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Autore: LiliumInterSpina    30/05/2010    7 recensioni
C’è qualcosa di “vivo” in quegli occhi quasi umani che ci fissano immobili e vitrei…
Qualcosa che spesso ci spaventa e ci fa paura.
Quel qualcosa… è il riflesso delle nostre emozioni.
Ci sono bambole rotte nel corpo…
e bambole rotte nell’animo!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Broken Dolls



Incerto è il passo che ti allontana dalla notte,
reso traballante da quel tacco troppo alto
per le tue gambe corte.

Osservo in silenzio la stanchezza rivelata da ogni tuo gesto
mentre sfili quell’abito eccessivamente stretto,
mentre cancelli con acqua fresca
la tua maschera di arrogante sicurezza,
mentre abbandoni le spoglie di donna provocante
e torni ad essere una bambina insicura…
raggomitolata in un pigiama troppo grande.

Non mi reputi più degna nemmeno d’uno sguardo
mentre scivoli in silenzio
nel freddo candore del tuo solitario letto…

Lenzuola bianche e coperte rosa
ricoprono il tuo corpo sporco di passione,
di sesso
e di vergogna.

Vergogna per quell’amarsi senza amore che riempie le tue notti
e svuota il tuo cuore.
E ti ruba dagli occhi ogni allegria
il ricordo di quel fuoco senza calore
che divampa nel tuo corpo mentre,
come fosse niente,
concedi la tua carne e violenti la tua mente.

Carezze fredde che non sanno più di niente e
baci senza emozione…
cornice di quello stesso quadro
dipinto ormai troppe volte
e mai dallo stesso pittore.
Gesti consueti di quel gioco distruttivo che
dopo effimera soddisfazione,
altro non dona se non solitudine e rancore.
 
E’ un pianto silenzioso quello a cui i tuoi occhi si abbandonano,
vestigia involontaria dell’ennesima sconfitta
che oggi segna la tua vita.
E da questo angolo lontano,
intrappolata in un corpo rotto non più degno d’attenzione,
colei che un tempo chiamasti “amica”
versa con te amare lacrime di dolore.

Non son nulla più d’una bambola,
immobile e silenziosa compagna
della tua infanzia ormai lontana
eppure…
c’è stato un tempo in cui  mi hai guardata con sincera devozione
stringendomi al petto e promettendo con convinzione
che la tua vita non sarebbe mai stata priva d’amore.
Ho creduto alla bambina che eri allora
e per quanto possa sembrarti strano…
ancora credo in te e in quelle tua parole che non hai pronunciato invano.

Ma che valore possono avere per te in questo momento
la fiducia e l’incondizionato affetto
di un giocattolo
oltraggiato dalle ingiurie del tempo?
Capelli arruffati e occhi di vetro,
un vestitino logoro e qualche pezzo di porcellana in meno…
ecco ciò che resta di quel dignitoso aspetto
che ti regalò infantile orgoglio e diletto.

Ricordo ancora il giorno in cui,
relegandomi in questo angolo lontano,
hai sorriso con compassione rivolgendo a tua madre una semplice spiegazione…
“Ora che son donna,
mi vergogno ad averla ancora accanto!
E’ solo il ricordo sporco, rotto e stanco
di quei sogni di bambina
di cui non porto alcun vanto!”
Quanto ti ho odiata in quel momento
ascoltando il tuo tono velato di disprezzo,
distruggere la nostra promessa di eterno affetto.

Ma ora tutto è cambiato.

Il sole del mattino inonda la tua stanza
e accarezza il tuo volto stanco
ancora segnato da quelle lacrime
che notte stante l’hanno solcato.
E come una nenia addolorata sento ancora la tua voce
giurar con vuota convinzione che…
non ci sarà una prossima volta senza amore.
Non provo più alcun odio per il tuo rifiuto…
né alcun rancore per la tua mancanza d’amore
forse perché,
proprio come è successo con me,
non si può provare altro che compassione
per una bambola rotta privata di ogni onore.
 
  
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