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Autore: Without_Loved    12/04/2010    2 recensioni
La vita di Gwen Tennyson cambia dopo il rapimento da parte di un vecchio nemico di vecchia data, qualcosa tra di loro si instaura, ma non sarà così facile riuscire a stare insieme. Le cose non saranno rosee, ma riusciranno a resistere? Leggete e lo scoprirete
Genere: Triste, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gwevin: a story of your love



Eccomi tornata qui con una nuova storia basata sulla mia coppia di Ben 10, Gwen Tennyson e Kevin Levin, i due nemici che dopo un pò si rincontrano e nasce la scintilla, anche se per me c'era di già qualcosa sotto. Comunque, ritornando alla storia ci saranno spesso capitoli alternati, a seconda di quello che avrò da fare e dal tempo dell'aggiornamento, ce ne saranno di tutti i gusti, ora vi auguro buona lettura e recinsete in tanti.
Baci baci.





Capitolo 1: l'inizio della nostra avventura (parte prima)

-Ben Tennyson ma cosa stai facendo?- chiese una donna alla cattedra, richiamando l'attenzione dell'alunno che si stava beatamente addormentando dietro al libro di italiano, lasciando intravedere il compagno che si trovava dietro di lui.
-Sì... Prof. sono sveglio, non stavo dormendo, solamente ho chiuso gli occhi per ascoltarla meglio... tutto qui- rispose prontamente il giovane facendo ridere tutti quanti i suoi compagni, nel mentre la donna lo stava rimproverando sonoramente, facendo svolazzare in aria il gessetto che fino a quel momento aveva tenuto in mano.
-... il signor Benjamin Tennyson è pregato di presentarsi subito in presidenza... Grazie- una voce riecheggiò per tutta l'aula, richiamando l'attenzione di tutti i presenti, che subito smisero di parlare ed ascoltarono con attenzione le parole della vicepreside.
Ben senza fiatare uscì dall'aula e si diresse in presidenza; ormai conosceva bene la strada, infatti ogni volta che c'era la prof di italiano veniva mandato dal preside, ma ora, pensandoci bene, non sapeva il perchè di quel richiamo.
-Ben... è da tanto tempo che non ci si vede...- il primo a parlare appena il ragazzo entrò nel ufficio fu proprio il preside, che lo fissò intensamente, per poi fare uno strano cenno ad una persona che si era nascosta dietro alla libreria e che si portò dietro al giovane, che stava in piedi di fronte alla scrivania.
-Nipotino mio... quanto mi sei mancato- disse la voce che si rivelò essere Nonno Max, che era venuto a salutare ed a dire qualcosa d'importante al nipote, che nel mentre lo stava abbracciando teneramente e calorosamente, ultimamente non si vedevano tanto spesso come prima, infatti il vecchietto era impegnato, tra una cosa e l'altra non aveva mai tempo da dedicare ai nipoti.
-Ma allora non sono venuto qui per essere messo in punizione... uff! Non ci capisco niente- balbettò Ben non capendo che cosa stesse succedendo in quel posto così strano, di già lui odiava la scuola, poi suo nonno e il suo preside lo avevano chiamato durante una lezione che lui odiava; pensandoci su adorava quel giorno, tutto sembrava perfetto, senza alieni nei dintorni e professori che a volte erano peggio dei primi.
-Io... mio caro Ben sono un Risolutore come tuo nonno... ti dobbiamo dire una cosa- sorrise il preside premendo un bottone sotto la scrivania, che lentamente scese in una strana grotta dove si poteva vedere i Risolutori lavorare incessantemente senza mai fermarsi.
-Wow... che posto fantastico... è qui che si riuniscono tutti i Risolutori del mondo ed oltre?- chiese eccitato il ragazzo avvicinandosi sempre di più ad un macchinario, però venne bloccato da uno dei tanti colleghi del nonno, che lo riportò indietro, lasciandolo lì fermo immobile, come se non si fosse mai mosso.
-Ben... questa non è una gita di piacere, dobbiamo dirti una cosa... lo sai perchè Gwen non viene più a scuola da una settimana?- lo sollecitò a rispondere il nonno, voleva sapere che cosa si era inventato suo figlio per proteggere la ragazza, che, come aveva detto lui, da una settimana non si presentava a scuola nè tanto meno alle sue lezioni di karate e questo non era da lei, sapeva che la nipote non avrebbe mai saltato un solo giorno di tutte e due.
-Beh... non lo so perchè, ma a me hanno detto che ha la febbre alta a causa dell'influenza, perchè non è vero? Dov'è andata? Che cosa le è successo? Se è andata a fare un viaggio perchè non mi ha invitato?- urlò Ben cercando di fuggire dalle grinfie del nonno e del preside, che cercavano di trattenerlo da quello che voleva fare, infatti l'impulsività del ragazzo a volte raggiungeva il limite, soprattutto quando voleva qualcosa.
-Gwen non è ammalata... solo che un tuo nemico è riuscito a catturarla, non so nè dove siano nè chi sia colui che l'ha rapita... ti abbiamo chiamato per aiutarci a trovargli- gli spiegò Max, prendendo le chiavi del camper, per poi ripartire velocemente verso la strada che raggiungeva la città di Bellwood, insieme al nipote, che guardava fuori dal finestrino seduto al solito posto di quando andava in giro durante l'estate precedente, infatti tuttora era primavera e le foglie stavano crescendo dopo l'inverno.

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Intanto Gwen stava girando per i negozi di un piccolo villaggio molto distante da Ben e nonno Max, seguita a ruota dal suo rapitore, che non riusciva a tenere i passi della ragazza, che viaggiava spedita tra gli scaffali, prendendo a volte qualcosa.
