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Autore: Diana924    21/06/2010    2 recensioni
Eleonora dAsburgo, nel convento dove ora vive ricorda la sua vita, passata fra la grandezza del fratello Carlo V e la grandeur di Francesco I
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Regine ed amanti-Francia'
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Il monastero di San Yeronimo a Yuste, uno dei posti più caldi d’Europa. E qui io vivo, insieme a mia sorella Maria, io, che sono nata nelle Fiandre.

La prima figlia, ma cosa ricordo di mio padre e di mia madre? Io, Eleonora d’Asburgo, regina del Portogallo e di Francia, ho pochi ricordi di loro, più che altro immagini sfocate e pochi, fuggevoli, ricordi.

Mio padre, Filippo d’Asburgo. Ho pochi ricordi di lui, ma un’immagine me li cancella tutti. Un uomo, bellissimo, vestito con sfarzo e ricchezza, che si muoveva con naturalezza.

Mia madre, Giovanna d’Aragona. Era bella, ma malata. Malata nella mente, così mi dicevano, che era pazza, pazza d’amore per mio padre, che lo amava alla follia. Mia madre era spagnola e dicevano che era molto buona, ma testarda.

Avevo delle sorelle, e una è ancora viva. Mia sorella Maria, che è qui con me, a Yuste, con nostro fratello. L’altra, Isabella, è diventata regina di Danimarca, ma è morta da quasi vent’anni ormai.

Ho ancora i miei fratelli, Carlo e Ferdinando. Carlo, con cui sono cresciuta, il mio amato fratello, il fiammingo. Ferdinando, che ho conosciuto solo durante la nostra visita in Francia, lo spagnolo.

Avevo anche una sorella, Caterina, ma anche lei l’ho conosciuta dopo, dopo.

Ho passato l’infanzia e la giovinezza sola, con i miei fratelli. Nostro padre era morto e nostra madre viveva in Spagna, segregata, dicevano per il suo bene, perché era pazza. E con lei viveva mia sorella minore, Caterina d’Asburgo.

Nel 1514, mia sorella Isabella, ad appena tredici anni, dovette sposare il re di Danimarca. Ci salutò piangendo, diretta verso quelle terre fredde e desolate.

Alla morte di Ferdinando de Trastamara, nostro nonno, mio fratello Carlo ereditò la Spagna e i suoi immensi territori.

E io e Carlo partimmo per quel Paese lontano, caldo e secco come le Fiandre erano umide e piovose.

Viaggiammo per mare e sbarcammo in Galizia,a  nord della Spagna.  Arrivati andammo prima a Toledo, per il giuramento delle Cortes, poi a Tordesillas, dove viveva nostra madre.

Non avevo voglia di riabbracciarla, ma volevo conoscere mia sorella Caterina. Ma prima dovemmo andare a Barcellona, per un altro giuramento. Fu lì che vidi Ferdinando per la prima volta. Ferdinando era un vero spagnolo, tutto il contrario di Carlo, ma sapeva stare al suo posto. Infatti durante un pranzo gli rese atto di sottomissione.

Io non volevo un matrimonio come quelli soliti, fatti per un’alleanza o per calcolo, no, io volevo un matrimonio d’amore. Mi parve di averlo trovato con il conte palatino Federico. Un anno dopo la morte del nonno mi scrisse una lettera.

Ma Carlo lo seppe, e non me lo perdonò mai, voleva un partito migliore per me. Irruppe nelle mie stanze e mi chiese di consegnargliela immediatamente, io mi rifiutai e lui me la strappo dalle mani.

Per punizione mi fece sposare mio zio il re del Portogallo, che aveva sposato in precedenza le mie zie Isabella e Maria.

Acconsentì e raggiunsi il Portogallo.

Io e mio marito abbiamo avuto due figli: Carlos, morto bambino, e Maria, che è ancora viva, ma anche ancora non sposata.

Poi, nel  1521, stesso anno della nascita di mia figlia Maria, morì il mio marito-zio. Mio fratello, divenuto re e poi imperatore decise che dovevo tornare in Spagna, cosa che feci. Maria un anno dopo sposò il re d’Ungheria, Luigi II, come aveva stabilito nostro nonno Massimiliano d’Asburgo, alla cui corte Maria viveva, come fidanzata del re.

Io tornai, e mi stabilì a Madrid, in attesa che mio fratello mi trovasse un nuovo marito.

   
 
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