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Autore: sakura_tan    23/06/2010    3 recensioni
“l’hai detto tu … c’è un abisso che ci divide” “Non puoi vedere qualcosa che è tra le tenebre” Fay alzò lo sguardo e sorrise a quell’affermazione.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una fan fiction sul rapporto profondo che lega Kurogane e Fay. Anche se è la mia prima ff su questa coppia, ho fantasticato spesso su una loro eventuale notte d'amore ... Ma le Clamp non ci concedono questi nostri desideri e così ecco cosa ne è uscito, un mio umile ma intenso sogno. Buona lettura.

Con te è già mattina.

 Che cos’ era quella macchia scura sul pavimento? 

Sangue?! 

C’era una persona lì a terra…la conosceva? 

Ma…se quello era sangue…

Senza vita? Quel corpo era senza vita?

E’ colpa mia.

Sangue.

E’ colpa mia.

 

Lui è arrivato. E’ arrivato a prendermi.

Mi lega quel sangue. Mi legano le catene di una tremenda maledizione.  

Cos’ è quest’ombra scura su di me? Non voglio!

Perché proprio me? Perché?

Queste catene…

Voglio morire. Non voglio morire


VOGLIO MORIRE!

 “voglio…morire…”

“Oi… OI!! Ehi, biondino!!”

Kurogane scuoteva il corpo del ragazzo, cercando di svegliarlo. Il suo volto era rigato dalle lacrime, che sgorgavano da quell’unico occhio che gli era rimasto. Le mani stringevano forte il cuscino.

“FAY!”

Senza avere neppure il tempo per accorgersene, il mago lo stava abbracciando.

“oi oi… sei sveglio?”

Fay alzò la testa dalla spalla del samurai, confuso. Poi, rendendosi conto di quello che era successo, sciolse l’abbraccio. Sorrise.

“Oh, scusa. Ti ho svegliato!” così dicendo, si rimise immobile sotto il futon.

Kurogane osservò per un momento quello strano modo di dormire a pancia in giù, poi sospirò:

“Con che coraggio sorridi quando hai ancora il volto rigato dalle lacrime? Quante volte ti devo dire di non prendermi in giro?”

Per qualche secondo non ci fu nessun rumore, eccetto lo sbattere di ali di qualche uccello notturno. Poi, senza mostrare il volto all’altro, Fay ruppe quel silenzio:

“c’è qualche altra cosa che…” si fermò per un istante a osservare il decoro sulla maniglia della finestra “c’è qualche altra cosa che potrei fare?”

Kurogane abbassò lo sguardo.

Di nuovo quello sbattere di ali. Poi più niente.

“il fatto è che non sopporto non essere partecipe del tuo dolore”

Fay si mosse nel futon, ma non si voltò.

“in fondo al tuo cuore sembra che tu sia così triste . Vorrei, anche solo per un istante, guardare in quell’abisso. Forse non potrei fare niente, forse così ti sentiresti smascherato e terribilmente fragile, forse cadresti in un’angoscia ancora più profonda ma la verità è che non c’è niente che io possa fare senza sapere cosa ti passa per quella testa”

“umphf… parli di cuore e di testa come se fossero una cosa sola” il biondo finalmente si girò e si mise a sedere. I capelli lisci e morbidi gli ricadevano sulle bianche spalle. “comunque sembra che tu mi abbia fatto svegliare del tutto”

Kurogane si alzò e si avvicinò alla finestra. Fay non poteva vedere quello che stava facendo, ma non ci volle molto tempo per capirlo.

“bevi,idiota”

Il sangue sgorgava violentemente dal polso del samurai. Il mago gli afferrò la mano e iniziò a bere. Mentre lo faceva non si accorse di aver avvicinato al suo petto l’arto del compagno. Il sangue continuava a scorrere “questa volta hai esagerato. Non si ferma più” disse mentre ne leccava qualche goccia scivolata fino al dito indice.

“se continui a bere è perché hai ancora sete”

voglio andare nel posto in cui sei, io voglio correre ora e andare da te…non puoi vedere qualcosa che è tra le tenebre…”  (*1)

Kurogane alzò un sopracciglio e questo fece sorridere sinceramente Fay “sono delle parole di una canzone che mi ha insegnato una persona.”

“dove vuoi andare?” chiese il moro accennando un sorriso mentre l’altro si leccava il labbro con la lingua.

“nel posto dove ci sei tu” rispose mentre, nel buio, cercava delle bende per fasciare il polso del compagno. Dopo averle trovate gli prese il braccio e iniziò a medicarlo.

“sono qui”

Una foglia cadde da un albero.

 il biondo si fermò per un instante “l’hai detto tu … c’è un abisso che ci divide” poi riprese la sua operazione, più lentamente

“Non puoi vedere qualcosa che è tra le tenebre” Fay alzò lo sguardo e sorrise a quell’affermazione.

