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Autore: Rowena    11/06/2010    4 recensioni
All'Host Club si mette in scena la passione letteraria più in voga del momento, Twilight, e ogni membro interpreta un diverso personaggio... Ma cosa succederebbe se per un incantesimo i nostri eroi finissero nel libro al posto dei protagonisti? A Forks ci sono dei nuovi soggetti, in città!
Genere: Commedia, Parodia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Disclaimer: Host Club non mi appartiene, purtroppo, ma è © di Bisco Hatori, Lala, Tokyo Television e chi per loro. Non scrivo a scopo di lucro e pertanto nessuna violazione del copyright è intesa. L'idea però l'ho usata io, non copiatemi o diventerò una belva!
Note dell'autrice: Questa storia è stata scritta per il Contest su Writers Arena Host Club Plot Bunnies. Ho usato il prompt che chiedeva una parioda di Twilight con i personaggi di Host Club: ci tengo però a precisare che non si tratta di una parodia di Twilight spiccicata passo passo, ma una interpretazione spassosa di vari punti chiave dell'opera. Fan di Twilight, non vogliatemene... La storia si colloca praticamente tra gli episodi 70 e 71, contenuti nel volume 15, perciò ripeto, SPOILER per chi ancora non l'avesse letto. SOno cose piccole, non specifiche, ma non guastatevi la lettura, perché merita!



- Benvenute!
Come ogni giorno alla fine delle lezioni, le giovani principesse che studiavano all’Ouran High School spalancarono le porte dell’Host Club, ansiose di scoprire quale incredibile travestimento avessero ideato i sette ragazzi… Sei?
- Ma dov’è Haruhi? – domandò una delle giovani studentesse notando un buco nella formazione del gruppo. Era un dato impossibile da non notare, anche perché in genere il ragazzo era sempre nel centro della scena, subito alla destra di Tamaki. Neanche lo sfavillante scintillio del Lord riusciva a mascherare quell’assenza, né la strana atmosfera soffusa e buia che avvolgeva la terza aula di musica quel giorno: tende tirate, illuminazione delle sole candele sparse un po’ ovunque nella stanza…
Gli Host si guardarono l’un l’altro come se non si fossero accorti di quel dettaglio fino all’osservazione della ragazza, stupiti, poi si voltarono di scatto verso un punto preciso, il ripostiglio.
- Principesse – esclamò Tamaki con un ampio movimento del suo mantello – vogliate accordarci il vostro perdono e cinque minuti per risistemarci.
Le ragazze ridacchiarono e acconsentirono ad aspettare che anche Haruhi uscisse, poi presero posto ai tavoli.
I gemelli bussarono alla porta dello stanzino in cui la giovane si cambiava: - Haruhi, tutto bene? Serve aiuto?
- Io non esco! – gridò dall’altra parte la ragazza con voce tremula, quasi sconvolta. – Mi rifiuto di fare questo personaggio, non voglio.
- Avanti, tutti i personaggi di questa storia sono baka oltre l’immaginabile, di che ti vergogni?
- Hai letto il libro? Io non sono capace di comportarmi come questa Isabella, va al di là di quello che posso fare.
- Ma come, Haru-chan – disse Honey – non eri tu quella che voleva fare più esperienze diverse possibili?
Da dietro la porta, la ragazza sbuffò: - Nella gamma che avevo in mente, non rientrava nessuna esperienza che comportasse l’atteggiarsi come l’eroina di questa roba.
- Ormai è tardi, ci serviva un tema per la giornata di oggi e quello proposto dal Lord era l’unico disponibile – le ricordò Kyouya, infastidito. – Ora esci subito, o conterò per ogni secondo perso altri mille yen da ripagare al Club.
- Avanti, Haruhi, neanche a noi piace, ma per oggi è così.
Il Lord sembrò sconvolto: - Volete dire… Che il mio tema non vi piace?
- No, neanche un po’ – risposero in coro i gemelli, senza alcuna delicatezza. Inutile dire che Tamaki si rannicchiò in angolino con le lacrime agli occhi, depresso.
