Non so se stupirmi o
preoccuparmi della velocità con cui sto affrontando questa raccolta xD Voglio dire, ho già finito cinque capitoli, non
è cosa da poco! Soprattutto se si considera il fatto che sto qui ad
aggiornare invece che studiare per l’esame di domani o__ò Ah, beh,
forse sì, devo preoccuparmi.
Ad ogni modo, questa
è la volta di Death Note! ^^
Ho rinunciato al conteggio parole, perché mi sono resa conto che
sarà estremamente difficile rispettare i limiti posti dalle drabble e dalle flashfic. Infatti
questo secondo abbraccio è molto più elaborato del precedente;
spero solo di non aver strafatto e di non essere scivolata nell’OOC .///.
Ringrazio immensamente
ogni singolo lettore, e chi ha inserito la raccolta tra le storie
preferite/seguite/da ricordare. E un GRAZIE megagalattico a Rein94 (non mi stancherò mai, mai di ringraziarti) che ancora mi
sopporta e si sorbisce ogni mia – più stupida – storia,
recensendo con una puntualità e una dolcezza che semplicemente non
appartengono a questo mondo. Grazie, Rein, dico
davvero. <3
Buona lettura a tutti!
Sequestro di persona
Fandom: Death Note
Personaggi: Misa Amane, L Lawliet
Genere: Commedia, Sentimentale
Rating: Verde
Ambientazione: Dopo
l’inizio della convivenza tra L e Light e della reclusione di Misa
Prompt: #4. Ticklish (Solletico)
Continuare
a far scorrere le unghie dipinte di nero sulla sponda di quel basso divanetto
stava diventando alquanto seccante. Sospirò, ravviò con un solo
gesto i lunghi capelli biondi e si alzò in piedi, guardandosi in giro
con sguardo scocciato. Se almeno ci fosse stato Light con lei – e invece
quel rompiscatole di Ryuuzaki aveva pensato bene di
separarli tenendoselo con sé, che rabbia!
A
sorpresa, il ricevitore sul tavolino da tè gracchiò. Ne
uscì la voce inespressiva che ormai aveva imparato a riconoscere.
«
Tutto bene, Amane? »
Misa si voltò di scatto a guardare
il microfono – dal momento che non aveva idea di dove fossero posizionate
le telecamere – portandosi le mani ai fianchi.
«
Misa-Misa si annoia,
Ryuuzaki-san » chiarì a gran voce.
L’altro
si prese un istante prima di rispondere. Di certo si stava sollazzando con quei
suoi immancabili dolcetti ipercalorici. Bah.
«
Mi rincresce moltissimo, Amane, ma francamente ho altro a cui pensare che non
sia il tuo tempo libero. »
Sbuffò.
« Oh, bene, ora Ryuuzaki-san fa anche lo
spiritoso. Come se quello di Misa-Misa possa definirsi tempo libero! Sequestro di persona, ecco cos’è »
aggiunse, incenerendo il microfono con lo sguardo.
«
Non dovresti essere così tragica, Amane. Anche se…
»
Lasciò
la frase in sospeso. Suo malgrado, Misa era curiosa.
«
Anche se…? »
Questa
volta le sembrò che stesse sorridendo.
«
Anche se, lo confesso, ciò rende la situazione molto più
divertente. »
Si
lasciò cadere di nuovo sul divanetto, arrabbiata. « Ryuuzaki-san è veramente un maniaco depravato!
» Accavallò le gambe e incrociò le braccia, riflettendo
intensamente. Poi s’illuminò. « Ora l’unico modo che Ryuuzaki ha per farsi perdonare da Misa
è venire qui insieme a Light a farle compagnia » concluse,
trionfante.
«
E cosa ti fa credere che io voglia farmi perdonare, Amane-san?
»
Dio,
questo ragazzo era insopportabile.
«
Misa-Misa si annoia! »
ripeté, lamentosa. « Ha bisogno di parlare con qualcuno che non
stia dall’altra parte di un microfono! Ha bisogno del suo Light! O di una
qualunque persona disposta a farle un po’ di compagnia! »
Per
qualche lungo istante ci fu silenzio. Misa
giocherellava con un cuscino. Forse Ryuuzaki si era
spazientito e aveva interrotto la comunicazione, chissà. Che razza di
maleducato, però; almeno avrebbe potuto salutarla.
Invece,
alla fine, sentì di nuovo quella sfumatura divertita nella sua voce.
«
D’accordo, Amane-san. Vedrò di
accontentarti. »
«
C’era bisogno di arrivare a tanto, Ryuuzaki?
