Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Ricorda la storia  |      
Autore: Elos    19/05/2010    13 recensioni
E' andato con lui. La vostra vita, Ed, Al, si potrebbe riassumere così. Ha cercato di resuscitare la madre e Al è andato con lui. E' diventato Alchimista di Stato e Al è andato con lui. E' scomparso in un altro mondo, il colonnello dice che non tornerà, mai più, e Al è andato con lui.
I frammenti erano sempre più piccoli. Tagliavano. [...]
Ispirata alla prima serie dell'anime e a Il conquistatore di Shamballa.
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Amestris, 1921. Resembool, 1915.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Resembool, 1919.




Caro Edward.

Mi sveglio al mattino con la schiena a pezzi e i vestiti stropicciati per aver dormito appoggiata al tavolo, la testa tra le braccia e le braccia tra i pezzi sfusi degli automail, viti e sponde di ferro, chiavi inglesi, i cacciaviti: e la prima cosa che sento è l'odore del metallo.
Ed, mi sveglierei con questo stesso odore se ti dormissi accanto.

Caro Alphonse.

Una carezza sulla testa di Den, scendendo le scale. Il rumore metallico della sua gamba artificiale è un rintocco da pendolo giù per i gradini: mi tiene compagnia mentre metto sul fuoco il bricco pronto e mi siedo al tavolino.
I giorni qui sono quasi sempre da sole limpido, cielo pulito e aria tersa. Nelle belle mattine si vede lontano, lontanissimo, la strada che scorre via, i campi e le colline bordate di nuvole. Se spalanco le finestre il vento spinge verso di me il profumo del latte.
Piaceva ad Al. Non piaceva a Ed. Quando chiudo gli occhi siete ancora qui con me, due teste dorate intorno al tavolo, a bisticciare sulle tazze piene.

Ed, ho visto il rottame cadere dal cielo ed ho pensato che c'eri tu, sopra. Che stavolta non ci sarebbe stato più da credere che saresti tornato indietro. Che non avrei più dovuto - potuto - aspettarti.
E' stato quando il colonnello Mustang è tornato indietro da solo che ho scoperto che non avrei mai più aspettato neanche Al.


Caro Alphonse. Caro Edward.
Avete passato una vita a cercarvi, voi due. A inseguire l'uno il corpo dell'altro, l'uno i ricordi, i pezzi, la vita dell'altro, attraverso due mondi, due tempi, migliaia di storie.
Mentre voi vi cercavate, io vi aspettavo. Io conservavo casa, qui.

Mi manca ripararti, Ed. Potevo toccare la tua pelle: si increspa di sfregi dove si unisce alle protesi, ma appena più in là è morbidissima. Se facevo correre la mano verso il centro della schiena potevo sentire la clavicola sporgente come un'ala rotta, la spina dorsale flessibile, infantile. Sulle gambe non c'era quasi peluria, me la lasciavo passare sotto le dita.
Conosco il tuo corpo a memoria, Ed. Lo conosco anche meglio del mio, perché io, il tuo, l'ho misurato sin da quando eravamo bambini. L'ho ricostruito senza bisogno di guardarlo; mentre crescevi di là, dall'altra parte, crescevi anche qua, dentro di me.

Se avessi saputo prima che mi sarebbe toccata tutta questa infinita attesa, Ed, forse avrei dato più valore al modo in cui ti toccavo. Forse te l'avrei detto, anche, quanto mi piaceva.


- - -




Certe volte la vita è una vita felice anche così. Certe volte è una vita bellissima, magnifica, con il sole e i bambini dei vicini e quelli che il maggiore Armstrong porta spesso da noi, una vita sempre in viaggio tra Resembool e Rush Valley con una cassetta degli attrezzi a farmi da valigia.
Mi piace riparare le cose. Il metallo lucido che regge una gamba, un piede. Che sostituisce un braccio. Che restituisce la possibilità di camminare, quella di correre, a chi l'ha persa.
Ed, le tue dita di metallo si tendevano sempre verso quel che andavi cercando. Avrei voluto poterti costruire una mano forte abbastanza da permetterti di afferrare il mondo.

