My Fault
Fuggi da me?
È ciò che
vorresti…
Corri
spaventata, mentre il tuo fiato caldo si sottrae dalle tue carmini labbra,
carnose e perfette, e
si condensa in flebili bagliori opachi, irregolari e rapidi, stagliati nel nero
delle tenebre che ti avvolgono.
Sei candida, così innocente e
fragile da non sembrare nemmeno reale.
Eppure
il tuo viso, i tuoi lineamenti delicati, la tua pelle liscia e fresca come
questa notte di oscurità e morte, il profumo della tua
vita, sono tutti reali e vividi nella mia mente.
E mentre ti volti per vedere quanto io sia
vicino, leggo nei tuoi occhi il terrore e nelle tue lacrime la disperazione.
Fuggi.
Usi
tutta la forza che hai in corpo per allontanarti da me
il più possibile, cercando una via di scampo. Ma sai
che non esiste, perché io sarò sempre più veloce delle tue esili gambe.
Fuggi.
Aggrappandoti
all’ultimo barlume di speranza che irrazionalmente continui a vedere,
illudendoti che la vita non ti abbia voltato le spalle.
Fuggi.
Attaccandoti
a quegli ultimi attimi di vita che ti restano, attimi
di terrore, attimi in cui il cuore sembra uscirti dal petto per la foga con cui
batte.
Non è così che avresti voluto morire, vero?
Saresti
dovuta morire forse tra sessant’anni o più, in un
caldo letto, serenamente, circondata dai tuoi cari.
Ma
è crudele come il destino cambi le
tue sorti non appena entra in gioco uno come me.
Perché io sono colui che squarcia la realtà, che non dovrebbe esistere in
quest’epoca, che ora segnerà per sempre il tuo destino e la tua fine.
Perché,
anche se così non dovrebbe essere, io strapperò a te la vita come anni or sono è stata strappata a me, creatura innocente qual ero e
ora ripugnante assassino di altrettanti innocenti.
Sono
diventato come ciò che mi fece diventare tale, come
ciò che cambiò la mia natura, come ciò che mi portò ad uccidere centinaia di
persone per permettermi di continuare quella che per abitudine chiamo vita.
Perché chiamarla semplicemente esistenza è una
mostruosità anche per me, che volevo vivere con tutto me stesso.
Ma
cosa c’è di giusto in fondo nella vita e nel mondo?
E così io ora sacrifico te, in nome di un
ingiusto mio capriccio, per poter continuare la mia falsa vita.
Corri, bianca creatura, fuggi,
lotta, tenta di scappare, di allontanarti.
Tenta di vivere…
E vorrei lasciarti vivere, ma il mio istinto
è più forte della mia volontà corrotta e mi spinge a cercare nella vita degli
altri la vita che persi a mio tempo.
Ma
per lasciarti vivere sarei dovuto morire quando
divenni un vampiro.
Forse
la mia vita rubata…
Forse
la sfortuna di esserti imbattuta in me…
Forse il fatto di esserti ritrovata a vagare da sola, questa
sera…
O forse quella pietra maledetta su cui sei
inciampata mentre fuggivi alla morte…
Maledetta, l’hai condannata…
Queste,
le cause…
Ti
raggiungo in meno di quanto tu possa anche solo
immaginare.
Sento
chiaramente i battiti rapidi e sordi del tuo cuore in tumulto.
Accelera, recupera
i battiti che ti negherò con il mio morso, e godi del
tempo che ti rimane.
Vedo
sotto la candida pelle fresca del tuo collo le piccole vie della vita.
Il
percorso della linfa vitale di cui sola mi nutro da
anni.
Non
serve più affannarti, sono qui.
E ora porrò fine al tuo terrore.
Come
l’insetto nella tela del ragno,
come la lepre nelle fauci del lupo,
come la preda nelle grinfie del predatore.
Come
la ragazza catturata dal vampiro.
Ora
sei nelle mie mani.
Le
mie labbra entrano finalmente in contatto con la pelle del tuo collo.
I
miei denti affondano nella carne, così calda e viva.
Gemi
di dolore, sempre più debolmente, mentre la tua vita lascia lentamente e
dolorosamente il tuo corpo per entrare nel mio.
Tu
piangi per ciò che perdi e io gioisco per ciò che acquisto.
Finché il tuo cuore non cessa di battere e la tua
bocca non esala il tuo ultimo respiro, non lascio il tuo corpo.
Due
piccoli fori rovinano la tua armoniosa bellezza, e un diverso candore ora
invade la tua pelle.
Un
rivolo rosso, sottile e scuro, scivola lento dalla ferita che io stesso ti ho
provocato, portandoti alla morte.
Non
mi era concessa altra scelta.
L’istinto
è ciò che siamo, la ragione è ciò che cerchiamo di
essere.
Ed il mio istinto mi ha portato ad essere un
assassino, perché non avrei potuto farti diventare come me.
Mentre la mia ragione, se ora i tuoi occhi vitrei
e vuoti, ancora aperti, segnati da quell’immenso dolore che ha pervaso i tuoi
ultimi attimi di vita, potessero ancora vedermi, vedrebbero i miei occhi
lasciarti un solo messaggio:
Mi dispiace.
Ma non serve a nulla fartelo sapere ora, in
questa notte in cui l’ennesima creatura innocente ha lasciato questa terra per
mano di chi è stato privato della vita a sua volta.
E che ora è un non morto.
E
ora giaci sull’asfalto, crudele è questo destino che ti ha lasciata
morire, come un fiore strappato che appassisce. Un candido fiore bianco che
muore nel gelo delle tenebre.
E ora sei cadavere.
Spento.
Freddo.
E ora sei nulla.
*Spazio autrice*
La storia mi è venuta in mente ascoltando la canzone dei Blind Fool Love, Vampiro, e anche
se non sono riportati i versi della canzone ho deciso
di postarla come song fic.
I personaggi non hanno un nome, come potete vedere: si tratta di
un vampiro, vampiro ormai da molto tempo, che si trova
davanti all’ennesima vittima e ripensa al suo passato e a ciò che ha dovuto
subire e fare, alla sua vita che non è vita, e alle sue colpe.
Spero vi sia piaciuta, non pretendo nulla, ma vi sarei grata se
mi lasciaste un commentino, anche negativo, perché sono
sempre graditissimi. ^^
Baci, un grazie enorme a chi legge e a chi commenta!! (e un grazie speciale a LadyWolf che mi ha suggerito il titolo!^^ Thank yooouuuuu!!!)
DolceGg94