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Autore: ka_chan87    05/09/2005    7 recensioni
Tempi duri aspettano il Continente delle Tre Terre con un nuovo nemico a minacciare la sua stabilità. Cinque giovani per unire le Tre Terre a comabattere sotto un'unica bandiera l'odiato nemico... avventure, scontri tra la magica atmosfera di tre misteriosi paesi, ognuno con la propria storia e le proprie magie e la nascita di grandi amicizie e grandi amori... tutto questo è "La Guerra delle Tre Terre"
Genere: Romantico, Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango, Shippou
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ehm…innanzitutto salve a tutti! Però devo essere sincera…sono ‘molto ’ arrabbiata perché su più di sessanta persone che hanno letto il primo capitolo solo in DUE hanno commentato!!! Non si fa così! Anche solo per dirmi che la mia ff non vi piace, dovete commentare!! Sigh…sob…. Comunque sono contenta almeno che qualcuno l’abbia letta! Non si può avere tutto nella vita…!
Però spero che qualche anima buona e caritatevole lasci qualche commentino per questo secondo capitolo!
E senza esitare ve lo lascio, spero sia di vostro gradimento!
Ma prima di cominciare voglio mandare i miei più calorosi saluti alle due commentatrici: kagome_chan88 e lucyllechan!! Grazie mille per i vostri commenti!!

2° CAPITOLO “ALL’OMBRA DEL FOCOLARE”

“Ehm… mi scusi mi saprebbe dire dove posso trovare Kouga degli Yoro?”.
“Oh, salve signor Miroku! Certo, ho sentito che ha passato la notte nell’infermeria del piano terra… visto che è ancora presto credo che lo troverà ancora là…”.
“La ringrazio molto… bella signorina!” disse lascivo e con sguardo seducente il giovane figlio del Governatore… sempre il solito don Giovanni!
“M- ma signor Miroku… mi fate arrossire!” rispose, invece, la giovane serva rimasta ammaliata dal comportamento del ragazzo e dai suoi complimenti.
“E perché mai? Vi imbarazzano i complimenti? Ma non posso farne a meno… siete una creatura così incantevole…!” continuò lui, già convinto che la mattina sarebbe cominciata al meglio con un bel bacio…. Ma il suo sogno venne interrotto da quella che non sembrava affatto la voce gentile e femminile della ragazza davanti a lui….
“Sempre il solito, eh Miroku?”.
“Ehm… buon… buongiorno senpai Mendion!” salutò, un po’ imbarazzato, il giovane dal codino.
“Eheh… che c’è? Non ti avrò mica interrotto nel corso delle tue effusioni mattutine…!”
“N- no! Ma che dite! Stavo solo chiedendo qualche informazione!”.
“E a che proposito? Su dove si trovi la stanza della signorina?!” chiese, ridendo sotto i baffi, il Ministro, vedendo la reazione del ragazzo, provocata da quelle parole.
“M- ma senpai, che dite!! Io non sono di certo quel genere di uomo!” rispose Miroku quasi indignato, sapendo bene, però, quanto fosse diversa la realtà….
“Bene, allora se è così… saluta la signorina che sarà di certo molto indaffarata”.
“Ce… certo! Allora…- e si voltò verso la ragazza che fino a quel momento non aveva ben compreso la situazione – la ringrazio per le informazioni. Ora può andare…” le disse, anche se un po’ a malincuore.
“Certamente… buongiorno signor Miroku, signor Ministro…” e fece un lieve inchino, per poi congedarsi.
“Ahahah! Oh, Miroku! Avresti dovuto vedere la tua faccia!! È stato troppo divertente!!”.
“Sì… certo! Ma tu guarda che scherzi che si mette a fare un Ministro della Difesa!” disse stizzito il ragazzo mentre guardava di sottecchi la sua ‘preda ’ allontanarsi lungo il corridoio per andare a sbrigare le sue faccende.
“Sbaglio o ho colto una nota di disapprovazione nella tua voce?” chiese ironico l’altro mentre guardava, divertito, il volto corrucciato del ragazzo.
“Aaahhh… ragazzo mio devi capire che non puoi metterti a corteggiare tutte le ragazze del palazzo! Che penserà la gente? Che il figlio del Governatore è un don Giovanni patentato?”
- Anche se temo che questa voce sia già largamente diffusa – pensò, leggermente amareggiato Mendion, mentre sospirava guardando il pavimento.
“E anche se fosse? Ho solo vent’anni è naturale che mi interessi ancora dell’altro sesso! Non pretenderete mica che già mi sposi per dedicarmi ad un’unica donna!”.
“Invece è proprio così che dovrebbe andare! Tu sai meglio di chiunque altro che è proprio questa l’età in cui si dovrebbe prendere moglie! Anzi, tu in particolare, avresti dovuto cominciare a sistemarti appena compiuti i diciotto anni!”.
“Ma è troppo presto! No, mi rifiuto categoricamente!!” disse Miroku, col tono tipico di un bambino capriccioso che fece lievemente irritare il Ministro… in effetti, per l’amico Takehiko, non doveva essere stato affatto facile tirare su, da solo, un figlio del genere! Ma, comunque, capiva le ragioni del giovane, lo conosceva bene, e sapeva bene quanto fosse difficile per uno spirito libero come lui, legarsi definitivamente e con un’unica donna…. Lo considerava come una sorta di nipote, ed aveva ormai capito che per lui, le donne, erano il massimo del piacere nella vita….
“Miroku, lo sai, io capisco perfettamente ciò che provi…. Ti ho visto crescere, e spesso sono stato proprio io a convincere tuo padre a lasciarti un po’ di respiro… ma tu, però, devi capire anche le ragioni di chi ti sta intorno e, soprattutto, quelle di tuo padre. Lui non vuole frenarti, vuole solo il meglio per te ed essere sicuro che tu abbia un futuro stabile…”.
“Uff… lo so. So di essere capriccioso… spesso… ma l’idea di legarmi, di pensare a sistemare le cose… di programmare le cose… bè, mi soffoca!”.
Mendion sorrise. Era importante che Miroku riconoscesse i suoi difetti e le sue debolezze se voleva maturare.
“Senti… - gli disse, fermandosi, mentre gli posava affettuosamente una mano sulla spalla – Per adesso lasciamo perdere questo discorso, anche perché questo non è certo il periodo più adatto per pensare a prendere moglie…! Dopo che tu avrai svolto la tua missione e dopo che, magari, si sarà attenuata la minaccia di Naraku, ne riparleremo… va meglio così?”.
“Certamente! Mi sento sollevato, ora…!” disse, grato di aver scampato il pericolo anche questa volta.
“Adesso ti lascio… tuo padre ha bisogno di me per discutere di alcune cose”.
“Sì… anche io devo fare una cosa…. Ci vediamo più tardi”.
