Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Ricorda la storia  |      
Autore: kthorpeSyra    04/07/2010    2 recensioni
Non aveva senso. Proprio per niente. Forse ero troppo piccola per capire.
Genere: Malinconico, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non aveva senso. Proprio per niente.
Forse ero troppo piccola per capire.
Avevo solo sei anni quando entrambi i miei genitori dovettero partire per la guerra.
Andarono a Drachma se non erro.
"Mai come ora ho odiato essere un cane dell'esercito" ripeteva sempre mio padre, da un mese prima della partenza.
Durante i due anni di assenza dei miei, stetti presso la famiglia Hughes, da più di dieci anni amica della mia.
A proposito, mio padre mi raccontava spesso di un suo vecchio collega, Maes Hughes, scomparso 10 anni prima della mia nascita.
Ogni volta che ne parlava, lo vedevo sempre giù di morale, tant'è che evitavo sempre il più possibile il discorso.
Comunque, quando tornarono dalla guerra, vidi che erano ridotti entrambi ad uno stato pietoso. Soprattutto mia madre che, essendo stata una dei pochi a non potersi difendere con l'alchimia poiché semplice cecchino, dissero fosse stata un bersaglio facile.
Venne quindi portata in ospedale insieme ad un decina di altre persone.
Restò dentro per circa un mese, durante il quale io e mio padre andammo a trovarla ogni giorno, per tutto il tempo disponibile per le visite.
Quando uscì, cominciò a pensare di lasciare l'esercito e dedicarsi maggiormente ad altre cose.
« Ma come, lasciare l'esercito? » attaccò una volta mio padre.
« Sì. Ormai è quasi impossibile non trovare un alchimista in un qualsiasi esercito, e per me è troppo pericoloso. E non ne vale la pena di studiare l'alchimia a quest'età. » rispose mia madre.
« Ma, Riza... »
« Niente ma, ho già deciso. »
« E non t'importa di tutto ciò che è successo al quartier generale?? Tutti i nostri colleghi, i problemi quotidiani, tutto... Non t'importa più nulla? »
« Sì che m'importa, e mi dispiace lasciare tutto, ma- »
« E allora resta! Un modo per non farti andare ancora in guerra si troverà sicuramente! »
« Roy, ho già deciso. L'esercito lo lascio punto e basta. Non voglio rischiare. »
E di più non volli sentire. Temevo che la situazione potesse peggiorare, dato che non avevo la minima idea del perché mio padre insisteva così tanto nel far restare mia madre nell'esercito. Così corsi in camera mia.
Dal ritorno dalla guerra il clima non era più lo stesso.
Era tutto più teso e meno piacevole. Tutto per colpa della guerra.
Dell'alchimia.
Cominciai ad odiarla, e dopo un certo punto senza motivo. L'odiavo e basta, e ciò che aveva fatto al clima familiare non c'entrava nulla.
Riuscivo a sopportare solo quella di mio padre, ma per me il resto era solo da odiare.
Da lì a pochi mesi, qualche giorno dopo il mio ottavo compleanno, in città avvenne la diffusione di un virus mentre mia madre stava tornando dalla sua visita settimanale al quartier generale.
Inizialmente non successe nulla, ma più o meno dopo tre settimane cominciò ad ammalarsi.
In principio fu una cosa leggera, ma verso la metà di Ottobre la cosa si aggravò e dovettero ricoverarla di nuovo in ospedale.
Le cure normali non fecero quasi nulla, e dovettero quindi ricorre ad un'alchimia specializzata nella medicina, alkaestri se non erro, ma non servì a molto nemmeno quella.
Decisero allora di far intervenire i migliori scienziati e alchimisti sul terriorio per capire la fonte di quel virus, troppo forte per essere uno stagionale.
Riuscirono a capirne la fonte solo quando finì l'autunno... e con esso anche la vita di mia madre.
Il virus era uno di quelli invernali, rafforzato però con l'alchimia. Da quello che poteva essere un innocente raffreddore si era trasformato in un'arma letale.
E ovviamente c'entrava l'alchimia.
