“Devi promettermi che non mi farai vincere solo perché sono una donna.” Disse Ana Lucia guardando l’uomo che le era di fronte.
I due si trovavano in cucina. Ana Lucia da una parte del tavolo, l’uomo dall’altra. Gli avambracci vicini, una mano nell’altra. I due si stavano preparando per una sfida a braccio di ferro. La posta in gioco era alta. Due settimane di riposo dalle pulizie di casa se avesse vinto lei; niente donne in giro per casa nelle serate con gli amici a base di birra, football e testosterone se avesse vinto lui.
“Fidati, non ci penso proprio a perdere.” Le rispose guardandola negli occhi con un piccolo ghigno sulle labbra.
“ Bene perché io non ho intenzione di farti vincere, Miles.”
“ Ehi! Non ho bisogno che tu mi faccia vincere per pietà … collega!”
Lei sorrise con i suoi grandi occhi scuri al suo avversario tra il divertito e il malizioso e lui fece altrettanto.
“ Bene, vogliamo iniziare o aspettiamo che anche i morti parlino?”
“ Sei pessimo Miles! Gli rispose
“ Ma mi ami anche per questo!” disse facendole l’occhiolino.
La gara prese inizio. Nessuno dei due sembrava volerla dare vinta all’altro. Nessuno dei due voleva perdere.
“ Hai intenzione di andare avanti per molto? Sai, com’è ho anche un lavoro!” le disse Miles cercando di nascondere lo sforzo che faceva per non perdere.
Le nocche delle mani dei due dopo vari minuti erano diventate molto rosse e la stretta delle mani cominciava ad essere dolorosa ma nessuno dei due sembrava voler mollare la presa.
“ Sai, pensavo che fossi più cavaliere e mi facessi vincere … collega!”
“Ehi! Ma se mi hai appena detto che non volevi nessun trattamento di favore perché sei una donna!” Protestando e senza pensarci su, Miles si staccò dalla presa, lasciando la sua avversaria a guardarlo divertita e stupita.
“A-ha! Hai perso!” disse puntandogli un dito contro.
“Ehi, io non ho perso! La gara non è valida, mi hai distratto!”
“Hai perso! Hai perso!hai perso!” Continuava a dirgli Ana Lucia saltellandogli intorno con un sorriso di scherno e divertimento.
“Ana? Ana? Ana la gara non è valida! Sei peggio di una truffatrice! A volte mi chiedo se tu sia davvero una poliziotta!”
“ Lo sai che ti amo vero?” disse dandogli un bacio veloce.
“Si perché?”
“Aspettami qui!”
La vide correre in camera e la sentì ridere da sola pochi istanti dopo. “Ana si può sapere che stai combinando?”
“Fermo lì. Chiudi gli occhi!”
Miles le obbedì e lei gli si avvicinò. Quando la sentì vicina aprì un occhio.
“Ehi, ho detto chiusi!”
Miles sentì qualcosa passargli intorno al collo e dei lacci che Ana Lucia stava legando dietro la sua schiena.
Ana lo guardò e tornò a ridere. “Ok puoi aprirli ora!”
Miles si guardò. La sua ragazza, la sua futura moglie e madre dei suoi figli gli aveva messo un grembiule rosa a spizzi con su scritto: “ L’angelo del focolare.”
“ Così non ti sporcherai quando dovrai pulire e avrai meno panni da lavare.” Gli disse mentre lui la guardava sconvolto senza dire una parola.
Si allontanò stizzito, togliendosi il grembiule, buttandolo sul divano.
“ Ehi non ti sarai mica offeso?” disse tirandolo per la camicia per farlo girare.
“ Tu che pensi?”
“ Hai paura di aver perso la tua mascolinità solo perché hai perso a braccio di ferro e dovrai aiutarmi con le pulizie di casa?”
“Già!” Miles prese la giacca e si diresse verso la porta.
Ana Lucia gli andò dietro. “Ehi Miles? Avrai perso a braccio di ferro ma c’è ancora una cosa che sai fare bene e vorrei che tu facessi prima di tornare a lavoro.”
“Ah sì? E cosa?” le chiese girandosi a guardarla.
“Vieni qui e baciami.”