Titolo: A ben guardare, non c'era soltanto la luna.
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi / Pairing: America (Alfred F. Jones), Inghilterra (Arthur Kirkland).
Avvertimenti: One Shot, Shonen Ai.
Tipologia: Romantico, Fluff, Introspettivo.
Citazione scelta: A ben guardare, non c'era soltanto la luna.
Note dell'autore ( se ve ne sono ): I personaggi non mi appartengono, questa storia non è stata scritta a scopo di lucro,
Quarta classificata al contest Pieces of a Journey e vincitrice del premio giuria.
Se
Inghilterra fosse veramente una persona matura, allora la smetterebbe
di fissare il cielo, di digrignare i denti una volta ogni tanto, di
imbronciarsi nel momento in cui America compie una mossa falsa (che
starnutisca o che sussulti perché ha sentito un rumore un
po'
sospetto o che gli urli in un orecchio che sì,
quello lì è
veramente un ufo!). Comincerebbe a voltarsi, a smetterla di
ignorarlo, a sorridere – un po' ipocrita – come era
abituato a
fare fino a qualche secolo prima.
Ma è difficile, troppo
difficile, affrontare con lo sguardo quello di quell'immaturo, enorme
e grasso ragazzone.
Se Inghilterra fosse una persona con un
briciolo di amor proprio in corpo, si renderebbe conto che oltre alla
luna c'è qualcos'altro che merita la sua attenzione, che sta
cercando di guadagnarsela con le unghie e con i denti,
perché,
perché, perché è un eroe,
ecco perché!
Inghilterra
finirebbe per accorgersi di lui, per capire che tutte le volte che
America sbadiglia (ossia, dopo un calcolo della media, ogni quindici
secondi) lo fa soltanto per cercare di avvicinare quella maledetta
mano alla sua spalla sinistra e abbracciarlo. Ma Inghilterra, no, ma
Inghilterra non reagisce, perché in fondo gli piace negare
l'evidenza, gli piace ignorare quella specie di istinto controllato
con un sacco di fatica, che gli scuote il petto e che sembra urlare
ai quattro venti “abbracciami, maledetto idiota! Possibile
che tu
non sia capace nemmeno di questo?”
Se Inghilterra fosse
veramente una persona coerente, allora la smetterebbe di muovere i
muscoli del sedere (ormai quasi completamente atrofizzati) per
spostarsi, millimetro dopo millimetro, verso il punto più
lontano di
quella panchina, che sembra accorciarsi, che sembra diventare sempre
più piccola soltanto per il sadico gusto di farlo restare
vicino ad
America. E che cosa c'è di divertente se, come lui
può ben notare
con la coda dell'occhio, anche America vorrebbe arrossire fino alla
punta dei capelli?
Ma alla fine Inghilterra si accorge che, nella
stasi di quel momento, soltanto loro due sono congelati, il culo
praticamente incollato sulle tavole di legno e le labbra serrate.
Perché è veramente troppo difficile guardarsi
negli occhi, seppur a
secoli di distanza, e farlo in un modo diverso da come lo si
è
sempre fatto – diverso da quando erano un fratellino e un
fratellone, diverso da quando erano una colonia e una Madrepatria,
diverso da quando sono diventati America e Inghilterra.
Da una
parte Inghilterra vorrebbe che lo capisse, che America capisse che
non deve cambiare nulla e che lui lo vorrebbe di nuovo al suo fianco,
lo stesso, comunque vada, qualunque cosa sia successa. Che
può
smetterla di stiracchiarsi e di dimenarsi come un'anguilla al suo
fianco, perché America è fin troppo impacciato
quando lo fa. Che lo
abbracci, adesso.
Ma alla fine Inghilterra è pur sempre una
persona immatura, incoerente e senza un briciolo di amor proprio. E
quindi tace e guarda la luna.
Se Inghilterra guardasse la luna
soltanto per il gusto di farlo, perché è bella,
perché sembra
dirgli “è tutto a posto, va tutto bene”,
quando invece
Inghilterra sa benissimo che non è così, allora
avrebbe il coraggio
di pronunciare qualcosa, di essere dolce e gentile con America, come
sarebbe chiunque in una situazione del genere.
