Bring me to
life
Come fai a vedere dentro i miei occhi
come se fossero porte aperte,
arrivando nelle profondità del mio corpo,
dove sto diventando ghiacciata.
Senza un'anima
il mio spirito sta dormendo in qualche luogo freddo
fino a che non la ritroverai e la riporterai a casa.
Edgeworth era seduto dietro alla sua scrivania a rileggere i
documenti sulle prove del suo primo caso come procuratore..
Era stato usato..
Usato per condannare una persona senza sapere veramente
l’assoluta verità..
Era sporco..
Era realmente stato complice di un processo con prove
contraffatte..
Le mani erano strette con forza sui corti capelli a tenderli
con forza..
Una parte di lui avrebbe voluto urlare.
L’altra lo fermava per permettergli di mantenere una certa
immagine di sé..
Ma che immagine doveva mantenere?
Ora era semplicemente un procuratore corrotto..
Il suo onore era stato macchiato,
una macchia che mai sarebbe andata via.
Strinse i pugni alzandosi in piedi ed avvicinandosi alla
finestra che dava verso la strada, la alzò lasciandosi colpire dall’aria della
sera.
Chiuse gli occhi, non voleva piange, LUI non avrebbe mai
pianto.
Fece quindi forza sul
parapetto in legno salendovi.
(Svegliami.)
Svegliami dentro.
(Non riesco a svegliarmi.)
Svegliami dentro.
(Salvami.)
Chiama il mio nome e salvami dalle tenebre.
(Svegliami.)
Ordina al mio sangue di scorrere.
(Non riesco a svegliarmi.)
Prima che io venga distrutta.
(Salvami.)
Salvami dal nulla che sto diventando.
Riportami in vita.
(Ho vissuto nella menzogna
non c'era niente dentro.)
Riportami in vita.
Dopo
il processo di quel pomeriggio gli era sembrato di aver visto Edgeworth
piuttosto scosso, così Phoenix, sistemata la situazione con Maya era corso a
cercare il ex-compagno di classe.
Appena
era arrivato sulla via aveva notato la luce accesa del suo ufficio, era restato
immobile a fissarla per diversi istanti.
Edgeworth
era cambiato moltissimo, non aveva più nulla del ragazzino che aveva conosciuto
a scuola, sembrava quasi un’altra persona.
Era
freddo…
Triste..
La
cosa che l’aveva più colpito era proprio quella..la tristezza che era riuscito
a leggere dietro agli occhi del procuratore.
Quel
giorno, dopo il processo, gli era quasi parso che chiedessero disperatamente
aiuto.
Si
avviò quindi verso l’entrata della procura, ma quando notò dei movimenti vicino
alla finestra si fermò nuovamente permettendosi di osservare ancora un po’ la
sagoma di Miles.
Lo
vide aprire la finestra…
Tutto
normale..
Salire
sul cornicione..
Tutto
norm..
Bloccò subito quel pensiero,
non era per niente normale!
Corse all’interno dell’edificio sperando di fare in tempo.
Ghiacciata dentro, senza il tuo tocco,
senza il tuo amore, caro.
Solo tu sei la vita in mezzo alla morte.
Non ne poteva più..
Le voci sul suo conto..
Le parole del prefetto..
Non voleva macchiare ulteriormente il nome della sua
famiglia,
il nome di suo padre..
con i suoi comportamenti che, a dir di tutti, erano
sbagliati..
Chiuse gli occhi, l’aria gli colpiva prepotente il viso, ora
soltanto una mano lo tratteneva alla finestra, ma quella mano sembrava non
voler lasciare a presa..
Una parte di lui voleva restare in vita?
Non capiva..
Cercò di aprire la mano, ma invano..
Quella restava ben salda.
Avvertiva dei passi..
Passi molto veloci, ma erano lontani..
Non poteva farsi scoprire, sarebbe stato troppo..
Troppo imbarazzante, aprì la mano ed iniziò a precipitare..
Per tutto questo tempo
non ci ho potuto credere, non riuscivo a vedere,
chiusa nell'oscurità
ma tu eri lì di fronte a me
Phoenix
sbarrò gli occhi quando, entrando nell’ufficio, vide Edgeworth precipitare.
In
sole due falcate raggiunse la finestra e, afferrandolo per la vita, lo trascinò
nuovamente dentro.
Bianco
come un lenzuolo gli sferrò uno schiaffo sulla guancia destra:
-
MA SEI IMPAZZITO?-
Gli
urlò contro stringendo poi il bavero della camicia del procuratore, scotendolo.
Miles
non lo guardava, teneva lo sguardo basso.
Innervosito
l’avvocato difensore lo scosse nuovamente:
-
GUARDAMI RAZZA DI IDIOTA!-
Il
corvino era fuori di sé, ma si calmò quando vide gli occhi lucidi del
procuratore:
-
Edgeworth, ehi..-
Lo
abbracciò dolcemente e, pochi istanti dopo, sentì le prime lacrime bagnargli la
spalla.
Miles Edgeworth stava piangendo..
Era
la prima volta che Phoenix vedeva il procuratore in quello stato, non poteva
immaginare che quell processo l’avesse portato fino a quella soglia:
-
Edgeworth..-
Sussurrò
continuando a cullarlo nel tentativo di farlo calmare, Miles lo abbracciò con
forza nascondendosi maggiormente contro il suo petto.
Il
pianto poco prima silenzioso, ora, era divenuto più forte e costellato di
singhiozzi.
Phoenix
impiegò diversi istanti a calmare Edgeworth, ma alla fine riuscì a farlo
smettere di piangere.
Miles
si asciugò le lacrime con un fazzoletto e, senza guardare l’avvocato, sospirò:
-
Perdonami, ho avuto un crollo nervoso..-
Mi sembra di aver dormito un migliaio di anni.
Devo aprire i miei occhi di fronte a tutto.
Phoenix
lo fulminò:
-
Certo ed il modo migliore per superare un crollo nervoso e buttarsi dalla
finestra!-
Miles
fuggì dallo sguardo di Wright guardando nuovamente altrove:
-
Non…non riuscivo a trovare più un senso alla mia vita, mi sentivo..solo..-
Il
corvino gli posò le mani sulle spalle scuotendolo appena:
-
Tu non sei solo, ci sono io! C’è Maya! Il detective Gumshoe! Lo sappiamo bene
che tu non sapevi nulla delle prove contraffatte!-
Edgeworth
annuì poco convinto, Phoenix gli alzò il viso obbligandolo a guardarlo negli
occhi:
-
Ascoltami Miles Edgeworth, potrai sempre contare su di me…SEMPRE, capito?-
Il
procuratore annuì, Wright sorrise:
-
Insieme scopriremo la verità..-
Un
lieve sorriso comparve sul volto di Miles:
-
Insieme..-
Gli
piaceva come suonava…
Senza un pensiero
senza una voce
senza un'anima
Non lasciarmi morire qui
Ci deve essere qualcos'altro da fare
Riportami in vita