Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: serpeverde18    22/04/2010    2 recensioni
Mi sono sempre chiesto perché non riuscissi a sentirmi appagato della mia giovane vita, e finalmente ho trovato la risposta. Mi c'è voluto relativamente poco per capirlo, solo un viaggio oltreoceano, e non ne sono rimato sorpreso. Mi sono sempre reputato un tipo intelligente, non dico un genio, ma un ragazzo particolarmente brillante.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Briscola
Autrice: emogirl in pink
Beta: di nuovo emogirl in pink
Pairing: Bella/Edward
Raiting: Arancione (R)
Trama: Mi sono sempre chiesto perché non riuscissi a sentirmi appagato della mia giovane vita, e finalmente ho trovato la risposta. Mi c'è voluto relativamente poco per capirlo, solo un viaggio oltreoceano, e non ne sono rimato sorpreso. Mi sono sempre reputato un tipo intelligente, non dico un genio, ma un ragazzo particolarmente brillante.



Briscola



Mi sono sempre chiesto perché non riuscissi a sentirmi appagato della mia giovane vita, e finalmente ho trovato la risposta. Mi c'è voluto relativamente poco per capirlo, solo un viaggio oltreoceano, e non ne sono rimato sorpreso. Mi sono sempre reputato un tipo intelligente, non dico un genio, ma un ragazzo particolarmente brillante.


E questo, dovevo capirlo.

Sono nato e cresciuto negli Stati Uniti da una famiglia amorevole. Mia madre era una giornalista, mio padre un allenatore di football ed io mi sono diplomato e laureato col massimo dei voti a Juneau. Non volevo pesare ai miei genitori e volevo renderli fieri di me. Mi sembrava un giusto compenso per tutto quello che hanno fatto per me, in passato. Povero, povero illuso. Troppo preso dalla mia carriera artistica post-universitaria, non avevo prestato attenzione ai movimenti di mio padre in quelli che vengono definiti i piani alti della società, mentre cercava di
sistemarmi da qualche parte. Mi aspettavo di vivere con la mia musica, col mio pianoforte, eppure mi è stato strappato tutto dalle mani con una lettera dall'Italia.


Mio cugino, Stefano, chiedeva la mia presenza al suo matrimonio. Solo io, niente genitori al seguito. Ovviamente, avevo accettato, felice per lui. La sera dell'addio al celibato gli avevo proposto perfino di suonargli la marcia nuziale, proposta molto gradita e accettata con entusiasmo.

Poi era arrivata lei: credevo di non aver mai visto ragazza più bella di Rosalie, la moglie di mio fratello maggiore, ma non v'era confronto.
Lei era una bellezza semplice e delicata, che dava nell'occhio ma senza eclissare chi le stava intorno. Mentre uscivamo da casa loro, Stefano, aveva annunciato che quella era Isabella, la ragazza che sarebbe diventata sua moglie. I nostri sguardi s'incrociarono ed in quel momento mi sono sentito completo.

Non starò a spiegarvi tutto nel dettaglio, sarebbe una storia lunga e noiosa, ma vi posso dire che poche ore dopo, io ed Isabella ci stavamo rotolando tra le lenzuola della mia camera d'albergo, lontani dalla festa. Era stato bello, intenso, passionale,
sbagliato. Non sarebbe dovuto succedere, non quando lei stava per diventare mia cugina.

Il giorno dopo, si sposarono e alla sera, ripresi il mio aereo per Chicago. Non la rividi più.

Ed eccomi qui, oggi, dopo più di un anno, nella splendida Firenze, nel bel mezzo di un Torneo di Carte “con penitenza”. Sinceramente, non mi aspettavo niente di meno dagli italiani, popolo passionale e avventuriero. Era un remake di un classico gioco: Briscola. Invece che contare i punti finali, qui si contavano i vestiti rimasti addosso ai partecipanti. Ogni volta che qualcuno
schiacciava con un asso o un tre, il proprietario dell'altra carta, doveva togliersi un indumento. Veramente fantasioso.