-Ma la vuoi smettere di girare per i negozi... non ce la faccio più... hai comprato quasi tutto, anzi forse per tutte le stagioni, ma sei ricca, poi devi finirla... mi sto annoiando...- si lamentò una voce alle spalle di Gwen, che continuava ad osservare un completo maschile, per poi girarsi verso la persona, che fino a quel momento le stava tendo i pacchi.
-Permaloso oggi... è da una settimana che giriamo e non ho un cambio pulito... ed a quanto vedo neanche tu- rispose lei, lasciando in disparte l'altro, per portarsi dietro ad un mobile pieno di magliette da ragazzi, ne prese una a caso e la porse al rapitore, che, dopo una smorfia sia da parte sua che dalla compagna di viaggio, andò a provarla.
-Sei ridicolo... no... non ti dona, prova questa...- Gwen rise alla vista del ragazzo vestito in modo diverso, poi gli lanciò contro una nuova maglietta, aspettò che la provasse ed appena il ragazzo uscì, prontamente gli passò un paio di pantaloni, passarono circa un'ora a provare entrambi magliette e pantaloni di tutti i colori, dai più vivaci ai più scuri, ridendo di tanto in tanto a tutte gli abbinamenti più strani.
-Bene... ora sei a posto anche te, sei come nuovo, sembri un'altra persona... più serio direi- disse Gwen appena lasciarono il negozio, guardarono tutti e due in giro per vedere tutti i negozi che si erano lasciati alle spalle e in cui avevano fatto razia di vestiti, subito dopo si voltarono, costringendo i loro occhi ad osservarsi, fecero tutti e due una strana faccia, come per dire "wow... abbiamo girato per così tanti negozi".
-Comunque ritornando ai vestiti e al mio abbigliamento, non sto bene... mi sento ridicolo… però non mi sento scomodo, magari con un pò di abitudine ce la farò... grazie mille, sei la prima persona che mi tratta come un umano... ora andiamo... su forza- le rispose Kevin, osservandola camminare davanti a lui, la trovava bellissima, ogni suo movimento era perfetto, non aveva mai visto una ragazza così, dura all'apparenza, ma tenera sotto sotto, quasi come lui; cercò di raggiungerla, per poi mettersi al suo fianco, prese le borse dalle braccia di Gwen e per la prima volta, dopo una settimana, fece sorridere di tutto cuore la ragazza, in segno di ringraziamento.
-Scusa la mia impertinenza... ma come mai mi hai rapito? Se vuoi la tua rivincita su Ben potevi andare alla scuola che lui frequenta... e poi come hai fatto ad uscire dalla cella del nulla senza aiuto esterno?- chiese innocentemente Gwen, mentre stavano mangiando un panino, offerto dal ragazzo, aspettavano l'autobus che, insieme, gli avrebbero portati verso una nuova destinazione.
-Sai... non ho mai avuto una vera famiglia, me ne sono andato via molti anni fa, per colpa dei miei poteri... poi ho incontrato Ben, ho visto che aveva una bella famiglia e nonostante tutto vi volevate bene, anche se so che ventitre ore su ventiquattro tu e lui litigavate... infine quando mi avete rinchiuso nel nulla ho pensato a quello che avevo perso, a tutte le occasioni sprecate... non voglio combattere contro Ben, forse più tardi, ma ora no...- sapeva che cosa voleva dirle, purtroppo non ci riusciva, le parole gli si spegnevano in gola, con lei riusciva ad esprimersi molto meglio che con gli altri, ma non ce la faceva a rivelare i suoi vero sentimenti per la ragazza che le faceva battere così forte il cuore.
-Wow... hai una vita davvero strana, lo sia?... Ed io che pensavo che avere Ben come cugino fosse la cosa più strana del mondo, però tu lo sei di più, senza offesa... tu riesci ad assorbire qualsiasi cosa... pensandoci bene, sei forte- sorrise lei, lasciando in disparte tutta la paura, che fino a pochi minuti prima l'aveva accompagnata, era in compagnia di uno dei più spietati nemici di suo cugino, aveva vicino a lei Kevin Eleven, ma questo non la turbava; ormai aveva preso in simpatia quel ragazzo, non avrebbe mai pensato che fosse così, aveva avuto la vita più complicata di tutte quelle che aveva sentito in tutta la sua vita; per sbaglio incrociò il suo sguardo con quello del ragazzo, il suo cuore perse un battito, forse stava prendendo la sua prima cotta o magari si stava innamorando seriamente di lui.
-Quando ti ho visto la prima volta alla sala giochi mi sembravi antipatica, ma ora conoscendoti bene mi sto ricredendo... anche tu sei forte- ribatté prontamente Kevin, nascondendosi dietro alla bottiglia, per non far vedere il suo volto che era diventato rosso, parlarono per tutto il tempo, mentre aspettavano che l'autobus arrivasse.
L'autobus arrivò subito dopo che finirono il panino, Gwen non l'aveva mangiato tutto, perchè era troppo grande da mangiare; salirono sul mezzo e si avventurarono verso una nuova sconosciuta destinazione.
"Com'è carina... io, invece, sono un mostro" pensò Kevin osservando Gwen ammirare il paesaggio, che lentamente passava, infatti, l'autobus andava a 45 Km/h per la strada; molti dei passeggeri erano anziani o sposini che facevano un viaggio di nozze, lo capivano perchè stavano ogni secondo abbracciati ed a coccolarsi, quella scena risultava disgustosa agli occhi del ragazzo, mentre era stupendissima per la ragazza, che non faceva altro che fissare le loro immagini dal riflesso che c'era sul finestrino, non voleva far vedere quello che stava facendo o pensando, perchè si vergognava troppo nel far capire al compagno di viaggio i suoi veri sentimenti.
Una delle tante coppiette che erano salite alla fermata dopo di quella dei giovani, si sedette proprio vicino ai due, avevano tra i 20 e i 22 anni, circa 10 anni in più dei loro, questo però bastò a far capire al giovane che gli avrebbero fatto molte, forse troppe, domande.
