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Autore: Novelist Nemesi    07/06/2010    5 recensioni
E' solo una lettera d'addio. Una lettera di sfogo e di spiegazioni mai date. Una lettera che non sarà mai letta e mai consegnata. Ma che pulsa.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inoue Orihime, Schiffer Ulquiorra
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Grazie; e stavolta lo posso dire, di cuore.

Non avrei mai immaginato che dalla mia bocca sarebbero uscite parole simili.
Ti ho lasciato spesso da sola, nella mia stanza; a piangere, a sperare in una salvezza che io ero convinto non sarebbe mai arrivata.
Volevo farti capire che ero Aizen la tua salvezza. Kurosaki Ichigo non doveva più esistere nella tua vita.
Dovevo essere solo io il tuo nuovo punto di riferimento. Aizen aveva deciso così.
Una volta, senza che io ti chiedessi nulla, iniziasti a parlarmi di tuo fratello, del tuo passato.
A vederti, non avrei mai detto che da piccola ti picchiavano, o che tua madre era una prostituta. Tuo fratello doveva essere davvero una brava persona.
Quella volta, però, mi mostrai indifferente, come sempre. Sinceramente; non mi importava un fico secco di cos’era tuo fratello per te, né che era diventato un hollow e che aveva cercato di ucciderti perché si sentiva trascurato.
Quando me lo dissi, mi venne quasi da ridere; un hollow che si sentiva trascurato.
A me non è mai capitato, non so cosa significhi. Questo perché nessuno mi aveva mai degnato di attenzione, eccetto sua eccellenza Aizen. Ma lì la cosa è abbastanza relativa.
Cristo, non so dire come mi sento ora. È straziante sapere che proprio ora comincio a pensare a cose diverse, che proprio ora io mi debba umiliare così.
Mi sei sempre stata indifferente. Ho detto tante cose orribili, ma a me non importava se ti ferivano o meno.
Non ho mai capito nulla di te, e non mi sono mai sforzato in quel senso.
Ero rassegnato all’idea che tu avessi paura di me, che mi considerassi un mostro, e non avevo la minima intenzione di farti cambiare idea.
Tuttavia, tu, anche se piangevi, riuscivi sempre a rialzarti, sorridevi e mi dicevi; “Non ho paura, perché il mio cuore è con i miei amici”.
Cuore.
Questa parola non è mai esistita nel mio vocabolario. Aizen non me l’ha insegnata.
Era dunque questo ciò che ti spingeva a sorridere? Ciò che spingeva Kurosaki Ichigo a farsi del male, affrontandomi? È questo cuore che l’ha fatto vincere?
Di te non mi è mai importato nulla. Mi suscitavi una sorta di curiosità per la testardaggine che avevi, a voler insistere a sperare in una manna dal cielo.
Ho visto come Kurosaki si è buttato a capofitto per salvarti, quando venivi torturata da Loly e Menoly. Quelle cagne… Le avrei fatte a pezzi volentieri io, ma il mio dovere di espada doveva pensare prima a Kurosaki. Tant’è che ti ho lasciata ancora in disparte, evitando la morte di quelle due. Erano uno schifo. Vedere come ti maltrattavano era una bassezza inammissibile, sia per un orgoglio di espada, sia per un qualcosa che dentro di me cominciava a muoversi, ma che avevo sempre ignorato, credendo che fosse una piccolezza.
Le tue vesti erano state strappate via, il tuo viso deturpato dai pugni e dagli schiaffi. Eppure, non ho mai sentito un lamento uscire dalla tua bocca. Per non dare intralci a Kurosaki Ichigo?
Nemmeno lui ho mai capito; è stata una delusione fino alla fine. Il perché non volesse dare mai il massimo contro di me… Per te. Per non farti piangere. La tua salvezza era la priorità. Era stato il cuore a deciderlo?
Poi ti ho vista, in preda alla disperazione, alle lacrime, ai graffi. La tua pelle la vedevo sempre candida e liscia, fin troppo delicata perché una lacrima potesse rigarti il viso, come il mio. Ultimamente iniziavo ad avere una piccolissima voglia di sfiorare le tue guance, e sentire di cosa erano fatte quelle umane, se erano della mia stessa materia; e magari passare un dito su una tua lacrima, e assaggiarla, sentire che sapore ha una lacrima. Perché io non ho mai pianto, o non me lo ricordo. Queste linee verdi non hanno sapore, e sono indelebili.
Forse, se ti avessi trattato con più riguardo prima, avrei capito alla svelta quanto desiderassi conoscerti realmente.
Proprio adesso che iniziavo a provare qualche interesse per voi umani… E soprattutto per te.
Forse, mi sarei ricreduto e avrei finito col tradire Aizen, il mio signore, a cui ho giurato fedeltà assoluta.
Avrei trovato il coraggio e la voglia di sorridere di più, forse, e trovare finalmente una ragione per vivere e combattere, come ce l’ha Kurosaki, come ce l’hai tu.
Dimmelo tu; che senso ha vivere, se poi si muore? Cosa ti dice il cuore? Vivi forse per Kurosaki? Vivi forse per tuo fratello?
Non mi hai mai nascosto i tuoi interessi; ami i dolci, ami ridere. Ogni tanto ripetevi delle battute di qualche programma che guardavi tu a cui io non ridevo mai. Non le ho mai capite. Tu sai ridere per qualunque cosa.
Avrei voluto chiederti come si faceva a ridere di gusto per qualunque sciocchezza. Ad emozionarsi per le piccole cose.
Il fatto che ora non ci sia più tempo… E’ un peccato.
E mentre allungo la mano verso di te, e mi riduco in polvere, vedo il tuo viso, stanco, graffiato, segnato, che però mi guarda con dolcezza e dispiacere. Come se in realtà non mi avessi mai odiato sul serio.
Mi sembri irraggiungibile, ma voglio toccarti. Credo di aver capito molte cose, da quando ti ho conosciuta. Forse, il fatto che il sole sorga, non è solo dovuto alla scienza. Forse c’è un perché se il cuore si chiama così.
Ma non c’è più tempo. Non posso più sentire la tua voce che mi spiega qualcosa.
Per un attimo ho sperato di prendere il suo posto. Parlo di Kurosaki; c’era una piccola, piccolissima parte, in me, che voleva salire sul podio delle tue preferenze; volevo vederti preoccupata per me, anche solo per un po’. Vedere se questo cuore potevo averlo anch’io.
Forse sono stato egoista, come tuo fratello. Mi sento di capirlo, ora, e credo di aver capito che anche un hollow come me può avere un cuore. Che pulsa per qualcosa. Per te, adesso, sta andando a mille.
Ti prego, parlami ancora una volta. Sfiorami, così che io non rabbrividisca davanti alla morte.
« Hai paura di me, donna? »
E tu ti avvicini, mi guardi con tristezza e tenerezza. Cristo, solo adesso capisco quanto io adori quello sguardo.
« No, non ho paura. »
Una risposta chiara e semplice, senza incertezze. Il tuo cuore mi parla, spalanca le porte a me. Mi dice che per me c’è sempre stato posto.
Le tue mani sono troppo delicate per darmi uno schiaffo per punizione, vero? Per Kurosaki me l’hai dato, bello forte. Avrei voluto ucciderti, in quel momento. Adesso vorrei chiederti scusa, e provare a dare un bacio su quelle stesse mani. Vorrei prendere la tua mano e poggiarla sul mio petto, per farti sentire che ora un cuore ce l’ho, e che batte forte.
« Capisco. »
Riesco a dire solo questo. Il resto mi sembra banale. Non mi sembra adatto a te.
Anche dire che mi interessi, che vorrei conoscerti, ringraziarti per avermi dato un cuore, mi sembra del tutto inutile. Non ce la faccio, mi manca la voce, le corde vocali sono diventate polvere.
Ma il mio cuore no. Lo posso vedere, è sulla mia mano, insieme al tuo.
È bello vederli così vicini, che pulsano insieme forte, e che non diventeranno cenere.
Ti terrà compagnia. So che lo tratterai con amore, anche se non me lo merito.
Kurosaki Ichigo è un uomo fortunato.
Ora mi tolgo l’ultima soddisfazione di sfiorarti, mentre la mia cenere, mossa dal vento, attraversa le tue guance, passa per i capelli, sfiora il tuo seno, le tue mani, le tue labbra leggermente dischiuse, come se volessero chiamarmi.
Sono qui.
Con un cuore.
È stato bello sfiorarti. Non me lo dimenticherò facilmente, e nemmeno tu lo dimenticherai.
Porterò i tuoi saluti a tuo fratello.
Grazie, Orihime Inoue.
Mi hai spiegato che il senso, nelle cose, basta solo cercarlo bene.
Addio.