“A dopo!” e i due si allontanarono, ma poi Miroku richiamò l’attenzione del Ministro
“Ah, Mendion!... Grazie…” e si rigirò dirigendosi verso la sua meta.
Il Ministro, invece, era rimasto lievemente sorpreso e compiaciuto di quelle parole.
- Mi ha chiamato semplicemente Mendion… è giusto così… ormai non sono più il suo senpai…- e sorrise pensando a quanto quel ragazzo fosse cresciuto….

Toc, toc.
“Avanti…”
“Ehilà! Buongiorno Kouga! Dormito bene?”
“Mi… Miroku! Che ci fai qui?!”.
“Mamma mia… che accoglienza! E io che ero venuto a trovarti per vedere come stavi!” disse, leggermente stizzito, Miroku mentre guardava il giovane ookami Youkai che, ancora mezzo nudo, si era bloccato a guardarlo con aria un po’ spaesata….
“N-no! Scusami… è che non mi aspettavo una tua visita…. Non pensavo che sapessi che ero tornato…”.
“Bè, ti ho visto ieri, quando sei uscito dalla Sala… ma evidentemente eri così moribondo che non mi hai nemmeno visto!”.
“Ah-ah! Non scherzare… ci è mancato poco che non ci sono rimasto secco davvero!”.
“Comunque… mio padre mi ha raccontato quello che hai scoperto… sei stato davvero bravo! I miei complimenti…!”.
“Ho solo fatto il mio dovere…” rispose, quasi ignorando i complimenti dell’amico… ma poi, non udendo alcuna risposta, si girò a guardarlo vedendo che Miroku lo guardava con un sopracciglio inarcato come a voler dire ‘ Ma a chi la dai a bere?!?’ ed infatti sbottò, subito dopo
“È naturale che sono stato bravo!! Con chi credi di avere a che fare?!?”.
“Oh… ecco! Adesso ti riconosco, eheheh!!” disse divertito il giovane dal codino facendo ridere anche l’ ookami Youkai.
“Comunque sono contento di rivederti, amico” e si abbracciarono, felici di rivedersi dopo tanto tempo.
“Sai, c’è stato un momento in cui ho pensato che non saresti più tornato… conoscendo la tua velocità, aveva cominciato a preoccuparmi il tuo ritardo…”.
“Lo so… è che sono stato bloccato dalle Grandi Nevi… attraversare le Montagne della Luna in questo periodo è davvero un suicidio! E adesso che lo so… bè, aspetterò un bel po’ prima di rimetterci piede!”.
“Bè, l’importante è che tu sia sano e salvo… ma adesso come stai?” chiese Miroku, vedendo alcune fasciature sul corpo dello Youko.
“Benone, non preoccuparti! Solo qualche graffietto!! Sono uno dei migliori Youkai io, che ti credi?!”.
“Sì, sì, lo so, eheh!”.
“Comunque… se posso saperlo… tuo padre cos’ha deciso di fare adesso che sa più o meno le intenzioni di Naraku?”.
“Senti… hai già fatto colazione?”.
“No… in effetti, adesso che mi ci fai pensare, non ho ancora mangiato da quando sono arrivato…”.
“Allora andiamo giù alla taverna… così mentre mettiamo qualcosa sotto i denti ti racconto…”.
“Mi sembra un’ottima idea! Mi infilo la casacca e arrivo!”.
Così, dopo essersi rivestito, i due amici si diressero verso la rampa di scale che portava nel sottosuolo dove, subito al primo piano, avrebbero trovato la taverna, adibita, in genere, come mensa dei soldati… ma, in generale, vi ci poteva andare chiunque e a qualsiasi ora della giornata… qualcosa da mettere nello stomaco lo si trovava sempre!
Il Palazzo Reale era una costruzione immensa risalente alla fine della Prima Era, progettata dallo stesso fondatore della città, Eldeor.
Era composto, in totale, da sei piani, tre in superficie e tre nel sottosuolo. Sottosuolo che sembrava una ragnatela per le numerosissime gallerie costruite nel corso degli anni e delle quali, ormai, la maggior parte erano in disuso.
Tali gallerie erano state costruite per le necessità più svariate ma la principale era quella che si presentava durante le guerre o gli assedi… ovvero far fuggire i civili.
Infatti, in diversi punti stabiliti della città si potevano trovare botole, ognuna della quali conduceva ad una galleria. E questa rete di gallerie era stata progettata in modo tale che i passaggi minori sboccassero nell’arteria principale per fare in modo che i cittadini potessero uscire dalla città in modo compatto.
Ma questo sistema era una lama a doppio taglio. Perché se i nemici avessero bloccato sia l’entrata che l’uscita della galleria principale coloro che avessero provato a fuggire si sarebbero trovati come topi in trappola. Tutti, nessuno escluso.
Si era provato quindi a costruire una seconda galleria, diciamo, ‘di emergenza ’, ma il progetto era stato abbandonato per il fatto che, se si fosse continuato a scavare, il terreno avrebbe ceduto, facendo crollare l’intera città.
Oltre a questo tipo di passaggi, poi, ve ne erano alcuni altri adibiti per il commercio e lo scambio di merci.
Tutte queste gallerie si trovavano nella parte più bassa del sottosuolo, il terzo piano sotterraneo.
Più in alto vi erano altre gallerie che, alla fine, formavano il secondo piano sotterraneo, composte da una serie di tunnel molto più grandi in cui vi erano delle specie di stanze. Quelli erano gli ‘appartamenti ’ dei Draghi.
A prima vista poteva sembrare una crudeltà tenere in quei posti così angustiosi creature grandi come i Draghi, ma le stanze erano state progettate in modo tale che un Drago vi potesse stare tranquillamente sia steso che a quattro zampe. In fondo tali creature usavano questi appartamenti semplicemente per dormire e ripararsi in periodi come quello delle Grandi Nevi o delle Grandi Piogge. Infatti, anche per una creatura possente come un Drago, era difficile muoversi in tali periodi.
Infine, il primo piano sotterraneo.
Questo era il più grande, anche perché qui vi era stato costruito un grande dormitorio destinato in particolare ai soldati della Milizia del Dragone, coloro che per eccellenza combattevano con i Draghi.
Sì perché oltre alla Milizia del Dragone, che, alla fine, non costituiva se non un quarto dell’esercito di Eldoras, vi era un altro gruppo di soldati ‘ordinari’, circa settantacinquemila tra Uomini, Youkai e Hanyou, che combatteva senza i Draghi e i cui dormitori si trovavano in una caserma subito nelle vicinanze del Palazzo Reale.
Ai tempi della Prima Era, quando la Milizia era stata costituita, essa non era che una piccola minoranza dell’intero esercito a causa del fatto che, dopo la Grande Guerra, molte delle uova di Drago erano state distrutte.