-Scusatemi... voi sapete dove porta quest'autobus? Sapete noi non siamo di qui- sorrise gentilmente l'uomo, mostrandosi cordiale nei confronti dei due, che ebbero paura che scoprissero tutta la realtà, per fortuna per il momento non si erano neanche un pò insospettiti, o forse non lo dimostravano.
-Porta a Bellwood, però prima fa il giro dei dintorni delle cittadine abbandonate, con tour in qualsiasi casa disabitata pullulante di fantasmi ed altre cose simili- rispose prontamente Kevin, ricambiando la cordialità dell'uomo, infondo sapeva bene come comportarsi ed aveva studiato attentamente il percorso dell'autobus ed i vari luoghi da visitare, sotto sotto aveva calcolato anche la traiettoria e il tempo che avrebbero impiegato Ben e il suo caro nonnino per trovarli, tutto grazie ai suoi falsi indizi che aveva sparso in giro per il paese, prima di rapire Gwen, infatti stava programmando tutto questo da quando fu spedito nel vuoto e niente sarebbe stato rovinato.
-Sei molto gentile, grazie.... Ma lo sapete che voi due siete una bellissima coppia?- ringraziò la donna, porgendo contemporaneamente una domanda, cercando di non far sentire in imbarazzo i due ragazzi, ma non funzionò, infatti erano diventati due peperoncini dal troppo impaccio, infondo avevano colpito nel segno.
-Ma che dice signora... noi due stiamo insieme solo perchè dobbiamo fare una ricerca di geografia sul territorio, come le ho detto, non stiamo insieme come coppia... io ho solo 10 anni e lui 11, siamo ancora troppo piccoli per fidanzarci e poi lui non mi piace neanche un pò- rispose prontamente Gwen ancora rossa in volto, usando come buona scusante la scuola, neanche lei voleva che sapessero che era stata rapita e mettere ancora di più nei guai il ragazzo; Kevin ne aveva passate tante, prima aveva una famiglia che però l'aveva scacciato di casa, poi non aveva amici, tutto per colpa dei suoi poteri e non voleva deluderlo anche lei.
-Ah... ok... allora scusate tanto, pensavamo che lui ti avesse rapita da una settimana e tu non ce lo volessi dire... scherzo... dai ragazzi- scherzò la donna, osservando i giovani, per poi bisbigliare al marito qualcosa di strano e lui si mise a ridere sonoramente, facendosi guardare da tutti i passeggeri, quella situazione mise in imbarazzo tutti e quattro.
-Scusatemi... non volevo, mi è scappato- si scusò l'uomo imbarazzato più che mai, si voltò verso i nuovi amici di viaggio e gli sorrise, si girò con la testa verso la moglie e l'abbracciò teneramente, dando quasi il voltastomaco a Kevin, che cercava di spostare il suo sguardo dalla scena, lasciando intravedere dietro di lui la ragazza felice di vedere tanto affetto da due ragazzi così giovani però così romantici.
-Siamo quasi arrivati... tra poco dobbiamo scendere... ma prima di questo, ci potete dire come vi chiamate? Ci avete fatto solo tante domande, ma nessuno di noi sa il nome dell'altro- sorrise la ragazza dai capelli arancioni, osservando i due sposini ancora abbracciati, ormai era tutto il viaggio che si coccolavano ed anche Kevin ci aveva fatto l'abitudine, ormai conoscevano vita e morte degli altri, ma non i loro nomi, per cui era normale la domanda di Gwen, che stava aspettando la risposta con serenità.
-E' vero... scusateci... io sono Ethan e lei è Janny... ci siamo sposati ieri e questo è il nostro viaggio di nozze- sorrise Ethan nascondendo l'imbarazzo e la paura di trafelare un segreto più grande di quello che stavano cercando di evitare Gwen e Kevin, poi si voltò verso i suoi nuovi amici per sapere i loro nomi.
-Io sono Kevin e lei, invece, è Gwen... siamo amici da quasi un anno e per precisare il tutto, non è la mia ragazza- dichiarò il ragazzo, lasciando cadere il braccio sul sedile, osservò con la coda dell'occhio sia la compagna di viaggio sia la coppietta, che nel mentre si stavano lanciando occhiate di disappunto, e la cosa non sfuggì al ragazzo, che si insospettì ancora di più a Kevin, dette inoltre un'occhiata fugace a Gwen, purtroppo la ragazza non riuscì a capire, per cui il giovane dovette avvicinarsi a lei e sussurrarle quello che aveva cercato di dirle con lo sguardo e alla fine la vide acconsentire senza fare domande.
-Ora siamo arrivati a destinazione, almeno di questa tappa... ora dobbiamo proprio andare, se non lo consegniamo entro una settimana a partire da oggi non ce la faremo mai e poi la professoressa ci darà una nota di demerito seguita da un brutto voto... sapete la prof è un vero mostro, senza offesa per loro, soltanto che quando si arrabbia non sappiamo chi è più brutto... comunque, grazie mille per la compagnia, sono stata molto felice di conoscervi Janny e Ethan, speriamo di rincontrarci ancora, magari in un'altra situazione, così potremmo parlare di più... beh... andiamo Kevin, il lavoro ci aspetta, ciao e buona fortuna con la vostra nuova vita insieme- sorrise Gwen, dicendo un'altra bugia ai due, sapeva che non ci sarebbero cascati, ma Kevin le aveva detto quello e, ora come ora, pensava di potersi fidare di lui, certo in passato aveva commesso degli errori, ma ora sapeva che era cambiato, almeno se lo sentiva nel cuore.
