Questa shot non ha bisogno di grandi presentazioni.
La coppia Pierre/ David è estremamente gettonata all’estero, tanto che hanno
anche un nome.. si chiamano “hot baguettes”
Personalmente la trovo una coppia adorabile, e mi sembrava doveroso portare
questo bandom
anche qui…
Detto questo, ovviamente i personaggi non mi appartengono,e non intendo fare
una visione veritiera
di biografie, caratteri o orientamenti sessuali (anche se mi piacerebbe molto
che la realtà fosse così come l’ho descritta xD)
Ok.. hope you enjoy
Declaration of love, in your way
Pierre era sempre stato un bambino allegro e sorridente.
Conosceva ogni bambino del quartiere ed ogni pomeriggio dopo la scuola andava
ai
giardinetti dietro casa sua.
Sua madre lo teneva per mano fino all'ingresso e poi lo lasciava andare, e
Pierre
correva a giocare con gli altri.
Saliva e scendeva dallo scivolo e dall'altalena, giocava nelle aree recintate
con la sabbia
e tornava a casa sudato e sporco, con qualche livido nuovo e con le ginocchia
sbucciate
Era un bambino felice.
Quando aveva compiuto sei anni i suoi genitori avevano organizzato una grande
festa
nei giardinetti.
I tavoli da picnic che riempivano l'area erano ricoperti di tovaglie con i suoi
personaggi
preferiti dei cartoni animati, e gli alberi erano decorati di palloncini colorati
i cui fili si
muovevano piano nell'aria per il leggero vento che rinfrescava la giornata
assolata
Pierre stava spacchettando i suoi regali quando si era accorto di un bambino
che non
aveva mai visto prima.
Aveva una massa di capelli neri quasi a formare un caschetto, e grandi occhi
scuri.
Era seduto da solo nell'area piena si sabbia e sembrava molto indaffarato.
Prendeva dei mucchietti di sabbia con la mano destra e li ammassava intorno
alle sue gambe incrociate.
Teneva un pacchetto di quelle che sembravano caramelle accanto a sè, e ne
prendeva
una ogni tanto con la mano pulita, portandosela alla bocca.
Pierre aveva aperto l'ultimo dei suoi pacchetti, osservando allegro il
videogioco che
voleva da tanto tempo.
Ogni tanto però il suo sguardo ricadeva su quel bambino, gli sembrava triste
che
giocasse tutto da solo, e sua mamma gli aveva sempre detto che i bambini non
dovevano mai stare da soli, era pericoloso.
Aveva posato il suo giocattolo sul tavolo e si era avvicinato, con le mani
dietro la schiena.
Aveva detto 'ciao' al bambino, ed aveva ricevuto in risposta un saluto con la
mano, e
un sorriso timido che non mostrava neanche i denti.
“Come ti chiami?”
“David. Tu?”
“Pierre”
Il bambino aveva provato a ripetere il nome, ma non era capace di pronunciarlo
bene.
Pierre aveva provato ad insegnarglielo, ripetendolo un paio di volte e si era
trovato a ridere
di fronte ai tentativi impacciati dell’altro bambino, facendolo arrossire.
Si era seduto nella sabbia anche lui, sporcandosi tutti i pantaloni nuovi che
sua madre gli aveva
comprato per l’occasione
“Perché giochi tutto solo?”
Il bambino aveva scrollato le spalle e la testa, come per dire che era così e
basta, non c’erano
tante motivazioni da trovare.
“Quanti anni hai? Io ne compio sei oggi”
L’aveva detto con un tono impregnato di orgoglio.
Diventava grande oggi, sarebbe andato a scuola, e non più all’asilo come i
bambini piccoli.
Avrebbe imparato a leggere e scrivere
David aveva risposto distrattamente un ‘cinque’, come se si vergognasse di
essere più piccolo.
Poi aveva recuperato il suo pacchetto di caramelle gommose.
