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Autore: Il_Coso    12/04/2010    2 recensioni
Ebbene, poveri plebei dei Tempi a Venire. Questa è una pagina di diario, la MIA pagina di diario... so che non è consuetudine che un'alta sacerdotessa come me si sfoghi con dei comuni cittadini come voi, ma a certe cose non può resistere nemmeno una Sibilla dell'antica Grecia: leggete, e capirete cosa mi è capitato. E non usate la solita scusa del "devo studiare per la verifica di domani": infatti, profetizzo che andrà male. Anche se doveste stare sui libri tutta la notte, prendederete quattro e mezzo, o cinque meno al massimo. Quindi, non indugiate oltre...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disastrous Day: diario di una Sibilla

Disastrous Day: diario di una Sibilla

 

Un’introduzione, un divino mal di gola e un Uomo Nero

 

Salve a tutti.

Mi dispiace interrompere la vostra serata, giornata, nottata, insomma, qualunque momento della giornata sia, con questa mia pagina di diario… un diario che scrivo solo per oggi, per sfogarmi da questa giornata davvero orribile… altro che orribile! Veramente disastrosa. Certo, qui nell’antica Grecia i giorni sono sempre duri, ma oggi è stato proprio tremendo. Stamattina, innanzitutto… ma aspettate un attimo. Voi non sapete nulla di me! Tutto questo vi sembrerà il prodotto di una mente malata. Lasciate che vi spieghi.

Il mio nome è Melankraira (anche se tutti, fortunatamente, mi chiamano “la Sibilla”), sono la sacerdotessa del dio Apollo, che poi è il mio principale; il mio lavoro consiste nel vedere il futuro per i poveri bifolchi contadini che vengono a portare delle offerte per avere, appunto, delle previsioni. I colloqui funzionano pressappoco così: dopo che la folla si è radunata ordinatamente in fila fuori dalla porta del Tempio, io spalanco teatralmente la porta, fulminando la folla con uno sguardo da “sacerdotessa superiore ed illuminata” (così almeno lo definiva la maestra Taraxandra). Poi faccio segno al primo della fila di avanzare con la sua offerta, e lo accolgo nell’anticamera del Tempio; lui, o lei, o loro, insomma chiunque ci sia davanti a me, espone la sua domanda e mi porge l’offerta, CHE È RIGOROSAMENTE UN CIBO; dopo averla benignamente accettata, la porto nel cuore del Tempio e, per dirla in modo semplice, anzi semplicissimo, me la sbafo.

Certo, a volte mi faccio aiutare (altrimenti dove finisce la linea???) anche da qualche corvo o lupo, animali sacrissimi ad Apollo… ma torniamo a noi.

Vi starete chiedendo: perché mai deve essere proprio lei a mangiare le offerte? Beh, non potete mica pensare che il divino Apollo tocchi con le sue sante labbra una cosa così profana come il cibo umano! Che eretici pensieri vi vengono!

E poi, non penserete che io mi metta a cucinar

Comunque, non appena il cibo viene consumato, Apollo sorride magnanimamente e si sporge su di me (che nel frattempo avrò preso posto ad una scrivania completa di penna, inchiostro e fogliettini) e mi sussurra all’orecchio la Risposta, che io copierò diligentemente sui foglietti, una parola per pezzo di carta.

A volte è piacevole, come per risposte del tipo:

 

SI

 

Oppure:

 

E – SE - POI – TE – NE – PENTI? – NON – RISCHIARE

 

O anche:

 

TRANQUILLO - ANDRAI – IN – GUERRA – MA – TORNERAI 

 

Ma quando invece comincia a dare risposte del genere:

 

TRANQUILLO - ANDRAI – IN – GUERRA – MA – DOPO – UNA – FERITA – AL – POLPACCIO – UNA – AL – PIEDE – DUE – SLOGATURE – ALLA – CLAVICOLA – E – AL – POLSO - UN - USTIONE – ALLA – SCHIENA – E - UN –PO’ – DI – PELLE – SECCA - TORNERAI

 

O, peggio ancora, come:

 

COSÌ – NON – PUÒ – ESSERE – MA – SE – VICEVERSA -  COSÌ – FOSSE – ALLORA – POTREBBE – ESSERE – PERCHÈ – ESSENDOLO - LO – SAREBBE – E – COMUNQUE – DOVREBBE - ESSERLO - TUTTAVIA – DOPOTUTTO – COSÌ – NON - È – E – PERCIÒ – COSÌ - NON – SI –

 

… non lo sopporto proprio. Però questo è il mio lavoro, e devo eroicamente resistere. Ma veniamo al problema per cui ho cominciato a scrivere…

 

Da dove posso cominciare, per farvi capire bene il mio problema?