-Bravissima... ora scendiamo- bisbigliò il ragazzo, prendendo la compagna per mano, accompagnandola fuori dal mezzo di trasporto che gli aveva portati fino a lì, lontano da Bellwood, dagli adorati genitori di Gwen che la stavano cercando disperatamente con l'aiuto della polizia, da nonno Max che insieme a Ben stava girando per tutti i luoghi più disparati, aveva chiamato anche gli altri colleghi Risolutori di ogni dove; i due giovani nel mentre si stavano divertendo un mondo, parlavano e intanto incominciavano a conoscersi ancora di più, il loro rapporto, si stava di già allargando, fino a quel momento era un pochino tortuoso, stava diventando sincero e spontaneo, si dicevano tutto, tranne una cosa: i due non si erano mai detti che si piacevano reciprocamente, ma non volevano rivelare i loro sentimenti e distruggere quel bel rapporto che era appena nato.
-Dai facciamo finta di prelevare dei campioni del terreno così non si insospettiranno ancora di più- le suggerì Kevin molto vicino al suo orecchio, non riusciva a parlare da più vicino di così, per cui rimase a distanza per non arrossire, poi la osservò chinarsi per prendere un paio di pietre, la sabbia e delle foglie per metterle in un sacchetto di plastica, dopo aver tolto i panino che teneva dentro, era quello che aveva lasciato da parte dopo pranzo e lo offrì al compagno vedendolo un pò affamato, in fondo avevano preso un panino a testa ed a lui non era bastato per saziare la sua fame; dopo averlo preso ringraziò la ragazza e si mise seduto accanto a lei, incominciando a prendere appunti sul blocknotes, stava solo scarabocchiando il paesaggio ed a volte anche i sassi che venivano prelevati dall'amica.
-Kevin... c'è qualcosa di strano che si sta movendo laggiù- Gwen richiamò l'attenzione del ragazzo, puntando il suo dito contro una strana cosa che si stava movendo tra una roccia e l'altra, molto velocemente, era sempre di più vicina a loro; la giovane si spaventò così tanto che per poco non svenì, invece, Kevin stava cercando qualcosa con cui potersi ricaricare, la trovò e senza pensarci su la prosciugò di tutta l'energia, corse contro la strana forma e le dette una scarica, facendola volare per più di dieci metri, ma questo non l'impedì di rialzarsi.
-Tu scappa... forza... non so quanto posso trattenerlo- cercò di mandarla via per difenderla, sapeva che era troppo pericoloso per lei, per cui le chiese di nasconderla, poi si voltò verso l'avversario e lo attaccò con la poca energia che gli era rimasta, si esauriva presto, in un secondo vide il rivale proprio di fronte, ma non sentì nessuna botta che lo buttasse lontano, infatti aprendo gli occhi, notò una barriera che lo stava difendendo e Gwen che l'aveva invocata, le sorrise dolcemente, lasciandola sbigottita.
La battaglia durò per molto tempo, poi scoprirono che era un ibrido umano e alieno, proprio come Kevin, lo aiutarono a rialzarsi e parlarono insieme su chi era e perchè gli aveva attaccati, ma lui non rispose, anzi, scappò subito appena gli levarono gli occhi di dosso, infondo sapevano che l'avrebbe fatto, per cui lo lasciarono andare senza inseguirlo. Kevin senza fiatare si diresse verso un piccolo motel, dove prenotò una stanza con due letti separati, pagò subito e insieme a Gwen si diresse verso la stanza, appena entrati si scelsero un letto, poi la ragazza andò a fare una doccia, era sporca di terra e fango, infondo in quella cittadina aveva piovuto fino al giorno prima e il terreno dove avevano combattuto era pieno di pozze, Kevin, intanto, stava svuotando alcune borse per decidere l'abbigliamento da mettersi per la sera.
-Fatto... e ci voleva una bella doccia... come sto?- chiese la giovane appena uscì dal bagno, si era messa un vestito sfumato sul rosa e delle ballerine dello stesso colore, a vederla il compagno rimase a bocca aperta, si era messa alcuni ciuffi legati in una codina, uno stile a coroncina, era cambiata, anche molto agli occhi del ragazzo.
-Wow... sei molto carina, ti sta molto bene questo look- rispose a fatica, poi prese i suoi panni e andò a lavarsi anche lui, intanto la ragazza stava mettendo a posto le cose, lo stava aspettando, aveva letto alla reception che quella sera ci sarebbe stato un ballo nella piazza e voleva parteciparci, anche se Kevin non ci sarebbe venuto, dopo una settimana di viaggio, voleva stare con le altre persone, scatenarsi un pò, insomma, voleva divertirsi, tutto qui.
-Ho notato che guardavi attentamente una cosa alla reception, cos'era?- domandò il corvino, ricordandosi della scena che aveva assistito prima, aveva finto di farsi la doccia e si era cambiato; non aveva letto il volantino, per cui era curioso di sapere se l'improvviso cambio di stile della rossa era per una cosa che aveva letto o per qualcos'altro, si mise silenziosamente seduto sul letto, mentre la ragazza stava in piedi ad osservare un pò la finestra e un pò il compagno.
-C'è una festa stasera e vorrei tanto andarci, è una settimana che viaggiamo e non ci siamo mai scatenati, cioè non siamo mai stati in un posto più di mezza giornata, appena arrivava la sera, che si portava dietro il pulman, noi ce ne andavamo via, lasciando dietro tanto cose che non abbiamo visto... per una volta possiamo stare in un posto potremmo viverlo senza aver rimpianti in seguito...- gli spiegò Gwen lasciando cadere la sua vista sul panorama che le si proponeva proprio davanti, sembrava che tutto le dicesse di andare a quella festa; le ragazze accompagnate dai propri fidanzati, vestiti eleganti, i vecchietti che indossavano abiti normali, alcuni giovani erano vestiti con gli abiti tradizionali ed i bambini si stavano divertendo a rincorrersi tra le bancarelle piene di tutte le prelibatezze e giochi da fare, sembrava un piccolo lunapark, più piccolo di quelli che vedeva a Bellwood, poche giostre, soprattutto erano per i bambini, e molte bancarelle, infondo era una fiera di paese per la festa patronale e non vedeva il perchè di non poterci andare.