Ma col passare degli anni, con la costruzione, appunto, di queste gallerie, le condizioni di vita per i Draghi erano molto migliorate con la logica conseguenza di un notevole aumento delle nascite.
Il fatto che, quindi, la Milizia non costituisse, ancora, per intero l’esercito non dipendeva da questo.
Ciò che soprattutto determinava ciò, era che bisognava essere predestinati a possedere un Drago perché era proprio quest’ultimo a scegliere colui a cui sarebbe stato vicino, offrendogli la propria forza, la propria fiducia e offrendogli, soprattutto, quel misterioso ed eccezionale rapporto che si poteva avere solo con una creatura speciale come quella.
Il legame con un Drago, una volta suggellato, era indissolubile… solo la morte l’avrebbe potuto spezzare.
Per questo erano state istituite alcune cerimonie, in totale tre: la Cerimonia della Scelta, della Nascita e, infine, dell’Iniziazione.
La prima era la più lunga e consisteva in una ‘sfilata ’: colui che aveva deciso di entrare a far parte dell’esercito, doveva sfilare, appunto, davanti ad una serie di uova di Drago, divise in due gruppi; il primo gruppo era costituito dalle uova già da anni covate e che si dovevano ancora schiudere, il secondo da quelle appena covate.
Si avevano, comunque, sempre un numero limitato di uova perché su tutte le dragonesse solo alcune venivano scelte per la fecondazione. La decisione dipendeva da diversi fattori, dalla forza fisica all’abilità nelle arti magiche specifiche dei Draghi, nonché dalla specie.
Era questa sfilata a decidere se il futuro soldato avrebbe fatto parte della Milizia o se sarebbe diventato un soldato ordinario. E il tutto dipendeva dal Drago.
Se si fosse stati scelti e, quindi, se una delle uova davanti alla quale si era sfilati si fosse schiusa, si sarebbe proceduti, dopo un mese, al massimo due, con la Cerimonia della Nascita. Nascita intesa come la creazione di un nuovo e importantissimo legame tra il Drago e il Cavaliere. Era anche la cerimonia dove veniva scelto il nome del Drago stesso.
Infine si passava all’ultima cerimonia, quella dell’Iniziazione. Essa consisteva nel giuramento di fiducia e lealtà che Drago e Cavaliere dovevano fare nei confronti del proprio Paese. Era anche l’occasione in cui i due facevano il loro primo volo in pubblico dimostrando che quel Drago apparteneva a quel Cavaliere e viceversa.
Da quel giorno in poi i due avrebbero vissuto tutta la loro esistenza insieme, come uno il completamento dell’altro.
Ma torniamo alla struttura del Palazzo Reale.
I dormitori della Milizia, quindi, erano stati costruiti proprio sopra gli appartamenti dei Draghi in modo tale che, se ci fosse stato un problema o qualche attacco, questi ultimi sarebbero stati facilmente raggiungibili.
Dopo al primo piano sotterraneo si passava poi al piano terra dove vi era una delle diverse infermerie sparse un po’ su tutti i piani, una grande mensa accessibile solo negli orari dei pasti ed altre stanze, tra cui i dormitori della servitù.
Al primo piano vi erano gli ‘uffici ’ tra cui la grande Sala del Parlamento.
Al secondo ed ultimo piano, infine, vi erano le stanze della Famiglia Reale ed alcune altre destinate agli ospiti.
I nostri due amici, invece, si stavano appunto dirigendo al primo piano sotterraneo da cui proveniva un’invitante odore di cibo.
Percorsero la ben illuminata scala fino ad arrivare nell’ombroso ingresso ai piani sotterranei: una sala semicircolare dalla quale partivano tutta una serie di corridoi, la maggior parte dei quali portavano alle stanze dei soldati, tra cui quelle di Kouga e Miroku.
Ma loro si diressero verso l’ultimo della parte destra, ovvero verso quello che li avrebbe portati fino alla taverna.
Questa, una stanza di media grandezza, era il punto di ritrovo preferito dei soldati della Milizia perché confortevole e perché dava una certa sensazione di intimità.
I due entrarono vedendo la sala meno deserta del solito e questo a causa della Grandi Nevi che, in quel periodo dell’anno, obbligavano a rinunciare alla maggior parte delle attività quotidiane che, normalmente, occupavano le giornate dei soldati… perciò coloro che, a causa delle tempeste, non poteva svolgere i propri compiti, si ritrovavano lì consolati dal confortevole calore del focolare.
Si sedettero ad un tavolo riparato dalla spessa roccia che li sovrastava salutando chi gli stava intorno.
Poco dopo si avvicinò al loro tavolo una donna robusta, di media statura, sulla sessantina con un caldo e raggiante sorriso.
“Ragazzi che piacere vedervi!”.
“Oh, cara Doroty il piacere è tutto nostro… è da un po’ che non ci si vede…!” rispose al saluto in modo affettuoso Miroku
“Vedo con immenso piacere che sei tornato sano e salvo Kouga! Ci hai fatto stare in pena, sai?”
“Mi dispiace… mi hanno frenato le Grandi Nevi e ci ho messo più del previsto… ma sono davvero contento di rivederti!” e si alzò per abbracciarla. Doroty si occupava della taverna principalmente come cuoca sopraffina, ma era un po’ una tuttofare e si preoccupava di procurare ai soldati tutto ciò di cui avevano bisogno… era un po’ per tutti la loro mamma e le erano molto affezionati.
“E dimmi come sta il buon vecchio Glen?” chiese poi Kouga
“Come sempre… il solito brontolone! Quando venivano a domandare se avevamo ricevuto tue notizie dai ‘piani alti ’non faceva altro che sbraitare: ‘Non preoccupatevi per quello scapestrato!! Se cadesse nella bocca del Vulcano Jigoku lo sputerebbe fuori subito incapace di ‘digerire ’ un tale mascalzone!’ ”.
“Ahahah! Eh sì… non è cambiato per niente!”.
“Sì ma sono sicura che nonappena ti vedrà gli verranno le lacrime agli occhi per il sollievo di vederti vivo! Comunque era qui in giro poco fa… dovrebbe tornare da un momento all’altro…”.
“Ko… Kouga?!?” ed infatti vennero interrotti sentendo la voce strozzata di un uomo… Glen in persona che guardava il giovane ookami Youkai come se fosse stato un fantasma.
“Toh! Parli del diavolo e spuntano le corna! Come te la passi vecchio Glen?!” gli chiese sorridendo Kouga mentre si era alzato per andargli incontro. Si aspettava davvero, come aveva detto Doroty, di vederlo mettersi a piangere da un momento all’altro ma non fu proprio così…!
“Disgraziato!! Come fai a dire una cosa simile dopo avermi fatto morire dalla preoccupazione?!? Sei proprio una zucca vuota!!”.
Silenzio. Nessuno si aspettava una scenata simile dal vecchio locandiere e non sapevano come comportarsi.
