Ed ecco l'altro capitolo. Siete arrivati, finalmente. Ce ne avete messo di tempo!
3^ Parte
Erano ore che vagavano per le montagne in cerca di qualche segno, qualche traccia che ricordasse la storia dei Cercatori o qualcosa di simile. Nulla. Né i libri di Sophie, né tanto meno Cherit erano in grado di fornire qualche dettaglio.
Avevano chiesto dei rinforzi ed erano arrivati circa centocinquanta Cercatori tra i migliori della Fondazione Huntik.
- Non è abbastanza. - aveva commentato Dante nervosamente.
- Come non è abbastanza? Dante, ci sono quasi duecento tra gli uomini migliori! - Guggemheim aveva obiettato, ma senza ottenere grandi risultati.
- Zhalia ha detto che sono ben attrezzati. Io non rischierei inutilmente. Abbiamo chiesto aiuto a Grier da Sutos?
- Abbiamo informato Grier della situazione, si stanno mobilitando… credo. - alla parola “credo” Dante gli lanciò un’occhiata che bastava per dire tutto, ovvero che dovevano assolutamente arrivare i rinforzi anche da Sutos, il più presto possibile.
Lok, Sophie e Cherit si stavano arrampicando su di una roccia per controllare oltre. Una volta arrivato in cima, il ragazzo aiutò Sophie a salire e le prese di mano il libro che aveva tirato fuori dallo zaino, sfogliandolo.
- Sei sicura di non sentire nessuna aura magica qui intorno? Dovremmo essere sulla strada giusta…
- Nulla! Assolutamente nulla! E’… è come se… se non ci fossero neanche i nostri Titani. Non avverto nessun tipo di energia. - rispose lei preoccupata, guardandosi attorno e massaggiandosi le tempie. Da qualche ora aveva un terribile mal di testa. Nel punto in cui si trovavano non c’erano alberi, ma una distesa di erba bassa e pungente. La visuale era abbastanza ampia e i ragazzi e il piccolo Titano potevano vedere lontano e sentire i rumori e le voci dei loro compagni qualche centinaio di metri più a valle. Lok continuava a sfogliare il libro che aveva in mano, mormorando piano qualcosa.
- In effetti qui non parla di nessun punto in preciso dove si svolse la battaglia finale fra Lord Casterwill e i Nullificatori… - disse alla fine, senza togliere gli occhi dalla pagina.
Sophie rispose, soprappensiero: - Lo so, avrò controllato mille vol… - si voltò a guardarlo, sgranando gli occhi. Spostò velocemente lo sguardo da lui alla pagina. - Lok! Ma quello è un codice antichissimo! Faccio fatica io a tradurlo, e sono anni che lo studio! Come diavolo hai fatto a…? - il ragazzo sembrò rendersi improvvisamente conto di ciò che aveva fatto. - Ehm… non so… dev’essere stato Cronos a farmi qualche strano effetto… - rispose, sorridendo imbarazzato.
Molti di loro avevano trovato dei Titani lungo il cammino. La cosa più strana era che non era stato un legame da cercare, ma… una specie di richiamo. Era come se fossero i Titani a chiamarli. O almeno così le aveva raccontato Lok, perché lei non aveva trovato nessun Titano, e la cosa l’aveva lasciata molto delusa. - Ecco a cosa servono anni sui libri… - gli prese il volume da in mano e lo rimise nello zaino. - Vediamo di capire qualcosa di più su questo Titano. Tira fuori l’Olotomo di tuo padre e analizziamolo. - i ragazzi si sedettero per terra. Lok prese l’Olotomo dalla borsa a tracolla ed analizzò il complesso amuleto.
- Cronos. Attacco: 5. Difesa: 4. Tipo: Guerriero Krono Titano. Dimensione: Grande. Abilità speciali: Può scegliere dei bersagli da eliminare con un colpo solo, ma poi verrà eliminato. - la solita voce metallica parlò senza esitazioni.
- Accidenti… cinque punti di attacco non sono pochi! - intervenne Cherit.
- No. Affatto. I Titani che si trovano qui sono tutti molto potenti, e Crono nella mitologia greca era il creatore di tutte le principali divinità… uno dei più potenti. - disse la ragazzina. - Un Titano adatto a te. - aggiunse, guardando Lok e sorridendogli. Il ragazzo notò improvvisamente com’era cambiata, come entrambi erano cambiati, da quando si erano conosciuti. Le sorrise di rimando, dolcemente. Stavano per affrontare insieme una battaglia che forse li avrebbe divisi per sempre, forse avrebbe cambiato la loro vita, forse il mondo intero. In questi giorni Dante era troppo occupato per badare a lui, e lui in effetti era ormai in grado di cavarsela da solo nel mondo dei Cercatori, ma… aveva bisogno di un appiglio, qualcuno a cui aggrapparsi se fosse caduto, qualcuno a cui chiedere se era insicuro su cosa fare. E chi, se non Sophie, aveva sempre una risposta per tutto?
