dama1
Ciao a tutte, eccomi qui con una nuova
storia, che spero gradirete. Il racconto sarà principalmente a
due voci, riconoscibili perché saranno due colori diversi. Come
sempre, ogni commento, critica, suggerimento, constatazione ecc ecc
sono non solo ben accette, ma soprattutto graditissime e necessarie
affinché questa storia possa risultare piacevole alla lettura!
E' mattina, me ne accorgo dalle luci che filtrano attraverso le finestre.
E' mattina, il mondo si sta
risvegliando, la natura si sta risvegliando e anche questa casa si sta
risvegliando. Tra poco comincerò a sentire le cameriere che
vanno su e giù per i corridoi, Nanny che dà i suoi ordini
neanche fosse mio padre e probabilmente tra poco qualcuno verrà
a bussare alla mia porta per vedere se sono sveglia e per avvisarmi che
la colazione è pronta.
Ma nessuno sa che questa notte non ho
chiuso occhio. Per terra, in un angolo c'è un abito, lanciato
con rabbia, che per ironia ha preso la forma di un fantasma. E' giusto,
è servito per mascherare, per inventare qualcuno che non esiste,
ora è giusto che abbia questa forma. Mi alzo e guardo il
disordine che c'è in questa camera: le scarpe gettate in maniera
scomposta, lo scialle buttato sulla toeletta, i gioielli sparsi sul
pavimento, il corsetto gettato sulla poltrona. A vederla da fuori,
questa potrebbe sembrare la stanza di una donna che abbia trascorso una
notte di passione incontrollabile con il suo amante, una passione
così travolgente che l'ha spinta a strapparsi i vestiti di dosso
prima di gettarsi nelle braccia del suo amante. In apparenza...solo in
apparenza...
Che triste realtà, la mia. I
vestiti e tutto il resto li ho strappati, si, ma per la rabbia,
l'umiliazione, il disincanto. Sciocca, Oscar, sei una sciocca! Pensare
di agghindarsi come una damina per conquistare Fersen e sentirsi dire
in faccia quello che non hai mai voluto capire...sei il suo migliore
amico, non ti considera neanche una donna.
Ora devo solo raccogliere tutta
questa roba e gettarla in fondo all'armadio, fare finta che la notte di
ieri non sia mai esistita e ritornare alla vita di tutti i giorni. Si,
farò così e devo farlo subito, prima che arrivi qualcuna
delle domestiche, o Nanny, o peggio ancora André! No, l'ultima
cosa che voglio è vedere André questa mattina, non lo
sopporterei, riderebbe di me, del mio stupido tentativo e mi
toccherebbe subire le sue prediche contornate da vari “Te l'avevo
detto io!”
Dio, che mal di testa...me ne tornerei a dormire, altro che andare a Versailles...
Sento qualcuno che bussa alla porta
d'ingresso, sento delle voci provenire dall'atrio. Chissà chi
può essere così presto.
E' appena
arrivato un messo da Versailles che richiede con urgenza la presenza
mia e di Oscar al cospetto delle Loro Maestà. La mia presenza? E
cosa vorranno mai da me? Forse dovrò accompagnare Oscar in
qualche nuova missione, può essere.
Certo che non
abbiamo mai un attimo di pace, noi due. Siamo tornati da Saverne da
pochi giorni e già ci rimettono al lavoro! Che stupido, parlo di
me come se fossi allo stesso piano di Oscar, povero illuso. Non lo sono
e non lo sarò mai, se avevo qualche speranza, ci ha pensato lei
a cancellarla definitivamente ieri sera, andando a quel ballo senza di
me, perché io non servivo, anzi sarei stato d'intralcio. Come
avrebbe potuto comportarsi da donna con me presente? Ovvio che non mi
volesse.
Ma è
meglio così, non avrei sopportato di vederla civettare come una
qualsiasi damina della reggia, arrossire nascondendosi dietro al
ventaglio, sbattere le ciglia con aria innocente, e tutte quelle
diavolerie che le donne fanno per attrarre gli uomini. Non lei, non la
mia Oscar...
L'ho vista rientrare, ma lei non mi ha visto. Non sembrava felice, mi sembrava che piangesse.
Non è ancora scesa, non è da lei.
Bene, visto che non scende, salgo io, tanto la scusa ce l'ho, devo recapitare questo messaggio.
Bussano, no, vi prego no....
“Oscar? Oscar sei sveglia? Sono io,André.”
Bene, benissimo, l'ultima persona che volevo vedere. E se faccio finta di dormire?
“Oscar! Apri questa porta! Tanto lo sai che rimango qui a bussare finché non apri!”
Va bene, mi ha convinto, tanto lo so che con la cocciutaggine di André non ho speranza.
Apro e ti lascio entrare, non mi sfugge lo sguardo sbalordito che lanci alla stanza.
“Oscar, ma cosa è successo qua dentro?”
“Nulla, perché? Ti sembra che ci sia qualcosa fuori posto?”
“Qualcosa? Direi che facciamo prima a dire cosa è rimasto a posto!”
“André, cosa vuoi?”
Mi guardi perplesso, scusa, sono stata
dura. Non volevo, ma adesso non sopporto la tua ironia, tanto
più che so dove vuoi andare a finire.
“Oscar, è arrivato un messo da Versailles, dobbiamo presentarci in udienza dal Re e dalla Regina”
“Tutti e due?”
