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Autore: Ashbear    02/05/2010    0 recensioni
Rinoa e Squall. È la caduta che definisce il tuo cammino attraverso la vita. È come continui a vivere dopo la caduta che definisce chi sei. In un secondo, un proiettile ha cambiato tutto. Se le parole che hai confessato non dovevano essere sentite, non sarebbe abbastanza cancellare il passato?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Rinoa Heartilly, Squall Leonheart, Zell Dincht
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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AFTER THE FALL
di Ashbear, tradotto da Alessia Heartilly
~ Capitolo II: Definition of a Sunrise ~

Rinoa chiuse gli occhi quando qualcuno bussò alla porta. Qualcosa dentro di lei le diceva che non era lui; lui non bussava in quel modo. Solo una persona che conosceva bussava in modo così ritmico - e così tante volte. La porta si aprì appena dopo che Selphie urlò di entrare.

"Siete tutte vestite qui? Perché se lo siete, torno tra qualche minuto."

Quistis alzò gli occhi al cielo. Ora che Irvine stava per sposarsi, immaginava che toccasse a uno degli altri ragazzi uscirsene con le battutine - e sicuramente non sarebbe stato Squall.

"Entra!" ordinò Selphie mentre correva verso l'esperto di arti marziali.

"Wow..." Lui era quasi senza parole, vedendola vestita così elegante per la prima volta. "Selphie, sei tu? Ti riconosco a malapena."

Allungò le braccia, con l'intento di abbracciare la sposa. Mentre lo faceva, lei lo afferrò per il polso e lo storse velocemente. Facendo una momentanea smorfia di dolore, lui ammise la sconfitta mentre lei gli teneva ancora il braccio stretto con forza dietro la schiena.

"Ahi! Ok, pietà, pietà, sei tu!"

"Proprio così, chi ti prenderebbe a calci nel culo così?" Lei lo lasciò andare, abbracciandolo sul serio.

"Nessuno," rispose lui, imbarazzato. "Sei bellissima."

"Grazie. Oh, aspetta... vieni qui! Guarda chi è tornato!" Selphie lo trascinò per la mano verso il retro della stanza, dove Rinoa sedeva su una piccola poltrona.

Alzandosi, la Strega camminò lentamente verso di lui. "Hey tu, fai sempre il bravo?"

"Come se non lo sapessi, Rin. Quando mai non ho fatto il bravo?"

"Vuoi davvero che ti risponda?" Lui le andò incontro, dandole un abbraccio gigante. Due - con questo erano due costole che pensava dovessero essersi rotte, come minimo fratturate. I suoi amici erano sempre stati così forti? "Hyne, mi sei mancato, Zell." Si asciugò gli occhi, separandosi da lui. Sarebbe stata una giornata molto, molto lunga.

"Dobbiamo uscire adesso. Ho incontrato Elle nel venire qui, ha detto che tutti si stanno sedendo. Stanno aspettando solo le stelle dello spettacolo."

"Posso farmi sostituire?" scherzò nervosamente Selphie.

"Dai, saremo con te per tutto il tempo," disse Quistis all'amica. Si prese ancora qualche ultimo momento per sistemare qualche ciocca ribelle sotto al velo di Selphie.

Rinoa allungò alla sposa un grosso bouquet di rose cremisi, prima di prendere i due mazzetti più piccoli per lei e Quistis. "Qual è la cosa peggiore che potrebbe succedere?"

"Potrei inciampare, potrei svenire, potrei vomitare, potrei dire il nome sbagliato-"

"Cosa?!" interruppero all'unisono gli altri tre.

"Scherzavo, scherzavo. Sono più pronta di quanto possa mai esserlo." Selphie assicurò infine i suoi tre amici, mentre le due damigelle uscivano per prime, dando il via libera.

Rinoa afferrò l'impugnatura di nastro verde del bouquet come se fosse la sua ultima ancora alla realtà. Tutti lì sapevano che era nervosa quanto, se non più, della sposa. E una cosa era certa... Rinoa non sarebbe mai stata pronta per quel giorno.