»
«
Di certo non lo faccio perché mi va di farlo, Light-kun…
»
«
Oh! È questo che intendevi quando parlavi di cose tra maschietti e dicevi che dovevate stare insieme
ventiquattro ore su ventiquattro?… Non sarai mica gay, Ryuuzaki-san?! »
«
Ho appena detto che non lo faccio perché mi va di farlo, chiaro? »
Misa era stupita. Anche molto seccata.
Ma, in effetti, era più stupita che seccata.
Per
chissà quale motivo, di fronte alla sua richiesta, Ryuuzaki
era venuto da lei da solo,
interrompendo la sorveglianza su Light. Ok, di sicuro aveva fatto in modo di
ammanettarlo a qualcun altro – ma non era questo il punto. Cosa poteva averlo spinto ad un’azione del genere? Non
era assolutamente da Ryuuzaki! Che stesse cercando di
tenerla lontana da Light? Ma non aveva senso, dal momento che insieme a loro ci
sarebbe stato anche lui… O forse era solo che…?
«
Sicura di non voler neanche assaggiare la tua fetta di torta, Amane? »
La
domanda di Ryuuzaki la scosse dai suoi interrogativi.
Rinunciò a capire come funzionasse la sua mente da maniaco e, per
l’ennesima volta, sbuffò.
«
Misa-Misa non si stancherà mai di ripetertelo: i-dolci-fanno-ingrassare.
»
«
Un vero peccato. » Ryuuzaki era accovacciato
sul divano al suo fianco, tutto intento a gustarsi con calma una delle due
fette di torta alle fragole che aveva portato con sé. Alla sua risposta,
si sporse per prendere anche il suo piatto. « Vorrà dire che la
mangerò io. Io non ho di questi problemi. »
Misa non riusciva a credere a tanta
insolenza. Non solo non aveva portato Light da lei, ma si permetteva pure di
starsene lì a mangiare, invece
che fare conversazione come tra gente civile.
Lo
guardò di sbieco. « È davvero così buona, quella
torta? »
«
Oh, sì. » Lui masticò con cura il boccone. « Molto.
»
Quanti secondi ci
volevano a perdere la pazienza con lui? Troppo pochi, decisamente.
«
Vorresti dire che non c’è nulla,
in questa stanza, in grado di coinvolgere la tua attenzione quanto quella
torta? Nulla e nessuno?…
Neanche Misa-Misa? »
Ryuuzaki smise di masticare,
ma i suoi occhi rimasero concentrati sul secondo piatto, che aveva appena attaccato
con la forchetta. Passò qualche secondo prima che parlasse.
«
Amane, tanta insistenza è quantomeno bizzarra. Devo dedurre che tu sia
gelosa di un dolce? »
«
Razza di pervertito! » Misa gli scagliò
contro un cuscino, ma quello non gli provocò che uno svolazzare di
capelli sulla nuca. « Misa-Misa non è affatto gelosa! Solo… Gradirebbe che Ryuuzaki-san almeno la guardasse,
invece di limitarsi ad ingozzarsi come ha fatto senza sosta da quando è
entrato! »
Ryuuzaki non batté
ciglio né replicò. Mise in bocca un altro boccone e
ricominciò a masticare scrupolosamente.
Misa era esasperata. Poi di colpo ebbe
un’idea. Scivolò verso di lui sul divano, fino a fermarsi ad una
spanna di distanza, e mosse una mano verso il suo fianco.
Ryuuzaki abbassò gli
occhi per un attimo sul suo dito teso, prima di tornare a concentrarsi sulle
fragole.
Misa mosse il polpastrello sulla maglia
sottile del giovane, su e giù, appena appena
– ma non ottenne l’effetto sperato.
«
Ti informo che non ho mai sofferto il solletico, Amane-san
» disse Ryuuzaki, laconico.
Sbuffò
ancora, contrariata, e incrociò le braccia. « Misa-Misa
riuscirà comunque a farsi
guardare da te. »
Un
pezzo di dolce nascose il lampo di un sorriso.
«
Ma davvero? »
«
Davvero! » E Misa scattò, lanciandoglisi addosso a mani tese.
Se
anche il solletico non gli procurò alcun fastidio, Ryuuzaki
non poté evitare il contraccolpo del contatto. Caddero entrambi
semidistesi sul divano, lei sopra di lui, e la torta si sparpagliò un
po’ ovunque.
Quando
smise di torturargli il costato e sollevò lo sguardo, senza sciogliersi
da quel bislacco abbraccio non voluto, Misa vide
quegli occhi neri e indecifrabili puntati nei suoi, in un’espressione di
muta meraviglia che la fece scoppiare a ridere.
«
Hai perso, Ryuuzaki-san… » Con la punta
del dito tolse un briciolo di panna dalla sua guancia. « E sei anche
arrossito. »