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Autore: Stray cat Eyes     09/04/2010    3 recensioni
Signor Fredricksen, e a questo punto tanto vale ammetterlo, non è un soggetto così innocuo come poteva sembrare.
Signor Fredricksen, in questo momento, non è solo un bisbiglio - è una croce sul suo cuore e l’avvento del crack che qualche promessa farà quando lui, Carl, riuscirà ad infrangerla a dovere.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Partecipante allo SfigaFandom Fest di Fanworld con il prompt Up, Russel, “Signor Fredricksen!”.
Non so chi l’abbia proposto, ma spero vivamente che questa fanfiction possa essere di suo gradimento. ^^







[Il vecchio, il bambino e il Signor Fredricksen]








“Signor Fredricksen!”
È una cantilena che si protrae all’infinito. Non è il cognome di Carl più-prefisso-a-scelta.
Onestamente, Carl non lo apprezza poi molto.
“Signor Fredricksen...?”
Russel impiega abbondanti dosi di passione nel pronunciarlo, trangugiando il signor e facendo capriole su fredrick, per poi incespicare e ruzzolare sul sen, ponendovi l’accento con grandi quantità di faccia tosta - almeno secondo lui, l’interpellato.
“Si-gnor Fre-drick-sen!”
Ogni tanto si perde l’asprezza della k, e questo Carl non sa se sia effettivamente un bene. È come se con quella svanisse anche un pezzettino della sua brava diffidenza.





“Signor Fredrickseeeen!”
Russel scardinerà molto presto le porte arrugginite del suo cuore - questo Carl glielo concederà, e per ora ne è abbastanza consapevole - ma prima finirà per scardinare qualcos’altro, e sarà la sua pazienza.
“Signor Fredrick-seeen!”
Insieme a qualcosa di assai più... inappropriato.





L’affetto di Russel nei confronti di quelle due parole è ormai qualcosa di comprovato, tanto quanto la sua insistenza. Come dire, il bimbo ci ha preso gusto.
“Signor Fredricksen...”
Ma non è tanto voglia di sorbirsi rimproveri e burberi blablabla borbottati a mezza voce dal suo nuovo amico Carl.
È che la sicurezza con cui riesce a pronunciarle sta diventando - e sempre più rapidamente - la sua unica certezza, l’unica fonte di famigliarità e determinazione.
“S... Signor Fredricksen!”
E lui lo grida con decisione, mentre, poco più in là, Carl si convince che la sua lapide, a tempo debito, reciterà “Signor Fredricksen”, e ci sarà un bel punto esclamativo al posto della data.





Riflettendoci con pazienza (Signor Fredricksen!) e con animo predisposto alla comprensione (Signor Fredricksen!), Carl riesce a rendersi conto che quel suono (Signooooor Fredricksen!) non è davvero monotono come l’ha finora creduto: varia nel tempo, confacendosi alle circostanze - vibra in maniera totalmente differente ogni volta, e ogni volta con un nuovo significato.
Certo, il primo “Signor Fredricksen!” è stato semplicemente una rottura di timpani, e quelli appena successivi erano talmente sonori e vistosi e colorati da prendergli gli occhi a pugni.
Poi c’è stato altro.
L’allegria, l’aria pura, la novità - e “Signor Fredricksen!” era la via di mezzo fra il piatto del giorno e la medicina prescritta dal dottore.
Russel riusciva a ricolorarlo di volta in volta, sorridendo, correndo, stufando, impazzando quasi fosse lui stesso, e non le parole che gli uscivano di bocca, il nuovo tormentone dell’estate.

Di occasioni per dirlo, Carl realizza, Russel ne ha avute a bizzeffe e non ne ha persa una.
Montagne e montagne di Signor e Fredricksen l’hanno sommerso, sempre con una nota nuova, strascicando questa o quella vocale, saltando le consonanti come in una corsa ad ostacoli.
Tanto che adesso, a ben vedere, Signor Fredricksen si è trasformato nel terzo protagonista della loro avventura.
È entrato nel ruolo, e non molla più.
Carl lo detesta come fosse l’essenza stessa della vecchiaia che viene a ridere di lui con una vocina acuta; per Russel, invece, è il nuovo compagno di giochi con il quale ammazzare il tempo e la pazienza del nonnetto. Sorta di ultimo modello di gomma per cancellare la tristezza.





Signor Fredricksen, e a questo punto tanto vale ammetterlo, non è un soggetto così innocuo come poteva sembrare.
Signor Fredricksen, in questo momento, non è solo un bisbiglio - è una croce sul suo cuore e l’avvento del crack che qualche promessa farà quando lui, Carl, riuscirà ad infrangerla a dovere.





Russel e il Signor Fredricksen hanno la delusione dipinta negli occhi.
Kevin può darsi, Dug è probabile.
Ellie non c’entra, ma Carl ha la sensazione di aver tradito anche lei.





Russel lo guarda, incredulo.
“... S... Signor... Fredricksen...”
E, mentre quelle tornano ad essere solo parole, lo sguardo scintilla.
Signor Fredricksen!
E il bambino non può saperlo, ma i suoi vecchi timpani non sono mai stati così felici di accogliere quel suono.










*


Amo scrivere su questo film. E questo, per una volta, è davvero tutto ciò che ho da dire. ^^


  
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