-Quindi vorresti andarci? Potremmo andare anche noi a mischiarci nella folla- le propose lui, avvicinandosi alla finestra e notando anche lui il panorama, sapeva l'ardente desiderio della ragazza di uscire e stare un pò con gli altri, anche se questo gli faceva male, pensava che se avrebbe incontrato un'altro ragazzo si sarebbe allontanata da lui, infondo era per lei che se n'era andato dal vuoto ed adesso ci sarebbe ritornato senza fiatare, intanto aveva vissuto alcuni giorni con la ragazza che aveva fatto breccia nel suo cuore; la osservò fissare fuori poi guardarlo e sorridergli.
-Grazie mille... allora possiamo uscire e stare un pò insieme, mentre giriamo per le bancarelle- lo abbracciò subito Gwen, lasciandolo impietrito, lo prese per mano e lo trascinò fuori per strada, visto da vicino era ancora più bello, le luci dei negozi erano colorate e soprattutto erano tutti addobbati a tema medievale, precisamente nell'anno della nascita di quel posto; passarono di fronte a molti giovani vestiti come da tradizione, giunsero di fronte alla pista da ballo, dove, su un palco, si stava esibendo un gruppo di quartiere, era così romantico agli occhi della ragazza e questa visione incantò Kevin.
-Balliamo?- chiese gentilmente il ragazzo, ritornando alla realtà, porgendole dolcemente la mano, appena lei mise la sua sopra, si portarono al centro della pista e iniziarono a ballare, circondati da tutte le persone del posto; insieme fecero tre balli, tutti lenti e intanto parlavano di quello che avrebbero potuto fare subito dopo, anche se non riuscivano a volte ad andare con il ritmo della musica, si stavano divertendo lo stesso.
-Grazie mille... mi sono divertita un mondo, ora andiamo a fare un bel giretto tra le bancarelle? Infondo è ancora presto e poi dovremmo anche mangiare qualcosina- sorrise Gwen, lasciando andare la mano del ragazzo che fino a quel momento l'aveva stretta, si portò verso le bancarelle, posando i suoi occhi su dei gioielli e vestiti, era tutto molto bello, molto colorato e tutto sembrava richiamarla, erano tutti provenienti da tutti i paesi americani e europei, c'erano anche le statuette di fatine e cose di magia, queste, l'attiravano particolarmente la ragazza, che trascinava da ogni parte il povero compagno.
-Ma che cosa ti fa piacere la magia e altre cose di quel genere... visto che continui a guardare quelle cose?- domandò curiosamente il ragazzo, osservandola girarsi verso di lui e sorridergli, in quello sguardo riuscì a capire tutto, non sapeva perchè ma riusciva a capirla solamente così, c'era qualche legame strano, forse era per i sentimenti che provavano reciprocamente.
-Sai, non so perchè, ma mi hanno sempre attirato queste cose, così misteriose e intriganti...- sorrise rispondendogli, poi riprese la camminata verso una bancarella di panini, almeno per mettere qualcosa sotto i denti, appena arrivati di fronte al chiosco presero un panino e una bibita, per poi mettersi seduti al primo tavolo che trovarono libero. Stettero seduti in quel posto per più di un'ora, forse un pò di più, non riuscirono a calcolare bene il tempo, perchè l'orologio della città era fermo sull'ora della fondazione della cittadina, poi Kevin si soffermò su un ciondolo diverso da tutti gli altri, aveva una forma strana, come il colore, non sapeva definirlo bene, per cui lo lasciò perdere, per concentrarsi sull'angelica creatura che le stava al suo fianco, capiva che quello che provava per lei era molto di più che una semplice amicizia, era vero e proprio amore.
-Gwen... dai, cerchiamo di trovare qualcosa di divertente da fare... tipo un gioco nelle bancarelle, su, forza- la incitò Kevin, portandola verso il centro del paese, mentre sfilavano davanti alle numerose bancarelle, cercavano quelle per divertirsi un pochino, ma sinceramente non ne trovarono, finchè non si trovarono di fronte ad un maestoso arco di legno pieno di luci, alcune di esse formavano la scritta "Luna Park", era strano, agli occhi dei due giovani, che in un piccolo paesino ci potesse stare un parco divertimenti; però non ci badarono molto e si mischiarono alla folla di bambini e adolescenti che, a coppie o a gruppi, passeggiavano o correvano per visitare il posto e tutte le sue attrazioni.
-Com'è bello... quante giostre e bancarelle ci sono... non pensavo che in un posto così ci potesse stare così tanto... la pista da ballo, le bancarelle fuori e un luna park... questo posto mette i brividi- rabbrividì Gwen, ripensando a tutto quello visto fino a quel momento, la cittadina, infatti, emanava un'aura strana, però accantonarono quel pensiero per divertirsi insieme; niente avrebbe potuto allontanarli dal divertimento, neanche la più stupida delle cose, neanche un attacco alieno o l'arrivo di Ben e degli altri.
-Beh... allora pronta per divertirti?- chiese il giovane, prendendo per mano l'amica e trascinandola per tutto il parco divertimenti, poteva finalmente scatenarsi ed essere se stesso, senza che nessuno gli ostacolasse; passarono su tutte le giostre possibili e immaginabili, sulle autoscontro Kevin poté scatenarsi, andò contro tutti, bambini o no, erano le sue vittime preferite, non lasciò scampo neanche alla ragazza, che stava lì tranquilla a scontrarsi piano contro gli altri, alla fine del giro, la poverina non riusciva neanche a reggersi in piedi da quanto era frastornata per le botte ricevute dal compagno, che cercò di sorreggerla finchè non arrivarono ad una panchina, dove si sedettero e aspettarono che Gwen si riprendesse.