Davanti a me, un ragazzo dai capelli scuri e un cappellino con la visiera a tappargli il viso, aveva fatto la sua mossa. Aveva lanciato un Re di Cuori. Picche era Briscola, e rimanevano fuori solo l'asso di fiori e il tre di Denari. Il secondo, era in mano mia, tra un due di scarso valore e una briscola bassa ma potenzialmente utile. Scarto il due, sperando di vincere perché sono rimasto solo con i boxer indosso.

Fa una smorfia, ma mette le due carte tra quelle da lui conquistate. Peschiamo dal mazzo al centro del tavolo e vorrei tanto imprecare. Ha il tre di briscola, indumento al sicuro per lui e uno in meno per me. Mi lascio andare allo sconforto. Non finisco neanche la partita: mi alzo e gliela do vinta. In questo caso, tocca a lui scegliere la penitenza.

Sorride e mi indica il piano di sopra. Oh, cielo, di sopra ci sono le camere. Non ho niente contro gli omosessuali, ma..beh, io non lo sono e la situazione si sta facendo piuttosto imbarazzante. Lui, però, non parla, continua a sorridere da sotto il berretto.

Titubante, inizio a salire le scale. Pochi testimoni, per fortuna.

Sento chiudersi la porta alle mie spalle, ma non mi arriva una voce maschile, bensì una conosciuta, calda e dolce.

- Sei piuttosto bravo, a giocare. Peccato tu ti sia arreso. - dice, la voce.

- Volevo evitare di rimanere completamente nudo in un bar. - rispondo.

- Ora, però, puoi rimanervi. Io, non sono un bar, sono solo... -

- ...sei solo Bella. - la interrompo.

Poi, non c'è altro, solo due corpi che riprendono da dove, mesi prima, si erano interrotti. Baci esigenti; carezze che superano la soglia della delicatezza; movimenti rapidi, decisi, veloci; spinte energiche; sospiri umidi e pieni di lussuria.

Ecco come mi sono ridotto, Isabella, vorrei dirti. Guarda come mi sono consumato di desiderio per te, in questo tempo. Dove hai lasciato Stefano? Cosa gli hai raccontato? Di certo, non pensa che tu sia tra le mie gambe, vero?

Ed è squallido, ma anche questo è amore. Un amore unico, un amore che purtroppo non ha scampo, non ha vie d'uscite, non può essere alimentato, ma neanche spento.

Un amore che però, continua.

Sei calda, sudata, piccola Isabella. Hai ancora voglia di me, lo sento, e non ti nascondo il mio desiderio di riaverti tra le braccia, ma non sei mia. Sei di Stefano, e tra poco ti alzerai da questo letto, mi darai un ultimo bacio e sparirai per tornare da tuo marito.

- Non è stata una coincidenza, questa. - dici.

- Lo so. -

Mi sono sempre chiesto perché non riuscissi a sentirmi appagato della mia giovane vita, e finalmente ho trovato la risposta. Mancavi tu, Isabella, ed ora che ti ho trovata sono costretto a vivere una vita a metà, tra il ripianto di non averti vista prima, e quello di non averti mai incontrata.


Fine



Non oso pensare a come vi possa apparire questa fic, perdonatemi. Il problema è, che non riesco a ricordare neanche una parola di quello che ho scritto. Facevo i cavoli miei, prima che le dita cliccassero su “Nuovo Documento Open Office”. Quindi, capitemi, io non c'entro nulla. La colpa è delle mie dita (non per questo, siete autorizzati a tagliarmele). Se vi è piaciuta, però, non posso esserne che felice. E' una storia strana, senza tanti fronzoli, e molto breve, ma spero che vi abbia lasciato qualcosa.

Un saluto a chi ha letto e un grazie a chi commenterà.
Avrìl.



  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: serpeverde18