Ma in verità il vecchio Glen aveva fatto quella sfuriata solo per nascondere il suo reale sollievo nel vedere il giovane Youko sano e salvo… quindi lo guardò per un po’ torvo ma poi cedette alla gran voglia di abbracciarlo.
“Oh, al diavolo!! Vieni qui e fatti abbracciare ragazzo!”.
Kouga sorrise e andò verso lo scorbutico locandiere abbracciandolo e prendendolo in giro per aver fatto finta di non essere contento di rivederlo.
Per Kouga Glen e Doroty erano una specie di nonni… era entrato a far parte della Milizia del Dragone che era ancora bambino ed essendo rimasto orfano, quella di arruolarsi era l’unica cosa che gli avrebbe permesso di avere un tetto sulla testa e pasti caldi tutti i giorni. Così conobbe i due locandieri che rimasero molto sorpresi nel vedere un bambino già arruolato nella Milizia.
Lo aiutarono ad ambientarsi, a procurargli quello che gli serviva… insomma si occuparono di lui come dei nonni.
Forse, lì dentro, era lui quello più affezionato a quei due.
Anche Miroku sorrise alla scena e salutò rispettosamente il vecchio signore.
“Allora il viaggio è andato bene? Non sei rimasto ferito, vero?” chiese preoccupato Glen.
“Ahah… no no, non ti preoccupare! Da quando in qua ti interessi della mia salute come una mammina?” disse, prendendolo in giro, il demone lupo.
“Sì, scherza pure ma pensavamo ormai che non ti avremmo più rivisto!! Dopo avermi fatto penare tutti questi anni con le tue birichinate non potevo certo pensare che… che…” ma non riuscì a terminare la frase, ripensando alla grande preoccupazione che aveva provato durante quei lunghi giorni passati senza avere alcuna notizia di quello che per lui era diventato un nipote.
“Su, su… adesso sono qui, no? È questo l’importante…”.
“Esatto! Allora ragazzi, per festeggiare che ne dite se vi faccio le mie frittelle speciali?” chiese allegra Doroty
“A dir la verità eravamo venuti qui proprio per mangiare quindi accettiamo di buon grado!” disse Miroku.
“Perfetto! Allora, intanto che ci siamo, vi farò assaggiare il sidro di more che ho preparato giusto ieri sera… è ancora il tuo preferito, no Kouga?” chiese affettuosamente Glen.
“Ovviamente! Portane un bel fiaschetto!” gli rispose lo youkai mentre il locandiere provvedeva a portare la bevanda.
“Aaahhh… quanto mi è mancato questo posto!” disse, più felice che mai Kouga.
“Si vede amico mio, si vede!” disse sorridente Miroku.
“Non vedo l’ora di andare a trovare il mio Slyfer!! Peccato per queste tempeste… avevo un gran voglia di volare!”.
“Già… per coloro che possiedono un Drago questi periodi dell’anno sono veramente tremendi!” constatò sospirando Miroku.
“E la tua Varandir come sta?”.
“Aaaah… il mio unico amore! È più bella che mai!! Dopo che abbiamo finito di mangiare e di discutere andiamo trovarli, che ne dici? Non ci sono nemmeno andato ieri sera e, conoscendola, sarà infuriata eheheh!”.
“Sai spesso mi ritrovo a pensare alla sfortuna di quelli che non possiedono un Drago! Per me è stato il regalo più bello di tutta la vita!” disse con gli occhi color del cielo che gli brillavano.
“Già… il legame con un Drago è uno dei più vincolanti se non il più vincolante che ci sia…. Certo, anche il legame che c’è tra un genitore e un figlio è importante ma è più fragile rispetto a quello che si ha con un Drago... è una cosa straordinaria sapere che Lui ci sarà sempre al tuo fianco… anche quando tutti ti voltano le spalle… Lui ci sarà…. Ed io ho avuto la fortuna di avere una dragonessa ahahah!!”.
“Sai, era quasi scontato! Con la tua mania per le donne non penso saresti andato molto d’accordo con un maschio!”.
“Probabilmente hai ragione eheh!”.
“Ecco a voi ragazzi! Le mie super frittelle calde calde! Volete anche la salsa ai frutti di bosco?”.
“Direi che non posso rifiutare…!” rispose Miroku
“Idem per me!” disse poi anche Kouga.
“Ehi Glen ti sei perso per caso?” urlò poi ancora l’ ookami Youkai aspettando impaziente di assaggiare il sidro di more del vecchio Glen… la bevanda tipica dell’inverno ed efficace rimedio contro il gelo.
“Eccomi, eccomi!” esclamò il vecchio locandiere mentre sbucava fuori dalla dispensa con un fiaschetto in mano….
“Ecco ragazzi il mio specialissimo sidro alle more! Non per vantarmi, ma quest’anno è venuto particolarmente bene…!”.
“Il tuo sidro viene sempre bene Glen! Ma adesso facciamoci un bel brindisi, eh?!? Alla vostra ragazzi!” e, tutti insieme, bevvero un sorso del denso e scuro liquido che subito gli riscaldò la gola.
“Aaaaah!! Cavolo Glen avevi ragione! Questo sidro è strepitoso!!” disse, molto soddisfatto, Kouga.
“Eheh! Sono contento ragazzo! Prima di andare via ricordami di dartene un fiaschetto! Ora scusatemi, ma ho delle faccende da sbrigare…. Prima di andare via fatemi un fischio che vi saluto”.
“Certo! A dopo!”.
E i due ragazzi guardarono il vecchio locandiere mentre spariva dietro una massiccia parete in pietra con la schiena un po’ ricurva dagli anni….
“Ora mangiamo… a stomaco pieno si parla meglio!” disse allegro Kouga fiondandosi sul suo piatto di calde frittelle, divorandole… aveva percorso mezza Terra Centrale arrampicandosi fino le Montagne della Luna… aveva decisamente bisogno di recuperare le energie!

“Aaaaah! Ora mi sento decisamente meglio!!”.
“Ci credo! Hai fatto tre volte il bis di frittelle! Sei proprio una fogna Kouga!” disse, quasi disgustato dall’ingordigia dell’amico, Miroku.
“Ehi… non esageriamo!! Non mangiavo da quasi cinque giorni!! Dovevo pur recuperare il cibo perso, no?”.
“Sì, ma conoscendoti sono sicuro che mangerai anche a pranzo…è questo quello che mi sconvolge!”.
“Come sei esagerato… è tutta salute! Ma ora passiamo alle cose più serie… allora? Che ti ha detto tuo padre?”.
“Eeeeh… sta volta mi aspetta un compito davvero difficile…” disse un po’ scoraggiato il giovane dal codino.
“Quindi ha affidato una missione anche a te?”.
