Black
Coffee & strawberry flavoured pie
La giornata
inizia sempre alle 6.00 del pomeriggio
per me. Tutto il resto non m’importa,
esistono solo queste benedette quattro ore di lavoro. Non
avrei mai
creduto che un ragazzo ribelle come me, che parla in faccia alla gente,
che ama
stare in giro dalla mattina alla sera senza fare niente, sarebbe
arrivato ad
amare in maniera così viscerale, un lavoro monotono e
ripetitivo come lavorare
in un caffè. Forse non è il lavoro che amo. Forse
è un altro il motivo che mi
costringe a stare qui per essere felice, forse è la tua
persona ad attrarmi
così follemente in questo luogo..
Eppure
è
iniziato da poco – anche se sembra che io sopravviva grazie a
te da una vita –
questo gioco dal quale non riesco a cavarmi fuori, e non riesco a
capire.
Perché io?
Qualcuno
dovrebbe spiegarmelo..
***
Eccoti
lì, in perfetto
orario. Come tutte le volte. Sai, avevo una paura terribile di non
vederti
oggi, per via del tempo grigio, ma tu non mi hai deluso. Non
l’hai mai fatto.
Oggi hai messo
la maglia
viola che mi piace tanto e hai lasciato i capelli al naturale, un
po’
arruffati, che ti incorniciano il viso candido in ciocche scomposte.
Fuori piove,
perciò ti
stai togliendo la giacca
inumidita, appoggiandola all’appendiabiti. Il tuo profumo ora arriva fin qui. CO2, vero?
Potrebbe essere
uno spunto
per una conversazione, chissà? (se
solo
ne avessi il coraggio)
Servo gli altri
clienti
senza perdere un tuo movimento. Ti
seguo
con lo sguardo. So già cosa ordinerai, ma non voglio perdere
l’occasione di
parlarti. Sei peggio di una droga, sei una scarica elettrica continua
lungo la
schiena, mi crei dipendenza.
Ti avvicini con
quel tuo
passo deciso che mi scioglie, il pantalone lucido, che sembra esserti
cucito
addosso, risalta le tue gambe perfette, nonostante tu sia bassino. Lo
fai
apposta?
A me sembra di
si.
Ti fermi a pochi
centimetri da me, giusto
lo spazio che
occupa il bancone, altrimenti mi staresti addosso… oh dei, quanto vorrei essere al posto di quel
pezzo di legno..
In questi
momenti mi rendo
conto di come staresti bene tra le mie braccia – mi sembra di
percepire il tuo
calore sulla pelle - e,
anche se non dai
l’idea di essere un tipo fragile, di come il mio corpo sembri
fatto apposta per
farti asciugare tutte le lacrime che potrebbero brillare attraverso
quegli
occhi bellissimi, di un castano intenso come la cioccolata.
Giochi per un
po’con i
capelli arricciati dal tempo piovoso, ai lati delle guance, mentre
guardi i
dolci esposti fingendo di scegliere… eppure sappiamo
entrambi che
sceglierai la torta alle fragole che ti
preparo con tutto l’amore che provo… Per un attimo
mi guardi, e giuro! Quello
che mi hai rivolto sembrava proprio un sorriso! Il mio cuore perde vari
colpi
prima di accelerare ancora un’altra volta, paurosamente. Mi
sento in imbarazzo,
scommetto che il casino che fa battendo, lo senti anche tu ora, che con
il tuo
sorriso mozzafiato – rivolto solo a
me – e la
tua voce profonda e
roca, ordini con la solita impostazione, che ho imparato ad amare
più d’ogni
altra cosa♥♥
«torta
di fragole, e caffè
nero, per favore»
…Sei
troppo perfetto per
essere vero…
Annuisco,
incapace di fare
altro. La tua sola presenza mi manda in pappa il cervello. Ti do la
fetta più
bella, quella piena di fragole come piace
a te e
preparo con tutto l’impegno il
tuo amato caffè nero, perché per poter toccare le
tue labbra dev’essere
buonissimo.
Voltarti le
spalle per
armeggiare con la macchinetta, è sempre l’impresa
più difficile, perché ho
paura che perdendo il contatto visivo poi
non sia in gradi di ritrovarti e che quindi tu sparisca..
Il
caffè è pronto mi giro
con lo sguardo basso per nascondere le guance arrossate, te lo porgo in
silenzio , ma guardando in avanti tu
non
ci sei.. ho un tuffo al cuore… che tu sia sparito
come nei miei peggiori incubi?
Ti cerco con lo
sguardo,
ma niente. Mi dimentico di respirare
-
tanto paragonato a te il respirare diventa secondario - perché sei tu la
mia fonte di sopravvivenza. Gli
occhi mi pungono fastidiosamente. Non
sto per piangere, vero? Guardo allarmato
l’attaccapanni… la tua giacca di pelle, asciugata
dal calore dell’ambiente, è
lì che spicca tra i cappotti anonimi e sciupati, un
po’ come tu spicchi tra il
resto delle facce che mi ritrovo davanti ogni giorno. Non
c’è più nemmeno il
piattino di porcellana che ti avevo dato poco fa, che stupido. Sarai
andato a
sederti per aspettare. Mi sfugge un sorrisetto.
Ecco che mi
sbuchi
davanti, con i tuoi sorrisi che m’illuminano il mondo. Fai
più luce tu, che il
sole in una giornata limpida. E non lo dico per fare il ruffiano, io ti amo, davvero.
