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Autore: Cassie chan    14/09/2005    9 recensioni
Ciao a tutti! Mi chiamo Cassie-chan e questa è la mia prima fanfiction su Tokyo mew mew! Non so se sia venuta molto bene, ma scriverla per me è stato molto bello perché sono riuscita a completarla e di solito non ci riesco quasi mai! Spero che vi piaccia! Un piccola serie di avvisi:
1. La coppia principale è ovviamente Ryan-Strawberry, dato che Mark non lo sopporto e sono rimasta molto delusa dalla fine dell’anime; ci speravo fino all’ultimo che si mettesse con Ryan, ma quella niente! Rimane con il merluzzo umano! Quindi, alle fan di Mark consiglio di non leggerla… non è che faccia proprio bella figura…
2. Uso i nomi dell’anime, anche se non ne vado pazza, ma mi piacciono di più di quelli originali…
3. All’inizio, la storia sembra contorta, ma spero che si capisca tutto alla fine…
4. Commentate! Commentate! Commentate! Altrimenti, mi demoralizzo e non la pubblico più, dato che è praticamente finita!
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si alzò da terra, sfregandosi il viso e il polso dolorante, e solo allora si accorse di una figura inginocchiata davanti alla

Capitolo 8 - Eventually you
 

 

 


“…love forever, love is free, let ’ s turn forever you and me…”----Gorillaz

 

Si alzò da terra, sfregandosi il viso e il polso dolorante, e solo allora si accorse di una figura inginocchiata davanti alla casa.

Si avvicinò alla figura, lentamente, quasi temesse che si trattasse ancora di una macchinazione della sua mente, poi vide che non era Ryan.

Era una bellissima donna, con lunghi capelli biondo chiaro, che ondeggiavano lisci nel vento, e due grandi occhi azzurro acquamarina. Aveva un vestito rosa smanicato addosso e un cappello di paglia, con un nastro rosa, sulla testa. Quella donna le ispirò un gran senso di tranquillità e di serenità: sembrava così felice e dolce, mentre batteva le mani, chiamando qualcuno alle spalle di Strawberry. La guardò per qualche istante con un sorriso, ritemprata dalle tensioni che aveva affrontato fino a quel momento, e dimenticò un momento che cosa era venuta a fare lì… sembrava una bambina…

Poi, d’un tratto, capì di averla già vista… con quella stessa espressione, in una fotografia…

Un fulmine le attraversò la mente…nella camera di Ryan, l’ho vista lì… o mio Dio, è sua madre…

In quel momento, seppe di dover girare su sé stessa, ma lo fece lentamente, con paura. I suoi occhi scorsero un bambino biondo, di un anno, con due sconfinati oceani turchesi per occhi, che avanzava lentamente, incerto sulle gambette.

Lo aveva trovato… le ripeteva la sua mente, mentre iniziava a piangere e a sorridere, come una scema. Cade in ginocchio, sentendo un dolore bruciante alle ginocchia.     

Ma il bruciore maggiore lo sentiva a sinistra del petto… Ryan… finalmente lo rivedeva, sebbene in quella forma trappola, che gli aveva fatto prendere Profondo Blu… finalmente sarebbe tornato a casa, sarebbe ritornato da lei, e finalmente tutto sarebbe finito… quell’incubo, che era diventata la sua vita… aveva bisogno di lui, mai come in quel momento, lo capiva in tutta la sua chiarezza… non le importava che questo fosse strano, che doveva averlo scordato, che si era comportata da pazza, che questo forse voleva dire che lei era innamorata di lui… niente aveva importanza.

Solo lui, adesso era importante…  solo il mio Ryan… pensò con spontaneità.

Si alzò per la seconda volta, e stava già per correre ad abbracciarlo, poi si ricordò delle parole di Blanche…

Troverai molto probabilmente una persona, che ha perso la cognizione del reale, che è intrappolata nei fantasmi che Profondo Blu gli fa credere reali, e quindi potrebbe anche non riconoscerti o farti anche del male…

Si fermò all’improvviso incerta su che cosa fare, asciugandosi le lacrime con il palmo della mano. Intanto Ryan era arrivato a sua madre, che lo aveva preso tra le braccia e condotto in casa.

