ancora e ancora.- . Lo baciò, in preda al desiderio che le si era acceso dentro pensando a quei momenti e vedendo il suo uomo seduto davanti a lei con un evidente erezione tra le gambe.

-Se quello che ho detto non ti sta bene... - ansimò baciandolo e facendo scivolare la mano sulla stoffa troppo stretta- Se mi reputi una donna senza pudore, allora sono ancora in tempo per tornare ad essere la dama di compagnia Isabeau. Stanno così le cose?

Lui la baciò ributtandola sul letto. -Ti amo tanto !-disse prima di rituffarsi vorace sulle sue labbra.

  
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