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Autore: DazedAndConfused    13/06/2010    5 recensioni
E in tutto il silenzio assordante che mi circonda, percepisco i tuoi occhi scuri, spilli che mi trafiggono le spalle. Hai gli occhi da cerbiatto, due pozzi d’ambra, caldi come la sabbia che si è infilata furtiva nei miei sandali.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brothers.

 

E in tutto il silenzio assordante che mi circonda, percepisco i tuoi occhi scuri, spilli che mi trafiggono le spalle.

Hai gli occhi da cerbiatto, due pozzi d’ambra, caldi come la sabbia che si è infilata furtiva nei miei sandali.

I miei, ora più che mai, non sono altro che fessure sottilissime, incapaci di aprirsi.

I suoi sono ghiaccio, nient’altro che gelido ghiaccio.

Non si scioglierebbero nemmeno davanti al sacro fuoco di Efesto.

 

Gli arcieri lo stavano per colpire con le loro frecce acuminate, ma io gliel’ho impedito: non è da tutti presentarsi da soli, per vendicare il nome e l’onore di qualcuno che si è amato.

Le sue urla strazianti riecheggiano ancora forti e vivide nella mia mente, mentre ripercorro il momento in cui mi sono inginocchiato davanti a nostro padre e gli ho chiesto perdono per tutte le volte in cui gli ho mancato di rispetto.

 

 

«Ettore, nessun padre ha avuto un figlio migliore.»

 

 

E poi quell’abbraccio, il tuo abbraccio: carico di affetto, ansia. Paura.

Paura che quel tuo fratello che ti ha teso la mano per insegnarti a camminare non faccia più ritorno a casa, vero?

 

 

«Sei il migliore di tutti noi.»

 

 

L’ultima è stata lei che, annaspando tra i singhiozzi e le mura irte di legni aguzzi, mi ha porto il mio piccolo Sole, facendomi baciare la fronte.

 

 

«Non sei costretto ad andare. Non occorre.»

 

 

Quante volte ti ho tirato fuori dai problemi, Paride?

Quante?

Ero convinto fosse uno dei punti chiave dell’essere figlio maggiore, quello di proteggere il fratellino dal viso di semidio e dal talento quasi insuperabile per cacciarsi nei guai.

Eppure, in questi ultimi tempi ho avuto modo di accorgermi quanto due persone, legate da un rapporto di sangue così stretto come il nostro, possano essere così differenti da noi due.

 

Menelao e Agamennone.

L’uno promesso sposo ad una giovane fanciulla, l’altro re arrogante, dedito solo alla fama e alla ricchezza.

Non appena la sposa del primo è stata rapita, l’altro ha colto l’occasione per presentarsi da noi e cercare di conquistarci.

E nemmeno la morte del fratello per mano mia l’ha fatto dissuadere dal suo intento, anzi: aveva avuto un nuovo pretesto per raderci al suolo.

 

Si potevano definire fratelli?

 

Patroclo e Achille.

Il giovane inesperto, guidato dall’eroe invincibile, imparentato con l’Olimpo.

In un certo senso mi ricorda noi due: l’ha sempre protetto, ed ora è qui, sotto le nostre mura, per vendicare la sua morte ingiusta.

Ma c’è un però: il loro era un rapporto che andava aldilà dell’essere cugini.

Ammesso che lo fossero stati sul serio.

 

 

 

«Mi vuoi bene, fratello? Mi proteggeresti da qualsiasi nemico?»

«L’ultima volta che mi hai parlato così, avevi dieci anni e avevi appena rubato il cavallo a nostro padre. Cos’hai fatto, adesso?»

 

 

 

Mi fissi, non mi stacchi più di dosso le tue iridi, supplica silenziosa di girare i tacchi e rifugiarmi dietro il maestoso portone che si era spalancato il giorno in cui ritornammo da Sparta, in compagnia della tua adorata Elena.

 

Purtroppo non sono solo i tuoi occhi a trafiggermi: il suo giavellotto ora è ben piantato nella mia carne, la sento lacerarsi sotto la punta in metallo.

 

«E tu un principe troiano. So che mi renderai fiero.»

 

Principe troiano. Ora le redini le hai in mano tu, Paride.

Fiero. Fiero di morire per mio padre, per te, per Andromaca, per mio figlio e sì, anche per Elena.

 

 

 

«A te questo sembra eroico, vero? Morire combattendo… Dimmi, fratellino, hai mai ucciso un uomo?»

«No.»

«Hai mai visto un uomo morire?»

«No.»

«Io ne ho uccisi molti, e li ho sentiti morire, e li ho visti morire, e non c’è niente di glorioso, niente di poetico. Dici che vuoi morire per amore, ma tu della morte non sai niente, e non sai niente nemmeno dell’amore.»

 

 

 

Lo guardo in faccia per un istante, prima che la sua lama mi trapassi il cuore.

 

Ora lo so, ora so cos’è la morte.

 

 

 

 

Ero in astinenza di storie, e quest’idea del rapporto tra fratelli mi ronzava da un bel po’ nella testa.

Spero di aver reso discretamente l’idea che avevo in mente (:

Ringrazio chi userà alcuni dei suoi minuti per leggerla e, perché no?, lasciarmi un’impressione (:

 

Baci,

 

Dazed;

 

   
 
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