Anche senza di voi, anche quando non è una vita felice, è comunque sempre una buona vita: c'è tanta pace, adesso, dappertutto. Sembra che un grosso peso sia scivolato via dalle spalle della gente, perché tutti hanno un'espressione più distesa.
I giorni senza guerra si segnano sul calendario uno dopo l'altro. Ne abbiamo accumulata tanta, tutta insieme, troppa per chiunque in una sola vita. Dobbiamo smaltirla con calma, ricordando sempre che la guerra c'era solo ieri, non è lontana, è solo un passo alle nostre spalle.


Ogni tanto devio per Central City per andare a trovare Elycia e la signora Glacier.
La signora Glacier prepara sempre la torta di mele quando passo per casa Hughes. Ha un profumo buonissimo, il profumo fragrante delle cose familiari, l'odore delle cose che si consolidano negli anni e nel calore. Mi ricorda i giorni in cui ero convinta che sarebbe stata solo questione di impegno, solo questione di tempo. Avrei potuto riabbracciare Al. Le tue mani, Ed, sarebbero state fatte di carne, tendini, ossa, entrambe. Avrebbero avuto sangue, dentro, a pulsare forte nei polsi.

- Ti sei fatta più grande. - Mi dice la signora Glacier.
La signora Glacier ha un sorriso meraviglioso: vorrei poter essere sicura di avere un sorriso bello anche solo la metà di quello, perché è strepitoso, una cosa piena di luce e di grazia e di innocente consapevolezza.
- Ti sei fatta più grande. Ma sei da sempre una bellissima ragazza. -
Sentirmi dire così mi fa piacere.
- Grazie. -
Tengo Elycia sulle ginocchia e cerco di riconoscere con le dita, al tatto, la bambina che ho incontrato per la prima volta: tre anni di fagottino tutto vestiti morbidi, pelle vellutata, curiosità e odore di sapone delicato, ma è passato del tempo - quarantanove mesi, tredici giorni, quattro anni di tempo sospeso. Elycia c'è ancora, ma è sotto. Questa è un'altra. Incantevole, ma un'altra.
Tutte le cose cambiano. Non tutte le cose cambiano. Certe cose non possono cambiare.


Ci sono dei pomeriggi nei quali a casa Hughes trovo anche Roy Mustang. C'è il tenente Hawkeye che ha occhi sempre più morbidi, i capelli lunghi come una cascata di sole. La pace le fa bene, credo.
Cammina ancora come un felino prudente, un passo dietro al suo colonnello e la testa che ruota con noncuranza per tenere d'occhio tutto, la strada, le finestre, il cielo, i tetti: però sorride più spesso, adesso, con più levità.


- - -




- Non torneranno. -
Una volta sceso dalla navetta, Mustang aveva voluto per prima cosa che mi cercassero e mi chiamassero. Non aveva permesso a nessuno di mettere le mani sulle sue ferite fino a quando non mi aveva trovata e non mi aveva spiegato:
- Non torneranno indietro. -
Sembrava infinitamente desolato. In quel momento io ho sentito qualcosa rompersi in piccoli pezzi, da qualche parte dentro di me, con i frammenti a incastrarsi da tutte le parti, stomaco, polmoni, il cuore. Qualcuno stava spingendo una specie di grossa mano contratta su per la mia gola, soffocandomi.
- Al...? -
- E' andato con lui. -
E' andato con lui. La vostra vita, Ed, Al, si potrebbe riassumere così. Ha cercato di resuscitare la madre e Al è andato con lui. E' diventato Alchimista di Stato e Al è andato con lui. E' scomparso in un altro mondo, il colonnello dice che non tornerà, mai più, e Al è andato con lui.
I frammenti erano sempre più piccoli. Tagliavano.
- Perché dice che non torneranno...? -
- Il Portale doveva essere distrutto. - Anche Roy Mustang doveva avere una mano incastrata nella trachea, ma la sua era più arida e più ingombrante. Tutte le parole uscivano fuori sabbiose. - L'ho distrutto io, da questa parte. Loro staranno facendo lo stesso dall'altro lato. -
Si stanno chiudendo la porta alle spalle, ho pensato in quel momento. Si stanno chiudendo la porta alle spalle. Mi hanno lasciata qui.