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Nel numero 40 di Bleach, nella prima, piccola vignetta di pagina 41, Ulquiorra guarda Orihime che viene tormentata da Loly e Menoly. Ulquiorra è noto per la sua perenne espressione, che difficilmente cambia, quasi mai. Eppure, guardando quella vignetta, mi sembra un Ulquiorra diverso; che guarda con pena le due arrancar che fanno del male a Orihime; sembra triste, seriamente dispiaciuto per lei. Il fatto che poi scelga di affrontare ancora Ichigo penso sia dovuto al suo orgoglio e dovere di espada. Del resto, la battaglia con lui era diventata una questione personale.
Almeno, io la vedo così. Sono da sempre una fan della coppia Orihime x Ulquiorra, sebbene Orihime sia uno dei personaggi che sopporto di meno. Eppure stavano benissimo insieme, non trovate? Si completavano.
Quella vignetta mi ha dato l’ispirazione per questa one shot; forse è da lì, che Ulquiorra capisce di avere forse un cuore.
Se lo trovate IC, nonostante tutto, mi fa davvero piacere. Mi sono sforzata di cercare di interpretare al meglio i suoi pensieri pre morte, ma mi rendo conto che non tutti la pensano allo stesso modo e che potrebbero trovarlo eccessivamente OC. Mi auguro solo che, nonostante tutto, questa lettera piaccia. Aspetto commenti e recensioni, sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensate!

Neme.

  
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