*~*~*~*~*

Il Comandante camminò a disagio avanti e indietro, decidendo infine per uno spazio contro un muro. Da lì, poteva guardare l'altare maggiore, e vedere Irvine che aspettava paziente sul lato destro della navata. Il ragazzo sembrava così calmo; nulla sembrava intimidirlo, almeno per quanto concerneva l'amore. Dio, quanto lo invidiava. Irvine era stata una persona diversa prima di incontrare Selphie, ma in qualche modo lei aveva tirato fuori il meglio di lui... e non serviva altro.

Non che Squall avesse passato gli ultimi due anni a pensare a lei ogni minuto... solo, forse, una volta all'ora. Era andato avanti, perché non c'era altra scelta. Cos'altro avrebbe potuto fare? Diventare la persona che era prima di incontrarla? Quella non era nemmeno tra le opzioni possibili, perché tre anni con una persona a cui teneva profondamente avevano cambiato anche lui... solo non come Irvine.

Poteva sentire il fruscio di stoffa mentre il gruppo si avvicinava, dietro l'angolo. Parte di lui non voleva guardare. Eppure parte di lui non vedeva l'ora di guardarla da vicino, di vedere la luce riflessa nei suoi occhi, e il modo in cui le guance le si arrossavano quando sorrideva. Non si voltò fino a quando non li sentì avvicinarsi, e immaginò che se avesse aspettato ancora sarebbe sembrato solo che li stesse evitando... e non voleva nemmeno quello.

Il giovane uomo non era sicuro di quando avesse iniziato a trattenere il respiro. Da qualche parte tra il sentire le loro risate ansiose e trovare il coraggio di voltarsi, aveva smesso di respirare senza rendersene conto. Si voltò per vedere il gruppo dei quattro in piedi sotto l'arcata che portava all'area successiva. Selphie sembrava bellissima nel suo vestito, ma lui non la notò davvero. Tutto ciò che riusciva a vedere era Zell con il braccio saldamente intorno a Rinoa, e i suoi amici che ridevano di qualcosa che qualcuno aveva appena detto.

Lei stava sorridendo.

Di tutte le cose che avrebbe mai potuto immaginare per questa riunione, non c'era lei che sorrideva. Non era sicuro di cosa si aspettasse, forse una qualche specie di rimpianto silenzioso. Pensò che forse a qualche parte di lei lui era mancato... per lo meno, lo sperò. Ma eccola là, in piedi, che sembrava più angelica di quanto ricordasse, con il sorriso che lui una volta era riuscito a cancellare.

Non aveva mai pensato che l'avrebbe vista sorridere di nuovo. Ora si sentiva come una specie di pazzo per essersi aggrappato a una qualsiasi speranza del passato, quando era così ovvio che lei era andata avanti con la sua vita. Fu allora che espirò, realizzando infine che la mancanza di ossigeno stava lentamente annebbiando la sua mente. O era lei?

Lei si voltò quando lo sentì, e sorrise annuendogli. Si chiese se lui potesse capire che il suo sorriso era forzato, ma lui non era mai stato bravo a leggere il significato di alcune delle sue espressioni. Lo sapeva perché, se lo fosse stato, avrebbero ancora potuto essere insieme.

I due anni sembravano essere stati gentili con lui, e lei sperò silenziosamente che la sua partenza lo avesse cambiato, ma era chiaro dalla sua postura e dal suo comportamento che non era così. Si chiese se avesse mai pensato ancora a lei.

"Squall."

Rinoa si rivolse a lui per prima, volendo evitare che lui vedesse che soffriva ancora. Si chiese se Zell potesse sentire le sue braccia che si irrigidivano intorno a lui mentre parlava. Non era stato intenzionale, ma più un riflesso nervoso in ritardo.

Il Comandante annuì, con lo stesso gesto di lei come per riconoscere la sua presenza. "Rinoa."

L'esperto di arti marziali si voltò verso Quistis, del tutto consapevole di quanta forza stesse circondando il suo bicipite. La bionda lo guardò con la stessa consapevolezza, anche se doveva ammettere che stava andando meglio di quanto avesse sperato. Desiderò solo che entrambi avessero avuto il coraggio di farsi vedere la sera prima, per evitare l'imbarazzo della loro riunione quel giorno, in quel momento. Ma erano entrambi testardi, e quella era una parte del loro fascino, sia individualmente che come coppia.