Strawberry li corse dietro, entrando in casa, poco prima che la madre di Ryan chiudesse la porta d’ingresso. Si trovò in un enorme sala, su cui si apriva una scalinata ricoperta di un tappeto blu scuro. Ma stavolta non si fermò a vedere i quadri della sala, le sue decorazioni, i suoi intarsi nei mobili, e i decori del tappeto, ma seguì la madre di Ryan, che aveva portato il figlio in salotto.

Si erano seduti su un divano panna, e la donna dondolava Ryan sulle gambe, facendolo andare avanti e indietro. Lui rideva di gusto e batteva le manine sempre più velocemente.

Strawberry si appoggiò allo stipite della porta, chiedendosi con un sospiro come poteva portarlo via da sua madre, la donna, che aveva amato di più nella sua vita.     

Forse l’unica che ha amato nella sua vita… si disse, mentre una fitta lancinante le attraversava lo stomaco.

Guardandosi distrattamente attorno, vide un grande specchio, che rifletteva buona parte della stanza e vide che c’era qualcosa che non andava. Si avvicinò e sbarrò gli occhi.

La stanza, nel riflesso, era completamente avvolta dalle fiamme, che lentamente si avviluppavano attorno ai preziosi mobili antichi e alle figure di Ryan e di sua madre.

Ecco, come Profondo Blu avrebbe ucciso l’anima di suo fratello… aveva dato a Ryan quella stupenda illusione, che lentamente lo avrebbe distrutto, senza che lui se ne accorgesse. Non c’era un attimo da perdere.

Adesso che aveva trovato Ryan, non lo avrebbe perso di nuovo.

Si affannò e si inginocchiò di fronte a Ryan, ancora in braccio di sua madre. Lui sembrava non vederla neppure.

“Ryan, ti prego svegliati…” iniziò, le mani fredde sul viso del suo bellissimo bambino “Ti prego, sono io… sono Strawberry…sono venuta a prenderti… gli altri sentono tanto la tua mancanza, e credono che non ci sia più… anche io l’ho creduto, per tanto tempo, ma, in fondo al cuore, sapevo che stavi bene e che eri solo prigioniero…”.

Niente, il bambino continuava a sorridere, felice nell’abbraccio di sua madre, sordo alle parole della ragazza.

“Questa donna non è tua madre, è solo un’illusione di Profondo Blu… Ryan, tua madre non c’è più, e anche tuo padre, ma tu mi hai detto che noi eravamo la tua famiglia e che eri felice di avere noi… ti prego, Ryan, ritorna da noi… noi abbiamo bisogno di te…”.

La voce le si spezzò, vedendo gli occhi sempre ottusamente raggianti di Ryan. Strinse le mani di Ryan nelle sue, appoggiandovi la fronte sopra e iniziò a piangere, sempre più forte.

“Io ho bisogno di te, Ryan… non ce la faccio più a vivere senza di te… fin quando c’eri tu, mi piaceva vivere, ogni cosa aveva un senso e mi convincevo che fosse perché ero così, perché mi piaceva essere gioiosa e felice… e, invece quando te ne sei andato, ho capito che era per te che ero così… eri tu che mi davi la forza di andare avanti… non abbiamo mai avuto un gran rapporto, lo so, eppure sapevo che c’eri e questo mi faceva stare tranquilla. Sapevo che mi avresti protetta, che non mi avresti mai lasciata da sola… non so se questo fosse perché sono una mew mew, ma adesso non mi importa. Un tempo, avrei pensato che tu mi consideravi solo un mezzo, uno strumento per salvare il mondo e per portare avanti il tuo progetto, ma adesso non mi importa… sia anche così per tutta la vita, l’importante è che tu ritorni da me, per favore, Ryan…”.