«
scusami, sono andato a
posare il piatto sul tavolino.»
Passi la mano
sul bancone, come per
accarezzarlo, e poi te ne vai donandomi un ultimo sguardo.
La tua scia
è quasi tangibile. Passo
l’indice sul percorso
della tua mano,
sembra scottare. Tornando a ritroso, la mia mano incontra un pezzo di
carta
ruvida. Ha il tuo profumo.
Mi sento
avvampare.. mi ha
rivolto la parola solo per dirmi questo? – scusami – hai detto.. e di cosa
dovrei scusarti? Tu
che sei la mia vita, può permetterti ogni
cosa con me! Un attimo! Mi ha dato del tu
… Un normale cliente avrebbe preso il
caffè zitto e sarebbe andato,
invece tu mi hai chiesto scusa prima di prendere la tazzina e voltarmi
le
spalle con un gesto fluido.
E
mi hai lasciato anche un bigliettino.
Sto
impazzendo, anzi… mi fai
impazzire.
Chi sei per
farmi questo? Hai cambiato la
mia vita.. se qualche giorno fa ero Ryo, ora non so più chi
sono. So solo che
ti voglio.
Apro
il bigliettino tremando e leggo tutto
velocemente, hai una calligrafia stupenda.
“puoi
raggiungermi al mio tavolino?
Takanori”
così
dice.
Takanori, eh?
È dunque questo il nome
della persona che amo alla follia?
Caccio il
bigliettino nella tasca dei
pantaloni e mi dirigo a passo spedito verso il tuo tavolino, con il
cuore in
gola.
Mi avvicino con
un mezzo inchino, e ti
volti per guardarmi.
Ormai credo di
non avercelo un cuore,
batte così forte che non lo sento più.
con una mano
afferri il colletto della
camicia e mi avvicini al tuo viso.
Mi fai
morire…
«
cosa…?» soffio con la poca voce che ho
in gola.
Mi guardi un
attimo, come per studiarmi
l’anima, trattieni il respiro e lasci la presa. Peccato…
Mi aggiusto il
colletto sgualcito e mi
raddrizzo. Ho un leggero affanno.
Se si
potesse morire di te, sarebbe la morte più dolce e piacevole.
« Sei
Ryo, giusto?» dici
serio spezzando il silenzio. Fai poi
cenno di sedermi.
Cosa credi che
sia, un maid cafe’? Mi
guardo intorno, per vedere se il capo è in giro. Mi sembra
di sentirlo : “non si portano amici
nel locale!! Sei qui
per lavorare, non per fare quattro chiacchiere!”
Tiro a me la
sedia ma tu mi fermi
bloccandomi la mano.
« che
stupido… » mi
fai l’occhiolino, per scusarti. Posso
morire ora?così la mia
vita è perfetta.. «…
ho dimenticato che devi lavorare,
scusami. Ora ti scrivo il mio numero, chiamami quando hai finito qui,
ok? L’ora non ha importanza
basta che
mi chiami .»
Strappi un pezzo
di tovagliolo prendi la
penna dalla tasca, e con la tua stupenda calligrafia disegni
il tuo
numero di
cellulare. Me lo
porgi, ma io sono
troppo imbambolato per accorgermene, così rapito dal tuo
viso – non sembri
affatto un mio coetaneo -. Allora prendi la mia mano, ci metti il
foglietto
dentro e me la chiudi a pugno. Sorridi scuotendo la testa. Che figuraccia. Ricambio il gesto e torno
al bancone con la tazzina
vuota in mano.
Senza farmi
vedere – mi prenderebbero per
pazzo – appoggio le labbra dove hai bevuto, immaginando di
baciarti … che bello
sarebbe..
Basta. Mi rovino
così. Sto correndo
troppo con la fantasia. È già tanto che mi hai
parlato. Di solito ti limitavi a
guardarmi curioso, ma oggi è stato diverso. Oggi sono
riuscito ad avvicinarmi
un po’ di più e non sai quanto ne sono felice.
Anche la pioggia sembra affievolirsi assecondando il mio
umore.
Oggi mi hai
fatto tanti regali, uno più
bello dell’altro, ma non so se me li merito sul serio:
- Mi hai sorriso;
- Mi hai
parlato;
- Mi hai fatto
l’occhiolino;
- Ti sei
ricordato il mio nome;
- Mi sei stato
così vicino che potevo sentire il tuo respiro sulla
pelle;
- Mi hai dato il
tuo numero.
Oh dei.. non
credo di reggere.. forse sei
tu che corri un po’ troppo amore…
Se continui
così io finirò di esistere..
Sono
così felice che dovrei meritarmi una punizione dal cielo,
per tornare con i
piedi per terra.
Suzuki Ryo =
colpito e affondato.
okay, grazie mille per aver letto la mia primissima ff yaoi! Il pairing è Reituki, ovvio. Ho voluto renderla una sorpresa. chissà all'inizio chi avete pensato che fosse? =P
Sarei curiosa di sapere cosa ve n'è parso di questo primo chappy di una love story (?) e quale pairing vi è sembrata fino ad un certo punto.
Per i personaggi ho pensato a Ruki con il look tipo Before I Decay ( specialmente i capelli, perchè boccoloso è sexy *O* ) , invece Reita "cameriere style" tipo Silly god disco, non so se rendo l'idea.
grazie per chi ha letto, però per favore, gradirei una recensione da parte vostra per sapere se vi piace e se devo continuarla!
grazie, Dummy_Star..