America accanto a
lui è quasi fosforescente, si dice Inghilterra,
perché, che lui lo
voglia o no, sta facendo di tutto per farsi notare dal mondo, sta
facendo di tutto per farsi notare da lui. Allunga
le braccia
attorno alle sue spalle, ritirandole di scatto non appena i le punte
delle dita entrano in contatto con la stoffa della vestaglia di
Inghilterra, quasi come se fosse incandescente. Ogni tanto trova il
coraggio per guardarlo e nel momento in cui anche Inghilterra si
volta e lo fa, America arrossisce e ridacchia, sputacchiandogli sulla
faccia e borbottando tra un “ahahahah!” e l'altro
qualcosa
riguardo alle sue pantofole ridicole o alla sua vestaglia verde, coi
quadrifogli.
“Regalo di Irlanda”, dice Inghilterra. E poi
torna a concentrarsi sulla luna.
Se America fosse una persona
intelligente, allora coglierebbe al volo l'occasione di instaurare un
dialogo con lui.
E invece America annuisce, afferra la lattina di
Coca Cola che c'è sul tavolino di fronte a loro (ma
così facendo,
si rende drammaticamente conto di aver abbandonato qualche centimetro
più indietro Inghilterra) e poi beve nervosamente, con quel
rumore
assurdo che da sempre accompagna i loro meeting, di solito per
disturbare Inghilterra, per interrompere Inghilterra, per fare
innervosire Inghilterra, per mettere in imbarazzo Inghilterra o per
attirare l'attenzione di Inghilterra.
Eppure, adesso Inghilterra
sembra non farci caso. Non fa caso al fatto che America si sia
allontanato e che si stia mentalmente dando dello stupido per averlo
fatto senza nemmeno accorgersene, che tutto il suo minuscolo cervello
sia concentrato su una soluzione che gli permetta di abbracciare di
nuovo Inghilterra, che una volta trovata non abbia il coraggio di
applicarla.
Perché Inghilterra sa bene che, se America fosse una
persona intelligente, tornerebbe subito da lui (o magari lo avrebbe
fatto già nel primo ottocento), accompagnandosi ad un
“allora,
dov'eravamo rimasti?” che farebbe molto Francia. Se America
fosse
una persona intelligente...
Ma in fondo, è pur sempre
America.
“Regalo di Irlanda...”, ripete Inghilterra,
guadandolo per un attimo. La luna è ancora là in
cielo che lo
aspetta.
Se America fosse preparato ad ogni evenienza, allora
non sputerebbe mezzo litro di Coca Cola sul pavimento dopo aver
sentito una frase tanto banale. E a questo punto Inghilterra, con le
mani strette sulla stoffa del pigiama, capirebbe che non si America
aspettava una mossa del genere. Che non si aspettava che sarebbe
stato lui, poi, il primo a parlare.
Allora America, nota
Inghilterra, annuisce ancora, mentre guarda la sua vestaglia.
Inghilterra sa bene che quello è uno dei peggiori capi
d'abbigliamento che c'è nel suo armadio, ma alle tre del
mattino,
quando ha sentito suonare al campanello e si è fatto di
corsa le
scale per andare ad aprire la porta, non aveva di certo pensato ad
indossare giacca e cravatta. Nemmeno quando si era ritrovato davanti
la faccia ansante di America, che diceva di essersi fatto di corsa il
tragitto da Londra fino a lì, perché aveva paura
di dormire da solo
in una stanza d'albergo, perché era convinto che nel suo
armadio ci
fosse nascosto un fantasma, perché aveva voglia di parlare
con
lui.
Sì, certo, alle tre del mattino.
“Ultimamente io e
lei siamo in ottimi rapporti.”
“Mi fa piacere.”
“Sì,
anche a me.”