“Si.”
“Oh. E non sai il motivo?”
“No, il messo non ha detto nulla.”
“Va bene. Allora prepariamoci e andiamo.”
La mia voce dura non ammette repliche,
tu capisci che è un congedo fai per andartene, ma prima ti volti
e mi dici, con quel tono di voce dolce che oggi proprio non sopporto.
“Oscar...va tutto bene?”
“Si, non si vede?”
“Si...si...scusa...è solo che...comunque, se vuoi parlare, sai che per te ci sono sempre.”
Non ti rispondo e lascio che te ne
vada. Lo so che per me ci sei sempre, André, lo so, e questo sta
diventando un problema. Perché tu ci sei e invece chi vorrei ci
fosse non c'è?
Siamo al cospetto del Re e della Regina, a quanto pare la missione questa volta riguarda entrambi.
Dopo i vari
convenevoli e ringraziamenti per aver salvato la Corona dallo scandalo
della collana, il Re ci sta informando di un nuovo pericolo che pare
sia a corte questa volta.
“...e
così, Madamigella Oscar, una serie di nobiluomini sono stati
misteriosamente derubati e pare che questa storia vada avanti da
mesi.”
“Quindi io dovrei catturare questo fantomatico ladro?”
“No, cioè si...però questa sarà una missione diversa...”
Il re tentenna,
perché? E la Regina arrossisce??? Ma cosa sta succedendo, anche
Oscar è perplessa, mi guarda e cerca nel mio sguardo un segnale,
segnale che non arriva, perchè neanche io ho capito nulla.
“Maestà, non capisco...”
“Vedete,
Oscar, questa volta abbiamo bisogno di André. Voi dovrete
coprirgli le spalle ed intervenire nel caso lui si trovasse in
pericolo.”
“André?
E perché mai André? Voglio dire, è bravissimo e lo
sappiamo tutti, però...”
“Oscar, abbiamo bisogno di André perché questa volta è necessario che si un uomo ad agire”
Ecco, le parole magiche per far scattare i nervi di Oscar. Uno, due, tre...eccola che parte!
“Un uomo!
Con tutto il dovuto rispetto, Maestà, non penso di aver mai
sfigurato a confronto con un uomo! Comando la Guardia Reale da quando
avevo quattordici anni, non mi sono mai tirata indietro in nessuna
sfida e quindi...”
“Oscar calmatevi, vi prego...”
Il Re sta annaspando, sta cominciando a sudare, ha preso un fazzoletto e si sta asciugando la fronte, mi viene quasi da ridere!
“Mia
Regina, vi prego, intervenite voi...”, eccolo qui, il grande
Luigi XVI che ha bisogno della sua Regina per tirarsi fuori dai guai!
“Oscar,
vi prego, non fraintendete Sua Maestà, sapete benissimo quale
stima entrambi nutriamo nei vostri confronti. Il fatto è che
questo ladro è in realtà una ladra...”
Oscar guarda la Regina in silenzio, io comincio a preoccuparmi.
“E il
motivo per cui siamo venuti a sapere solo adesso della sua esistenza
è perché i suoi metodi sono tali da aver impedito alle
vittime di parlarne prima per la troppa vergogna...”
Oscar è sempre più perplessa, e io pure.
“Oscar,
ve lo dirò senza tanti giri di parole. Questa donna noi non
sappiamo chi sia. Si intrufola nei balli, si avvicina ai nobili, li
seduce e poi li deruba. Il problema è che al loro risveglio le
vittime non ricordano nulla dell'accaduto, quindi non abbiamo idea di
che aspetto possa avere questa donna. L'unica traccia che abbiamo
è il fatto che lei lasci sul cuscino una carta da gioco, la dama
di picche.”
“E...scusate...ma perché vi serve André?”
Oscar! Possibile che tu non l'abbia capito?
“Oscar...André deve fare da esca.”
“Allora
posso farlo io! Non è necessario mettere in mezzo lui. Non
è un problema per me farmi passare da uomo, lo sapete...”
“Oscar,
benedetta ragazza! Ma possibile che non lo capiate? Se questa donna
ruba seducendo prima le sue vittime, non pensate che sia il caso che
arrivata al dunque si trovi davanti ad un vero uomo??? Non devo mica
spiegarvelo, vero?”
Oscar è
arrossita vistosamente e credo di averlo fatto anche io. E così
devo fare da esca? Farmi sedurre da una ladra? E Oscar? Dovrà
mica stare dietro ad una tenda a godersi la scena? No, tutto questo
è assurdo. Ci alziamo, ci congediamo e usciamo. Oscar mi
precede, non mi parla, guarda il pavimento. Monta a cavallo ed è
pronta ad andare a casa. Devo fare qualcosa per allentare la tensione.
“Oscar, cosa ne pensi di quello che ci hanno detto il Re e la Regina?”
“Non lo so.”
“Sai cosa
penso? Che tutto sommato questa esperienza ha i suoi lati interessanti,
almeno mi si prospetta una missione divertente, ti pare?”
Mi trafigge con uno sguardo assassino, tanto che me ne spavento.
“Ma bravo André! L'unica cosa che pensi è che potresti infilarti nel letto di qualche donna?”
Lancia il
cavallo al galoppo e mi lascia qui impalato a guardarla mentre si
allontana. Non credo di essermi sbagliato nel vedere che stava
piangendo.