“Già… prima di tutto mi ha incaricato di recarmi nel Regno del Nord per convocare qui, ad Eldoras, la primogenita del re, Sango di Mend… ne hai mai sentito parlare?”.
“Vagamente… so che è un’abile combattente… soprattutto nel cacciare i Demoni… ma la cosa non mi sorprende visto che è del Nord…. Ma perché mandare te a fare qualcosa che potrebbe fare un normalissimo messaggero?”.
“Perché, primo dovrò spiegarle la situazione e visto che si tratta di notizie di massima segretezza mio padre non vuole rischiare che si vengano a sapere in giro; secondo serve una persona convincente e abile nel parlare… e chi meglio di me?”
“Su questo non ti do torto…!”
“Terzo… essendoci una fanciulla da convincere… bè con una persona dotata del mio immenso fascino il gioco è fatto!”.
“Non credo che questo sia stato uno dei motivi a cui tuo padre a pensato per scegliere proprio te! E comunque non è la ragazza che devi convincere ma il padre!”
“Sì sì, è la stessa cosa…!”
“Oddio… speriamo bene!” disse un po’ sfiduciato il Demone lupo conoscendo il carattere imprevedibile dell’amico.
“Non oso immaginare le cavolate che potresti fare se questa Sango è una bella ragazza!”
“DEVE essere una bella ragazza! E poi ho già chiesto a mio padre… da quello che ha saputo è davvero una bellissima principessa!”.
“Cioè… tu devi affrontare un viaggio pericoloso verso il Nord, non sapendo quello che ti aspetta e la prima cosa di cui ti sei interessato è se questa Sango è una bella donna?!?”.
“… Sì”.
Kouga era rimasto senza parole. Sapeva bene che Miroku era un autentico don Giovanni senza speranza… ma non fino a questo punto!
“Tu… sei senza speranza!” riuscì semplicemente a dire.
“Non dire così! Mi sento più motivato se so che la persona che devo ‘andare a prendere ’ è una bella ragazza!”.
“Ho capito, ho capito ma adesso lasciamo perdere…. Poi? Ti ha detto altro il Governatore?”
“Sì… dopo che avrò portato qui la signorina Mend dovremo rimanere qua qualche mese perché dovrà imparare a volare ha detto mio padre … con un Drago intendo…”.
“Cosa? Vuole farla diventare un Cavaliere?! Ma bisogna essere predestinati ad avere un Drago! E se un Drago non la sceglie?”
“Non ne ho idea… non ha minimamente accennato a questo ed io non sono stato di certo a chiederglielo! Conoscendolo, quando non dice una cosa vuol dire che è così che andrà, punto”.
“Non me l’aspettavo da tuo padre…”.
“Ah ma non ti ho detto ancora la parte migliore e più incredibile!”.
“E sarebbe?”.
“Mi ha detto che dopo che Sango avrà una certa destrezza nel volare, dovremo andare sulla Shima non Nanimo per constatare se quell’Inu-yasha è vivo o meno…”.
“Che? E una volta saputo se è vivo o morto cos’ha risolto?”.
“Bè se è morto, ovviamente nulla… ma se è vivo… mi ha ordinato di liberarlo e di portarlo ad Eldoras”.
“Cosa?!? Far evadere un prigioniero da un carcere?!? Ehi quella è gente del Sud e non scherzano! Se vi scoprono sai che casino? Dopo sì che Naraku non ci penserà due volte ad attaccarci!” disse con foga Kouga non capendo il perché di un intervento così ardito.
“Infatti l’ordine è quello di eliminare i carcerieri, ovviamente. Mio padre non è stupido, Kouga. Sa quello che fa” disse Miroku, rincuorando l’amico e capendo la sua preoccupazione.
“Sì lo so, scusami… sai che non intendevo dire questo. È che sono rimasto sorpreso. Di solito tuo padre agisce sempre in modo così cauto…”.
“Non preoccuparti… sono rimasto sorpreso io stesso!”.
“Ma… perché tutto questo? Perché far venire qui una principessa del Nord e un principe del Sud?”.
“Perché vuole ricostituire il Consiglio delle Tre Terre”.
“Il… Consiglio delle Tre Terre?” chiese, perplesso, il giovane ookami Youkai.
“Sì… era un organo di governo usato nei casi di necessità. Fu istituito dopo la Grande Guerra della Prima Era quando Youkai e Uomini si erano sterminati a vicenda.
“Si trattava di un’assemblea formata da tre membri essenziali, in genere, ma il numero poteva anche essere superiore, per un massimo di cinque: un rappresentante del Regno del Nord, uno della Terra Centrale ed, infine, uno del Regno del Sud”.
“Bè… stando così le cose a cosa potevano servire altri due membri? Bastavano i tre da te elencati, i rappresentanti dei tre Paesi, no?”.
“Dipende… alcune volte veniva nominato come rappresentante del Consiglio anche il Re della Famiglia Reale oppure qualcuno che venisse incaricato di controllare che i tre rappresentanti delle Tre Terre si comportassero in modo giusto…”.
“Cavolo… non avevo idea che fosse esistito un organo del genere…”.
“Non sei l’unico… ormai sono in pochi coloro che ne hanno memoria e questo perché è da tantissimo tempo che non è stato più chiesto il suo intervento… o, almeno, questa è la spiegazione più comune…”.
“Credo di intuire che per te non è così, giusto?”.
“Ed è giusta la tua intuizione… si era infatti riparlato del Consiglio quattordici anni fa e proprio dal padre di questo Inu-yasha, Inu Taisho… ma non so di preciso come siamo andate le cose perché proprio in quell’anno ci fu l’assassinio del nostro Re nonché la congiura contro gli Yasha… e tutto architettato da Naraku, ovviamente”.
“Quel dannato…! Ma se questo Inu-yasha è vivo e se riuscirete a portarlo qui ci potrà dire qualche cosa sul giorno di quattordici anni fa, no?”.
“Speriamo…”.
“E per quel che riguarda la signorina Kagome?” chiese, con una nota di apprensione nella voce, Kouga
“Già, Kagome… a proposito di mia cugina mio padre non ha accennato a nulla… o se ne vuole occupare personalmente lui o, forse, ritiene che sia più prioritario ricostituire il Consiglio…”.
“Ma la signorina Kagome è l’ultima superstite degli Higurashi! Dovrebbe essere lei la priorità!”
“Vedo che ti sta molto a cuore mia cugina eh, Kouga?” chiese con la sua aria maliziosa Miroku.
“Ehi, non fraintendere! È che è stato già un grande dolore la scomparsa del Re, della Regina e del Principe e non vorrei vedere la famiglia Higurashi estinguersi definitivamente! È stato il Re stesso a togliermi dalla strada e ad accogliermi praticamente nella sua casa! Mi ha fatto il dono di un Drago! Sì, forse indirettamente, ma me l’ha fatto! Io sono in debito con questa famiglia!”.