Se ad America interessasse veramente qualcosa
del suo legame con Irlanda, allora gli farebbe qualche domanda e
penderebbe dalle sue labbra. Ma Inghilterra sa bene che non
è così,
allora, visto che ormai gli è venuto in mente, comincia a
chiedersi
per quale motivo, alle tre del mattino, rimane seduto in veranda e
sotto la luna con quel cretino. Potrebbe benissimo accompagnarlo
nella stanza degli ospiti e dirgli di andare a dormire, assicurargli
che in Cornovaglia non ci sono fantasmi o poltergeist o qualunque
cosa tema America, soltanto fatine ed unicorni.
Oppure, potrebbe
benissimo accompagnarlo nella sua, di stanza, e farlo dormire con lui
e... No, decisamente non vuole America nel suo letto.
La stanza
degli ospiti, sì, la stanza degli ospiti.
“America,
io-”
“Inghilterra, posso farti una domanda?”, gli chiede
di
colpo, afferrandolo per le spalle e fissandolo.
Inghilterra a quel
punto si blocca, boccheggia e cerca di nuovo la luna con gli occhi,
perché sostenere lo sguardo di America – di un
America cresciuto,
di un America indipendente – è diventato troppo
difficile, da
qualche secolo a questa parte.
“Certo...”, mormora, “Dimmi
pure.”
“Tu sei, insomma, tu sei ancora arrabbiato con me,
vero?”
Ah, America è andato direttamente al punto,
all'argomento che brucia tra loro due, che ha fatto nascere l'astio
in un tempo un po' lontano e che ha fatto rimanere qualche
risentimento. Inghilterra a quel punto non sa che dire,
perché la
risposta non la conosce nemmeno lui. Prova a supplicare alla luna
–
non sa – di chiedere a qualche meteorite di cadere sulla
terra
magari, proprio lì, nel bel mezzo del suo giardinetto in
Cornovaglia
(magari senza danneggiare i nani che prendono vita nei suoi periodi
feriali) o direttamente sulle loro teste.
Sì, la luna è la
soluzione ai suoi problemi, assieme al meteorite. Giusto?
“Io...”,
comincia, “Non credo. Perché me lo
chiedi?”
“A me sembra
che tu lo sia. Insomma, per mandarmi quegli orribili scones ogni
settimana, devi essere arrabbiato. E anche parecchio!”
Inghilterra
sbatte le palpebre un paio di volte e cerca di capirci
qualcosa.
“Cerchi di avvelenarmi o cosa?”
“Dannato...”,
borbotta, quando finalmente si rende conto che America sta parlando
sul serio, “Ed io che mi impegno pure, per un idiota come
te.”
Se
Inghilterra non fosse una persona terribilmente orgogliosa, testarda,
irascibile e pignola, allora lui e America avrebbero fatto una gran
bella risata sulle sue penose abilità culinarie e adesso
starebbero
parlando ancora.
Avrebbero detto che probabilmente Scozia vuole
l'indipendenza soltanto per evitare di sedersi alla sua tavola e
rischiare un'intossicazione alimentare ogni volta. Avrebbero detto
che probabilmente perfino il fegato di America, che ha la pellaccia
dura se riesce a sopravvivere ad anni di patatine fritte ed
hamburger, avrebbe rischiato l'implosione con un solo assaggio.
Ma
è pur sempre Inghilterra. E Inghilterra non ammetterebbe mai
di
essersi macchiato del crimine di “terrorismo
alimentare”.
E
a quel punto il silenzio cala e Inghilterra fissa di nuovo la luna,
volutamente intenzionato ad ignorare America fino all'alba. America,
invece, ha abbandonato la sua Coca Cola e sembra riflettere.
A
parte il fatto che con una testa sgombera come quella non
potrà mai
risolvere il punto della questione da solo, si dice Inghilterra, ma
comunque, a che diamine sta pensando? Le risposte sono molteplici e
vanno dagli alieni al cibo, dai film horror a quell'ultimo videogioco
che gli ha regalato Giappone. Eppure Inghilterra non è molto
convinto che la soluzione sia tra queste, perché la faccia
di
America ha un'espressione diversa, da quel che lui può
notare con la
coda dell'occhio – perché la luna sembra avere
più importanza,
mentre li fissa e mentre magari vorrebbe ridere di loro e
dell'infinita nube di stupidità che li avvolge.