Non appena sentii queste parole mi ribollì il sangue e mi si rigò il viso di lacrime.
Avevo solo otto anni, ma odiavo quella scienza a morte.
E finalmente con un motivo ben preciso.
Una scienza che dovrebbe aiutare le persone... e invece le uccide.
Non riesce nemmeno a salvare la gente da sé stessa.
Il funerale si svolse verso la fine di Dicembre, nel giorno in cui fu prevista la prima neve della stagione.
« Riza Hawkeye, ex cecchino dell'esercito, 42 anni, sposata.. e madre. » il maggiore Armstrong fece una pausa, a quanto pare non era facile nemmeno per lui dare una notizia simile.
Mentre sembrava dover scoppiare in lacrime, come già lo ero io dall'inizio della cerimonia, si fece forza e continuò: « Riza Hawkeye lascia tutte le sue proprietà al marito Roy Mustang. »
Dette quelle parole, quelli che portavano la tomba si avviarono verso la fossa, tenendo gli sguardi bassi mentre tutti i presenti cominciarono a lacrimare. Chi in silenzio, chi facendosi sentire.
Tutti tranne mio padre.
Teneva anche lui lo sguardo basso, in modo che il berretto gli coprisse gli occhi.
Però, la sua mano... sentii che cominciò a tremare, e probabilmente strinse un pugno come pochissime altre volte in vita sua.
Fu l'unico presente a non bagnarsi il viso durante la cerimonia. Non sapevo se preoccuparmi o no, sinceramente...
A cerimonia finita, io e mio padre sembravamo essere gli unici rimasti nei dintorni della tomba di mia madre.
Stavamo per andarcene, quando una donna sui 30anni si avvicinò a mio padre.
« Colonnello! Ho un messaggio per lei. »
« Di che si tratta? »
« Un messaggio da parte di sua moglie, scritto poco prima di lasciarci. »
« Oh... » vidi che si rattristò poco più di quanto lo era già.
« Ecco qua. » la donna tirò fuori un foglio da una tasca della divisa e lo diede a mio padre.
« "L'ho capito, non mi resta molto tempo da stare a questo mondo. Per questo non voglio perdere tempo, e ti dico che, anche se non sembra, porterò avanti ciò che mi fece entrare nell'esercito. Non mi vedrai, né sentirai il mio tocco o la mia voce, ma sono sicura che riuscirai a sentirmi dentro di te. Manterrò la mia promessa di proteggerti, fino all'inf..." » e di più non disse. Si bloccò.
Dall'avere il viso asciutto, era arrivato ad avercelo rigato dalle lacrime come mai l'avevo visto.
Provò ad asciugarsi, con scarsi risultati. Poi, con un semplice movimento della testa, non so come ci riuscì ma fece capire alla donna che sarebbe stato meglio se se ne andasse.
Dopo di ché, mi disse che dovevamo tornare a casa.
Gli cadde però il foglio che gli era stato consegnato poco prima, ed istintivamente lo raccolsi e lo rilessi velocemente, soffermandomi sull'ultima frase: "Promettimi di mantenere a tua volta la promessa che mi facesti".
Non capii quella frase, cosa voleva dire?
Mi fermai a pensare, e ad un certo punto mio padre si girò per chiamarmi.
« Amely? »
« Mh? Oh, sì, scusa, eccomi. » e corsi verso di lui, per poi ridargli il biglietto.
Non appena lasciammo il cimitero, cominciò a nevicare, come se anche il cielo volesse piangere in un modo delicato.
Arrivati a casa, non ebbi la forza di fare altro che mettermi a letto e pensare.
Pensare che l'alchimia dovrebbe aiutare la gente, ma che spesso fa il contrario.
E soprattutto, mi resi conto che ora tutto aveva senso.
Non è che ero piccola per capire, è che non avevo ancora aperto gli occhi.
Capii che lo scambio equivalente non era altro che una scusa moralistica dettata dagli umani.
Sì, perché l'alchimia si prese mia madre, senza dare nulla in cambio.
L'alchimia era la cosa che più odiavo al mondo.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: kthorpeSyra