“Mi fanno piacere le tue parole… sai, io consideravo il sommo Masahiro più come uno zio che come un cugino…. Mio padre ha sofferto moltissimo per la sua morte… erano praticamente come fratelli…”.
“Immagino…”.
“Su, ora non facciamoci prendere dai tristi ricordi! Dobbiamo andare a trovare i nostri magnifici Draghi!”.
“Giusto! Slyfer si starà chiedendo che fine ho fatto anche se ieri mi sono raccomandato di mandare qualcuno a dirgli che ero tornato!”.
“Bè allora sarà meglio sbrigarsi”.
“Doroty, noi andiamo! – avvisò Kouga – Grazie mille per la magnifica colazione!”.
“Già… era tutto squisito, come sempre!” si aggiunse Miroku.
“È sempre un piacere per me, ragazzi! Kouga adesso vai a trovare Slyfer, giusto?”.
“Sì… e sono già in ritardo! Sai come si innervosisce… non ha proprio pazienza quello!” disse sorridente il demone lupo.
“Allora nel frattempo vado a rifarti il letto e a dare una spazzata alla tua stanza, va bene?”.
“Grazie mille, Doroty”.
“Vienici a trovare più spesso Miroku – disse la donna - È sempre un piacere averti qui”.
“Ti ringrazio… anche a me fa molto piacere venire qua! Cercherò di convincere mio padre a rinunciare a qualche cena in mia compagnia… e non è affatto una cattiva idea!” disse ghignando.
“Ahah! Dì anche a lui di venirci a trovare ogni tanto! Se non ricordo male anche il signor Governatore è ghiotto di sidro di more!”.
“Ah sì? Senti, senti il mio paparino…! Adesso ho qualcosa con cui ricattarlo!”.
“Miroku…!” disse con una gocciolina sulla testa Kouga mentre guardava l’amico che rideva con un’espressione diabolica….
“Noi andiamo allora…”.
“Ah, aspetta…. Glen! I ragazzi se ne vanno!” urlò Doroty, cercando di farsi sentire dal vecchio locandiere nascosto chissà dove….
“Ti ho sentito, non c’è bisogno di urlare a quel modo!” disse il diretto interessato con il suo solito tono scorbutico.
“Eheh! Vecchio Glen noi andiamo! Grazie mille per il sidro!”.
“Di niente ragazzi! Ecco a voi due bei fiaschetti…. Lo faccia assaggiare anche a suo padre Miroku…. Anni fa ne andava matto!”.
“Lo farò, lo farò non si preoccupi eheheh!”.
“Io non ti conosco…” disse Kouga spaventato dal comportamento assurdo dell’amico.
“Salutaci Slyfer, mi raccomando!” ricordò Glen.
“Sì, sì! E voi due non litigate troppo piccioncini!” disse sghignazzando l’ ookami Youkai mentre, allontanandosi, sentiva il vecchio Glen sbraitare.
“Quei due sono sposati?!?” gli chiese, invece, sorpreso Miroku.
“Già… perché, non lo avevi capito?”.
“Per la verità… no…”.
“Eheh… in effetti non sembrerebbero marito e moglie… ma si vogliono un gran bene…” constatò affettuosamente Kouga.
E mentre chiacchieravano del più e del meno, si diressero nuovamente verso l’ingresso dei piani sotterranei, dirigendosi, poi, verso il corridoio che si trovava all’estremità sinistra dell’ingresso. Questo era un tunnel più largo e lungo degli altri perché era quello che conduceva verso il secondo piano sotterraneo, quello dove vi risiedevano i Draghi.
“Da chi vuoi andare prima?” chiese Kouga.
“Andiamo da Slyfer… è tanto che non vi vedete e anche io non lo vedo da un po’…”.
“Bene!” rispose allegro il Demone lupo.
Proseguirono lungo il corridoio mentre le deboli luci delle fiaccole proiettavano sul freddo muro di pietra le loro ombre distorte.
Seguirono la curva del tunnel fino a ritrovarsi in un piccolo atrio dal quale poi, a sua volta, partivano diversi corridoi nei quali vi erano i migliaia rifugi dei Draghi.
I due imboccarono quello più a sinistra fino ad arrivare alla seconda porta del corridoio. L’appartamento di Slyfer.
Kouga, prima di aprire la massiccia porta di acero invecchiato dal tempo ma ancora spesso e robusto, stette davanti all’ingresso, mentre veniva pervaso da un’intensa emozione… la stessa che aveva provato tredici anni fa quando aveva sei anni… il giorno in cui ebbe la Cerimonia della Scelta… il giorno in cui Lui lo scelse.
- So che sei lì dietro, Kouga…. Che ne diresti di entrare, invece di restare lì immobile come un pesce lesso?!? – e Kouga sorrise, sentendo nella testa la voce dell’amico Drago. Sì perché Drago e Cavaliere comunicavano telepaticamente. Cosa che era possibile solo con una creatura straordinaria come un Drago.
Così, ritrovata la sua solita sicurezza, afferrò saldamente la maniglia della porta spingendo con forza quest’ultima per poter così finalmente rivedere – spaparanzato sul suo giaciglio di paglia – il suo amatissimo Drago. Slyfer, appartenente alla specie dei Draghi di Metallo.
Le specie dei Draghi erano collegate con gli elementi naturali: Metallo, Terra, Vento, Acqua, Fuoco ed infine Oro.
Queste erano le sei specie, in totale, a cui un Drago poteva appartenere. Ma le principali erano le prime cinque visto che ad appartenere alla specie dell’Oro erano solo i Draghi Supremi.
Appartenere ad una determinata specie, ovviamente, significava avere determinate caratteristiche, che, comunque, si limitavano a poche cose.
Era proprio per la varietà di specie di questi possenti creature che la Milizia era così temuta come esercito. Grazie ad ognuna di queste specie si poteva far fronte a quasi ogni tipo di eventualità per non contare il fatto che era possibile studiare strategie praticamente infallibili.
- Sempre il solito pigrone, a quanto vedo… - disse in tono di sfida Kouga guardando negli occhi argentati del proprio Drago.
- E tu sempre il solito ritardatario… a quanto vedo… - ribatté l’altro.
Si guardarono alcuni momenti studiandosi a vicenda fino a che Kouga non sorrise di cuore andando ad abbracciare il collo possente e robusto di Slyfer, accarezzando le dure e lucenti squame che risplendevano alla luce delle fiaccole.
L’altro sbuffò soddisfatto di riavere accanto il proprio Cavaliere e di poter finalmente passare con lui quelle lunghe ed estenuanti giornate d’inverno.
Stettero così alcuni minuti fino a che Miroku, con il solito tatto, li interruppe
“Bene… se voi due piccioncini avete finito di coccolarvi vorrei salutare anche io…”.
Kouga si staccò dall’amico a quattro zampe e si guardarono a vicenda con uno sguardo d’intesa….