Inghilterra
si stringe nella vestaglia e America sussulta, probabilmente
spaventato dal fatto che abbia interrotto l'immobilità che
si è
creata da una decina di minuti.
“Cosa c'è?”, chiede
Inghilterra.
“Niente, niente.”
Allora lui torna a
fissare la luna, perché se è vero che
c'è “niente, niente”,
allora è anche vero che America stava pensando a qualcosa di
stupido, giusto? Ah, ma perché la sua mente è
così
ingarbugliata?
Inghilterra chiude gli occhi, sospira. Se fosse un
eroe, come egli sostiene da anni, allora perché non fa
niente per
dimostrarsi tale?
La luna, tranquilla, se sta ferma lì in alto,
senza nessun consiglio da dare, né una pacca sulla spalla
per
consolarlo.
Se la luna fosse davvero dalla sua parte, allora
creerebbe l'atmosfera giusta per un possibile riavvicinamento, e non
se ne starebbe lì impalata (come invece sta facendo tuttora)
senza
proporre una soluzione, né aiutarlo.
Li fissa, semplicemente,
quasi come se si aspettasse qualcosa da loro.
“America,
senti-”
“Inghilterra, io-”
“Cosa?”
Se il cuore
di Inghilterra fosse un muscolo volontario (e Dio solo sa quanto
Inghilterra abbia pregato – inutilmente – per
renderlo tale)
allora la smetterebbe adesso di battere, in questo preciso istante in
cui davanti a lui altro non ci sono che gli occhi di America.
Se
il cervello di America fosse davvero funzionante come dovrebbe (e Dio
solo sa quanto Inghilterra abbia pregato – inutilmente - per
renderlo tale) allora si concentrerebbe su qualcosa che non sia quel
mix di pensieri intrecciati l'uno all'altro, nei quali, come
costante, spicca solo e soltanto il nome di Inghilterra.
Ma sono
pur sempre il cuore di Inghilterra ed il cervello di America, non due
organi interni qualunque.
Il cuore di Inghilterra ed il cervello
di America agiscono da sé, senza dare ascolto a tutto
ciò che il
resto del corpo dice loro di fare oppure, nella maggior parte dei
casi, non agiscono affatto.
Se il cuore di Inghilterra ed il
cervello di America fossero due organi interni responsabili ed
altruisti, allora (forse) ci sarebbe stata qualche guerra in meno,
qualche pace più duratura, qualche nave rimasta a galla e
una
Madrepatria un sacco felice. Ma poiché a loro non importa
niente di
Nazioni, alleanze e robe simili, finiscono sempre per combinare una
miriade di irreparabili guai.
Se il cuore di Inghilterra ed il
cervello di America la smettessero di battibeccare tra loro, allora
sarebbe molto più facile abbracciarsi.
“No, sai, è che c'è
una bella luna, da casa tua.”
“Mh, già...”, Inghilterra
infatti non ha mai smesso di fissarla.
“Da me non sempre riesco
a vederla... C'è sempre così tanto smog e
così tanta luce, nelle
mie città.”
“Anche a Londra. E c'è troppo caos, per questo
vengo qui, è un posto che mi hanno consigliato le
fatine.”
“Mh...
Sì, se lo dicono loro...”
“Come, scusa?”
“Niente,
niente...”
Se le fatine non fossero un argomento così
delicato da trattare, allora America ed Inghilterra avrebbero
continuato a parlare pacificamente. Ma, poiché le fatine non
sempre
sono viste di buon occhio dalle altre Nazioni (che screanzate!),
allora il dialogo si interrompe e quell'imbarazzante silenzio
ritorna.