-Mi dispiace... non l'ho fatto apposta... in fondo sono delle autoscontro, servono a queste cose, vero? Non avercela con me... ti prego- si scusò il ragazzo con le lacrime agli occhi, voleva essere perdonato dalla compagna, perchè non voleva perderla o che lei chiamasse i suoi o Ben per venirla a riprendere e rimandare lui nel vuoto; scosse la testa per liberarsi dal pensiero, ad un certo punto si sentì avvolto in un calore e osservando l'amica la vide che lo stava abbracciando, questa cosa lo fece stare meglio e gli fece capire che per lui la ragazza c'era e ci sarebbe stata per sempre.
-Non ce l'ho con te... Non l'hai fatto apposta, le autoscontro sono così, io ci sono stata molte volte, ma mai in quelle dei grandi... scusami, non ci sono abituata, guardami...- lo incitò Gwen, facendolo voltare verso di lei, poi si abbracciarono, ogni persona che passava di fronte a loro pensavano che fossero fidanzatini che si ricongiungevano dopo una lite; ma a loro due non importava nulla, volevano stare insieme e godersi quel momento, solo loro due, nessun altro si sarebbe mai intromesso tra di loro.
-Gwen... grazie mille... spero che niente rovini questo momento- sorrise appoggiando la sua guancia destra sulla spalla della ragazza, stava annusando il profumo dolce che Gwen si metteva ogni giorno, gliel'aveva regalato sua madre per il suo compleanno, a lei piaceva molto, infatti ogni volta che finiva era una tragedia, non sapeva che fare, però la madre andava a prenderglielo e glielo faceva trovare al solito posto; Kevin, stava ancora abbracciato all'amica, che aveva appoggiato la sua guancia sulla testa del compagno; era una scena molto romantica, però sapevano che non sarebbero mai stati insieme, infatti quando tutti gli altri sarebbero arrivati, gli avrebbero separati fino alla fine della loro vita, la legge dei Risolutori era chiara e precisa, i reati di Kevin erano troppi e il rapimento di Gwen, non se la sarebbe cavata e questo lo sapevano entrambi, ma restarono ancora abbracciati a lungo, per molto tempo.
-Andiamo a casa... Sono stanca- disse dopo un pò Gwen, alzandosi dalla panca e stiracchiandosi, per poi dirigersi verso il luogo in cui alloggiavano per la sera, fu seguita immediatamente dal compagno, che le dette la mano per stare ancora più vicino; rientrarono nella loro stanza e stettero a parlare per un pò, finchè non si addormentarono vicini.

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La mattina arrivò presto ad illuminare la stanza, i due si erano dimenticati di chiudere il tendone, che si apriva in due, per questo furono svegliati dalla luce, si guardarono negli occhi e subito cercarono di evitarsi, erano rossi in volto, non si erano accorti di niente e quella situazione era molto imbarazzante per tutti e due; Gwen, di fretta e furia entrò in bagno, cercò qualcosa con cui coprirsi il rossore, del cipria, qualsiasi cosa per non farsi vedere dal compagno, che nel mentre si stava rialzando dal pavimento, visto che era caduto dallo spavento, cercò di trovare un appiglio per ritornare in piedi, quando ce la fece ascoltò sbigottito i rumori che provenivano dal bagno, che era sempre occupato dall'amica.
-Gwen stai bene?... da qui si sentono dei rumori strani- disse Kevin, posando l'orecchio sulla porta che univa il bagno e la camera da letto, quei rumori erano strani, boccette che si scontravano, di tutto e di più; il ragazzo cercò di ascoltare se succedeva qualcosa dentro, però, non riuscì a sentire molto, anche perchè la ragazza uscì e lo guardò con aria di disprezzo, non voleva ammettere quello che provava per lui, per questo guardava il compagno in malomodo, sapeva che tra loro non sarebbe cambiato nulla, però voleva tentarci.
-Io sto benissimo, grazie... ora, se non ti disturba, vorrei ritornare a casa mia e continuare la mia vita, come facevo prima...- si lamentò Gwen, mettendo tutti i suoi vestiti, che aveva tirato fuori il giorno prima, per rimetterli nelle borse dei negozi, voleva andarsene da lì, dimenticare quello che era successo e prepararsi al ritorno della sua vita normale, proprio come faceva prima di andare in giro per l'America con suo nonno Max e Ben; per un attimo si osservò allo specchio e mise a confronto, la sua vita prima che il suo cugino trovasse l'Omnitrix e quella dopo le numerose avventure passate con la sua famiglia, poi il suo sguardo si posò sul ragazzo, che se ne stava in disparte, gli sorrise e si avvicinò cautamente, senza farsi sentire, si mise vicino e lo abbracciò, poi ritornò vicino al letto e prese le sue cose, cercò di uscire dalla stanza, ma qualcosa la stava bloccando, infatti Kevin la stava trattenendo, non voleva che se ne andasse e questo intenerì molto Gwen.