In quel momento, scattò la serratura della porta. – Va bene – disse Haruhi sconsolata sistemandosi la parrucca – facciamolo.

- Benvenute! – ripeté l’Host Club in direzione delle clienti, in un turbinio di petali di rosa. – Oggi vi portiamo nelle foreste del Nord America a vivere con noi un’appassionante storia d’amore, di magia e di mistero.
Nel fare questo commento, Tamaki allargò le braccia e si sciolse in un affascinante sorriso. Una delle ragazze cacciò un urletto, notando che i suoi denti avevano qualcosa di strano.
- Ma sei un vampiro, Tamaki-kun?
- Indovinato! – le rispose ammiccando il giovane, suscitando un’altra serie di gridolini. – Oggi per voi, principesse, siamo i personaggi di Twilight, il più popolare successo letterario degli ultimi tempi.
Le principesse applaudirono, liete per la notizia. – Allora tu sei Edward, Lord, ho indovinato?
Ora il quadretto sembrava più chiaro: Tamaki aveva i capelli rossicci e si teneva particolarmente vicino a Haruhi, che faceva la parte di Bella, come la lunga parrucca scura e, in particolare, l’espressione schifata che aveva in viso suggerivano. I gemelli avevano invertito il colore dei capelli: Kaoru era scuro e ridacchiava, poteva essere Alice? Se così era, si chiedevano le ragazze, allora Hikaru era di certo Jasper, la chioma bionda lo suggeriva.
Honey ululò, attirando l’attenzione delle clienti su di sé. – E tu chi interpreti, Honey-senpai?
Il ragazzo ridacchiò, prima di sistemarsi un paio di orecchie da cane sulla testa: - Io sono Jacob, il terribile lupo mannaro! – e ululò un’altra volta, prima di ringhiare in direzione di Tamaki. – Mi batto con il vampiro malvagio per il benvolere di Haru-chan.
Haruhi fece un sorrisino tirato, senza riuscire a dire nulla. Non aveva letto il libro a cui si erano ispirati, ma Mei-chan non faceva altro che parlarne come se fosse un nuovo testo sacro. Quando le aveva chiesto di descriverlo, la sua amica aveva detto che era come uno shōjo manga senza i disegni, il che era bastato per farla rabbrividire.
Come se non fosse sufficiente, a lei era toccata la ragazza femminile e sdolcinata che s’innamorava prima di uno e poi dell’altro, quindi non sapeva decidere tra i due… Lanciò una piccola occhiata verso Tamaki, ma abbassò subito lo sguardo prima che lui se ne accorgesse; come se scoprire di essere cotta di un simile baka non fosse abbastanza per quel periodo. Arienai
Honey sorrise e tirò fuori Usa-chan e lo mostrò alle ragazze, tutto contento: - Guardate, anche il coniglietto è diventato un Licantropo!
Non che un pupazzo rosa con due orecchie di pelo applicate e i finti canini agli angoli della bocca facesse particolarmente paura, ma la versione mannara di Usa-chan riscosse una certa approvazione.
- Allora, se Honey-senpai fa Jacob, chi è Mori-senpai? – domandò timidamente una ragazza, una delle fan del silenzioso Takashi.
- Ma è Emmett, chi altri potrebbe interpretare un personaggio così forte e aitante? – rispose un’altra principessa con occhi sognanti. Effettivamente, Mori era Emmett, mentre Kyouya interpretava il padre Carlisle, chiaramente riconoscibile per via del camice da dottore che indossava.
Nel frattempo, Hikaru sbuffava.
Avrebbe voluto interpretare lui Jacob, sarebbe stata più realistica come cosa… Specie con il nuovo atteggiamento di Tamaki, che lo mandava fuori dai gangheri come una bestia, anzi, come un lupo mannaro!