Mentre America si stiracchia e, assieme a uno sbadiglio,
tenta di nuovo di allungare un braccio verso la spalla opposta di
Inghilterra, Inghilterra fissa la luna senza nemmeno sbattere le
palpebre. Se soltanto non avessero parlato fino a qualche minuto
prima, America potrebbe benissimo pensare che il suo ex fratello sia
posseduto o qualcosa del genere.
A un certo punto, mentre lui
ancora lo fissa, quello trema, stringendosi nella vestaglia a
quadrifogli verdi e borbottando qualcosa sul fatto che sia Gennaio e
che non rientra nelle sue abitudini starsene all'aperto nel cuore
della notte, soprattutto in quel periodo dell'anno piuttosto
gelido.
“Hai freddo?”, chiede America.
“Sì, un
po'.”, risponde Inghilterra, gli occhi rivolti alla luna e
nella
sua testa mille domande che somigliano terribilmente a: “Ma
come
fanno, America e la luna, a non tremare con questo gelo?”
“Vuoi...
Vuoi la mia giacca?”
America accenna al suo bomber marrone.
Quell'orribile e di pessimo gusto bomber marrone. Inghilterra
vorrebbe inarcare un sopracciglio, mostrandogli soltanto un'aria di
sufficienza, ma evidentemente quello si è congelato,
perché dopo un
paio di tentativi non ci riesce.
“O-okay...”
Se la
giacca marrone di America fosse di tre taglie più piccola,
allora
Inghilterra non si sentirebbe ridicolo, mentre la indossa e si rende
conto che quelle maniche lo fanno sembrare Cina. Ma la giacca di
America, purtroppo, è di tre taglia più grandi,
quindi deve
accontentarsi e tenersela addosso.
Inghilterra è sicuro che la
luna si stia ancora prendendo gioco di lui, bloccando il tempo di
questa notte e restando lì nel cielo, a fissarlo, senza
accennare a
volersene andare per lasciar posto al giorno.
Se la giacca marrone
di America non avesse l'odore di America, allora Inghilterra ne
sarebbe molto felice, perché non proverebbe l'istinto
incontrollato
di incassare la testa nel collo, cosicché il suo naso possa
immergersi nel tessuto ed inspirare quel profumo fatto di hamburger,
Coca Cola e di quella che sembra, uh, libertà?
Ma
purtroppo la giacca di America è impregnata di quell'odore.
E così
Inghilterra non ne può fare più a meno, mentre la
luna, irrisoria,
continua a ricambiare il suo sguardo.
“Va, mh, meglio
ora?”
“Sì... Sì, grazie, va meglio
ora.”
Se non
fosse Gennaio, allora Inghilterra potrebbe benissimo restituire ad
America la sua orribile giacca marrone e farlo smettere di tremare.
Ma (fortunatamente) è davvero Gennaio, quindi altro non
può fare
che distogliere gli occhi dalla luna e concentrarli su America.
Se
i denti di America non avessero cominciato a produrre quel ticchettio
costante, allora Inghilterra non si sarebbe mai accorto del fatto
che, incredibilmente, adesso stia morendo di freddo. Ma in fondo,
restano i denti di America, che, come tutto il resto del suo corpo,
esistono solo ed esclusivamente per attirare l'attenzione.
Se la
mano di America non avesse abbandonato la ricerca disperata della sua
spalla, pur di strofinarsi sul braccio e di produrre almeno un po' di
calore, allora Inghilterra non avrebbe sentito quel senso di vuoto
dietro la schiena, che lo ha spinto a chiedersi che cosa sia
successo.
A quel punto, Inghilterra si rende conto che America
preferisce stare al freddo, piuttosto che lasciare che sia
Inghilterra a tremare. E si rende anche conto che tutto questo, da
parte della sua ex colonia, è veramente molto eroico.
Che vada al
diavolo, la luna, che non ha capito niente e non ha fatto altro che
ridere di loro.
Inghilterra fissa America e aggrotta le
sopracciglia (evidentemente scongelate grazie al calore che ha
trovato in quella giacca).
“America, vuoi...?”
“No,
no! Non ho freddo! Ahahah! Gli eroi come me non hanno mai freddo!
