Capitolo
1: Arrivo a
Villa Bloomfield.
Hogan
spense la sigaretta nel portacenere dell’auto. Richiuse il
cassettino e prese a frugare nel cruscotto.
-Cosa stai cercando?- chiese il suo compagno di viaggio, senza
distogliere lo sguardo dalla stradina sterrata che andava percorrendo.
-La mia rivista.- rispose, continuando a frugare invano fra documenti e
fogli sparsi vari.
-L’ho messa nella tasca dietro il mio sedile.- disse
l’altro,
accennando un sorriso furbo.
Hogan gli si accostò, frugando dove gli aveva indicato, col
viso
tremendamente vicino al suo. Il guidatore emanava un profumo molto
dolce e
fresco, percettibile solo a quella distanza così ravvicinata.
-Tsk… - Hogan fece schioccare la lingua dopo aver recuperato
la sua
tanto agognata rivista e si allontanò dall’altro
con un sospiro di sollievo.
-L’hai fatto apposta.- disse accusatorio, senza neppure
guardarlo.
L’altro sorrise –Non ti saresti mai avvicinato
spontaneamente a me e,
come vedi, io non posso muovermi.-
Era
un viaggio lungo. Un’ora dispersi in un bosco per di
più in forte
ritardo al loro appuntamento. Ovviamente, la colpa era di Hogan, che
aveva
fatto un sacco di storie.
Hogan Russell era un trentenne cinico, con l’aria vissuta di
chi conosce
il mondo come le proprie tasche. O meglio quella parte di esso che non
tutti
conoscono se non attraverso le cronache nere. Aveva scelto lui stesso
di
vivere in quel modo, circondato dal sangue e dalla violenza. Aveva i
capelli grigi in completo disordine (sembrava gli fosse
scoppiato un petardo in testa) e le basette leggermente rase prolungate
fin
sotto l’orecchio. I suoi occhi, o meglio il suo occhio
sinistro, era castano.
Quello destro l’aveva venduto per una cospicua somma a un
trafficante d’organi
e sostituito da una benda nera da pirata… avrebbe dovuto
vendere anche il rene,
ma poi aveva avuto la “sfortuna”
d’incontrare il suo compagno e le sue tribolazioni
economiche erano finite.
La padrona della villa in cui si stavano recando era una dirigente di
una nota casa discografica, figlia di un amico di famiglia del giovane
italiano.
-Eccola là!- esclamò trionfante Iyv.
Una parte della villa fece capolino fra gli alberi. Ci volle un poco
per scorgerla completamente, ma una volta giunti all’enorme
cancello
d’ingresso, i tre (Helena si era appena svegliata) poterono
ammirare la
facciata anteriore in tutta la sua magnificenza.
Era in stile ottocentesco, divisa in tre piani. Aveva indubbiamente
subito influenze italiane, lo dimostravano le statue di
divinità latine
allineate lungo il viale, tutte in bianco marmo pregiato. Helena le
fissava,
incantata dalla loro armonica bellezza.
-Sembrano quasi persone vere.-
-Aha… venivo spesso a giocare in questo posto.- disse Iyv,
abbassando
il finestrino per annunciare dal citofono il suo arrivo. Il cancello si
aprì
quasi subito, silenziosamente.
-E’ grazie al signor Bloomfield che ho sviluppato un forte
amore per la
mitologia.- concluse l’italiano.
Finalmente l’automobile si fermò e i tre scesero,
mentre un uomo longilineo,
quasi calvo, sulla sessantina si avvicinava a passo svelto, seguito da
una
giovane donna dai capelli rossicci di media lunghezza. L’uomo
indossava
un’elegante camicia bianca, con cravattino, scarpe e
pantaloni neri. Lei un
vestito color pesca, decorato da una spilla di brillanti bianchi
appuntata
sulla sinistra, sopra il cuore. Era una spilla a forma di rosa, per
essere
precisi e doveva costare una vera fortuna.
-Iyv, che piacere!- esclamò la donna, a braccia aperte.
-Emily!- rispose a tono lui, abbracciandola, poi si avvicinò
a Hogan e
gli cinse le spalle col braccio sottile, mettendosi appena in punta di
piedi
per rimediare alla differenza d’altezza –Lui
è Hogan Russell. Lei invece è
Helena, sua sorella.-
-Molto piacere.- Emily strinse la mano alla ragazza e poi al trentenne,
ridendo divertita quando questi pizzicò con due dita il
braccio dell’italiano,
liberandosi di quell’abbraccio non gradito.
-Io sono Emily Bloomfield, mentre lui è il signor Leonard
Hopkins.-
disse la donna –E’ il mio maggiordomo, una persona
di fiducia. Se avrete
bisogno, sarà a vostro servizio. Fate pure come se foste a
casa vostra.-
Mentre
il compagno si lasciava andare ai convenevoli e informava la
donna su qualcosa circa i loro nomi, Hogan, che sapeva di cosa si
trattava,
meditava di
strozzarlo, sia per esser stato trascinato in un luogo che non lo
faceva
sentire
per niente a suo agio, sia appunto per quella faccenda. Non
poté però esimersi
dall’ammirare le linee eleganti e geometriche della facciata.
In particolare,
la sua attenzione e quella della sorella, furono attratte da un
appariscente
volto in rilievo sul portone d’ingresso.
-Questo è Giano.- disse Iyv quando furono all'interno e
mostrò ai due il
rilievo sulla parte posteriore della porta. C’era la stessa
identica faccia. -Era
considerato dai romani il custode di ogni forma di passaggio, di tutto
ciò che
ha inizio e fine.-
E parlò, parlò, parlò…
Helena lo ascoltava rapita, mentre Hogan si
continuava a guardare intorno. C’erano tantissimi piccoli
rilievi dell’uomo
bifronte sugli stipiti di ogni porta, sulla ringhiera di legno delle
scale. E
ancora: busti di marmo e altri oggetti da esposizione a carattere
mitologico
più o meno ovunque.
-Gli altri ospiti sono già qui?- chiese poi Iyv
-Si, sono nel salotto al secondo piano.-
Ironico il giovane si rivolse a Hogan –Mi raccomando, cerca
di non
sbranare nessuno, eh! Non gioveresti alla mia reputazione.-
Helena alzò gli occhi al cielo, sarebbe successo qualcosa,
conosceva bene i suoi polli, specie il fratello.
Il gruppetto scambiò qualche altra battuta
all’ingresso, poi il signor
Hopkins li scortò fino al salotto, dove attendevano gli
altri invitati
Fine Capitolo
Ho iniziato la mia prima originale** O meglio, la prima originale pubblicata qui e che non mi ha dato eccessivi problemi.
Spero vi piaccia e vi prego ^^ recensite in tanti, anche perché ci tengo a consigli ed eventuali critiche (probabilmente se ce ne saranno, modificherò i capitoli) poi, perché beh, non sarò l'unica, vorrei scrivere un libro (due, tre, quattro, ventisette, ventotto XD) e devo migliorarli per scalare la vetta *posa da eroe con nello sfondo l'onda enorme*
Fine dello sclero. Molti diranno -E le altre fic?-
Ci sto lavorando. Ho avuto un periodo altamente schifoso ed è un miracolo che mi sia tornata la voglia di sedermi a scrivere.
Detto ciò, *cough* recensite*cough* Grazie della lettura e al prossimo cap ^^
Piccola nota: ho già provveduto a sistemare qualcosina, tipo virgole e ripetizioni varie. Bene, ora vado, il secondo cap mi aspettaaaaaa!! *sparisce*