Kaoru notò la strana espressione del fratello e sorrise: era pronto a scommettere che Hikaru non si sarebbe mai prodigato tanto perché quell’idiota di Tamaki riconoscesse la vera natura dei suoi sentimenti per Haruhi, sapendo che quello sarebbe stato il risultato. Il Lord passava dall’essere certo di possedere già il cuore della ragazza al più profondo sconforto nella sicurezza che lei lo odiasse; nel mezzo, una serie di trip mentali perfino peggiori del periodo “paterno” e continue prese in giro nei confronti del suo rivale.
Sì, anche Kaoru avrebbe reagito allo stesso modo, spinto dal desiderio di uccidere una creatura così insopportabile. Se il suo gemello finora si era contenuto, era solo per il desiderio di battersi per il cuore di Haruhi ad armi pari con Tamaki.
Ancora ridacchiando, decise di prendere in mano la situazione. – Oh, Jasper, sei distratto – mormorò in direzione del fratello, che parve riscuotersi da un trip mentale assai truculento. Effettivamente, Hikaru in quel momento stava immaginando almeno dieci modi diversi per uccidere lentamente e dolorosamente Tamaki, e nessuno comportava che si sporcasse le mani personalmente. – Forse la nuova fidanzata di Edward ti piace più di me?
La svolta incestuosa fu accolta con giubilo dalle ragazze. – Come mai avete scelto proprio questi personaggi? – domandò curiosa una di loro.
Hikaru comprese dove voleva parare suo fratello e sorrise deciso: - Beh, è ovvio: due persone che vivono come fratello e sorella agli occhi del mondo ma in realtà condividono qualcosa di ben più profondo… – rispose ammiccando.
- Oh, Hikaru, così mi fai arrossire! – s’intromise Kaoru, vergognoso.
- Non devi, non c’è nulla di sbagliato in noi – continuò con fare eroico Hikaru, prima di accarezzare una guancia al fratello così da mandare in estasi le loro ammiratrici.
Intanto, Haruhi osservava la scena con aria sempre più disperata. Mentecatti.
Kaoru le fece l’occhiolino, quindi si staccò dal fratello. – Jasper, sto avendo una visione…
Prima che chiunque potesse continuare la recita, una voce fin troppo nota echeggiò come dall’oltretomba: - UNA VISIONEEEEEE? RACCONTAAAAA HITACHIIIIIIIIIIN!
Nekozawa comparve dalla porta comunicante con il Club di Magia Nera, accompagnato dal solito Belzeneff, la bambola maledetta, lasciando annichilito il Club.
- Ma dovevi proprio utilizzare quella parola? – disse a Kaoru un più che terrorizzato Tamaki. – Lo sai che capta ogni vocabolo legato all’occultismo pronunciato nel raggio di cento metri!
L’interpellato squadrò il Lord, irritato. – C’è chi deve impegnarsi per rimanere nel proprio personaggio. Insomma, non tutti siamo perfetti per interpretare il protagonista idiota. – E nel dire questo, pigiò il bottone che attivava l’ultima meraviglia tecnologica fatta installare da Kyouya, il sistema meccanico che apriva di scatto tutte le tende alle finestre.
Spaventato a morte, Nekozawa smise di blaterare il perfetto metodo per leggere il futuro nelle interiora di pollo, raccolse tutte le sue cose, tarocchi, strani strumenti e un grosso pendaglio che avrebbe dovuto indicare l’ubicazione di spettri nella stanza e corse a rintanarsi nell’oscurità del suo Club.
Kaoru si voltò verso gli amici, soddisfatto. – Bene, almeno uno degli impiastri è sistemato. Ma… - si bloccò, sconvolto da ciò che i suoi occhi vedevano. – Lord, ma tu brilli?
Tutti si voltarono a osservare Tamaki, che a sua volta stava fissando i suoi compagni: - Voi, piuttosto, perché voi non brillate come i vampiri del libro?
Agli Host – salvo Haruhi, che interpretava un personaggio umano, e il Licantropo Honey – ripensarono a un appunto che il Lord aveva lasciato loro in cui consigliava di stare in ammollo nella vasca da bagno per due ore, meglio tre, dopo aver aggiunto all’acqua almeno un quintale di brillanti argentati.
