I’ve been walking around inside a haze
Between the lines of reason
Hiding from the ghost of yesterday
Feels like I’m barely breathing
Pioveva.
Le fredde gocce colpivano interrottamente il suo corpo
inzuppandogli la leggera giacca ed il semplice paio di jeans.
Il freddo gli congelava le mani
Penetrando fino all'ultimo dei suoi muscoli
Intensificando il vuoto che sentiva dentro.
Camminava.
Non sapeva dove stava andando.
Dannazione, a malapena si ricordava in che città si trovava in quel momento.
Doveva continuare, non poteva fermarsi.
Non quando il fantasma del suo passato era così vicino a raggiungerlo.
Solo.
Abbandonato.
Ecco che cosa lo stava tormentando.
Una ferita al cuore che nessuna operazione sarebbe riuscita a ricucire.
Perché non riusciva a mettersi tutto alle spalle?
Perché non poteva perdonare?
Gli avevano sempre insegnato il potere del perdono
Porgere l'altra guancia
Affrontare i problemi per rimettersi in carreggiata
e continuare il cammino insieme.
E lui
Dio ne era testimone
Aveva cercato di dimenticarsi le lacrime
e quel senso di solitudine che l'aveva avvolto per settimane.
S'era promesso a se stesso di non serbare rancore;
Ascoltare le loro scuse
E sorridere.
Era quello che gli altri si aspettavano da lui.
La maschera del ragazzo sempre allegro,
Giocherellone,
Colui che non stava mai fermo.
Colui che scherzava e rideva sempre.
Colui che era amico di tutti.
Ma a nessuno importava se dentro di sé
Il dolore continuava ad espandersi
Fino a quando era troppo tardi porvi rimedio.
I’ve gone completely numb
I just wanna need someone
Voleva ma non poteva dimenticare.
L'avevano lasciato solo nel momento più difficile.
Davanti alle telecamere, le promesse che si sarebbero sempre fatti forza a vicenda
Ci aveva creduto.
Aveva messo tutta la sua fiducia e le sue sicurezze in coloro che si erano dichiarati suoi fratelli
Come se il fatto di non avere legami di sangue non contasse niente.
A.J., con il quale mai avrebbe mai pensato di condividere un legame più profondo di semplici colleghi.
Lui il ragazzo della porta accanto, l'angelo che ogni notte pregava e rileggeva i passi della Bibbia.
L'altro, un ribelle, che troppo presto aveva scoperto il potere della fama
il lato glamour e folle di una carriera inseguita da una vita.
Ma gli opposti si attraggono
E gli era stato insegnato a non giudicare mai una persona
Solamente dall’apparenza.
Aveva conosciuto, dietro quel lato duro e sfacciato,
un animo sensibile
Un’amante dell’arte in tutte le sue forme.
Howie, il fratello maggiore.
Howie, un animo dolce dietro l’apparenza di un latin lover .
Il diplomatico, colui che cercava sempre di mettere pace fra i litiganti.
Quante volte si erano presi in giro reciprocamente;
Quante volte lui aveva cercato di insegnargli a sperimentare nuovi cibi;
Aveva ammirato la sua pazienza nell’ascoltare sempre i problemi di tutti loro
Senza mai perdere le staffe o mandargli a quel paese.
Nicky, il fratello minore che non aveva mai avuto
L'aveva preso sotto la sua ala.
Gli aveva insegnato tutto quello che sapeva e che pensava gli potessero servire.
L'aveva consolato quando veniva abbandonato dai genitori in qualche hotel sperduto nel continente europeo.
L'aveva protetto e difeso quando nessuno degli altri ormai sopportava più i suoi sbalzi d'umori, i suoi capricci e le sue marachelle.
Aveva trascorso ore a sentirlo raccontare che cosa avrebbe fatto da grande, i suoi sogni di una famiglia unita e del desiderio, un giorno, di prendere una nave e riportare alla luce forzieri ancora nascosti nelle leghe degli oceani.
E tutto questo in cambio di una semplice pacca sulla spalla come a dire: “Andrà tutto bene.”
Kevin.
Che cosa poteva dire di Kevin?
Lo conosceva da una vita e doveva a lui quel suo nuovo cammino.
E proprio da lui si sentiva tradito maggiormente.
Lui era di famiglia.
Lui era stato testimone di tutto.
Lui era stato al suo fianco quando, senza nemmeno rendersi conto di quello che gli stava succedendo, aveva superato il suo primo grande ostacolo.
Come poteva avergli voltato le spalle dopo averlo visto rinchiuso in un ospedale per due lunghissimi mesi?
Come poteva non aver alzato un dito per aiutarlo ogni qualvolta la casa discografica lo spingeva a posticipare la data dell’intervento?
Oh no, I thought you were the only one
But now I think I was wrong
Le quattro persone che avrebbero dovuto sostenerlo maggiormente
Si erano rivelate essere coloro che l’avevano abbandonato nel momento di maggior bisogno;
Coloro che avevano voltato lo sguardo per non notare quanto la malattia lo stesse indebolendo ogni giorno di più.
Coloro che avevano fatto finta di non sentire le sue urla dopo un incubo.
Coloro per cui lui aveva sempre rimandato perché non voleva essere lui a mettere la fine sul loro sogno.
La sua mente aveva accettato, senza riserva, ogni loro scusa.
