Il Crepuscolo
Il Crepuscolo
[Prompt: #72 – Interruzione; 338 parole;]
La
verità su Ronald Joseph Radke è un segreto troppo scomodo perché la sua
immagine rimanga quella del ragazzo contro tutto e tutti, che non crede in
niente se non nella droga, non sa amare né vivere.
Ma
la realtà è custodita negli occhi di Maxwell Green che, per celarla, li ha
colorati di spento.
E
ha nascosto anche ciò che era, per divenire una persona diversa, com’era che volevano
fosse.
È
un po’ l’idea di base della cultura discografica. Da quando c’è Craig a
cantare, gli Escape The Fate sono cambiati. La loro non è più la musica del
disturbo dell’interno, non c’è quella sana distruzione che si rifletteva
nell’animo dell’ex leader, è scomparsa quella struggente passione che avrebbe
sollevato mari, oceani, e sguardi, e che avrebbe potuto – davvero – cambiare il mondo.
E
forse è meglio così, continua a ripetersi il bassista. Tramonta un altro sole,
tramonta un altro giorno. Ancora, però, la risposta alle sue domande di
un’intera esistenza non hanno ricevuto la risposta.
Per
qualche strana ragione ripensa ai capelli di Ronnie che, su quella stessa
collina dietro Las Vegas, indicava il cielo e prometteva la vita migliore che
avessero potuto ottenere; la sua chioma si muoveva al vento e pareva che tutto,
tutto, fosse al posto giusto.
Alla
fine dei suoi giorni Ronnie intonò “I
can’t stand now dark anymore”.
Si
scusava con tutti quelli che aveva ferito, e che avrebbe continuato a lasciar
morire.
Tutt’oggi
c’è un esemplare respirante che ferma il suo tempo di fronte il cancello del
carcere dove Ronnie è rinchiuso. Aspetta di trovare, dentro di sé, il coraggio
di ripercorrere i suoi passi e riabbracciare la vita – anche se questa dovesse
portarlo lontano dalla sua nuova dimora.
Ma
non è più un individuo, è parte della gente; inforca gli occhiali sotto i quali
non c’è tutto quel trucco inutile – e le sopracciglia sono ricresciute – ed
entra in auto, pronto per raggiungere il crepuscolo sulla vetta più alta della
città.
Per
sentirsi l’uomo più in basso del mondo.
Senza
Ronnie.
Angolo dell’autrice: Perché la sottoscritta Oriana
odia totalmente Maxwell Green in questo periodo, con tutto quel trucco e quella
specie di mania per l’“essere diverso”. Così è diventato solo uno dei tanti; ma
da qualche parte, lì sotto, c’è ancora l’anima del ragazzo a cui è stata
dedicata “Make Up”, perché deve
essere così. DEVE.
Dunque,
vi prego di ricordare che i personaggi da me citati non mi appartengono, non li
conosco e quindi non posso dire che questo che ho raccontato sia veritiero.
(Però potrebbe essere, perché si dice che tutto è possibile).
Bene,
questa fic è stata totalmente ispirata dal brano “The Winner Is” di Devotchka,
colonna sonora del film “Little Miss Sunshine”, uno dei più delicati che io
abbia mai visto; secondo me racchiude la vita. Ecco.
E vorrei
che anche questa storia racchiudesse la vita; quella di Ronnie, e quella di
Max. Augurando a tutti di trovare il loro modo di vivere, il loro Stato di
Grazia.