Ahahah!”
Se fosse vero il fatto che gli eroi non abbiano mai
freddo, allora sarebbe anche vero che America non è affatto
un eroe,
perché è evidente che ha freddo: sta tremando.
Oppure – e questo
è ancora più probabile – ha imparato da
Inghilterra qualcosa di
veramente stupido: negare l'evidenza e mentire perfino a se
stesso.
Allora Inghilterra è concentrato sulla luna soltanto
apparentemente, perché qualcuno merita le sue attenzioni
più di
lei, adesso.
Lentamente, avvolge un braccio attorno ai fianchi di
America e si avvicina a lui. Sempre lentamente, e senza distogliere
lo sguardo dal cielo, poggia la testa sulla sua spalla e sospira.
Se
America ci avesse capito qualcosa, di quanto appena successo, allora
non lo starebbe fissando a bocca aperta, come se nella sua testolina
vuota martellasse la domanda: “Dio, ma è veramente
Inghilterra,
quello che mi sta abbracciando?”.
Se la domanda “Dio, ma è
veramente Inghilterra, quello che mi sta abbracciando?” fosse
semplice da risolvere, allora America la smetterebbe subito di
chiederselo.
Ma è troppo difficile decifrare i comportamenti di
Inghilterra, quindi America rimane senza una risposta. E poi il suo
cervello nemmeno funziona tanto bene...
Probabilmente, non sa
nemmeno la luna che diamine stia facendo quello
svampito.
“Inghilterra...?”
“Taci, una buona volta.”,
gli borbotta, “Che sei sempre lì, a urlare al
mondo che sei un
eroe, che è tutto merito tuo, che tu di qua e tu
lì là, tu e le
tue invenzioni, tu e tutte quelle dannatissime-”
Se le
labbra di America non aderissero perfettamente alle sue, allora
Inghilterra sarebbe ben lieto di continuare con tutta la sua serie di
critiche e di rincarare la dose, magari condendole con qualche
colorito insulto in lingua madre, sarebbe ben lieto di sputargli in
faccia tanto di quel veleno – che, ovviamente, non
può tenersi
dentro e ignorare – fino a sentire la gola bruciare, fino a
sentire
le corde vocali chiedergli pietà e supplicarlo di smetterla
di
urlare – assieme alle orecchie di America, ovviamente.
Ma
poiché, al contrario di tutto, le labbra di America hanno
aderito
perfettamente alle sue, Inghilterra si ritrova costretto a smettere.
E costretto da una mano che - oh, romantica – gli accarezza
la
guancia, fino a farlo voltare. A quel punto Inghilterra si dimentica
del suo cuore non funzionante e del cervello di America (altrettanto
non funzionante), delle fatine, della sua giacca, di Gennaio, dei
suoi denti, delle sue mani, degli eroi e, in ultimo, della
luna.
Perché, se le labbra di America non aderissero
perfettamente alle sue, allora Inghilterra si impegnerebbe a trovare
un altro buon pretesto per ignorarlo.
E quando le sente muoversi,
la consistenza umida della lingua che piano piano si intrufola nella
sua bocca, e vede gli occhi di America chiudersi, si chiede per quale
arcano motivo non gli abbia ancora dato un ceffone. E allora una fata
sussurra qualcosa al suo orecchio, riguardo al fatto che la luna dice
di essere un ottimo sfondo per gli innamorati.
Mah, pensa
Inghilterra, se lo dice lei.
“Taci anche tu, una
buona volta.”, dice America in un sussurro, direttamente
sulla sua
bocca umida.
Se Inghilterra non lo trovasse estremamente
indisponente, allora potrebbe anche cercare di ignorarlo. Ma siccome
America lo è in ogni centimetro del suo corpo, in ogni
azione e in
ogni parola pronunciata, altro non può fare che zittirlo di
nuovo,
tanto per dargli una lezione.
E lo bacia. E in quel momento la
fatina viene schiacciata sotto una mano, la giacca marrone viene
stretta da due braccia e la luna fa soltanto da sfondo.