Disastrous Day: diario di una Sibilla
Un’introduzione, un divino
mal di gola e un Uomo Nero
Salve a tutti.
Mi dispiace
interrompere la vostra serata, giornata, nottata, insomma, qualunque momento
della giornata sia, con questa mia pagina di diario…
un diario che scrivo solo per oggi, per sfogarmi da questa giornata davvero
orribile… altro che orribile! Veramente disastrosa. Certo, qui nell’antica
Grecia i giorni sono sempre duri, ma oggi è stato proprio tremendo. Stamattina,
innanzitutto… ma aspettate un attimo. Voi non sapete nulla di me! Tutto questo
vi sembrerà il prodotto di una mente malata. Lasciate che vi spieghi.
Il mio nome è Melankraira (anche se tutti, fortunatamente, mi chiamano
“la Sibilla”), sono la sacerdotessa del dio Apollo, che poi è il mio
principale; il mio lavoro consiste nel vedere il futuro per i poveri bifolchi
contadini che vengono a portare delle offerte per
avere, appunto, delle previsioni. I colloqui funzionano pressappoco così: dopo
che la folla si è radunata ordinatamente in fila fuori dalla
porta del Tempio, io spalanco teatralmente la porta, fulminando la folla con
uno sguardo da “sacerdotessa superiore ed illuminata” (così almeno lo definiva
la maestra Taraxandra). Poi faccio segno al primo
della fila di avanzare con la sua offerta, e lo accolgo nell’anticamera del Tempio;
lui, o lei, o loro, insomma chiunque ci sia davanti a me, espone la sua domanda
e mi porge l’offerta, CHE È RIGOROSAMENTE UN CIBO;
dopo averla benignamente accettata, la porto nel cuore del Tempio e, per dirla
in modo semplice, anzi semplicissimo, me la sbafo.
Certo, a volte mi
faccio aiutare (altrimenti dove finisce la linea???)
anche da qualche corvo o lupo, animali sacrissimi ad Apollo… ma torniamo a noi.
Vi starete
chiedendo: perché mai deve essere proprio lei a mangiare le offerte? Beh, non
potete mica pensare che il divino Apollo tocchi con le sue sante labbra una
cosa così profana come il cibo umano! Che eretici
pensieri vi vengono!
E poi, non
penserete che io mi metta a cucinar
Comunque, non appena il cibo viene consumato,
Apollo sorride magnanimamente e si sporge su di me (che nel frattempo avrò
preso posto ad una scrivania completa di penna, inchiostro e fogliettini) e mi sussurra all’orecchio la Risposta, che io
copierò diligentemente sui foglietti, una parola per pezzo di carta.
A volte è
piacevole, come per risposte del tipo:
SI
Oppure:
E – SE - POI – TE – NE – PENTI? – NON –
RISCHIARE
O anche:
TRANQUILLO -
ANDRAI – IN – GUERRA – MA – TORNERAI
Ma quando invece comincia a dare risposte del
genere:
TRANQUILLO -
ANDRAI – IN – GUERRA – MA – DOPO – UNA – FERITA – AL – POLPACCIO – UNA – AL –
PIEDE – DUE – SLOGATURE – ALLA – CLAVICOLA – E – AL – POLSO - UN - USTIONE –
ALLA – SCHIENA – E - UN –PO’ – DI – PELLE – SECCA - TORNERAI
O, peggio ancora, come:
COSÌ – NON – PUÒ –
ESSERE – MA – SE – VICEVERSA - COSÌ –
FOSSE – ALLORA – POTREBBE – ESSERE – PERCHÈ – ESSENDOLO - LO – SAREBBE – E –
COMUNQUE – DOVREBBE - ESSERLO - TUTTAVIA – DOPOTUTTO – COSÌ – NON - È – E –
PERCIÒ – COSÌ - NON – SI – DÀ
… non lo sopporto
proprio. Però questo è il mio lavoro, e devo
eroicamente resistere. Ma veniamo al problema per cui
ho cominciato a scrivere…
Da dove posso
cominciare, per farvi capire bene il mio problema?
Ah, ci sono:
inizierò dall’inizio, proseguirò fino alla fine, e poi mi fermerò. Mi pare
ottimo, quindi iniziamo!
Oggi, la prima
cosa che è andata storta è stata questa: al turno iniziale di predizioni,
quello che si svolge in orario da colazioni (il più affollato, perché come
offerta mi acconten
Apollo si accontenta di un po’ di caffè, latte e frutta), Apollo aveva mal di
gola.