Da così vicino Pierre le aveva riconosciute, erano quelle buone, a forma di
orsetto
ed al sapore di frutta, che si attaccavano tutte ai denti quando le mangiavi.
Il bambino aveva preso il pacchetto tenendolo sul palmo di entrambe le mani,
come una cosa
molto preziosa, e con una certa solennità gliel’aveva passato, depositandolo
con cura tra le sue mani.
Non gli stava offrendo una caramella, gli stava cedendo l’intero pacchetto.
Non era un offerta, era un regalo.
Un regalo per il suo compleanno.
Pierre l’aveva accettato, con tutta la serietà che i bambini riescono a
mettere nelle cose più piccole.
Gli aveva sorriso riconoscente ed aveva messo il pacchetto in tasca, in modo
che non si sporcasse o impolverasse.
Poi aveva indicato col capo i mucchietti di sabbia posizionati intorno alle
gambe di Dave, incuriosito.
“Che stai facendo?”
“Costruisco un fortino”
“Perché?”
“Per proteggermi”
Il bambino più grande aveva osservato con attenzione la creazione dell’altro,
poi aveva recuperato un po’ di sabbia
e si era messo in ginocchio, costruendo altri mucchietti alle spalle di David,
dove l’altro non era riuscito a sistemarli da solo.
David l’aveva guardato curioso, senza capire bene cosa l’altro stesse facendo.
“Qua dietro eri scoperto. Ti proteggo io qua dietro, tu non ci arrivi”
Il più piccolo aveva annuito, e stavolta aveva sorriso per davvero, mostrando
tutti i denti.
Gli anni a venire avevano dimostrato che aveva detto la verità
Pierre gli aveva sempre protetto le spalle, ogni singolo giorno della loro
amicizia.
Crescendo Pierre aveva capito che David era molto di più del bambino timido e
solitario
che aveva conosciuto.
Era iperattivo, e non riusciva a prestare attenzione alla stessa cosa per più
di tre minuti, e non riusciva
a stare fermo nemmeno durante il sonno, si agitava e parlava.
Riusciva a rompere le cose e a farsi male anche solo col pensiero, ma restava
sempre
quel bambino generoso che si era privato delle sue caramelle preferite per
fargli un regalo
L'unica cosa costante nella vita di David era Pierre.
L’unica cosa su cui la sua attenzione si fosse mai mantenuta costante.
Quando il più grande aveva formato la sua prima band David restava per ore ad
ascoltarlo cantare
Lo guardava orgoglioso, e spaventato
Spaventato che quella nuova vita portasse Pierre lontano da lui
E non l'aveva mai detto a nessuno, ma era quella la ragione per la quale aveva
imparato a suonare il basso
Per potergli stare vicino in ogni caso
E poi erano arrivati i Simple Plan
La musica, i tour, i fusi orari ed i jet lag, i viaggi interminabili
Il bus aveva attraversato quieto la dogana canadese che segnava il confine con
gli Stati Uniti.
Pierre era seduto accanto al finestrino, godendosi il silenzio, cosa molto rara
quando i suoi amici erano in giro.
La televisione a volume basso era una specie di compagnia, le luci metalliche
provenienti
dallo schermo facevano sì che il bus non fosse completamente buio.
La voce di Dave aveva attirato la sua attenzione, capitava sovente che parlasse
nel
sonno, specie quando era nervoso.
Pierre si era alzato, avvicinandosi al letto del moretto.
Si era seduto sulla punta del letto ed aveva avvicinato il viso all'orecchio di
Dave, iniziando a cantare come faceva sempre quando il più piccolo era agitato.
'I heard you're doin' okay...
but I want you to know..I'm addicted to you
Since the day I met you.. and after all we've been through
Still addicted to you''
Canticchiava piano, sussurrando le parole direttamente nell'orecchio di Dave,
per non svegliare tutti gli altri.
Dave si era tranquillizzato velocemente, sospirando piano e scivolando di nuovo
nel sonno.