“Oh, bene! Salve Slyfer… immagino che avrai passato bene questi giorni senza questo rompiscatole in giro eheheh!”.
“Grazie Miroku… sei un vero amico… peccato che Slyfer mi abbia appena detto che se c’è un rompiscatole qui… non sono di certo io…”.
“Non… non vorrai dire che… che… oh, Slyfer! E io che ero venuto qui appositamente per salutarti! E io vengo a sapere che mi consideri un rompiscatole…! O quale… bla, bla, bla…”.
- Ti prego fallo tacere o sennò lo faccio arrosto! – disse esasperato il povero Drago che già non ne poteva più di quella visita….
“Ehm… Miroku! Io direi che puoi farla finita se non vuoi arrivare da Varandir mezzo bruciacchiato!”.
- No… letteralmente fatto arrosto! – insistette Slyfer.
“E va bene, e va bene!... Ho capito!” disse offeso Miroku interrotto durante il suo irritante monologo.
- Sia ringraziato il cielo…! - disse, invece, sollevato, il possente Drago.
“Slyfer vado un momento a salutare Varandir e poi torno, ok?” chiese Kouga sorridendo allo sbuffo affermativo dell’amico.
- Va bene… ma non metterci molto che voglio sapere tutto quello che ti è successo… e nei dettagli… - lo avvertì Slyfer.
“Certo, certo! Arrivo subito… sicuro di non voler venire?”.
- Muoviti…- fu la semplice risposta dell’animale.
“Eh-eh… torno subito…” e si diresse verso la porta sulla cui soglia lo aspettava Miroku che, però, non si lasciò sfuggire l’occasione di salutare, sempre in modo irritante, il dragone.
“Ciao ciao Slyfer! Porterò i tuoi affettuosi saluti alla mia Varandir! Le dirò che non vedi l’ora di fare un’altra gara di nuoto con lei eheheh!” e il ruggito più che irritato che arrivò alle sue orecchie fu più che soddisfacente.
“Prima o poi ti farà arrosto sul serio!” gli disse, divertito, Kouga
“Ehe! Adoro irritare la gente… ma soprattutto Slyfer uhuhuh!!” ghignò soddisfatto Miroku.
“Seee… ma non piangere se poi ti prenderà a morsi!”.
“Lo… lo farebbe sul serio?!?” chiese ora meno sicuro il ragazzo dal codino.
“Mah… sai il carattere che ha… irascibile e mooolto istintivo!”.
“Già… proprio come te del resto…”.
“Non riesco a capire se è un complimento o un insulto…”.
“Toh! Siamo arrivati!”.
“Ma come sei bravo ad evitare le risposte difficili, eh?!?”.
La stanza in cui alloggiava il Drago o, meglio, la dragonessa di Miroku si trovava a poca distanza da quella di Kouga ed era stato anche grazie a questa distanza ravvicinata se i due si erano conosciuti ed erano diventati amici.
Stava già per aprire la porta quando una voce tagliente gli si insinuò nella testa, bloccandolo
- Miroku… finalmente ti fai vivo! Se vuoi varcare quella soglia, spero tu abbia una valida motivazione da darmi per non essere venuto ieri! -
“Ohi, ohi…” disse teso Miroku
“Che succede? Abbiamo una dragonessa un po’ alterata?” chiese Kouga, divertito da come l’amico, sempre sicuro di sé, venisse messo in riga dal suo Drago.
“Direi più che alterata! Ma questa volta ce l’ho una motivazione per non essere venuto… e più che valida!”.
“E allora perché non entri e gliela dici?” chiese ingenuamente l’altro guardando la schiena dell’amico sobbalzare.
Ghignando divertito aprì di scatto la pesante porta spingendo a tradimento nella stanza Miroku.
- Grazie di avermelo portato, Kouga…- disse calma e glaciale la dragonessa guardando negli occhi Miroku che si sentì trafiggere da mille lame.
“Oh, di niente! Per fortuna che ci sei tu che lo fai rigare dritto altrimenti sarebbe addirittura peggio di com’è adesso!”.
“Ehi voi due! Cos’è una cospirazione contro di me?!?” domandò indignato Miroku che già si apprestava ad interpretare la sua parte da vittima del sistema….
- Non ci provare, caro…. Lo sai bene che le tue scenate di attore da quattro soldi con me non funzionano! – gli disse la dragonessa, tagliente, mentre frustava l’aria con la lunga coda celeste.
Varandir era una dragonessa appartenente alla specie dei Draghi d’Acqua. Ciò lo si capiva sia dal suo colore celeste lucente ma soprattutto per le sue squame, meno dure rispetto ai Draghi appartenenti alle restanti cinque specie.
“Chiedo perdono” disse semplicemente Miroku con lo sguardo fisso sul pavimento.
- Sono contenta di vedere che stai bene, Kouga -
“Grazie Varandir… sono tornato giusto ieri, nel tardo pomeriggio, e solo ora sono riuscito a venire a salutarti… infatti adesso torno da Slyfer che, ovviamente, ti saluta…. Scusami se non posso rimanere più a lungo…” disse affettuosamente il Demone lupo alla dragonessa
- Non ti preoccupare… e porta i miei saluti a Slyfer -
“Certamente… allora io vado e vi lascio soli…. Ci vediamo più tardi Miroku?”.
“Sì… sali per il pranzo?”.
“No… al massimo mi faccio portare qualcosa da Doroty e mangio con Slyfer…. Credo che salirò un po’ sta sera per la cena… andiamo alla mensa al piano terra?”.
“Sì, va bene anche perché sono quasi sicuro che mio padre dovrà dirmi qualcosa sulla… bè lo sai…”.
- Guarda che mi devi raccontare tutto quindi è inutile che fai il misterioso…- lo ammonì Varandir.
“Sììì…. Ci troviamo più tardi su, allora… a dopo!”.
“Ok… e non far esasperare troppo Varandir… o sta sera serviranno te al posto dell’arrosto ihihih!”.
“Ma che spirito di patata che abbiamo! Và dal tuo Slyfer che è meglio!”.
“Sì, sì…! Ciao Varandir!” e richiuse la pesante porta dietro di sé immaginandosi già l’amico con la testa china mentre si sorbiva una bella ramanzina dalla dragonessa.
Ma anche lui avrebbe avuto un destino simile se non si fosse sbrigato!

“Eccomi qui! Non ci ho messo molto, vero?” chiese allegro mentre entrava nella confortevole stanza dove, come prima, vi era comodamente steso il suo amato Drago.
- Più del tempo necessario per un semplice saluto, però…- gli rispose quello con il solito tono dell’ ‘eterno insoddisfatto ’.
“Se ci ho messo molto è stata per colpa di quel cretino di Miroku!”
- Non avevo dubbi…! -
“Ma ti sta davvero antipatico?”
