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Autore: thequeenofdrama    31/05/2010    9 recensioni
“Le serve un passaggio, signorina?”. Sorridi sarcastico. Pronto a ricevere uno dei suoi soliti sguardi sprezzanti. E invece. “Si, portami via da qui, Damon… per favore!” // post season 1, D/E, POV di Damon
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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THIS IS MY DESIRE, CONSUME ME LIKE A FIRE




Una porta che si apre e si richiude sbattendo furiosamente. Lei che si allontana a passo deciso. Tuo fratello che riapre la stessa porta urlando il suo nome, cercando di fermarla. Tu che osservi incuriosito la scena, appena sceso dalla tua auto, le braccia conserte, un sopracciglio alzato per studiare la situazione. Elena ti vede e punta dritto verso di te. “Le serve un passaggio, signorina?”. Sorridi sarcastico. Pronto a ricevere uno dei suoi soliti sguardi sprezzanti. E invece. “Si, portami via da qui, Damon… per favore!”.

Ti spiazza e, mentre rifletti se è poi la cosa giusta da fare e Stefan pare implorarti di non portarla via, Elena ha già aperto lo sportello e si è accomodata. Non ci pensi più, ti siedi al posto di guida e parti sgommando. Lei ha bisogno di te e tu hai promesso che, qualunque cosa fosse successa con Stefan, tu saresti stato lì per lei. Non è necessario chiederle cosa sia successo. Ci pensa lei a raccontartelo, e sembra un fiume in piena. Accusa tuo fratello di trattarla come un’incapace, di essere ossessivo nel suo desiderio di proteggerla, che anche lei vuole rendersi utile per salvare la vostra città e non sarà lui a fermarla. Provi ad accennare una piccola obiezione, d’altronde anche tu ci tieni alla sua vita e non vorresti mai che rischiasse qualcosa. Ma ecco che arriva il suo sguardo fulminante. “Non ti ci mettere anche tu. Non ci voglio pensare stasera. Portami da qualche parte, voglio divertirmi!”.

“Basta così.”. Con una mano afferri il suo bicchiere – il quarto? – e lo poggi lontano da lei. “Cosa? Ma se ho appena cominciato!”. “Ed hai appena finito! Su, andiamo!”. “Non ci penso nemmeno! Non sono nemmeno ubriaca!”, ti risponde con la voce impastata. “Elena, andiamo. Ora.”. Sai come essere persuasivo, anche senza i tuoi poteri da vampiro. Lasci i soldi sul bancone, poi le porgi la mano e lei si lascia condurre fuori, barcollando un po’.

Parcheggi di fronte casa sua, la aiuti a scendere dall’auto e poi decidi di accompagnarla fin su. Circondi la sua vita sottile con un braccio e cammini piano, entrate e cerchi di fare meno rumore possibile e, dopo minuti interminabili, siete in camera di Elena. La fai sedere sul letto. “Bene, missione compiuta, sei a casa sana e salva. Ora posso andare.”. Ti volti verso la porta, ma lei ti afferra il polso, costringendoti a girarti. Si alza e il suo viso è a pochi centimetri dal tuo. “Non mi lasciare sola.”.

Ed è un attimo, le sue braccia si allacciano intorno al tuo collo e le sue labbra sono sulle tue, dolci, morbide, timide, come le avevi sempre immaginate. Tu però ti irrigidisci. No, non è così che deve andare. Le afferri le mani e la allontani da te.

“Perché?”. Sorridi. Scuoti la testa. “Non è così che voglio averti, Elena. Non perché sei ubriaca, hai litigato con Stefan e hai bisogno di qualcuno che ti faccia stare meglio. Non me lo merito.”. Il tuo sguardo serio, il tuo volto contratto, sembrano farle tornare la lucidità. “Scusa.”. Le accarezzi il viso. Le mostri ancora una volta le spalle. Mentre ti avvicini alla porta, senti il tonfo del suo corpo sul letto, poi un armeggiare confuso. La tua mano è già sulla maniglia. Buffi lamenti da bambina. Non resisti. Torni a guardarla.

L’alcool che ha ingerito non aiuta i suoi movimenti, mentre tenta disperatamente di slacciarsi le scarpe. “Aspetta.”. E sei di nuovo vicino a lei, ti inginocchi e con facilità le togli le converse. “Ecco fatto.”. “Grazie.”. Lei si rannicchia abbracciando il cuscino. “Hai intenzione di dormire vestita?”. Sollevi scettico le sopracciglia. “Non ho nemmeno la forza di cambiarmi.”. Deglutisci nervoso. “Ti aiuto io.”. Sali in ginocchio sul letto e ricorri a tutta la tua forza di volontà per resistere al desiderio che hai di lei. Fai scivolare giù la zip dei suoi jeans, poi li sfili via. Chiudi un attimo gli occhi. Respiri profondamente. Poi la aiuti a liberarsi della camicia. La visione del suo corpo seminudo non ti aiuta, affatto. Ti domandi disperatamente perché non l’hai abbandonata al suo destino. La risposta risuona impertinente nella tua testa e la scacci guardandoti intorno in cerca di qualcosa da metterle addosso. Individui la sua camicia da notte abbandonata su una sedia e completi la tua opera.

Lei finalmente è tranquilla sotto le coperte. Ti sorride. “Grazie.” È solo un sussurro. Le sistemi delicatamente i capelli dietro l’orecchio. “Puoi contare su di me, Elena.” Ma lei non può sentirti. Ora dorme serena, ancora un lieve sorriso le illumina il viso. Sorridi rassegnato. Consapevole di quale può essere il tuo posto nella sua vita. La guardi, e un fuoco intenso brucia ancora nelle tue vene. Non è sete di sangue. È solo voglia di lei. È solo amore per lei. Che ti consuma ogni giorno che passa. E ti tortura. Cosciente che resterà soltanto un desiderio.

   
 
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