Squall sapeva che questo era il giorno di Selphie, e doveva distogliere l'attenzione da loro due. "Sei assolutamente bellissima-"

"Grazie," rispose Rinoa, interrompendolo e onestamente sorpresa per il complimento, momentaneamente inconsapevole del fatto che il giovane uomo non avesse terminato la frase.

"...Selphie."

Le parole grazie e Selphie vennero dette all'unisono.

Rinoa pensò che in quel momento avrebbe potuto morire. Erano già al 'momento imbarazzante numero due' ed erano stati insieme per meno di quindici secondi. Tutto quello che riuscì a fare fu sorridere, sperando che nessuno l'avesse sentita. Perché diavolo aveva pensato che stesse parlando con lei!? Era il matrimonio di Selphie ed eccola già a causare problemi. Parte di lei voleva scappare via, ma aveva già promesso a se stessa che sarebbe andata fino in fondo... per i suoi amici.

"Anche tu sei carina, Rinoa," rispose il Comandante dopo alcuni altri secondi di silenzio. Diamine, sei più che carina... bellissima, fantastica, la persona più meravigliosa di questo pianeta. La sua mente correva, ma invece lui aveva deciso per l'aggettivo 'carina', poteva andare a casa adesso?

Questa volta lei non rispose, aveva già imparato bene la lezione. Era meglio affrontare quella giornata con un po' di dignità intatta. Lasciando andare la presa sul braccio di Zell, si spostò di fronte al suo accompagnatore, fingendo che gli ultimi minuti non fossero mai avvenuti.

"Diciamo che io e te andiamo a commuoverci all'altare," disse mentre lo guidava verso la coppia di porte principale.

Il Comandante guardò in silenzio Rinoa e Zell che sparivano nella chiesa, comportandosi come se lui non fosse altro che un estraneo. Anche se lei se ne era andata quasi tre anni prima, si sentiva come se se ne stesse andando di nuovo. E di nuovo, tutto quello che riusciva a fare era stare contro un muro e guardare impotente...

*~*~*~*~*

In qualche modo, per quanto Squall cercasse di dare a vedere di essere felice per i suoi amici, non poteva superare l'ondata di emozioni causata dal rivederla di nuovo. Così vicina, a portata di mano... se solo avesse potuto allungare un braccio, avrebbe potuto sentire la consistenza della sua pelle morbida. Ovvio, la manica sarebbe stata proprio davanti alla faccia del sacerdote, e sarebbe sembrato un po' sfrontato, ma questo non fermava il sogno ad occhi aperti che gli entrava in testa.

Si chiese come sarebbe stato sentire la seta delicata del suo vestito sotto alle dita, o la sua pelle di alabastro stretta forte tra le sue braccia. Di nuovo, sarebbe sembrato un po' imbarazzante che il testimone dello sposo sollevasse tra le braccia una damigella della sposa durante la cerimonia... ma non pensava davvero che i suoi amici ci sarebbero risentiti per quell'intrusione improvvisa. Giusto?

Il Comandante non riusciva a sentire il silenzio al di sopra del battito rapido del suo cuore, e dei respiri profondi e regolari che faceva. Un attimo, silenzio? Fu quanto bastava per riportarlo alla realtà per l'ennesima volta, quel giorno, mentre Irvine stava in piedi sorridendogli con malizia.

"Gli anelli, amico. Ce li hai, vero?"

Si mise una mano in tasca, cercando di non notare le centinaia di paia d'occhi su di lui. Ecco che se ne andava l'idea di rimanere il pilastro stabile del Garden di Balamb; si stava sbriciolando disperatamente come la polvere tra le rovine di Centra.