Pierre era rimasto ancora un pò, per essere sicuro che l'altro fosse quieto,
poi si era
alzato
Mentre si allontanava Dave aveva afferrato il suo polso, facendo scivolare la
mano
su quella dell'altro fino ad afferrargli delicatamente le dita, senza mai
aprire gli occhi
"Resta.."
Pierre aveva sorriso, anche se l'altro non poteva vederlo.
Si era steso accanto al più piccolo come meglio poteva, dato che l'altro si era
già
praticamente addormentato, senza spostarsi
Dave non si era più mosso.
La mattina dopo quando Pierre si era svegliato il moretto era già in piena
attività.
Era in piedi, con la schiena poggiata alla parete e stava mangiando dei cereali
colorati
direttamente dalla scatola.
Ne aveva afferrato una manciata e si era avvicinato a Pierre, avvicinando la
mano
alla sua bocca per lasciarglieli cadere dentro.
Il più grande l'aveva assecondato ed aveva mangiato quello che Dave gli aveva
dato.
Per il moretto offrire del cibo era come una dichiarazione, era come dire
'ti voglio bene'
Questo non era mai cambiato, era così quando aveva cinque anni, ed era così
adesso che ne aveva quasi trenta.
"Non puoi mangiarli con il latte, e con un cucchiaio, come gli altri
esseri umani?"
Dave non aveva risposto, imboccandolo ancora una volta e lasciandogli un
rumoroso
bacio sulla guancia prima di catapultarsi in bagno.
Pierre l'aveva guardato esausto, chiedendosi come fosse umanamente possibile
avere tutta quell'energia alle nove del mattino, e mantenerla perenne e
costante
fino alla sera.
La giornata era stata piena, avevano fatto un servizio fotografico e rilasciato
un paio
di interviste.
Poi il soundcheck e lo show.
Dave aveva saltellato sul palco per tutto il tempo come un indiavolato,
buttandoglisi
addosso come faceva sempre, e rischiando di fare male ad entrambi almeno un
paio di volte.
Pierre si era limitato come sempre a ridere ed a tentare di scrollarselo di
dosso.
Per David suonare su un palco davanti a migliaia di persone, o farlo in una
sala
di registrazione vuota era la stessa cosa
Fare il musicista non era un vero lavoro per lui, era solo un altro modo di
divertirsi,
di passare il suo tempo con Pierre, e di incanalare la sua eccessiva energia.
Alla fine del concerto il moretto era sudato ed allegro, e non mostrava nessun
segno
di stanchezza o di cedimento, mentre ancora una volta si lanciava su Pierre.
Il cantante era riuscito ad afferrarlo a malapena, per evitare che entrambi
cadessero
a terra.
Lui, a differenza di Dave, era umano, e dopo uno show di due ore desiderava
solo una doccia, e una bella dormita.
Specie quando, come quella sera, avevano la possibilità di dormire in un vero
letto.
Erano tornati in albergo subito dopo la signline, e Pierre aveva potuto
finalmente rilassarsi
e buttarsi sotto la doccia, per eliminare la tensione e la stanchezza.
Il relax non era durato a lungo, perché un bussare nervoso e continuo aveva
interrotto
la sua pace
Non aveva avuto bisogno di chiedere chi fosse
David era saltellato dentro come uno di quegli strani giocattolini a molla
"Che c'è Dave?"
"Non ho sonno, è troppo presto per dormire"
"Per gli altri esseri umani o solo per te?"
Dave l'aveva ignorato e si era lanciato sul divano, appropriandosi del
telecomando
e cambiando canale così velocemente che Pierre non era riuscito a vedere
nemmeno
un’ immagine
Pierre l'aveva osservato sorridente, ma era stata davvero una lunga giornata, e
conosceva troppo bene Dave
per non sapere che l'avrebbe sfinito a forza di chiacchiere.