- No… è solo semplicemente e dannatamente irritante! – gli rispose schietto il dragone.
“Eheh! Non ti do torto! Ma è nostro amico e da buoni amici dobbiamo sopportarlo…!” disse il Demone lupo quasi poco convinto delle sue stesse parole….
- Se lo dici tu… però una piccola bruciatura sul fondoschiena non sarebbe male…! Comunque… che programmi hai per oggi? Ormai è mezzogiorno… vai su a mangiare? – gli chiese Slyfer con un tono quasi implorante per fare tutto l’opposto.
Kouga lo guardò affettuosamente, contento che l’amico desiderasse stare con lui… non doveva essere stato facile per uno come Slyfer rimanere rinchiuso lì per tutto il tempo che era stato via senza neanche avere la possibilità di uscire per volare… entrambi adoravano sentire la sensazione del vento sulla faccia e quando arrivava il periodo delle Grandi Nevi era sempre una tragedia… ma almeno stavano insieme, tenendosi compagnia. Ma lui se n’era dovuto andare, ed era stato via per quasi un mese lasciandolo lì, solo. Certo, c’erano gli altri Draghi ma la lontananza dal proprio Cavaliere o dal proprio Drago era penosa.
“No, non salgo per mangiare. Al massimo mi faccio portare qualcosa qui da Doroty… resto anche il pomeriggio poi salgo su per la cena e sta notte… dormo qui, contento?” e lo sentì sbuffare e schioccare le fauci in segno di contentezza.
- Mi devi raccontare tutto, eh?!? – gli disse, impaziente Slyfer.
“Lo so, lo so… ma prima non vuoi mangiare? Mi meraviglierebbe molto!” disse ridendo Kouga, conoscendo l’ingordigia del proprio dragone.
- Questo mi sembrava scontato, scemo! – gli rispose l’altro – Ma sorprenderebbe anche me se tu saltassi il pranzo! -
“Mmmh… è che mi sono abbuffato a colazione… però è vero che se non pranzo poi arrivo a sera che muoio dalla fame…. Bè vorrà dire che mangerò giusto qualcosina! Vado ad avvisare Doroty allora! Arrivo subito” e si allontanò per tornare alla taverna per avvertire la vecchia locandiera che lui e Slyfer mangiavano insieme nella sua stanza e di portare, come sempre, cose buone.
Tornò di sotto dal suo Drago e dopo pochi minuti arrivò anche Doroty con infinite prelibatezze: una porzione abbondante di carne secca per Slyfer e una bistecca fumante con, per contorno, verdure grigliate per Kouga.
E cominciarono a mangiare allegramente mentre il Demone lupo esponeva nei dettagli quello che gli era accaduto nel corso del suo viaggio e le cose che aveva scoperto mentre Slyfer lo ascoltava con attenzione compiacendosi di quello che il proprio Cavaliere era riuscito a fare.

FINE 2° CAPITOLO.

Eccoci! Anche il secondo capitolo è terminato…alla fine è stato davvero tutto su Miroku e Kouga, ma, almeno, ho spiegato alcune cose sulla struttura della città di Eldoras e sui Draghi….
E su queste creature devo dire qualche altra cosina quindi….

L’ANGOLO DELLE RISPOSTE: (Inu:ancora?!?).
A proposito dei Draghi…volevo aggiungere qualche riga su alcune caratteristiche di queste creature….
Prima di tutto il discorso della comunicazione telepatica: principalmente un Drago parla telepaticamente solo con il proprio Cavaliere e nessun altro può sentire quello che i due si dicono. Ma è possibile che un Drago riesca a parlare anche con un altro Cavaliere e che questo, quindi, possa sentirlo…questo accade solo per volontà del Drago che gli ha parlato perché, altrimenti, è impossibile accedere alla mente della creatura perché, per fare una cosa simile, bisogna essere estremamente abili e avere una potente forza mentale.
Secondo: volevo aggiungere altre due cosette anche sul discorso delle specie…. Allora, appartenere ad una determinata specie, come ho già detto, comporta ad avere qualche peculiare caratteristica rispetto a un Drago appartenente ad un’altra.
Per esempio, prendiamo Slyfer e Varandir: il primo appartiene ai Draghi di Metallo mentre la seconda ai Draghi d’Acqua.
Entrambe le specie sono in grado di volare con agilità, sputare fuoco, ecc…però, ognuno di loro è più abile in certe cose rispetto all’altro.
Per primo Slyfer…è capace di nuotare ma è sicuramente meno abile rispetto a Varandir, poiché l’elemento a cui appartiene è di tipo ‘pesante ’ e perciò risulta meno agile nel muoversi nei fluidi. Però ha la capacità di resistere, ovviamente fino ad un certo limite, al calore meglio di Varandir che, appartenendo all’elemento dell’acqua, è molto più sensibile alle alte temperature.
Inoltre, i Draghi di Metallo, sono dotati di una notevole forza fisica e resistenza e le loro squame sono forse le più resistenti rispetto a quelle di tutte le altre specie.
Appartenere ad una certa specie, poi, influisce anche sul tipo di fuoco che il Drago può soffiare: quelli di Metallo, per esempio, emettono una fiamma molto potente ma non molto ad alta temperatura ed è per questo che sono in grado di ‘sputare ’contemporaneamente una pioggia di frammenti di uno speciale metallo.
I Draghi d’Acqua, invece, emettono una fiamma capace di congelare.
Entrambe queste specie sono in grado di utilizzare, praticamente alla pari, le arti magiche che, comunque, caratterizzano tutte le specie di Draghi.
Per ora mi fermo qui con le descrizioni delle specie visto che in questo capitolo hanno fatto la loro comparsa solo Slyfer e Varandir. Man mano che compariranno nuovi Draghi e, quindi, nuove specie, continuerò con le descrizioni.

Ora, invece, volevo dire qualcosa a proposito delle Grandi Nevi e delle Grandi Piogge…bè, entrambe, sono particolari perturbazioni che compaiono nel corso di certi periodi dell’anno: ovviamente le Grandi Nevi compaiono nel corso dell’inverno, circa a metà della sua intera durata e si tratta, quindi, di un’accentuazione delle tempeste di neve, molto più lunghe e violente.
Le Grandi Piogge, invece, si verificano due volte all’anno, prima tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, poi nella metà dell’intera durata dell’autunno. Sono caratterizzate, come dice il nome, da piogge lunghe e violente accompagnate da vento violentissimo capace di piegare persino le forti ali dei Draghi.

Ecco, direi che, anche per oggi, è tutto. Come vi ho già detto, se avete qualche curiosità, o c’è qualcosa che non è chiaro, non esitate a chiedere e cercherò di rispondere alle vostre domande.
Ora vi saluto e mi raccomando…commentateeee!!!
Bacioni Ka_chan87

  
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