Dunque, questo è il mio ultimo giorno di vita.
La lama del pugnale del suo aggressore gli sfiora il petto, tagliandogli la maglia e graffiando la pelle chiara. Izaya emette un suono, indietreggia e sbatte con la schiena contro il muro.
Affonda velocemente le mani nelle tasche alla ricerca del suo coltello, ma non ce n'è traccia. Dov'è, pensa ringhiando. Dove cazzo è, chiude gli occhi per un istante e avverte una fitta al petto.
La lama del pugnale è dentro per metà, il sangue cola a fiotti dalla ferita e Izaya ha la forte sensazione che, questa sera, non tornerà a casa.