Ed e Al. I due delle situazioni impossibili. I due dei guai grossi non come una casa, ma come una caserma, come una montagna. Si erano ripresi e riportati indietro, sempre, Ed aveva afferrato Al per i capelli, per la collottola, trascinandolo al sicuro come uno spirito senza corpo pur di non rinunciare a lui. Al che aveva imparato a spezzare la sua anima nella speranza di poterlo rivedere.
Alla nonna si è rotto il cuore: silenziosamente - Pinako non è tipo da sbandierare ai quattro venti lo strazio - ma in una maniera indelebile, inevitabile. Ha preso diecimila anni tutti in una volta, perché ci sono io, Winry, nelle foto appese alla parete, ci sono mia madre e mio padre e le foto del loro matrimonio, ma poi anche Ed e Al, abbracciati e piccolissimi, e un po' più grandi sotto all'albero di melo, e poi c'è la foto di un'armatura seduta sul prato ed Edward, lì accanto, con il viso un po' imbronciato. Edward e i suoi arti di metallo. Edward indistruttibile.
Edward che non tornerà.
Edward, ed Alphonse che è andato con lui.

Non riuscivo a spiegarmi quale Dio potesse aver deciso di punirli così, e perché.
Il giorno della trasmutazione avevano avuto dieci anni, miseria. Dieci anni. A dieci anni non è neanche peccato: è sbaglio, d'accordo, è errore, imprudenza, quel che si vuole, ma non può essere peccato.
A dieci anni è solo che manca la mamma. Dio.


- - -




Caro Alphonse, Caro Edward.
Il colonnello Mustang - uh, forse non dovrei più chiamarlo così. Non è stato più caporale dopo il Portale, neanche colonnello, solo qualche gradino più su. Ha ottenuto quel che voleva, sembra, qualsiasi fosse la ragione per la quale l'aveva voluto. Il tenente Hawkeye - d'accordo, neanche lei è più tenente, ma comunque - il tenente Hawkeye è tornata a fargli da ombra. E' rifiorita, sapete? Da quando è così, è rifiorita.
Il generale Mustang mi ha detto che non sareste mai più tornati, e sembrava crederci quando l'ha detto. Non se n'è più uscito fuori con una sola parola sull'argomento, dopo, e io non avevo molta voglia di parlarne. E' un po' come una ferita di quelle piccole, fastidiosissime, una ferita da foglio di carta, con la crosticina che si secca e se ne viene via appena la stuzzichi: la mia crosticina è sempre lì, ed è sensibilissima. Basta sfiorarla per farmi male.

Ma, sai, Ed? Il colonnello è venuto da me e mi ha domandato se per caso avevo qualcosa dei tuoi vecchi appunti.
In quel marasma di carte che vi siete lasciati dietro non avrei trovato nulla neanche a sapere cosa cercare: così gli ho consegnato tutto, e lui ha dato un'occhiata e ha preso, alla fine, solo dei vecchi diari di viaggio. Io li avevo letti e li avevo trovati - scusami, Ed - noiosissimi. Un sacco di nomi di posti, riferimenti alle tratte ferroviarie, un elenco di distanze e nient'altro. In una calligrafia - scusami, scusami, Ed! - illeggibile. E non provare a dire che è colpa dell'automail, che non è vero, è colpa tua che scrivi come una capra. Oh.
L'ho capito solo dopo che erano quelli i tuoi appunti. Il generale Mustang mi ha spiegato che è una cosa che gli alchimisti fanno spesso, nascondere la verità dietro a qualcos'altro. Non è proprio come mentire, è diverso.

Non so cosa si aspetti precisamente di trovare lì dentro. So però cosa sta cercando, Roy Mustang, perché è quello che cerchiamo tutti.
Ed, Al. Noi a quel mai più abbiamo deciso di non crederci.


- - -




Caro Alphonse. Caro Edward.
C'è ancora il bagnoschiuma di Al in una mensola sopra la vasca. Ho i tuoi vestiti, Ed, nell'armadio: sono proprio accanto ai miei, dove te li dimenticavi quando ci venivi a trovare per farti riparare gli automail.
Ho aspettato per anni di vedervi tornare a casa. Ho creduto per un po' che sarebbe stato inutile, tutto inutile, ho creduto di aver atteso senza scopo. So adesso che non importa quanto dovrò aspettare, perché voi tornerete.

