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Autore: speranza19    05/06/2010    5 recensioni
[PAIRING A SORPRESA] Shot ambientata circa dieci, quindici anni dopo che alcuni dei nostri sono tornati sulla terraferma e dedicata alle mie girls e alle mie scrittrici preferite (L). Era un ragazzo incredibilmente bello, molto alto. Aveva dei tratti terribilmente affascinanti e gentili, una chioma bionda scombinata e un paio di occhi blu che avrebbe ucciso chiunque, talmente erano magnifici. Possedevano una tonalità così chiara che sembrava contenessero il mare luccicante di mezzogiorno.
Genere: Romantico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Still feels like the first time to stand here by your side

Clementine Phillips adorava Miami.

All’inizio, appena trasferita, era stato difficile adattarsi ad una città che non fosse Albuquerque o Los Angeles, dove vivevano i suoi genitori, ma dopo tre mesi si era ormai abituata alla Florida e al suo sole perennemente sfavillante.

L’occasione di poter studiare un intero semestre alla prestigiosa Miami Central University e di frequentare il corso di biologia del professor Monroe, uno dei migliori docenti degli Stati Uniti, era un vero e proprio sogno che si realizzava per la giovane.

L’unico neo della situazione era che le mancavano molto i suoi, specialmente suo padre James; eppure, era stato proprio lui a spingerla a fare domanda per quel corso fuori sede ed era stato il primo ad esultare quando la sua bambina aveva ottenuto quell’occasione così importante per il suo futuro.

Clementine non si spiegava come mai lo sguardo del papà si illuminasse e si inumidisse ogni volta che Miami veniva nominata in qualche discorso. Forse c’entrava qualcosa quella famosa Juliet che lui e zia Kate menzionavano spesso quando pensavano di non essere ascoltati, ma non aveva mai indagato oltre.

Suo padre aveva dei segreti, probabilmente molto dolorosi e tristi, ed era giusto che li tenesse per sé, nel proprio animo.

La ragazza stava giusto riflettendo sul fatto che quella sera avrebbe chiamato a casa entrambi i suoi genitori per sapere se tutto fosse a posto mentre camminava a passo rapido per i portici del campus, addentando avida una barretta Apollo e riordinando convulsamente con una mano sola gli appunti per la lezione di Monroe.

Era la classica studentessa modello, perfetta in ogni situazione e concentrata solo ed esclusivamente sullo studio. In quel periodo poi, più che mai, vista la possibilità straordinaria che stava vivendo.

A un certo punto, nel tempo in cui stava ingoiando l’ultimo morso alla cioccolata ripiena di caramello, Clementine sentì una botta prenderla al fianco sinistro.

Un colpo talmente forte da farla cadere per terra come una perfetta idiota.

Figlio di puttana- imprecò tra sé e sé mentre vedeva che l’energumeno a quattro ante che l’aveva fatta capitombolare continuava tranquillamente la sua amabile chiacchierata con un suo amico, ugualmente enorme, ignaro del ruzzolone che le aveva appena fatto fare.

Clementine aveva ereditato la lingua tagliente di James in certi frangenti, senza dubbio.

Intanto che malediceva il tizio che l’aveva spintonata, la giovane tentava di sistemare tutti i libri e i fogli vergati delle conferenze di biologia che si erano sparsi per il pavimento di pietra dell’università.

Era una massa enorme di pagine, ma lei riusciva a trasportarla in giro da una parte all’altra del campus come se fossero poche carte leggere. Potere della forza di volontà studentesca.

A un certo punto, Clementine vide spuntare dal nulla una mano maschile affusolata che le porgeva le preziose dispense di embriologia.

Queste devono essere tue- disse la voce proprietaria di quelle lunghe dita.  

Quando Clementine si alzò per ringraziare il suo salvatore, con le braccia colme di libri e la bocca pronta a inondarlo di profonda riconoscenza, rimase ammutolita.  

Era un ragazzo incredibilmente bello, molto alto.

Aveva dei tratti terribilmente affascinanti e gentili, una chioma bionda scombinata e un paio di occhi blu che avrebbe ucciso chiunque, talmente erano magnifici.

Possedevano una tonalità così chiara che sembrava contenessero il mare luccicante di mezzogiorno.

Ehm… ehm… ti ringrazio tanto. Mi hai appena salvato la vita sai? Se avessi perso embriologia, sarei finita davvero in un bel pasticcio- esclamò Clementine alzandosi dal lastricato e recuperando un minimo di lucidità mentale, anche se le sue frasi volavano veloci una dietro l’altra come un treno sui binari.

