Salve
miei cari lettori! Quest’oggi vi posto una storia a cui sto
lavorando insieme a
Psyker_ (che potete trovare sul sito sotto questo nome): questo
è il nostro
secondo lavoro insieme (il primo lo potete trovare tra le opere di
Psyker_ e
riguarda Final Fantasy VIII). Detto questo vi lascio alla lettura!
L’alba
di un nuovo giorno
a Los Angeles, una nuova e afosa giornata era appena cominciata.
Samantha
Tyler, una
leggenda nel suo campo, si era appena svegliata. Andò in
bagno,e si lavò la
faccia davanti ad uno specchio. Era ignara di cosa la aspettasse.
Il
lato negativo
dell’essere una Detective pubblica, era quello di doversi
alzare ogni giorno,
volente o nolente, per investigare sulle morti della brava gente. Ma a
lei non
importava più. La morte era ormai una collega di lavoro, e
non si sentiva più a
disagio ad affrontarla.
“Ehi
ciao! Non ci si vede
da tanto eh? Non ti preoccupare, tra qualche settimana sarò
in città e verrò a
trovarti! “ Trovò una cartolina nella cassetta
della posta.
“Idiota.”
Quello era un
suo amico, un partner che l’aveva accompagnata per
cinquantatre dei ben
novantanove casi che Sam era riuscita a risolvere.
Detective
privati? Ecco
un’altra motivazione per odiarli! Non concepiva che qualcuno
potesse averla
abbandonata, lasciando il proprio posto di lavoro, per fuggire verso
nuovi rosei
orizzonti.
Si
stava dirigendo verso
il suo ufficio, ma durante il tragitto fu fermata da una telefonata.
“Ehi
Sammy! Sono
orgoglioso di affibbiarti il tuo centesimo caso! Inutile dire che mi
aspetto un
successo da te! Ti manderò un sms con tutti i dettagli del
luogo del delitto,
la tua squadra è già sul posto.”
Samatha
raggiunse il
luogo del delitto in dieci minuti di automobile.
Sul
luogo fu accolta da
Brendon Farrel.
“Ehi
Sammy! Come butta?”
“Non
chiamarmi Sammy, e
non perdiamoci in chiacchiere ragazzino.”
Non
era una cattiva
persona questo Brandon, era solo un po’ giovane ed inesperto. Era nel gruppo di
Samantha, sotto la sua
tutela, da circa tre mesi. Aveva vissuto a New York, e si era
trasferito da
circa un annetto a Los Angeles per fare un tutorato: avrebbe dovuto
imparare
sul campo, ciò che aveva già studiato in teoria.
Nonostante si rivolgesse a
Samantha in maniera informale, non era indisponente, anzi assumeva con
grande
interesse il suo umile compito: era li semplicemente per spiegare la
situazione
trovata al momento del ritrovamento.
“Dimmi
tutto Farrel.”
“Bene,
la vittima è
William Bradley, è
stato ritrovato morto
da sua figlia Lauren nella sala della cassaforte. Apparentemente
è stato ucciso
da un taglio netto a livello della carotide. La cassaforte presenta dei
danni
in superficie, ma non è stata aperta.”
“Perfetto.”
La
detective Tyler
proseguì verso la scena del crimine.
“Che
mi dici Nate?”
Nate
era quanto di meglio
potesse chiedere una detective: insieme valeva quanto la più
attrezzata delle
squadre della scientifica. Era con Samantha quasi dal principio, ed
è dovuto
anche a lui l’ampio numero dei suoi successi. Aveva un dono,
per quanto fosse
macabro: era capace di capire la situazione al momento preciso
dell’assassinio
con una rapida occhiata.
“Eccoti
arrivata Sam. Ho
dato una rapida occhiata alla situazione. Posso dirti che la vittima
è stata
colta di sorpresa: ha probabilmente sentito un rumore alle sue spalle,
e per
questo ha compiuto una rapida rotazione facendo perno sulla gamba
destra, come
testimoniato dalla torsione del tappeto sotto il suo piede. Per il
resto ti
posso dire che è stato probabilmente ucciso da un coltello
lungo tra i 15-20
centimetri.. è stato un rapido colpo partito da in basso a
sinistra, che ha poi
colpito la gola, percorrendo una traiettoria obliqua verso
l’alto e la destra.
A giudicare dallo schizzo di sangue, il colpo è stato
particolarmente violento,
e ha sezionato la carotide. Più di questo al momento non
posso dirti..
permettimi di fare qualche ulteriore analisi.”
“Fai
come credi Nate.”
Dopodichè
prese in mano
il cellulare, per chiamare l’ultimo membro del suo staff.
“Pronto?
Ci sei Seraphine?”
Seraphine
Connors.
Origini francesi. Era una delle menti più brillanti che Sam
avesse mai incontrato.
Era con lei da una cinquantina di casi, ed era una persona molto
disponibile.
Usciva poco con gli altri ragazzi. Per lo più se ne stava
nello studio,
racimolando informazioni. Si poteva considerare una banca dati vivente;
era
laureata in ingegneria informatica, e non c’era niente che
non fosse in grado
di fare con un computer a sua disposizione.
“Dimmi
tutto Sam”
“Ho
bisogno di un favore:
devi dirmi tutto ciò che scopri sulla famiglia Bradley..
voglio da subito
sapere se ci sono precedenti in famiglia, e ancora meglio se ci sono
aspetti
oscuri che probabilmente nessuno qui dentro sarà disposto a
confidarmi.”
“Fidati
di me!”
A
quel punto tirò fuori
un taccuino; ciò in cui Samantha era imbattibile infatti
erano le indagini: era
capace di venir fuori pure dai più intricati enigmi, ed era
capace di farsi un
quadro completo dei sospettati quasi istantaneamente. Si poteva
definire una
persona sospettosa, seppur onesta.
“Adesso
tocca a me!”