Magari voi direte:
“Embè????”
Beh, è una cosa
terribile, questa. Spaventosa. Apocalittica! Si, perché se lui ha il mal di
gola… venite voi a capire quello che mi bisbiglia all’orecchio per i credenti?
Così probabilmente
avrò sbagliato tutti i vaticini, le predizioni, i numeri del Lotto, le
profezie… scommetto quello che volete che domani una folla di bifolchi
contadini verrà inferocita a chiedere i danni. Per
fortuna su questa attività gli dei non hanno voluto
attivare la promozione “Soddisfatti o
Rimborsati”! Anche perché, certo, verrà inventata
solo tra qualche millennio.
E poi io non mi
metterei mai ai fornelli per ripagar
Terribile,
terribile. Ma mai quanto quello che è successo a pranzo!
Si, perché
(sebbene nel frattempo il mal di gola sia passato, grazie alla divina ambrosia,
nettare degli dei) mi sono rifiutata di… consumare una
delle offerte.
Lo so, lo so, mi
devo vergognare… se ci fosse stata la maestra Taraxandra,
probabilmente mi avrebbe messo in ginocchio sui ceci
dietro l’altare con un bel due sul registro… ma nessuno avrebbe potuto fare
diversamente: vorrei vedere voi al mio posto! In breve: stavo tranquillamente
accompagnando all’uscio una gentilissima signora che mi aveva appena deliziato
con un ottimo arrosto di piccioni e colombelle con contorno di patate e foglie di insalata (dopo avermi chiesto se le conveniva appendere
in salotto delle tendine viola con fiori rosa, piuttosto che gialle con
coniglietti rossi, tenendo conto che il suo salotto ha le pareti azzurre),
quando dal fondo della fila di fedeli ho visto giungere un uomo… Oscuro. I suoi
occhi erano Oscuri, i suoi capelli erano Oscuri, persino il suo corpo era
Oscuro. Lui era Oscuro.
Veniva dritto dritto da Cartagine.
Fatto sta che
questo tizio Oscuro (che d’ora in poi, per brevità, chiamerò semplicemente
“l’Uomo Nero”) ha superato tutta la fila, seguito da due servitori che
reggevano un vassoio d’argento finissimo, si ferma davanti a me squadrandomi
dall’alto in basso (pur avendo io dei tacchi di 15 centimetri) e fa cenno ai
servi di fermarsi. Poi esclama:
-Sybilla, deorum serva!-
Pessimo inizio. Io
odio il latino, e i romani in genere: sono dei cervellotici che preferiscono
inventare assurdi complementi e subordinate piuttosto che fare una buona opera d’arte o passare una bella serata in compagnia
degli amici…
Senza contare
che non so spiccicare una parola in questa assurda li
-... Huc post longissimo
itinere ab Roma veni, ut responsum
meis dubiis ab te Apollineque habeam. Res haec est: mea...-
A questo punto,
poiché l’Uomo Nero aveva raggiunto un tono che lasciava presagire un discorso
lungo e noioso di cui non avrei capito un solo cavolo di costrutto, lo
interruppi alzando una mano con imperiosità.
-Uomo Nero, mi
dispiace dire che questo è un tempio in cui la meravigliosità
della lingua Greca regna sovrana. Berossiana, la
nostra sorella multilingue, è qui a fare da
interprete solo il lunedì e il venerdì, tra le due e le due e un quarto del
pomeriggio… quindi la preghiamo di ripassare in
seguito. Ora si levi gentilmente dalle scatole, perché qui c’è gente che
lavora! Il prossimo!-
Il prossimo (un
ragazzo proprio niente male, tra l’altro) ha fatto per venire avanti,
quando l’Uomo Nero lo ha rigettato indietro, e ha preso a favellare in un buon greco… anche se con qualche errore.
-Sono io il prossimus. Ora è
il meus turno.-
E ha fatto cenno ai servi di avanzare con il
vassoio coperto. All’inizio mi è venuta voglia di tirargli un
colpo in testa con la sua stessa spada (ovviamente con il fodero: le mani di
noi vestali sono troppo pure per macchiarsi di sangue), ma poi mi sono
ricordata di uno dei tanti rimproveri della mia odiata carissima mamma:
-Melankraira, Melankraira.
Testa calda, eh? Quante volte ti avrò detto di non perdere mai le staffe?
Innanzitutto non sta bene, e poi come speri di diventare una sacerdotessa di Apollo con questo carattere???-
E invece ce l’ho fatta, in barba a quell’uccellaccio
del malaugurio; perché nessuno può dirmi cosa, fare, mai. Specialmente, non mia madre!