Aprì la bocca per borbottare una scusa, ma gli venne velocemente in mente che il silenzio era d'oro in quel particolare momento. Gli angoli della sua bocca si alzarono come tracce di un sorriso, mentre posava le due fedi nel palmo del suo migliore amico. Allungando il braccio, il Comandante diede una pacca sulla schiena dello sposo offrendogli supporto. Si chiese perché si fosse dimenticato di usare una junction a un Guardian Force quel giorno. Se c'era un momento adatto per usare una magia 'Stop' per andarsene in fretta, questo sarebbe stato un esempio da manuale.

Mentre la cerimonia continuava, sentì una piccola ondata di sollievo per il ritorno dell'attenzione sugli sposi. Anche se non era sicuro che l'attenzione fosse mai stata posta solamente su di lui. Si sentiva come se Rinoa, e la maggior parte della popolazione di Balamb, potesse vedere dritto attraverso la sua stupida confusione.

Squall si strofinò le tempie mentre i suoi pensieri affogavano la voce del sacerdote. Desiderò potersi concentrare di più sulla cerimonia, ma il suo cuore era apparentemente perso nei suoi infiniti ricordi. Era tutto quello che gli rimaneva, i ricordi della vita che avrebbe potuto, che avrebbe dovuto avere...

*~*~*~*~*

Era tardi, e davvero pochi studenti erano ancora svegli al Garden. Era una rovente serata d'agosto, quasi una settimana dopo il suo ventunesimo compleanno. Si assicurò di avere un tempismo perfetto; lei non se lo sarebbe aspettato ora... era passata la mezzanotte e non avevano pianificato di uscire fino alla serata successiva. Anche se, persino allora, lei non aveva idea dei suoi motivi segreti.

Le fece giurare di tenere gli occhi chiusi, minacciando di farle il solletico per vendetta se avesse rotto la sacra promessa e avesse sbirciato. E Hyne, quanto odiava che le venisse fatto il solletico con una passione mai eguagliata. Così lei lo seguì obbediente, facendosi guidare dal suo Cavaliere, le dita per sempre intrecciate con quelle di lui.

"Tieni gli occhi chiusi, Rin. Ti tengo d'occhio."

"Come puoi tenere d'occhio me, e allo stesso tempo guardare dove stiamo andando?"

"Perché sono dannatamente bravo e basta, e tu non dimenticartelo mai."

"Come se tu mi permettessi mai di farlo," lo stuzzicò in tutta risposta. "Squall, seriamente, dove mi stai portando? Sai quanto odio le sorprese."

"No, tu le adori... odi solo l'attesa."

"Bene, allora non farmi aspettare."

"Ma che divertimento c'è per me se lo faccio?"

"Sei un cattivone, non è vero Leonhart?"

"Ci puoi scommettere," rispose scherzoso, aprendo due porte di vetro.

La brezza calda della sera le danzò sul viso, mandandole un brivido eccitante lungo tutto il corpo. Lui la guidò attentamente fuori sulla veranda mentre i loro passi echeggiavano piano sul pavimento di marmo.

Lei sapeva esattamente dove si trovavano, adesso, ma fu colta di sorpresa quando il ricco profumo di fiori le riempì i sensi. Lui fece il gesto simbolico, più che pratico, di muoversi dietro di lei e appoggiare le punte delle dita sopra i suoi occhi.

"Ok," annunciò dolcemente, spostando le mani.

Il balcone era un mare di rose scarlatte. Delle morbide lanterne brillavano come lucciole luminose; le coperture di vetro proteggevano le piccole fiamme dagli elementi.

Non riusciva a parlare, non riusciva nemmeno a respirare, e se avesse detto qualcosa, di sicuro non sarebbe stato nulla più che una sillaba impossibile da sentire. Le braccia di lui le si strinsero intorno alla vita, attirandola verso il suo petto, mentre lui nascondeva il viso nella curva del suo collo.

"Buon anniversario Rinoa, tre anni fa, esattamente stasera, mi sono innamorato."

"Mi rimangio il commento sul cattivone," sussurrò mentre la brezza le accarezzava il viso, e il suo respiro caldo le accarezzava il collo. "Aspetta un attimo. Ti conosco da più di tre anni." Rise rendendosi conto della cosa.