Rimase a singhiozzare ancora, stringendo le mani di Ryan nelle sue, inondandole di lacrime, finchè sentii una voce incerta dire: “Straw- Strawberry…”.

La ragazza, sentendo il suo nome, alzò la testa e incontrò gli occhi di Ryan, adesso finalmente rivolti verso di lei.

“Ryan…” disse, tra le lacrime, sollevando il capo.

Il bambino ripeté il suo nome, ma, mentre Strawberry si avvicinava lentamente a lui, la casa fu completamente avvolta dalle fiamme. Strawberry si chinò a proteggere Ryan dal crollo di una trave del soffitto, ma inspiegabilmente non si fece niente.

Quando sollevò lo sguardo, vide la trave in fiamme sospesa a mezz’aria, mentre una voce le diceva nella mente.

Certo che non ti ci si può lasciare da sola, angioletto… porta fuori Ryan…

Strawberry annuì e prese in braccio Ryan, che tuttavia oppose resistenza, aggrappandosi alla manica di sua madre.

“Mamma…” diceva, piangendo.

Strawberry lo abbracciò e disse: “Ryan, questa non è la tua mamma…lei ti guarda dal Cielo e non ti ha mai lasciato solo… scommetto che non vorrebbe che tu vivessi in un falso ricordo di lei… i tuoi genitori volevano che tu combattessi, che tu lottassi contro gli alieni e l’hai fatto… ma adesso ti aspetta un’altra prova, ma tu ce la farai, perché loro ti hanno reso una persona straordinaria… tu sei determinato, sei la persona più forte e sicura che conosca, e ce la farai anche stavolta… e poi io non ti lascerò mai solo… te l’ho promesso che avresti sempre potuto contare sul mio aiuto e sulla mia amicizia…”.

Ryan, lentamente, lasciò la manica di sua madre, mentre affondava il viso nel collo di Strawberry. La ragazza corse fuori, evitando i mobili roventi e le travi che cascavano dal tetto, e aprì la porta, mentre stringeva Ryan tra le braccia.

Cascò sui gradini, e, rialzandosi immediatamente, si accasciò per terra di fronte alla casa, una mano sulla testa di Ryan.

Ad un tratto, vide una luce azzurra avvolgere il corpo di Ryan e lo strinse più forte a sé, temendo di perderlo ancora. Ma quando la luce si dissolse, la sua guancia era premuta contro il petto del ragazzo.

Lei alzò timorosamente lo sguardo, le braccia ancora strette attorno alla vita di Ryan, e vide che lui era ritornato il ragazzo, che aveva lasciato quella sera sulla veranda del caffè, quel ragazzo che le era mancato immensamente, quel ragazzo con quel profumo che le entrava nell’anima e le apriva il cuore.

“Strawberry…” disse semplicemente lui, non riuscendo a capire come mai la ragazza gli era praticamente in braccio.

“Ryan…” mormorò lei, poi gli occhi le si riempirono di lacrime e lo abbracciò di scatto, dicendo: “ Avevo paura di non farcela, temevo che non ti saresti più svegliato…”.

Lui chiaramente in imbarazzo, le accarezzò la testa, e disse: “E invece ce l’ho fatta…”, poi, recuperando la sua solita ironia, aggiunse: “Ci hai sperato fino all’ultimo di liberarti di me, vero?”.

Solo un mugugno.

Solo un sussurro, soffocato dal suo petto.

Dannatamente serio.

“Non lo dire neanche per scherzo… non so che avrei fatto se non ti fossi svegliato…”.

Ryan rimase immobile, non sapendo cosa rispondere. Possibile che Strawberry gli dicesse delle cose del genere? Non che non gli facessero piacere, tutt’altro, ma si era rassegnato al fatto che la ragazza concepisse frasi minimamente gentili solo per il suo caro fidanzato.

Strawberry sollevò lentamente lo sguardo, incatenando i suoi occhi color cioccolato con quelli acquamarina del ragazzo.