Ormai erano ore che camminavano. Il Sole aveva cominciato a tramontare e Zhalia era stremata. Senza poterlo evitare, inciampò e cadde in ginocchio. La vista le si annebbiò per qualche secondo. Subito venne tirata in piedi da Wind.
- Forza, signorina, non c’è tempo per riposare. - sibilò.
- Sono stanca. Non riesco più a stare in piedi, devo riposare. - rispose lei duramente, alzando lo sguardo in quello dell’uomo che per un attimo sembrò vacillare.
- Vorrà dire che… - tentò di continuare, ma venne bloccato da Rassimov.
- No, facciamola riposare. Lei ci serve, non possiamo trattarla troppo male. - disse il capo della Spirale, prima di andarsene sogghignando. Tutto l’esercito si fermò per una pausa e lei venne affidata ad un adepto perché la tenesse sotto controllo.
- Ciao, Kal. - disse semplicemente una volta scoperto chi era quell’adepto. L’uomo non rispose, ma si inginocchiò di fronte a lei, che si era seduta appoggiandosi ad uno degli alberi.
- Non sono stato io. - sussurrò. Quelle parole lasciarono Zhalia perplessa. Stava cercando di farle capire che gli dispiaceva?
- Bene. Buon per te. Purtroppo come vedi non mi cambia le cose. - rispose gelidamente.
- Zhalia, non volevo che succedesse questo. Ma non poso farci niente.
- Potresti, ma sei troppo codardo. - la donna distolse lo sguardo. - Cosa ti dà la Spirale di Sangue, Kal? Ti senti… potente? Appagato? Felice?
- Perché, tu sei felice ora? Prigioniera dei tuoi nemici?
- Io sarò felice finché saprò che la mia squadra sta bene. E ora non sono felice, perché loro sono in pericolo e io non posso fare nulla per aiutarli. Stai meglio, ora che lo sai?
- Zhalia… - l’uomo allungò una mano per accarezzarle il viso. Lei si ritrasse, non appena si sentì sfiorare dalle sue dita.
- Non mi toccare! - Kal si fermò. Si alzò lentamente: - Io fossi al posto tuo starei più attento a come mi comporto. - le ringhiò. - Signore, la prigioniera dice di essere abbastanza riposata, ora. - bastarono quelle poche parole, e Zhalia fu costretta a rimettersi in cammino verso l’Olimpo, verso un destino che non poteva contrastare, e forse verso la morte.
Ok, lo so, sto sclerando di brutto, ma le vacanze fanno un brutto effetto.
Ora rispondo all'unica (cos'è 'sta storia? Adesso iniziavo ad abituarmi bene, dove siete finiti tutti? Recensite!!!) recensione che mi hanno scritto.
@Indovinate chi? Chiara!!!
Eheh, in questi giorni immagino tu sia presa dagli esami... va be', confido nel fatto che quando leggerai queste righe avrai finito tutto ^^
Ti ringrazio per la decisione di presentare la mia fanfiction, sono onorata. Dico davvero.
L'idea dell'Olimpo mi sembrava un po' scontata, devo ammetterlo. E' che non trovavo nulla di più adatto in cui le mie conoscenze fossero accettabili, così mi sono detta "meglio scontato che schifoso". E penso di avere ragione, no? XD
C'era qualcos'altro che ti volevo dire, ma mi conosci... mi è appena passato di mente ^^". Niente, penso che fosse una cosa tipo "spero che continuerai a leggere" e frasi fatte simili... tanto non so mai come conludere. Ah, sì! Sai che non scherzavo quando ho detto che mi sono messa a tradurre? L'ho fatto davvero! XD cosa non si fa per ottenere qualche recensione... sono messa male, eh?
Un (mitico ^^) bacio! Marta.
Stavolta mi sono ricordata: grazie anche a chi non mi recensisce ma mi legge (anche se meritereste una pena secondo la legge del contrappasso: costretti a recensire ogni singola virgola che leggete per l'eternità) e ai visitatori anonimi.
Un bacio anche a voi (ma non mitico perchè quella è un'esclusiva di Chiara u.u)