"Uhm... sì," ammise lui imbarazzato. "Beh, è con me che hai a che fare... mi ci è voluto un po' di più per realizzare cosa provavo esattamente."

"Ma te ne sei reso conto, è tutto quello che conta." Sorrise, piegando la testa verso di lui.

Lui sollevò un po' la testa, posando dolcemente le labbra sulle sue. Poteva assaporarla, assaporare i fiori nell'aria, e l'umidità nell'aria stessa. Fu lei a separarsi per prima, lasciando che gli occhi si concentrassero sull'oceano di bellezza posato davanti a lei.

"Quindi, esattamente, che anniversario è?"

"Il giorno in cui ti ho liberato da Esthar... il giorno in cui ho guardato un campo fiorito e ho potuto vedere un'eternità... con te."

Lei avrebbe riso della sdolcinatezza se non fossero state le parole più romantiche che aveva mai sentito. E quei momenti con lui erano una rarità di per sé. "Sai, se mi avessi avvisato, avrei indossato qualcosa di più adatto che jeans e maglietta."

"Non preoccuparti," le sussurrò lui seducente all'orecchio. "Non li indosserai ancora a lungo."

Aveva l'anello in tasca quella sera, ma in qualche modo le parole gli erano sfuggite. Era paura quella che teneva a bada le sue vere emozioni, e quello alla fine sarebbe stato catalizzatore della sua caduta.

*~*~*~*~*

E così era lì in piedi adesso, a guardare mentre due amici si giuravano amore eterno l'un l'altro. Guardò Rinoa, anche se la sua mente protestava urlando contro quel gesto di debolezza. I suoi riccioli neri le cadevano dolcemente sulle spalle, e rametti di velo di sposa e piccoli fiocchi di seta le decoravano i capelli.

Non era tipo da nascondere le emozioni, e notò le tracce umide e argentate che le scendevano lungo le guance. Fortunatamente, lei era troppo intenta a guardare la scena che si svolgeva davanti a lei per notare il suo abbattimento.

La sposa si mosse verso l'altare, riportando l'attenzione dell'ex Cavaliere alla cerimonia. Guardò in silenzio mentre Selphie e Irvine si allungavano verso due candele sottili e appuntite, prima di portare le fiamme singole verso una candela centrale più grande. Insieme, si mossero all'unisono imitando una danza piena di grazia, accendendo una fiamma solitaria.

Era così bello nella sua semplicità, un gesto così simbolico senza parole od ostentazione. Due cuori, due anime che venivano legate tra loro, per sempre una sola.

E questo era ciò di cui aveva paura? Di condividere qualcosa di così personale, ammettere i suoi sentimenti, le sue paure, a qualcun altro a parte se stesso? Guardando al passato, si rese conto di averla allontanata dal momento in cui lei si era avvicinata abbastanza da toccargli la pelle nuda.

Non era ovvio. Anzi, era mascherato con precisione furtiva, che si confondeva nella formula della loro esistenza quotidiana. Nascosto nelle parole dolci e nelle notti in cui i loro corpi erano uniti sotto le lenzuola. Era lento, quasi metodico, ma comunque sempre presente come una pantera che caccia nelle piane ricoperte di erba.

Rinoa sorrise leggermente, fallendo miseramente nel tentativo di nascondere le lacrime che le macchiavano le guance. Era dolceamaro essere di nuovo qui, di nuovo nella vita che aveva così disperatamente desiderato anni prima. E ammettere solo nel più profondo del cuore che era ancora la vita di cui sognava nelle sue illusioni notturne. Il suo Cavaliere sembrava così estraneo, eppure con una familiarità ineguagliabile. Squall era ancora come lo ricordava, un po' più vecchio, ma la maturità gli si adattava bene.

Dalle vecchie fotografie che aveva visto di Raine, notò che Squall somigliava di più a sua madre, cosa per lei sorprendente. Si era aspettata che lui somigliasse di più a Laguna. Pensò che lui avrebbe potuto trovare una sorta di conforto cupo in questa osservazione, ma abbandonò l'idea di affrontare l'argomento... o qualsiasi argomento, se era per quello. Doveva solo allontanarsi da lui, senza sentirsi come quella bambina spaventata che aveva sempre bisogno di essere salvata.