Ah, ci sono: inizierò dall’inizio, proseguirò fino alla fine, e poi mi fermerò. Mi pare ottimo, quindi iniziamo!

Oggi, la prima cosa che è andata storta è stata questa: al turno iniziale di predizioni, quello che si svolge in orario da colazioni (il più affollato, perché come offerta mi acconten Apollo si accontenta di un po’ di caffè, latte e frutta), Apollo aveva mal di gola.

Magari voi direte: “Embè????

Beh, è una cosa terribile, questa. Spaventosa. Apocalittica! Si, perché se lui ha il mal di gola… venite voi a capire quello che mi bisbiglia all’orecchio per i credenti?

Così probabilmente avrò sbagliato tutti i vaticini, le predizioni, i numeri del Lotto, le profezie… scommetto quello che volete che domani una folla di bifolchi contadini verrà inferocita a chiedere i danni. Per fortuna su questa attività gli dei non hanno voluto attivare la promozione “Soddisfatti o Rimborsati”! Anche perché, certo, verrà inventata solo tra qualche millennio.

E poi io non mi metterei mai ai fornelli per ripagar

Terribile, terribile. Ma mai quanto quello che è successo a pranzo!

Si, perché (sebbene nel frattempo il mal di gola sia passato, grazie alla divina ambrosia, nettare degli dei) mi sono rifiutata di… consumare una delle offerte.

Lo so, lo so, mi devo vergognare… se ci fosse stata la maestra Taraxandra, probabilmente mi avrebbe messo in ginocchio sui ceci dietro l’altare con un bel due sul registro… ma nessuno avrebbe potuto fare diversamente: vorrei vedere voi al mio posto! In breve: stavo tranquillamente accompagnando all’uscio una gentilissima signora che mi aveva appena deliziato con un ottimo arrosto di piccioni e colombelle con contorno di patate e foglie di insalata (dopo avermi chiesto se le conveniva appendere in salotto delle tendine viola con fiori rosa, piuttosto che gialle con coniglietti rossi, tenendo conto che il suo salotto ha le pareti azzurre), quando dal fondo della fila di fedeli ho visto giungere un uomo… Oscuro. I suoi occhi erano Oscuri, i suoi capelli erano Oscuri, persino il suo corpo era Oscuro. Lui era Oscuro.

Veniva dritto dritto da Cartagine.

Fatto sta che questo tizio Oscuro (che d’ora in poi, per brevità, chiamerò semplicemente “l’Uomo Nero”) ha superato tutta la fila, seguito da due servitori che reggevano un vassoio d’argento finissimo, si ferma davanti a me squadrandomi dall’alto in basso (pur avendo io dei tacchi di 15 centimetri) e fa cenno ai servi di fermarsi. Poi esclama:

-Sybilla, deorum serva!-

Pessimo inizio. Io odio il latino, e i romani in genere: sono dei cervellotici che preferiscono inventare assurdi complementi e subordinate piuttosto che fare una buona opera d’arte o passare una bella serata in compagnia degli amici…

Senza contare che non so spiccicare una parola in questa assurda li

-... Huc post longissimo itinere ab Roma veni, ut responsum meis dubiis ab te Apollineque habeam. Res haec est: mea...-

A questo punto, poiché l’Uomo Nero aveva raggiunto un tono che lasciava presagire un discorso lungo e noioso di cui non avrei capito un solo cavolo di costrutto, lo interruppi alzando una mano con imperiosità.

-Uomo Nero, mi dispiace dire che questo è un tempio in cui la meravigliosità della lingua Greca regna sovrana. Berossiana, la nostra sorella multilingue, è qui a fare da interprete solo il lunedì e il venerdì, tra le due e le due e un quarto del pomeriggio… quindi la preghiamo di ripassare in seguito. Ora si levi gentilmente dalle scatole, perché qui c’è gente che lavora! Il prossimo!-

Il prossimo (un ragazzo proprio niente male, tra l’altro) ha fatto per venire avanti, quando l’Uomo Nero lo ha rigettato indietro, e ha preso a favellare in un buon greco… anche se con qualche errore.

-Sono io il prossimus. Ora è il meus turno.-

E ha fatto cenno ai servi di avanzare con il vassoio coperto. All’inizio mi è venuta voglia di tirargli un colpo in testa con la sua stessa spada (ovviamente con il fodero: le mani di noi vestali sono troppo pure per macchiarsi di sangue), ma poi mi sono ricordata di uno dei tanti rimproveri della mia odiata carissima mamma:

-Melankraira, Melankraira. Testa calda, eh? Quante volte ti avrò detto di non perdere mai le staffe? Innanzitutto non sta bene, e poi come speri di diventare una sacerdotessa di Apollo con questo carattere???-

E invece ce l’ho fatta, in barba a quell’uccellaccio del malaugurio; perché nessuno può dirmi cosa, fare, mai. Specialmente, non mia madre!