Per ottenere qualcosa è necessario dare in cambio qualcosa che abbia il medesimo valore.
- Non c'è niente che abbia valore quanto te ed Ed. - Ho detto una volta ad Alphonse. Ero arrabbiata perché lui era triste. Ero arrabbiata perché ero impotente: non potevo fare niente per lui, meno ancora di quanto potessi fare per te, non c'era niente da riparare, lì. Nessuna vite da girare. - Non è una legge, questa, è un inganno. -
- E' una promessa. - Ha detto Al, serenamente. Dodici anni. Sereno come un angelo. Dio, Dio. - E' una promessa che ci siamo fatti io e il mio fratellone. I nostri sacrifici, i nostri sforzi, non saranno stati inutili: saranno la nostra parte dello scambio, e alla fine ci ritroveremo. -
Ha il tuo stesso viso. Non ha i tuoi stessi occhi. Ricordo i tuoi occhi come li avessi incisi nello stomaco, miele chiarissimo, colato, pieni di fervore. Quelli di Al sono corteccia di faggio: sorride con una dolcezza che non dev'essere di questo mondo, Ed, è purissima, è liquida.
Forse dall'altra parte avete trovato un mondo dove tutti sono dolci come lui. Forse ti arrabbierai perché cerchiamo di trascinarvi di nuovo in questo posto imperfetto, ma non importa.

Per ottenere qualcosa è necessario dare in cambio qualcosa che abbia il medesimo valore.
Dato qualcosa, si otterrà in cambio qualcosa del medesimo valore.
Tutti gli anni che io ho passato aspettando, Ed, possono pagare te ed Al...?

Se servirà a riportarvi indietro, aspetterò da qui fino alla fine del mondo.


La strada che vi ricondurrà a casa è un percorso fatto di cerchi alchemici: cerchi che si intrecciano con altri cerchi e linee spezzate, rune, vite, memorie, e formano una porta che dà su un altro mondo. La strada che vi porta a casa ha l'odore del latte che non ti piace, che gli piace. Ha l'odore del suo bagnoschiuma, dei tuoi vestiti. Al tatto è i suoi capelli sulla nuca, dove sono come velluto, si fanno ritti e nervosi quando ci passi le dita in mezzo, è la tua pelle nel punto in cui l'automail la invade. Ha il colore del miele, quello della corteccia, il rosso di un cappotto inciso nella mia memoria.

La strada che vi porta a casa, nel sole, brilla come l'acciaio.






Note dell'autrice:

LaureDeTroyes ha scritto (16.54):
Quanto ti rode che non possano più tornare, eh? xD
Elos scrive:
Mi fa rosicare da impazzire.


Come sempre, le conversazioni su msn tra folli chiariscono le cose in tre righe.
Alzino la mano tutti coloro che alla fine de Il conquistatore di Shamballa hanno provato almeno per un minuto il desiderio folle di picchiare l'infame che aveva scritto un finale così; quelli che non hanno alzato la mano avranno la mia imperitura ammirazione per il loro cuore in adamantio liquido.
Tutto ciò era in fase embrionale nel mio computer dal momento stesso in cui ho spento il film. Stava ristagnando tra un documento e l'altro in attesa che mi decidessi a concluderlo.
I ringraziamenti vanno alla mia beta d'occasione, LaureDeTroyes, che si è prestata in cinque minuti netti a correggere il racconto anche se aveva da studiare; adesso dice che ho l'obbligo morale di ricambiare la cortesia betando le sue storie. Obbligo morale, muhahahaha. E' di un'ingenuità candidissima, adorabile e affascinante da vera Grifondoro, questa ragazza, e sarebbe da sposare seduta stante.
E' ovviamente ispirato solo ed esclusivamente alla prima serie dell'anime e al film, e non tiene conto degli eventi del manga (che sto leggendo - datemi tempo, sono al numero 21!).
Che lo vogliate o meno, ci sarà un seguito. Dall'altra parte è il 1925, dopotutto.
  
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Elos