Erano stati egoisti.
Erano giovani ed inesperti, alcuni non ancora pronti ad affrontare una situazione di vita o di morte all’improvviso.
Erano stati, soprattutto, spaventati ed impauriti dalla sola idea che lui potesse morire.
In poco meno di un’ora, poteva svanire tutto quello per cui avevano lottato, sudato e lavorato negli ultimi tre anni.
In poco meno di un’ora, avrebbero potuto perdere una persona con cui avevano condiviso la quotidianità, lacrime e gioie, dispiaceri e follie.
Aveva visto nei loro occhi la vergogna di averlo lasciato senza un appoggio morale.
Aveva percepito nella loro voce l’amara disperazione per aver rovinato un’amicizia, una fratellanza quasi ancestrale.
Razionalmente, li aveva perdonati.
Razionalmente, aveva cancellato tutto il giorno in cui aveva sentito otto braccia attorno a lui che chiedeva a gran voce “Perché mi avete abbandonato?” mentre le lacrime si mescolavano tra loro.
Razionalmente, Nick era tornato essere il suo Frack dopo averlo osservato dire “Senza di lui, non riuscirei ad immaginare la mia vita” con gli occhi lucidi e la voce tremolante.
Razionalmente, tutto era ormai assopito.
Ma il suo cuore rifiutava quel patetico alibi.
Imprigionato nel dolore, non trovava conforto in mere parole.
Non poteva più fidarsi di loro;
non riusciva più a guardarli come amici;
Non poteva più accettare una mano per risollevarsi quando le gambe lo abbandonavano nel bel mezzo di una canzone;
Non accettava le loro frasi di conforto quando era costretto ad utilizzare una bombola d'ossigeno perché non ancora fisicamente pronto per esibirsi.
Non riusciva nemmeno a stare nella stessa stanza senza rivivere i mesi precedenti.
I wanna feel the rain
I wanna feel the water on my skin
And let it all just wash away in the downpour
Voleva solo dimenticare.
Dimenticare la delusione che aveva provato quando, finalmente finito l’intervento, aveva aperto gli occhi e non li aveva visti al suo fianco.
Dimenticare la fitta al cuore ogni volta che stava ad osservare il telefono nell’illusione che almeno lo chiamassero.
Voleva poter tornare a sorridere senza sentire questo gesto come un’imposizione mentale per non preoccupare gli altri.
Voleva potersi guardare intorno senza chiedersi quando mai sarebbe riuscito a sentirsi felice.
Voleva non sentire quel vuoto dentro di sé e quell’immenso desiderio di ritornare alla vita tranquilla nel Kentucky.
In the downpour
I wanna feel the rain
La pioggia continuava incessante a cadere,
Si mescolava alle lacrime che, incuranti, scendevano dal suo viso
Fondendosi nelle pozzanghere che calpestava sotto i suoi piedi.
All’improvviso, non c’era più l’acqua.
Un riparo sopra la sua testa, simile ad un ombrello.
Si voltò ed il suo sguardo incontrò quello altrettanto preoccupato e bagnato
Di quattro ragazzi.
Dei suoi compagni.
Dei suoi amici.
Dei suoi fratelli.
Avevano capito che cosa stava succedendo quando l’avevano visto uscire senza dire niente.
L’avevano seguito senza far sapere lui la loro presenza.
Ma erano lì.
Pronti a raccoglierlo.
Pronti a rassicurarlo ogni qualvolta la sicurezza nel loro amore vacillava.
“Andiamo, è ora di tornare in hotel prima che ti ammali.”
Il tono era quello di qualcuno realmente preoccupato;
La mano tesa non era un’illusione della sua mente.
Erano lì proprio quando lui ne aveva maggiormente bisogno.
Allacciò le sue dita attorno a quelle di Nick.
Si strinse ancora di più nel caloroso abbraccio di Kevin.
Ringraziò con lo sguardo Howie per l’ombrello che riparava entrambi.
Sorrise quando A.J. gli porse la sua bandana per asciugarsi gli occhi.
Erano quei gesti che scacciava sempre via il fantasma.
Anche questa volta era stato sconfitto.
Il vuoto che lo aveva costretto a camminare senza meta era stato finalmente cancellato.
Non era più solo.
E mentre le cinque figure ritornavano sui loro passi
La maestosità di un arcobaleno spezzò il grigiore del cielo,
lasciando finalmente spazio ad un raggio di sole.
Ci sarebbero stati nuovi ostacoli.
Nuovi scontri.
Nuove avversità.
Ma tutti loro avevano imparato nel modo più duro
Che potevano e dovevano solamente contare su di loro
E sulle loro forze.
Con la consapevolezza nel cuore che
Nessuno sarebbe più stato solo.
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L'ho scritta di getto. Ma l'idea mi ronzava intorno, si accentuava ogni qualvolta ascoltavo Brian ricordare il periodo dell'operazione e di come gli altri quattro non gli avevano dato il supporto che si sarebbe aspettato. Dodici anni dopo, li vedi uniti più che mai e ti senti ancor di più orgogliosa perché sai quello che hanno passato. Questo é semplicemente un mio piccolo pensiero di come ci si sarebbe sentiti vedendosi la schiena voltata da chi consideri amico. E, non nascondo, che c'é anche un po' di autobiografia perché la solitudine é un'amica che conosco molto bene.
Cinzia