Le linee formali del frac enfatizzavano solo la sua maturità, sottolineando la sua mascella e i lineamenti fini. Dio, doveva smettere di pensare a questo modo, non era né il momento né il luogo, né era per il suo bene. Aveva già fatto quella strada, e stava ancora affrontando la carneficina che ne seguiva.

Distogliendo gli occhi, guardò la sposa e lo sposo che si baciavano per la prima volta come marito e moglie. Rinoa batté le mani mentre la chiesa esplodeva in un applauso spontaneo e in alcuni fischi da parte di alcune delle vecchie conoscenze di Irvine.

Era completamente non intenzionale, ma in qualche modo l'attenzione di Rinoa tornò sul Comandante. Venne colta nel suo atto di debolezza; i loro occhi si incontrarono, facendo fermare le regole del tempo. Era profondo, penetrante, e un annebbiamento le divorò ogni nervo del corpo. Due paia di occhi, nessuno dei due che rifiutava di spezzare la facciata che avevano cercato così duramente di dipingere.

Lei sorrise, nascondendo il disagio che le ribolliva dentro, e annuì consapevolmente verso di lui. Una mano magra si mosse sulla sua spalla, ponendo fine alla riunione silenziosa tra i due.

"Non posso crederci," disse Quistis abbracciando più forte l'amica. "È solo così surreale... mi aspetto solo di svegliarmi e avere Selphie che si precipita nella mia stanza con altri problemi con Irvine."

"Non preoccuparti," rispose Rinoa, ricordandosi anche troppo bene la sensazione. "Scommetto dieci guil che sarà nella tua stanza entro la fine del mese."

"Io alzo la scommessa a venti," disse Zell da dietro le tue damigelle d'onore. "In più metto in gioco un'eccitante notte in città con me come vostro accompagnatore personale."

"Trattenetemi," replicò sarcastica Quistis. "Una notte di birra scadente e cena al bowling."

"Oh, sono sicura che Alexandra sarebbe felicissima di sentirlo." Rinoa fece un gesto verso il gruppo, immaginando che la sua ragazza fosse presente da qualche parte.

"Beh, non viene più al bowling con me... dopo l'ultima volta. Non penso che le interessi davvero..." Fece l'occhiolino, mettendo le braccia intorno alle due donne. "Ancora non concorda che il bowling dovrebbe essere classificato come 'sport da contatto'. Erano solo un po' di costole ammaccate e una frattura minore del polso."

"Io... non... penso... di volerlo... sapere," articolò Rinoa lentamente, cercando di impedire alle immagini di perseguitarla.

L'insegnante guardò la Strega affermando con fermezza, "no, non vuoi davvero."

"Allora, voi due pensate di tenermi un ballo alla festa? Il primo è per Alex, ma quello successivo va all'intera parte femminile della festa di nozze. Beh... e alla Madre... e a Ellione... e..."

"Sicuro Zell." Rinoa interruppe la lista, non sapendo quanto a lungo potesse continuare. Si voltò scherzosa verso il combattente, "ma solo con l'accordo che ci sia solo il 'minimo' contatto fisico. Non voglio dover cercare un medico prima di buttarci in pista... per tua conoscenza, 'buttarsi in pista'... non va preso alla lettera. Mi serve avere tutte le ossa intatte e utilizzabili per il lavoro, ok?"

"Cavolo, Rin, quando sei diventata così musona? Sono abbastanza sicuro che ballare, se è fatto bene, può essere letale quanto una qualsiasi arte marziale. Non ti sei storta la caviglia o una cosa così ballando con i tacchi alti? Vedi, di nuovo uno sport molto pericoloso."

"Sì," si difese lei senza pensare, "ma quello proprio non conta, dato che è stato solo perché Squall ha girato quando invece avrebbe dovuto-"

Il ricordo sembrava bruciato nella sua mente; era il primo ballo per la promozione a cui avevano partecipato come coppia. Dopo Artemisia, dopo che la loro fama era svanita, dopo che avevano potuto andare avanti con una sembianza di vita normale.

