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Autore: Chambertin    04/04/2010    5 recensioni
● || AU!Distopia | Reader!Centric | Maya 2012 Profecy || ●
a Londra è difficile vedere una giornata di Sole, e oggi non sarà un'eccezione.
Sì... sono una fanatica del 2012, ho una fifa blu del 21 Dicembre 2012 ma leggo libri e guardo film che ne parlano. Sto male quando li leggo o li vedo ma mi piace. Come si chiama questo? semplice... MASOCHISMO PSICOLOGICO.
Questa storia forse è quello che vorrei che sucedesse veramente qua in Italia? non lo so... vi dico solo che l'ho scritta guardando fuori dalla finestra della mia scuola, in ultima fila, l'ultimo banco sperdto della classe, e posso dirvi con certezza che la ragazza che parla la si può perfettamente ricollegare a me. I compagni di classe della Ragazza possono essere identificati come i miei compagni di classe e la scuola la mia scuola. e nonostante tutto questo sia ambientato a Londra quel giorno il cielo era veramente come ho descritto nella FF.
Buona Lettura.
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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.2012 - London~

A Londra è piuttosto difficile che ci sia un giorno soleggiato. Il cielo è sempre plumbeo e piove ininterrottamente. Le nuvole si spostano velocemente, ma raramente un raggio di sole fa capolino fra di esse, illuminando il suolo come fa un occhio di bue con l’attore sul palco, men che meno oggi.
Il vento si alza sempre di più e prende in grembo con sé le ultime foglie rimaste attaccate ai rami degli alberi, facendole volare alte, come gli uccelli migratori che volano alti nel cielo in stormi troppo numerosi.
A causa di questo vento gli alberi si piegano e le bandiere della scuola svolazzano con veemenza. Ho quasi paura che si possano strappare da un momento all’altro.
Degli studenti escono impauriti fuori dalla scuola, con i cappotti o semplicemente con la cartellina di arte sulla testa per evitare di infradiciarsi da capo a piedi.
È veramente arrivata la fine del mondo? Siamo così giunti al capolinea della razza umana?
Alcune mie compagne di classe si stringono in un angolo, impaurite. Io, invece, rimango seduta al mio posto, in ultima fila a guardare fuori dalla finestra: fra le nuvole i lampi e i fulmini hanno cominciato a farsi vedere ma senza emettere nessun suono, saettano veloci senza il minimo rumore. Inizia a piovere ancora più forte di quanto non lo fosse già prima. Le gocce sono talmente grosse che quando cadono nelle pozzanghere, o per meglio dire, nella strada allagata, creano delle bolle.
Macchine impazzite corrono a tutta velocità alzando onde nelle strade inondate e per colpa della scarsa visibilità dovuta alla pioggia, davanti alla nostra scuola si sono verificati tre incidenti. È vero… l’ambulanza è arrivata, ma tanto cosa vuoi fare? Moriremo tutti lo stesso. In un modo o nell’altro, moriremo. Infatti non m’importa neanche se il nostro sequestratore si vorrà divertire con qualcun’altro di noi, perché morirà anche lui. L’ha già fatto e potrebbe rifarlo. Ma non me ne importa niente anche perché domani non si parlerà di incidenti a catena o sequestro di minori in una scuola pubblica o omicidi efferati. No. Non si parlerà di tutto questo. Perché domani sulla Terra non ci sarà più nessuno, e chissà forse anche la Terra stessa scomparirà.
“I Maya lo annunciarono e Nostradamus lo confermò” questo è lo slogan che i fanatici usavano per far scalpore. Ma nessuno li volle ascoltare e ora siamo qui ad aspettare la nostra sorte, senza poterci ribellare al destino! E questo è crudele, perché nessun uomo sulla faccia della terra vorrebbe morire, men che meno dei ragazzi di diciott’anni!
Mentre rifletto su queste osservazioni mi alzo e vado a sedermi vicino al mio migliore amico: è rannicchiato sotto una finestra con gli occhi sulle ginocchia e le mani dietro la nuca. Mi ci siedo di fianco e lo abbracciò perché è lui quello che va rassicurato, perché ha paura. Da una parte va bene aver paura ma l’importante è non farsi prendere dal panico, come hanno fatto tre miei compagni di classe che si sono buttati giù dalla finestra, e tendo a precisare che siamo al terzo piano.
Guardo il mio orologio: le 16:43. mancano ancora otto ore prima che la Fine finisca il suo lavoro.
Tutto d’un tratto un fulmine squarcia il cielo con un rumore assordante e la terra trema.
Tutti ci ripariamo sotto i banchi come ci avevano fatto imparare da bambini alle elementari.
Mi sembra quasi che il pavimento sotto di me venga a mancare. Mi tengo al mio migliore amico, o forse è lui che si tiene a me? Non so il perché ma il mio stomaco non riesce a stare fermo. Che sia Agitazione? Ansia? Angoscia? Non lo so, ma so solo che forse sto iniziando ad avere paura, terrore puro.
La scossa cessa e noi torniamo allo scoperto. Ma l’inferno comincia ora…
   
 
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