Chiaro segno di imbarazzo, esattamente come era per suo padre.

Lo so, sono importantissimi per la lezione di oggi di Monroe - rispose il ragazzo misterioso, mostrando un sorriso incantevole mentre la aiutava a sistemarsi.

Anche tu frequenti il corso di biologia? Strano, non ti ho mai visto- affermò la giovane, ormai di nuovo carica di tutto il suo materiale cartaceo.

E’ difficile vedere qualcuno se si sta sempre in prima fila china sul quaderno a scrivere forsennatamente- ribatté svelto il bel biondo, ridacchiando sulla frecciatina appena lanciata.

Il viso di Clementine si imporporò fino a diventare rosso come un pomodoro dato che quel dettaglio sulla sua concentrazione l’aveva messa notevolmente a disagio, ma riuscì comunque a padroneggiarsi e a conservare una parvenza di serenità.

Anzi, le venne in mente una folle idea.

Allora, invece di scrivere dopo la lezione e ricostituire l’appassionante storia della gastrulazione, posso invitarti a prendere un caffè? Tranquillo, è solo per gratitudine- specificò ridendo. In quell’esatto momento la ragazza si morse la lingua, rimproverandosi di esser stata troppo audace.

Lei non era il tipo di persona che faceva la prima mossa, eppure le parole le sgorgarono fuori senza quasi rendersene conto… non sapeva neanche il nome del suo ammaliante compagno di corso che non aveva mai notato prima di quell’istante.

Certo. Pago io però, i gentiluomini danno sempre da bere alle signorine e io sono un gentiluomo- proclamò serio il ragazzo.

Ah no, mi dispiace. Offrirò io, sono io che sono caduta e sei tu che mi hai raccolto le cose- insistette Clementine.

Credimi, sarebbe un onore invece- perseverò lo studente, usando il tono più suadente mai sentito. Fu davvero molto difficile per lei resistere a un richiamo del genere, talmente era accattivante quella voce.

Facciamo così: ognuno paga per sé, va bene? – chiese la giovane, concludendo la faccenda.

Come desideri, Clementine- mormorò cedevole il collega.

Scusa, come fai a sapere il mio nome? Io non te l’ho ancora detto- rise la figlia di James, gli occhi chiari resi ancor più brillanti dal lampo di ilarità che li aveva percorsi.

Era scritto sugli appunti che ti ho restituito- confessò candidamente l’accompagnatore, che a quel punto ritenne doveroso presentarsi.

Io comunque mi chiamo Julian. Julian Carlson- annunciò stendendo la mano.

Clementine riuscì a dargli la sua, liberandosi temporaneamente dai fogli. Molto piacere, Julian – ribatté incantata.

Ci vediamo dopo la lezione al bar allora? – domandò nuovamente Julian, le labbra piegate in un sorriso irresistibile.

Puoi contarci- sussurrò dolce Clementine, la testa svuotata da qualsiasi pensiero che non fosse loro due davanti a una tazza colma di liquido marrone fumante.

Non sarebbe mancata a quel caffè per tutto l’oro del mondo.

***
La paternità di questo pairing va alle mie girls. E' nato parlando su Fb della storia della Là, in cui Aaron e Clementine si mettono assieme e alla fine mi sono schierata per la Julian- Clementine o Jementine, come sono stati ribattezzati dal mio tesoro Stefy (L).
Sono coetanei, bellissimi *io immagino Julian con il volto di Bradley James e Clementine, per ora, con i tratti di Cassie Scerbo. Lui interpreta Artù in Merlin, lei recita in Make it or Break it* e rappresentano un pezzettino di James e Juliet. Metterli assieme per me vuol dire fare in modo che un minimo della felicità che il padre di lei e la zia di lui meritavano ampiamente passi automaticamente a loro, che saranno certamente più fortunati in questa vita. Fa molto Cime Tempestose: Catherine ed Heathcliff non riescono a costruire la loro gioia, mentre Hareton e Cathy hanno un destino diverso, e questa cosa fa proprio secondo me da contraltare *_*. Ps: ho messo un sacco di riferimenti Suliet ^_^. La barretta Apollo, il caffé, l'università frequentata da Juliet, entrambi che sono studenti di biologia e via discorrendo *_*.
Il titolo della shot é tratto da una canzone splendida dei Rasmus, First day of my life.
Ah, mi ci voleva del sano fluff dopo tanta disperazione (lol), ma credo che tornerò presto a scrivere cose strazianti sul finale Y_Y.
Ila



  
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