Forse però la maestra Taraxandra

Comunque, per questa volta ho deciso di calmarmi un po’ ed evitare di dare una piccola lezioncina a questo bellimbusto, che, solo ora mi accorgevo, era un centurione romano con dei bicipiti, tricipiti e quadricipiti grandi così.

Così, gli ho fatto segno di avanzare.

-Domanda?- ho chiesto.

Lui mi si è avvicinato con fare cospiratorio, e ha cominciato a bisbigliare pianissimo.

-Mea domanda è questa: se psst psst psst-

-Faccio subito.- ho detto, e sono entrata nel tempio, portandomi dietro il vassoio.

L’ho messo sull’ampio tavolo e ho sollevato il coperchio.

Orrore! C’era un piatto con sopra cinque lepri… che praticamente naufragavano nel garum!!!

Per chi non lo sapesse, il garum è una salsa assolutamente disgustosa a base di interiora di pesce fermentate e pesce salato fatto fermentare anch’esso, che i Romani usano dappertutto… da qui il detto: “essere sempre in mezzo come il garum”.

Comunque, anche se non ho assolutamente nulla contro le lepri romane, né contro quasi nessun altro cibo, ho invece molto contro il garum. Così, tappandomi il naso con una mano, mi sono diretta risolutamente verso la finestra posteriore, e ho gettato tutto fuori.

Poi, segretamente felice, mi sono seduta alla scrivania dei foglietti e ho detto ad Apollo:

-Senti, c’è questo tipo, un centurione immagino, che mi ha chiesto se psst psst psst. Io, personalmente, non ho capito cosa significhi, né in che lingua sia, ma si sa, sono pazzi questi romani! Comunque, cosa scrivo?-

E lui (ecco il fatto terribile!) mi ha detto:

-Non te lo dico!-

Mi sono subito preoccupata:

-Ma… come? E io mo’ che faccio?-

-Fatti tuoi. Dovevi pensarci prima di buttare via tutte quelle lepri in garum.-

-Ma il garum è disgustoso! Non dirmi che ti piace una cosa del genere!-

-Tsk, i gusti sono gusti. E poi qui la divinità sono io!-

-Ma… e io che gli dico? “Scusa, sai, Apollo si è offeso perché la tua offerta mi fa schifo, quindi niente risposta”… non mi sembra una buona idea!-

-Puoi sempre andare a raccogliere quella bontà con un cucchiaino… lo accetto ugualmente…-

-Ma che schifo! No!-

-Fatti tuoi, allora. Apollo ha parlato.-

E mi ha dato, le spalle, offeso.

Come ho detto, nessuno può dirmi cosa fare, tranne la maestra Taraxand Allora mi sono messa lì e ho cominciato a scrivere… e dopo molti tentativi, finalmente sono riuscita a buttare giù questa risposta:

 

LA – DOMANDA – DA – LEI – POSTA - È - RISULTATA – INCOMPRENSIBILE – SECONDO – I - TERMINI – DEL - SERVIZIO. – LA PREGHIAMO – DI - RIPROVARE - TRA – QUALCHE - ANNO – POSSIBILMENTE – SENZA – GARUM.– GRAZIE!

 

Dopodiché sono andata a portare tutti i foglietti, accuratamente disposti in ordine, all’Uomo Nero.

Fortunatamente non doveva essere un tipo molto sveglio, perché se ne è andato aggrottando le sopracciglia e bisbigliando:

-Ma mater aveva detto che il garum piace a tutti… uhm…-

Ho ridacchiato. Così impara a superare la fila.

 

 

 

Salve a tutti!!!, un po’ come ha detto la nostra Sibilla. Ecco la mia nuova fanfic, di due capitoli (il secondo è già scritto, pubblicherò nei prossimi giorni). Premetto… anzi, post-metto che è possibile che abbia fatto qualche errore, come i rapporti temporali / logistici / sociali… senza contare quelli economici, che compariranno nel capitolo n°2; mi dispiace se ce ne sono, ma ho cercato di informarmi il meglio possibile e questo è il prodotto… spero che vi piaccia e che vi diverta almeno un po’! Per farmelo sapere, ovviamente potete lasciare delle recensioni… io le aspetto, eh? Ci ri…leggiamo tra qualche giorno, bye^^

  
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