Mi trovo nell’elegante retroscena di un meraviglioso teatro
del centro di Roma.
Ovunque si respira odore di vestiti nuovi, cosmetici costosi e talco
mescolato con le fragranze tipiche di ogni teatro di questo mondo:
polvere e aspettativa.
Mi studio nello specchio; sono strana: il viso è
pesantemente truccato, per la prima volta in vita mia ho tradito il mio
fedelissimo velo di cipria per qualche millimetro di cerone chiaro. Gli
occhi mi fissano, curiosi e brillanti d’ombretto,
innaturalmente contornati da ciglia nere curvate fino
all’inverosimile: a testimoniare il fatto, il piegaciglia
impiastrato di mascara giace abbandonato sul piano della toeletta.
Dietro di me, nella platea, gli applausi cominciano a scosciare.
Do un’ultima spruzzata di lacca alla frangia liscia portata
di lato e accarezzo i lunghi boccoli scuri che mi scendono sulla spalla
sinistra, legati in una coda.
Studio per la 100esima volta in mezz’ora la scaletta dello
spettacolo: sono la terza.
Per rilassarmi ripenso al momento in cui mi è stata offerta
questa possibilità.
Era una calda giornata d’inizio giugno.
Nel camerino d’un modesto teatro di Roma, un gruppo
eterogeneo di ragazze si stava preparando al saggio di danza di fine
corso. Ovviamente tra quelle ragazze c’ero anche io. Il
nostro ultimo pezzo era Black or White del grande Micheal Jackson.
Tutte afferrammo sistematicamente i nostri cappelli neri coperti di
paillettes e ci sistemammo dietro le quinte. La musica
partì, inondando l’atmosfera.
I
Took My Baby
On
A Saturday Bang
“Boy
Is That Girl With You?”
“Yes,
We're One And The Same”
Now
I Believe In Miracles
And
A
Miracle
Has
Happened
Tonight…
Ho
portato la mia ragazza
ad
una festa di sabato
“Ragazzo
quella ragazza è con te?”
Si,
siamo uno solo
Ora,
credo nei miracoli
E
un miracolo è successo stasera...
Alla fine dello spettacolo, la mia insegnante mi disse che ero stata
scelta per partecipare ad uno spettacolo interamente dedicato a Micheal
Jackson, dove dei solisti avrebbero dovuto gareggiare per vincere dei
premi davvero fantastici. Il primo premio consisteva in uno stage
intensivo di tre settimane a Los Angeles.
Una familiare fitta allo stomaco mi riporta bruscamente alla
realtà. Ho come l’impressione di accartocciarmi su
me stessa ogni volta che sfioro con il pensiero i concetti
“stage”, “intensivo” o
“Los Angeles”.
Così ora eccomi qui, nel camerino di teatro decisamente
più bello di quello di qualche mese fa, pronta a presentare
lo stesso pezzo di quella sera di Giugno.
Mentre mi avvio dietro le quinte per poter entrare in scena, mi squadro
nel grande specchio del corridoio. Mi ritengo decisamente soddisfatta
della mise che io stessa ho disegnato, ispirandomi al look classico del
Re del Pop ma aggiungendo alcuni dettagli personali. Indosso una
camicia bianca, un gilet di denim nero coordinato con i pantaloni a
vita alta, guantini neri e il cappello nero di paillettes, come
portafortuna.
Ancora una volta le note ormai familiari irrompono nell’aria,
assorbendo completamente le paure che avevo finora.
I
Took My Baby
On
A Saturday Bang
“Boy
Is That Girl With You?”
“Yes,
We're One And The Same”
Now
I Believe In Miracles
And
A
Miracle
Has
Happened
Tonight…
Ho
portato la mia ragazza
ad
una festa di sabato
“Ragazzo
quella ragazza è con te?”
Si,
siamo uno solo
Ora,
credo nei miracoli
E
un miracolo è successo stasera...
Rapita dalla musica e dall’atmosfera, comincio a ballare la
mia coreografia al massimo delle mie possibilità, facendomi
trasportare solo dalle sensazioni del momento.
All’improvviso il pubblico sparisce, così come la
giuria, il sipario e gli altri ballerini dietro le quinte. Ho come
l’impressione di ballare in una bolla punteggiata di luci.
Capisco solo dopo poco che non sono sola. Qualcuno balla accanto a me,
qualcuno con movenze sinuose e fare sicuro.
Giro su me stessa.
Non ci credo.
No, non è vero, non può essere davvero lui.
Probabilmente è l’agitazione. Probabilmente sto
sognando.
Micheal Jackson sta ballando il mio pezzo, il suo, accanto a me.
Rido, rido come non dovrei fare essendo in scena, e continuo a muovermi
imperterrita mettendo ancora più energia in ciò
che faccio.
Salto, piroetta, un-due-tre, moonwalker.
D’un tratto, in pochi secondi, lui sparisce e la musica si
ferma.
Senza essermene accorta ho terminato la coreografia.
Il piede destro incrociato dietro al sinistro, una mano sul cappello e
l’altra con l’indice puntato vero l’alto.
Un occhio di bue su di me. Applausi fragorosi.
Sento dei passi attraversare il palco, arrivare al centro dello stesso
e scendere i pochi gradini.
Arrivato alla fine, lui si volta e mi guarda negli occhi. So di essere
l’unica ad accorgersi della sua presenza. Alla fine parla:
-God bless you.
Lo fisso rapita mentre si allontana ed esce dalla grande porta sul
fondo della sala.
Il pubblico continua ad applaudire. Il presentatore entra in scena, e
mi fa i suoi complimenti blaterando qualcosa a proposito di avere
già una preferita per la vittoria in direzione della giuria.
Sento ripetere il mio nome, proprio dai giurati stessi.
Ma, comunque vada stasera, io ho già vinto.
Allora, sono
nuova di questa sezione, quindi mi aspetto qualsiasi tipo di critica...
Rappresenta una
novità anche il fatto che ho scritto in prima persona una
vicenda che in parte mi riguarda: ho davvero fatto uno spettacolo di
danza su Black or White... ma il resto è pura fantasia!
So che la mia
storia non è un granché, ma vorrei dedicarla a
Love Girl, per l’appoggio che mi ha dimostrato.
Un bacio a tutti!
Chicca