Ecco, si diceva Ryan… stava ricominciando tutto esattamente come sempre, lei lo guardava negli occhi e lui perdeva il controllo di quello che stava facendo, dicendo o pensando… e inevitabilmente si piegava a quello che lei voleva, finendo per considerare i suoi desideri anche di sua proprietà…

Ma quella volta non andò così. Guardandola, lesse nei suoi occhi non più la luminosa gioia di vivere, che lei gli aveva sempre comunicato, ma un’enorme tristezza, una malinconia profonda, che si alimentava direttamente nella sua anima.

Lei era cambiata, adesso la sua espressione era troppo simile alla sua… il volto delle persone che avevano perso qualcuno che amavano molto…

Che ti è successo, piccola mia? si chiese angosciosamente.

Era più grande, era più bella, ma i suoi tratti portavano le tracce di tutta la sua vita. E lei non aveva mai mostrato tutto questo, mai, con quel suo volto da bambina.

Le asciugò le lacrime con le dita e disse: “Adesso, smettila di piangere… non pensare di assumere un’espressione da bella e tormentata… sembri solamente un pesce lesso…”.

Strawberry, rendendosi conto delle parole del ragazzo, assunse un’espressione contrariata, e gli diede un pizzicotto sul braccio, affondandoci completamente le unghie.

“Ahia, accidenti a te…stavo solamente scherzando, possibile che tu sia sempre così suscettibile?”.

“E’ possibile che tu debba essere sempre così stramaledettamente odioso?!” replicò la ragazza, con la fronte alzata e lo sguardo decisamente indispettito. 

I due si guardarono negli occhi per qualche istante, poi scoppiarono simultaneamente a ridere, entrambi contenti di aver trovato qualcosa che li mancava da troppo tempo, ossia la presenza dell’altro.

Ryan, soprattutto, fu particolarmente felice di rivedere la solita luce degli occhi di Strawberry. Distogliendo forzatamente lo sguardo da lei, lo fissò sulla sua casa in fiamme, il luogo dove aveva passato il periodo più felice della sua vita.

Senza accorgersene, disse: “E’ la seconda volta che la vedo bruciare… speravo di non doverlo vedere mai più…e anche stavolta, ci ho lasciato mia madre…”.

Strawberry aprì la bocca per ribattere, ma lui la interruppe, lo sguardo ancora incollato alle lingue di fuoco, che colpivano l’abitazione e parte dei suoi ricordi: “Lo so che questa volta è solo un’immagine della mia mente, ma comunque mi sento esattamente come allora…”.

Strawberry abbassò lo sguardo, non sapendo che cosa dire. Si limitò a mormorare un: “Mi dispiace tanto…”.

Lui scosse la testa, dicendo: “Non importa… è da troppo tempo che sono qui ed è solo per questo che mi fa, di nuovo, male… comunque, adesso la cosa importante è che tu mi spiega bene che cosa è successo…”.

Lei si sbatté la mano sulla fronte, ricordando che non aveva così tanto tempo per rimanere lì. Doveva ritornare indietro quanto prima, altrimenti non ci sarebbe più riuscita.

“Ti devo spiegare molte cose…” iniziò, sebbene voleva allontanarsi con tutte le sue forze dalla visione di quella casa ardente, che vedeva sempre riflessa negli occhi tristi di Ryan. Non voleva che stesse male, e si ritrovò a pensare di voler immediatamente allontanarsi da lì.

Come se qualcuno l’avesse ascoltata, una luce, stavolta calda e soffusa, li avvolse e si ritrovarono all’interno del Caffè.

Strawberry e Ryan si guardarono senza capire, poi la ragazza concluse: “Già, in fondo siamo dentro di te, abbiamo solo recuperato un tuo ricordo…”.

Ryan, che sebbene sapeva di essere prigioniero di Profondo Blu, non capì le parole di Strawberry, che si sedette su una sedia e iniziò a raccontare tutto al ragazzo, dell’incidente, della sua morte, dei suoi sospetti, dell’arrivo di Ghish e di Blanche, della storia di Leon e dell’imprevista nuova missione, che li attendeva.