I gemelli scoppiarono a ridere: - Credevi davvero che ci saremmo conciati così? – continuarono a tenersi la pancia, scossi per il troppo sghignazzare.
- Ma, ma… - balbettò Tamaki sconvolto – Era per rappresentare al meglio i nostri personaggi!
- Neanche per tutto l’oro del mondo – risposero in coro i vampiri – abbiamo ancora una dignità, noi.
Il Lord, ancora offeso, non volle cedere e annunciò che avrebbe dimostrato la sua superiorità inscenando con Haruhi una delle scene più amate del libro, quindi si sbottonò parte della camicia e si rivolse verso la ragazza, che ancora lo stava fissando nel tentativo di spiegarsi quale idiota potesse fare il bagno nei brillantini e presentarsi a scuola conciato in quella maniera.
- Bella, ora che mi vedi davvero, hai capito che cosa sono?
Haruhi si riscosse all’improvviso, colta del tutto impreparata; a dire la verità, si stava chiedendo sempre più ossessivamente per quale ragione quella mattina non avesse deciso di rimanere a casa. Era anche in ritardo con le faccende domestiche, doveva fare la spesa, e il bucato…
Ad ogni modo, rispose che sì, credeva di sì.
Tamaki sembrò tutto soddisfatto e continuò a recitare. – Allora dillo, se osi.
- Sei un idiota luccicante? – domandò piccata.
Calò il silenzio.
Tempo una frazione di secondo, e tutto l’Host Club – con l’eccezione di Kyouya, che aveva leso a sufficienza la propria dignità con quella parrucca, per quel giorno – rotolava per terra dal ridere. Perfino Mori si era sciolto e ridacchiava, fatto inaudito!
Quanto a Tamaki, si era accasciato a terra come aveva preso a fare da qualche giorno, senza neanche rintanarsi a far crescere funghi, stroncato dalla mancanza di delicatezza della ragazza. Ma perché la donna del suo cuore sapeva essere così crudele nei suoi confronti? O meglio, perché gli dei volevano metterlo alla prova in quel modo, si chiedeva: forse volevano scoprire se il suo amore era vero e non una semplice infatuazione del momento?
- Temo che il romanticismo di questo libro sia troppo per Haruhi – commentarono le clienti, ridendo.
Haruhi si voltò verso di loro con espressione omicida, ma come al solito fu travisata e il suo astio fu preso per imbarazzo.
- No, Izumi-chan – disse con tutta la gentilezza che le fu possibile – è che questo genere di romanticismo non m’interessa per niente. L’amore è un’altra cosa per me.
Pensò ai propri genitori, all’amore che aveva visto tra loro, nel sostenersi e prendersi cura dell’altro, a prescindere dai problemi che si presentavano loro davanti. Non era certo tipo da pensare al futuro e a una probabile vita di coppia, ma se avesse potuto scegliere…
Lanciò un’occhiataccia a Tamaki, ancora spalmato sul pavimento come una marmellata brillante, e maledì il fato che le aveva giocato un tiro mancino così crudele.

Nel frattempo, Nekozawa si era rintanato nella cara, adorata oscurità del Club di Magia Nera a riprendersi dallo shock subito.
- SCIOCCHI MEMBRI DELL’HOST CLUB, COME OSATE PRENDERVI GIOCO DI ME IN QUESTA MANIERAAAAAAAAAA! – tuonò senza rivolgersi a nessuno in particolare, prima di rivoltare l’armadietto dei prodotti più pericolosi – MA IO HO LA GIUSTA CURA PER LA VOSTRA IRRIVERENZAAAAAA!
E detto questo, cominciò a mescolare vari ingredienti in una ciotola con foga, fino al momento in cui, pronunciando la giusta parola magica, si sollevò una nuvola di vapore violaceo.
Nella terza aula di musica, nello stesso istante, tutti furono accecati dalla luce.

   
 
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