E sapeva anche che l'unica cosa che riusciva a tenerlo tranquillo era il cibo.
Il più grande aveva aperto il frigobar ed aveva recuperato un barattolo di
nutella e un
cucchiaio
Dave l'adorava
Pierre gli aveva porto il barattolo, guadagnandosi un urletto felice che
l'aveva quasi
assordato
Dave aveva intinto il cucchiaio e l'aveva riempito completamente, portandoselo
alla bocca contento
Il più grande si era sistemato meglio sul divano, e Dave gli si era sistemato
addosso, poggiando la propria schiena sul petto dell'altro.
Era un peso così familiare che oramai Pierre non lo percepiva nemmeno più
Il moretto aveva riempito di nuovo il cucchiaio, porgendolo al più grande in un
gesto automatico e intimo
Pierre aveva poggiato le mani dietro la schiena di Dave, per staccarlo da sè,
ed il
più piccolo si era girato a guardato interrogativo, senza capire bene cosa
stesse succedendo
Il più grande gli aveva portato via il cucchiaio dalle mani e l'aveva poggiato
sul
tavolino, rendendo l'altro ancora più confuso
"Che c'è Pierre?"
Dopo tutti quegli anni ancora lo pronunciava in quel modo strano che faceva
ridere
Pierre, e che gli ricordava quel bambino con gli occhi grandi
L'aveva guardato senza parlare, riflettendo sul loro rapporto.
Pierre si sentiva vicino a Dave come con nessun'altra persona al mondo.
E per lui era ancora quel bambino da proteggere.
Non c'era nulla più di Dave che avesse a che fare con l'amore.
In ogni suo senso.
Il moretto aveva aspettato una risposta che non era arrivata, così si era
alzato
in piedi ed aveva sorriso all'amico
"Ok ricevuto, sei stanco e vuoi andare a letto. Me ne vado"
Aveva fatto qualche passo in direzione della porta ma Pierre aveva afferrato il
suo
polso, come la notte precedente il moretto aveva fatto con lui, ed aveva
ripetuto
le stesse, identiche parole
Ma il senso era diverso, il senso era tutto nuovo nel loro rapporto
"Resta.."
David l'aveva guardato, serio, ed aveva annuito senza pronunciare nessuna
parola.
Si era inginocchiato accanto al divano ed aveva intinto un paio di dita nel
barattolo delle nutella e le aveva porte a Pierre.
E Pierre sapeva che era come un si.
Che aveva capito
Il più grande aveva avvicinato la bocca alle dita di Dave e le aveva succhiate.
Non c'era niente di erotico in quel gesto
Era solo come una dichiarazione.
E Pierre aveva deciso di usare i gesti invece che le parole.
Aveva deciso di farla alla maniera di Dave.
Il più grande si era alzato, aiutando David a fare lo stesso, e l'aveva portato
in camera.
Si erano stesi uno accanto all'altro, come la sera prima.
Eppure entrambi sapevano che nonostante stessero compiendo gli stessi gesti
che avevano fatto in precedenza adesso era tutto nuovo.
"Pierre.. canti di nuovo per me?"
Pierre aveva avvicinato il suo viso a quello di Dave
Un altro gesto conosciuto, un altro gesto nuovo.
Aveva iniziato a canticchiare senza nemmeno rispondere, sussurrando le parole
a voce bassa come se ci fosse qualcun'altro nella stanza.
Come per fare in modo che solo Dave le sentisse.
'I heard
you're doin' okay... but I want you to know..I'm addicted to you
Since the day I met you.. and after all we've been through
Still addicted to you''
Il moretto si era rilassato
senza dire nient'altro.
E Pierre
aveva sorriso come sempre, perché non aveva bisogno di nessuna
parola che i gesti del più piccolo non avessero già detto per lui.
David si era addormentato quasi subito.
Per la prima volta, la prima volta in tutta la sua vita, la sua notte era
stata tranquilla.