Ryan, alle parole di Strawberry, rimase semplicemente sconvolto, comprendendo che allora lui non era più reale, era solo un’ombra nel suo stesso corpo, controllato da Profondo Blu. E poi questa storia di Leon… che significava che parte della sua anima, era questo vecchio sovrano?

Ma furono soprattutto le parole di Strawberry, leggermente velate di angoscia, che lo misero in allarme: “E quindi io sono venuta a prenderti…”.

Ryan la interruppe bruscamente, chiedendo: “Quindi neanche tu sei reale… sei solo un’immagine mentale… dove sei davvero tu?”.

“Io sono a casa mia, ma la mia mente e il mio cuore sono qui…” .

“Ma scusa, non è pericoloso tutto questo?”.

Lei abbassò lo sguardo, balbettando qualcosa.

“Non saresti mai dovuta venire! E se ti succedesse qualcosa?!” esplose lui, alzandosi in piedi, mentre Strawberry lo guardava, sbattendo gli occhi “Se ti succedesse qualcosa, mi spieghi come potrei perdonarmelo?! Vivrei per sempre nel rimorso…”.

Lei lo fissò freddamente negli occhi e si limitò a dire che non aveva avuto altra scelta, e che, se non lo avesse fatto, sarebbe stata lei a non poterselo perdonare.

“E poi ti ricordo che c’è in gioco la sorte della Terra e dell’intero Universo… l’ho fatto sopratutto per questo…” rispose, lo sguardo basso ad osservare l’orlo della gonna.

Come era stata dannatamente brava a mentire, ancora una volta si era erta il suo solito muro di menzogna per proteggersi dalle sue paure e dai suoi sentimenti… era così difficile dire che lei era venuta lì perché sentiva la sua mancanza? Perché voleva salvarlo? Perché si era convinta che fosse stata la sola a non credere mai che lui fosse morto? Era talmente difficile?

Sì che lo era, lo era enormemente aprire bocca, rendersi fragile e facilmente vulnerabile di fronte a lui, che magari le avrebbe semplicemente risposto che non era necessario che lo facesse. Avrebbe semplicemente inarcato un sopracciglio, chiedendole magari di non rifarlo mai più, perché non voleva averla sulla coscienza.

E poi non era solo questo… dire una cosa del genere, che le sarebbe parsa assolutamente normale un paio di anni prima, adesso le faceva solo pensare di confermare implicitamente quello che lei aveva visto…

Il mio matrimonio con lui… i nostri figli…

Era un futuro meraviglioso e lei non poteva negarlo, ma adesso la rendeva solamente confusa e le faceva soltanto male, un male bruciante nello stomaco.

Gli occhi le si velarono appena, ma per orgoglio ricacciò indietro le lacrime, mentre Ryan le dava le spalle, lo sguardo fisso sul Caffè, sul ricordo di sé stesso, che in quel momento stava prendendo in giro Strawberry.

Sorrise, pur essendosi imposto di non farlo, ma poi cancellò la lieve piega che le sue labbra avevano preso verso l’alto, mentre si rendeva nuovamente conto della presenza della ragazza, seduta alle sue spalle.

Entrambi sospirano nello stesso momento, mentre nelle loro menti prendeva forma lo stesso pensiero…

Vorrei tanto che le cose tra noi fossero più semplici…

Ad un tratto, qualcosa di strano accadde. Ryan avvertì come qualcosa nel suo petto allargarsi sempre di più, come se fosse un palloncino, che qualcuno adesso si era messo in testa di gonfiare.

Gli si mozzò il respiro e si portò le mani al petto, mentre si voltava verso Strawberry, che però vide era nella sua stessa posizione, accasciata sulla sedia.