-Lasciami Kevin, tu non fai parte del mio mondo, come io non faccio parte del tuo... ora devo andarmene, io ho una vita e vorrei viverla come una ragazzina normale, non una ragazzina rapita da un nemico di suo cugino... lasciami, ti prego- cercò di scrollarsi il braccio del ragazzo di dosso, voleva andarsene via e questo non cambiava, anche se incominciavano a scenderle delle lacrime, non voleva che pensasse che tra loro potesse nascere qualcosa ed illuderlo, ci aveva pensato tutta la notte a quello che poteva fare per andarsene ed evitare che il suo cuore e quello di Kevin soffrissero così tanto; cercò di nascondersi il volto nella mano libera da tutte le borse e si incamminò spedita giù dalle scale, non voleva farsi vedere da Kevin in quello stato e non voleva farlo soffrire di più, appena scese e riuscì a lasciare l'albergo, guardò al di sopra della sua testa, per vedere se il ragazzo si era affacciato, infatti, era lì, con i gomiti appoggiati alla finestra e che fissava con lo sguardo vuoto il nulla, stava veramente soffrendo, molto di più di quanto volesse far vedere. Kevin osservò la giovane allontanarsi sempre di più sia da lui che dal suo cuore e questo lo faceva soffrire moltissimo, il suo mondo stava crollando, un'altra volta, sua madre l'aveva cacciato di casa a causa dei suoi poteri; ed ora, Gwen, l'unica persona che riusciva a capirlo veramente, non aveva mai finto, come facevano in molti, per questo il suo dolore era molto forte.

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-Mamma... ciao... sono Gwen, ti volevo avvertire che sto molto bene e che non è successo niente... anzi, mi sto divertendo tantissimo, è molto divertente... non posso stare molto, perchè non ho tanti spiccioli con me... ci sentiamo domani o stasera, dipende da dove sarò... ciao ciao... ti voglio bene... baci... salutami papà... ciao ciao a più tardi- disse semplicemente Gwen dalla cornetta di una cabina di un telefono pubblico che aveva trovato per strada, non sapeva che cosa fare, andarsene e lasciare lì il ragazzo o stare insieme e vivere ancora molte avventure; questa decisione era difficile da prendere, però questa volta era più complicata del solito, se si fosse trattato di Ben sapeva che cosa fare, ma ora, non era con suo cugino, era solo un ragazzo con molti problemi; mentre pensava a tutto questo, Kevin la stava raggiungendo di corsa ed appena la trovò, non riuscì a raggiungerla, anche se era a poco, non voleva disturbare i suoi pensieri e farsi vedere disperato, infondo, era un nemico, non una donnuccia che si mette a piangere ogni volta. Gwen, intanto, non si era accorta che il ragazzo era dietro di lei, per questo motivo, stava camminando tranquillamente per le vie del centro, fino a fermarsi di fronte ad una pasticceria, per posare i suoi occhi su una torta panna e fragole, sembrava perfetta nel caso che avrebbe voluto ritornare dall'amico, la osservò e prese fiato; i suoi pensieri la tormentavano, la decisione era sempre più complicata, la testa le ruotava, se la sentiva pesante, poi, ad un tratto, sentì qualcosa di strano prenderla da dietro e trascinarla via, sempre più lontano dal negozio, per poi sfrecciare fuori dal paesino.
-Ma chi sei? Lasciami... senti, io non so nemmeno che cosa ti ho fatto... Kevin... aiuto- urlò con tutta la voce che aveva in gola la ragazza, incominciava a provare molta paura, non riusciva a guardare il suo rapitore in faccia, ma dalla velocità, non sembrava Kevin, ad un tratto chiuse gli occhi, perchè sprofondarono nella sabbia del deserto; l'unica cosa, che ora voleva, era il suo compagno, si pentiva di quello che aveva fatto nei confronti dell'amico.
-Siamo arrivati... ora stai qui ferma e buona, si no saranno fatti tuoi... verrai sgozzata o meglio... non ho ancora deciso, dipende da come ti comporterai...- disse la voce del rapitore, non mostrando ancora il suo volto, era molto strano, come Kevin, era un ibrido tra un umano e un alieno, questa era l'unica cosa che era riuscita a scoprire fino a quell'istante; sapeva che non sarebbe uscita senza neanche un graffio, però, la cosa che la rattristava di più era il pensiero che Kevin non sarebbe mai arrivato a salvarla, poi, ad un tratto, vide il rapitore appoggiarle sulla bocca un fazzoletto inumidito di cloroformio e per questo, la giovane si addormentò profondamente.
-Lasciala andare... se non vuoi che ti venga a prendere a calci- riecheggiò una voce per tutto lo stabile, in cui era rinchiusa Gwen, ci aveva messo circa venti minuti per trovargli, cercò la figura della ragazza in giro, ma non riuscì a trovarla e questo lo rattristò molto di più, sapeva chi era il rapitore, per questo si era messo sulla difensiva.
-Benvenuto nella mia umile dimora... caro Kevin- lo punzecchiò una voce alle sue spalle, lo stava attaccando, per fortuna se ne accorse prima e riuscì ad evitarlo per un soffio, i suoi riflessi lì dentro erano molto limitati, infatti il buio glieli diminuivano, solo perchè era non si era ancora abituato o forse perchè stava pensando a tutt'altro che quello; la sua mente pensava alla ragazza, al come stava e a come l'avevano conciata, pensava solo alle cose più disastrose e questo non lo faceva concentrare sulla battaglia, che era appena cominciata.
-Che ti succede? Di solito non sei così...- continuò a punzecchiarlo il nemico, lo stava attaccando molto violentemente, Kevin, infatti, non aveva la possibilità di riattaccare, si poteva solo difendersi, nient'altro che quello. La situazione era molto tragica, non riusciva a vedere il suo nemico, era troppo veloce, di solito riusciva a tenergli testa, ma purtroppo in quello stato proprio no, un calcio da parte del nemico, lo riuscì a buttare contro il muro, in cui era appoggiata la ragazza che beatamente stava dormendo, non si era accorta di niente.
