A di Australia
Australia:
proprietà dell’Inghilterra, di quel posto grigio e lontano. No, non sei
di nessuno,
se non del mio cuore. Sei libera, libera di essere baciata dal sole, di
sentire
i miei piedi correre per i tuoi prati, di ascoltare le risate di quel
bambino
che assomiglia tanto a suo padre. Sei la terra di Georgie Butman , la
terra dei
suoi amati fratelli, la terra dove non sono nata, dove sono stata
accolta, dove
sono stata amata, l’unica che sento realmente mia.
Sei immensa, perfetta, e lo
sarebbe anche la mia vita se lui fosse
qui...
Certe volte credo che i
colori dei fiori, anche quelli più sgargianti,
sbiadiscano giorno dopo giorno. Forse non si sono resi conto che Abel
non tornerà più e continuano ad aspettarlo, inutilmente. Proprio come
me,
insomma.
Neanche tu sai calmare il
mio dolore, quando guardo il sole tuffarsi nel mare
oltre le colline penso subito a lui, a come sarebbe bello se vedesse
anche lui
quello spettacolo meraviglioso.
Aspetta, Australia, tu che
sei immortale forse sai dov’è! Se lo sai parlagli,
digli di tornare, che senza di lui manca qualcosa d’essenziale anche a
te, digli
che il nostro bambino è splendido, che ha i suoi stessi occhi, il suo
stesso
viso... Proprio come volevo io!
Raggiungilo, portagli tutta
la gioia che tu infondi a me, il tuo sole, il tuo
verde, il tuo mare e i ricordi della nostra bellissima storia vissuta
qui.
Tutti i nostri sguardi, i nostri sbagli, il nostro disperato e, nel mio
caso,
inconsapevole bisogno di stringerci almeno un po’, solo un po’. Chissà
Australia, ovunque lui sia adesso, se li ricorda ancora...
E pensare che avrei potuto
respirare la primavera nell’aria stretta al suo
petto, rifugiando il mio corpo nel calore che emanava sempre, lo stesso
calore
che emani tu...