Forse però la
maestra Taraxandra…
Comunque, per questa volta ho deciso di calmarmi un
po’ ed evitare di dare una piccola lezioncina a questo bellimbusto, che,
solo ora mi accorgevo, era un centurione romano con dei bicipiti, tricipiti e
quadricipiti grandi così.
Così, gli ho fatto
segno di avanzare.
-Domanda?- ho
chiesto.
Lui mi si è
avvicinato con fare cospiratorio, e ha cominciato a bisbigliare pianissimo.
-Mea domanda è questa: se psst psst psst…-
-Faccio subito.-
ho detto, e sono entrata nel tempio, portandomi dietro il vassoio.
L’ho messo
sull’ampio tavolo e ho sollevato il coperchio.
Orrore! C’era un
piatto con sopra cinque lepri… che praticamente
naufragavano nel garum!!!
Per chi non lo sapesse, il garum è una salsa assolutamente disgustosa a base di
interiora di pesce fermentate e pesce salato fatto fermentare anch’esso, che i
Romani usano dappertutto… da qui il detto: “essere sempre in mezzo come il garum”.
Comunque, anche se non ho assolutamente nulla
contro le lepri romane, né contro quasi nessun altro cibo, ho invece molto
contro il garum. Così, tappandomi il naso con una
mano, mi sono diretta risolutamente verso la finestra posteriore, e ho gettato
tutto fuori.
Poi, segretamente
felice, mi sono seduta alla scrivania dei foglietti e ho detto ad Apollo:
-Senti, c’è questo
tipo, un centurione immagino, che mi ha chiesto se psst psst psst.
Io, personalmente, non ho capito cosa significhi, né in che lingua sia, ma si
sa, sono pazzi questi romani! Comunque, cosa scrivo?-
E lui (ecco il fatto terribile!) mi ha
detto:
-Non te lo dico!-
Mi sono subito
preoccupata:
-Ma… come? E io mo’ che
faccio?-
-Fatti tuoi.
Dovevi pensarci prima di buttare via tutte quelle lepri in garum.-
-Ma il garum è disgustoso! Non dirmi che ti piace una
cosa del genere!-
-Tsk, i gusti sono gusti. E
poi qui la divinità sono io!-
-Ma… e io che gli dico? “Scusa, sai, Apollo si
è offeso perché la tua offerta mi fa schifo, quindi niente risposta”… non mi
sembra una buona idea!-
-Puoi sempre
andare a raccogliere quella bontà con un cucchiaino… lo accetto ugualmente…-
-Ma che schifo! No!-
-Fatti tuoi,
allora. Apollo ha parlato.-
E mi ha dato, le spalle, offeso.
Come ho detto, nessuno può dirmi cosa fare, tranne la maestra Taraxand Allora mi sono messa lì e ho cominciato a
scrivere… e dopo molti tentativi, finalmente sono riuscita a buttare giù questa
risposta:
LA – DOMANDA – DA
– LEI – POSTA - È - RISULTATA – INCOMPRENSIBILE –
SECONDO – I - TERMINI – DEL - SERVIZIO. – LA PREGHIAMO – DI - RIPROVARE - TRA –
QUALCHE - ANNO – POSSIBILMENTE – SENZA – GARUM.– GRAZIE!
Dopodiché sono andata a portare tutti i foglietti, accuratamente
disposti in ordine, all’Uomo Nero.
Fortunatamente non
doveva essere un tipo molto sveglio, perché se ne è
andato aggrottando le sopracciglia e bisbigliando:
-Ma mater aveva detto
che il garum piace a tutti… uhm…-
Ho ridacchiato.
Così impara a superare la fila.
Salve a
tutti!!!, un po’ come ha detto la nostra Sibilla. Ecco
la mia nuova fanfic, di due capitoli (il secondo è
già scritto, pubblicherò nei prossimi giorni). Premetto… anzi, post-metto che è possibile che abbia
fatto qualche errore, come i rapporti temporali / logistici / sociali… senza
contare quelli economici, che compariranno nel capitolo n°2; mi dispiace se ce
ne sono, ma ho cercato di informarmi il meglio possibile e questo è il
prodotto… spero che vi piaccia e che vi diverta almeno un po’! Per farmelo
sapere, ovviamente potete lasciare delle recensioni… io le
aspetto, eh? Ci ri…leggiamo tra qualche
giorno, bye^^