"Gwen... ti difenderò anche a costo di sacrificare la mia vita per te..." pensò Kevin, accarezzandole dolcemente il volto e questo gli dette la forza di rialzarsi e combattere come lui solo sapeva, il fatto di difendere qualcuno gli aveva dato la potenza giusta per batterlo, però una cosa andò storto; si era trasformato di nuovo in quel mostro creato dall'assorbimento dei 10 alieni di Ben, non sapeva se si sarebbe ritrasformato prima del risveglio di Gwen, però non ci badò molto al suo nuovo aspetto, continuò a lottare con tutta la forza che aveva in corpo, doveva e voleva vincere a tutti i costi. Il combattimento durò circa un'ora e alla fine vinse il giovane, anche perchè il nemico scappò via, lasciandolo solo con la ragazza, la prese in braccio e la riportò verso il paesino da cui era partito alla ricerca della compagna, cercò di non farsi vedere da nessuno e l'appoggiò su una panchina, non voleva che scoprisse quello che aveva fatto per lei, per cui, in pochi secondi, riuscì a dileguarsi e ritornare nell'albergo, in attesa che lei ritornasse.
Kevin, passò molto tempo nella camera, andava avanti e indietro, senza mai fermarsi, poi la sua attenzione venne attirata da un camper uguale a quello del nonno di Ben, da cui scesero proprio il giovane Tennyson e suo nonno, questo lo allarmò molto, non poteva crederci, tutti i suoi indizi e il resto erano posizionati alla perfezione, non aveva sbagliato nulla, era tutto stato calcolato nei minimi particolari, gli vide avvicinarsi alla panchina in cui aveva appoggiato la giovane, non poteva crederci, per fortuna era solo un sogno; lo capì solo quando sentì una voce in lontananza chiamarlo a squarciagola, non riuscì a capire chi fosse, gli stava dicendo di riaprire gli occhi, ma era sveglissimo, la voce continuava a chiamarlo, pensava che fosse giunta la sua ora.
-Kevin... ti prego torna... non mi lasciare così... io ho bisogno di te...- lo chiamò la voce, bagnandolo di tanto in tanto, stava piangendo e questo riusciva a capirlo anche Kevin, sapeva che doveva svegliarsi e scoprire chi era quello che gli stava piangendo addosso.
“Forza Kevin devi farcela…” si diceva tra se e se, gli occhi gli facevano male, molto anche, come se qualcuno glieli avesse incollati per fargli un dispetto; nel mentre, la voce aveva lasciato spazio alle lacrime, stava muta e piangeva sul ragazzo, non lo vedeva muoversi e questo era quello che la preoccupava di più, se non si fosse risvegliato si sarebbe sentita davvero in colpa, cercò di stringerlo forte a se, voleva sentirlo vicino, coccolarlo fino al suo risveglio e stargli accanto per tanto tempo, aveva deciso: sarebbe rimasta al suo fianco per molto tempo, almeno finchè non gli avrebbero separati.
-Io ti starò accanto per sempre… credo che ormai siamo legati dal filo rosso del destino e spero tanto che non si spezzi né ora né mai… staremo insieme per sempre- disse Gwen, continuando a coccolarlo, si era risvegliata giusto in tempo per vedere la fine della battaglia e Kevin cadere in uno stato di shock, tutto per colpa della sua nuova trasformazione in Kevin Eleven; pensava che era tutto finito, poi quando sentì la mano del ragazzo muoversi, si sentì felice, l’osservò, era stato solo un riflesso incondizionato, infatti non si era mai mosso.
-Signorina siamo qui per portare all’ospedale il suo amico- una voce la riportò nel mondo reale, era il medico che aveva chiamato con il cellulare; vide che mettevano il ragazzo sopra una barella, per poi portarlo via sull’ambulanza, non l’avevano fatta salire, era troppo rischioso, le dimensioni di Kevin erano eccessive, al massimo ci stava solo un medico, però era messo un po’ alle strette; Gwen, dal canto suo, stava soffrendo molto, la lontananza si stava facendo sentire molto, se solo lei non se ne fosse andata dalla stanza d’albergo, tutto quello non sarebbe successo.

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Kevin, intanto, veniva portato nella sala operatoria, per fortuna si era ritrasformato in umano, così non attirò l’attenzione di militari e Risolutori, non si era accorto di nulla, anzi, in realtà non si era ripreso, ormai, stando al resoconto dei medici, era entrato in coma e non sapevano se si sarebbe ripreso; fuori dalla sala c’erano i poliziotti che volevano interrogarlo appena si fosse ripreso, come stavano facendo tuttora con la giovane.
-Signorina… la prego ci dica almeno chi era la persona che l’ha rapita- continuò ad insistere il commissario di polizia; Gwen non gli aveva detto niente, neanche il suo nome, ripeteva solo che voleva andare da Kevin e stargli vicino finchè non si sarebbe ripreso e solo allora avrebbe risposto a tutte le domande. Dopo poco tempo si stava dirigendo con un’autovettura della polizia verso l’ospedale, voleva assolutamente vederlo, stargli vicino e dargli conforto; appena entrò nell’atrio, chiese dove fosse il ragazzo e quando scoprì che era ancora in sala operatoria il suo cuore scoppiò in molti pezzi, il fatto di perdere l’unica persona con cui riusciva ad essere se stessa la faceva sentire come se la parte più importante se ne stesse andando con Kevin.
-Non c’è nessun parente o amico con cui parlare?... Ah, grazie mille… signorina Gwen Tennyson, sono il medico che si è occupato dell’operazione di Kevin Levin… ho i risultati dell’operazione- l’aveva trovata in mezzo ai poliziotti, si era informato su di lei, era quella che aveva chiamato l’ambulanza; la osservò per un po’, magari non voleva sapere come fosse andata l’operazione, per questo non aveva continuato la frase.
-Allora… mi dica dottore… come sta Kevin?- l’angoscia le cresceva sempre di più, voleva sapere tutto, ogni minimo particolare della faccenda.
-Beh… vede… Kevin…- incominciò a parlare il dottore, mandando il cuore in gola alla giovane, ogni cosa poteva essere buona o cattiva, almeno voleva che fosse buona, solo per liberarsi dal peso che si stava portando dietro da quando aveva visto il compagno per terra privo di sensi.

   
 
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