Le nuvole, mosse dal vento, rivelarono grande e luminosa la luna. Kurogane afferrò la mano che lo stava medicando, lasciando cadere un lungo pezzo di benda bianca sul pavimento.

In quel momento il mago poté vedere chiaramente il volto del samurai illuminato dal chiarore che giungeva dalla finestra. I suoi occhi, penetranti e vermigli, gli osservavano la labbra. Poi, lentamente, si soffermarono sull’unico occhio che gli era rimasto; in quel momento il suo esaminatore non riuscì a nascondere un’espressione di rabbia mista a tristezza.

Fay, imprigionato in quello sguardo attraente, iniziò ad avvertire dei bollori alla schiena. L’altro avvicinò la sua bocca a quella di lui ma, senza nemmeno sfiorarla, scese a baciarlo sul collo. Intanto, il biondo gli aveva affondato le mani nei capelli. Al tocco delle sue morbide labbra sul collo non riuscì a trattenere un gemito di piacere e, socchiudendo gli occhi, si abbandonò completamente a quel calore.

Improvvisamente Kurogane si fermò. La persona che stava godendo delle sue attenzioni era un…uomo!

“La forma dell’amore non è una sola” (*2)

Come se il biondo fosse riuscito a percepire i suoi pensieri, disse quelle parole che colpirono il fiero samurai nell’animo. Il ricordo dell’amore che legava i suoi genitori gli scaldò teneramente il cuore, portando sul suo volto un sorriso che da tempo non era più solito mostrare. Con quell’espressione dolce e commossa ritornò ad osservare Fay, che lo guardava divertito.

“ah…kuro-pon…sei così carino” disse maliziosamente “ti mangerei”

Kurogane rimase stupito nel sentire quel nomignolo e si chiese se fosse il caso di arrabbiarsi come faceva un tempo; qualcosa però lo distrasse da quei pensieri. Il giovane mago gli aveva infilato le mani sotto la maglietta e aveva iniziato a mordicchiargli l’orecchio destro. Il  moro, ormai eccitato dalla testa ai piedi, lo sollevò e lo appoggiò sul tavolo a fianco della finestra, facendo cadere una tazzina di porcellana.

“con questa tua delicatezza sveglierai tut…” il biondo non fece in tempo a finire la frase che l’altro lo baciò appassionatamente, mentre con una delle grandi mani scendeva nelle sue parti intime. Quando Fay sentì il tocco di Kurogane nella sua parte più sensibile, iniziò a baciarlo ancora più voracemente. Il samurai gli si mise sopra, facendolo stendere completamente sulla dura superficie del tavolo. Fay iniziò ad ansimare e, con quell’unico occhio dorato, comunicava all’uomo sopra di lui che desiderava di più. Kurogane non aspettava altro.

Quel silenzio, riempito solo di sospiri e gemiti, terminò nel grido di piacere del giovane mago quando l’altro gli entrò dentro completamente.

Entrambi ansimavano nei brevi istanti in cui le loro labbra si distanziavano, i loro corpi erano bollenti e sudati.

 

Qualcosa è entrata dentro di me. E’ l’ombra nera?

 E’ nera ma non è minacciosa. 

E’ grande ma non mi fa del male.

 Queste catene che mi imprigionano sembrano essere più leggere.

Qualcuno sta portando con me il peso della mia maledizione.

Non voglio morire. Non voglio morire.

 

NON VOGLIO MORIRE.

 

 

“Non..voglio…”

“cos’è che blateri sempre anche quando dormi?”

Fay aprì l’occhio dorato. Era nel futon e le grandi braccia del suo compagno lo stavano stringendo in una stretta che sarebbe potuta diventare mortale e, scioccamente, questo tranquillizzò il ragazzo. Il fatto che la sua vita appartenesse totalmente a Lui lo riempiva di gioia, anche se quella sensazione non sarebbe potuta durare per sempre.

“mi fa male il sederino”

Kurogane arrossì a quell’affermazione e grugnì.

Dalla finestra iniziava ad arrivare qualche raggio del sole che stava sorgendo. I cocci della tazzina di porcellana iniziarono ad essere ben visibili sul pavimento, così come la benda semi-insanguinata e le gocce del sangue del moro, che macchiavano principalmente il tavolo e lo spazio davanti alla finestra. Fay cinse il collo dell’altro e lo baciò: “ è già mattina” sussurrò.

 

 

Autrice del cavolo!! Che finale sarebbe?se non sai scrivere allora tornatene a casa!!

 

1* Planetarium –Ai Otsuka

2* citazione dal manga Chobits, Clamp

  
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