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Autore: Akrois    11/06/2010    4 recensioni
Dritto-rovescio, dritto-rovescio.
Teneva il gomitolo sulle gambe, la lana gialla che spicca sull’abito bianco. Tra le mani teneva i ferri lucenti.
Canticchiava a labbra strette una canzone della sua infanzia mentre si dondolava lentamente, le lunghe trecce scure che scivolavano lungo la schiena.
Dritto-rovescio, dritto-rovescio, cresce il vestitino.
[Ed ecco a voi la Maria’s side di “Rosalia morì con discrezione”]
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Autore: Akrois
- Titolo:  Maria aspettava in silenzio
- Titolo del Capitolo:  //

- Personaggi: GenderBender! Nord Italia (Maria Vargas) [menzionati  GenderBender!Sud Italia (Rosalia Vargas), Germania (Ludwig Beilschmidt)]

- Genere: introspettivo, malinconico.
- Rating: giallo.
- Avvertimenti: One-short, AU.

- Conteggio parole:  349
- Note: Di solito non rispondo alle recensioni (no, non perché sono pigra. Cioè, anche perché sono pigra, ma è soprattutto per lo stesso principio per cui non scrivo recensioni: in genere sparo boiate.) ma qui voglio lasciare qualche risposta alle recensioni della precedente short.

Bene, per chiarire sia i dubbi di Prof, sia quelli di Assassin Panda (in merito alla mia puntualizzazione sulle idee politiche di Rosalia): l’epoca è quella della fine del conflitto, diciamo 1942. Rosalia nella mia mente contorta è una affilata dei partigiani, non partigiana in sé, ma corriera ed “aiuto”. Anche se ora come ora penso che più che “rossa” avrei dovuto farla monarchica. Sì, monarchica borbonica, ci sarebbe stata bene.

Ah, le “arance a grappoli”, okay, quello è un fail grande come una casa mio xD è che volevo rendere l’idea di tanti frutti che scendevano dai rami tutti assieme. Poi mi sono ricordata di un libro in cui l’autrice, parlando di una scena simile, parlava di “arance a grappoli”, quindi mi sono messa l’anima in pace e l’ho usata come definizione ù.ù

Note2: ed ecco a voi la Maria’s side di “Rosalia morì con discrezione”. Ben poco da dire. Credo si spieghi da sola ù.ù per qualunque domanda chiedete ù.ù

 

 

Fila la lana, fila i tuoi giorni

illuditi ancora che lui ritorni,

libro di dolci sogni d'amore

apri le pagine al suo dolore.

 

 

Mari aspettava in silenzio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

C’era silenzio. Tanto, troppo silenzio.

La stanza era piena solo del rumore dei ferri che cozzano fra loro, del crepitio delle fiamme nel camino, del cigolio della sedia a dondolo.

Di tanto in tanto qualcuno urlava, fuori della finestra, ma il rumore non sembrava arrivare fin dentro quella stanza.

Dritto-rovescio, dritto-rovescio.

Teneva il gomitolo sulle gambe, la lana gialla che spicca sull’abito bianco. Tra le mani teneva i ferri lucenti.

Canticchiava a labbra strette una canzone della sua infanzia mentre si dondolava lentamente, le lunghe trecce scure che scivolavano lungo la schiena.

Dritto-rovescio, dritto-rovescio, cresce il vestitino.

Il gomitolo le scivolò dalle gambe, rotolando sul tappeto. Lo guardò in silenzio, seguendo con gli occhi il suo percorso fino a vederlo colpire uno scialle verde che spuntava da una cesta. – Oh.- sussurrò osservando il tacciato del filo giallo – Dovrò arrotolare il gomitolo di nuovo. - disse sorridendo.

Dritto-rovescio, dritto-rovescio, cresce il vestitino per il suo bambino.

Poggiò i ferri in grembo, si coprì il viso fra le mani e pianse. Lo scialle strappato rifletteva la luce rossastra del fuoco.

Dritto-rovescio, dritto-rovescio, cresce il vestitino per il suo bel bambino, maschio o femmina chissà.

Però Maria aveva sorriso quando lo scialle si era strappato, così come aveva sorriso quando la fede le era caduta nel fiume. Insomma, non potevano essere brutti presagi, no?

Cosa poteva essere successo a sua sorella che aiutava i partigiani come una stupida o a suo marito che era andato in guerra come uno stupido?

Maria riprese i ferri e sorrise. Voleva finire quel vestitino e farlo vedere a suo marito quando tornerà. E poi, quando il bambino sarà nato, tornerà in Italia e farà vedere tutti quei bei vestitini a sua sorella.

Si divertiranno, ne è sicura.

Intanto aspetta che scrivano. Aspetta le lettere profumate di arance e ginestra di Rosalia e quelle puzzolenti di polvere da sparo di Ludwig.

Aspetta, sorride e fa un vestitino dietro l’altro.

Dritto-rovescio, dritto-rovescio, cresce il vestitino per il suo bel bambino, maschio o femmina chissà.

Il suo bel bambino che il papà e la zia mai vedrà.

 

 

   
 
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