“Strawber…” mormorò, prima di sentire che non stava chiaramente respirando più. In quei pochi secondi, una miriade di immagini passarono davanti ai suoi occhi, accompagnati da una voce maschile che ripeteva…

L’amore non è mai facile… specie l’amore non detto, quello che arde silenzioso nel cuore… ma è sempre meglio amare e rischiare di perdere, che non amare affatto…

Ryan si accasciò per terra, con Strawberry accanto, mentre le stesse immagini di un passato lontano milioni di anni passavano davanti alle loro iridi castane ed azzurre.

 

 

Finalmente il grande incontro! Spero di essere stata all’altezza delle vostre attese, anche se per cominciare a vedere qualcosa tra Ryan e Strawberry dovrete aspettare ancora un po’! Il prossimo sarà un capitolo molto particolare e a cui tengo particolarmente, perché chiarirà molte cose su come si evolverà la storia! Posso dare solo una piccola anticipazione… è una specie di storia nella storia, e riguarda soprattutto due personaggi, che ho quasi solamente nominato… bene adesso come al solito passo ai commenti e ai ringraziamenti:

Mew Pam: grazie ancora dei complimenti, ogni volta mi stupisco quando mi dici che la storia ti sta prendendo così tanto! Ho cercato di non fare Ryan troppo cattivo, anche perché così sarebbe stato troppo prevedibile, e poi credo che Profondo Blu sfrutti molto i punti deboli delle persone, e sa che quello di Ryan sono i suoi genitori… prova ad indovinare quando capirà che Ryan ha un altro enorme punto debole? Ops, ho detto più di quello che volevo dire!

Strega 91: davvero il mio stile è migliorato? A me sembra sempre uguale, anche perché lo scorso capitolo mi è costato particolare fatica! Il futuro con Mark è quello che mi ha fatto penare di più, perché volevo che si vedesse che i soldi non fanno la felicità, soprattutto se si sposa una specie di merluzzo rancido come quello!

JunJun: sei una vera poetessa, lo sai? Mi hanno colpito i tuoi complimenti! Soprattutto mi colpiscono sempre i tuoi appunti, perché credo che siano davvero molto importanti per chi, come me, è ancora alle prime armi e vuole disperatamente migliorare! Comunque, per la faccenda del latino, in effetti la tua è una giusta osservazione e in effetti è stato un mio errore, ma credo di potermi riprendere in calcio d’angolo con la frase “… che doveva essere il latino…”. Non penso che Strawberry lo conosca, quindi forse la sua è una deduzione che non tiene conto della tua attenta considerazione! Per i vari MAI POI invece, quello è un mio ENORME errore, dato che spesso scrivo di getto ed allora mi capita di ripetere quelle espressioni, che sono più del parlato! Grazie per avermelo fatto notare, ho riletto sto capitolo 30 volte per vedere se le avevo messe ancora, ma per fortuna non ce ne dovrebbero essere! Grazie ancora tantissimo! Comunque, non ti sbagliavi per WITCH, anche se lo leggevo prima ed ora non più!

Hermy 6: che bello che tu abbia letto la mia fic tutta assieme! Ti ringrazio dei tuoi complimenti, e soprattutto sei stata l’unica che ha notato il fatto che ripeto spesso la faccenda delle coincidenze! Odio il fatto che condizionino la vita e che non le si possa controllare né spiegare, e ho trasferito questo mio odio in Strawberry! Grazie ancora, spero di trovarti ancora!

Jessy: sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Spero che anche questo abbia avuto lo stesso effetto!

Pfepfer: l’incontro è stato abbastanza strano per te? Grazie, e comunque è vero che spesso le cose me le sogno, prima di scriverle! O almeno le immagino prima di andare a dormire!

Nadia Sakura Kan: grazie del tuo incoraggiamento, l’ho molto apprezzato, e spero anch’io che tu possa diventare una brava fumettista! Ti ringrazio come sempre dei tuoi complimenti, l’ho confusa abbastanza Strawberry, non credi? Ma purtroppo il tuo “Vedremo…” è giustificato, perché la ragazza è tarda a capire, quindi dovrai aspettare ancora un po’!

Grazie anche a tutti quelli che leggono solamente! Ciao ciao da Cassie chan!

 

  

 

   
 
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