Aveva cercato invano di insegnare a Squall alcuni passi di danza più elaborati. Era uno studente molto attento per la prima parte della coreografia. Era solo che... beh, quando arrivavano alla seconda parte si erano solitamente arresi a desideri più primitivi. Era il sentimento spensierato della gioventù, l'esuberanza dell'innocenza che veniva persa volontariamente con l'altro. Un sentimento che desiderava fortemente sentire di nuovo. Quando la vita stessa sembrava meno sporca, anche attraverso la lotta e lo spargimento di sangue.

"Sono inciampata... hai ragione, non avrei dovuto indossare tacchi alti. Errore mio. Quelle cose dovrebbero avere un'etichetta di avvertimento stampata chiaramente sull'esterno della scatola," cercò di scherzare, non volendo indugiare ancora sul ricordo.

"Sono sicura che starai bene stasera, Rinoa." Quistis cercò di mantenere leggera la conversazione. "Solo assicurati di toglierti le scarpe."

L'insegnante poi spostò gli occhi, mentre la coppia di novelli sposi finiva di salutare il primo gruppo di invitati. "Penso che sia ora di scappare per la libertà. Penso che se ce ne andiamo alla svelta, la maggior parte delle amiche di Irvine tornerà a Deling con tutte le ossa intatte e in ordine per il lavoro."

"Cosa?" chiese Rinoa, cercando di trattenere le risate.

"Lunga storia... cena di prova ieri sera."

"Di nuovo, penso che sia meglio che non lo sappia." Rinoa ridacchiò al pensiero di altre possibilità. Non ricordava di essersi sentita così a proprio agio tra amici da lungo tempo, eppure ugualmente innervosita.

"Dai, bellissima," disse Zell, allungandosi a prendere il braccio di Rinoa, guidandola lungo la navata.

La giovane Strega guardò il pavimento, camminando sul tessuto di lino che portava all'ingresso. Centinaia di petali di rose giacevano eloquentemente sparsi sul materiale color cenere. Sembrava che una pioggia di lacrime scarlatto fosse scesa dai cieli. Colse il profumo del suo bouquet di fiori freschi che aleggiava nell'aria.

"Tre anni fa, esattamente stasera, mi sono innamorato..."

"Il giorno in cui ho guardato un campo fiorito e ho potuto vedere un'eternità... con te."

Per un momento, pensò di essere sul punto di soffocarsi per quello squallido odore. La fragranza la riportava alla cosa più romantica che lui avesse mai fatto, l'ultima cosa romantica che avrebbe mai fatto.

Due mesi più tardi, avrebbe sentito di nuovo il profumo di rose tagliate di fresco, ma questa volta sarebbe irradiato dalla bancarella di un venditore per strada. Una bancarella accanto a cui sarebbe passata mentre gocce di pioggia le trapassavano il corpo come migliaia di briciole di vetro, mentre la fragranza delle mercanzie si mescolava a quella del diesel del motore del treno. Il treno che l'avrebbe portata via da lui, lasciando indietro tutto quello che aveva mai voluto, mentre sperava, pregava, che lui avrebbe trovato il coraggio che gli mancava... ma quel momento non venne mai.

E aveva realizzato molto tempo prima che non sarebbe mai venuto.

*****
Nota della traduttrice: la scorsa volta, vi ho detto che avrei chiesto il permesso di Ashbear per inserire tra i suoi preferiti le storie che danno il titolo ad alcuni capitoli di After the Fall: ebbene, l'ho avuto, quindi date un'occhiata anche ai suoi preferiti^^
La storia che dà il titolo a questo capitolo è Definition of a Sunrise di Noacat; ed è stata tradotta. Trovate il link tra i preferiti di Ashbear su questo account. Si tratta di una storia su FFVII.
Aggiunta del 10/03/2013: ho corretto alcuni errori che mi erano sfuggiti. Mi devo scusare: all'inizio di questa traduzione ho usato un programma di dettatura, ma noto che ha fatto più danni che altro.
Vi ricordo come sempre la newsletter e che ogni commento verrà tradotto & inoltrato ad Ashbear. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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