Autore: Emily ff
Rating: Verde.
Genere: Fluff.
Avvisi: Flashfiction.
Personaggi: Canada (POV), Cuba.
Note dell'autore: Non c’è nessun tipo di riferimento storico.
Ok, forse questa è decisamente più shonen ai dell'altra storia. Ma che volete farci, io interpreto Cuba in un GDR, è ovvio che questa coppia mi piace assai... :D
Enjoy.
Il
sole batteva forte sulla sua
testa, stava letteralmente cuocendo. Ecco perché gli aveva
prestato quella
fascia, Cuba, anche se da sola non bastava per proteggerlo dalla calura
estiva
di quella isoletta sotto gli Stati Uniti. Aveva bisogno
d’aria, di ossigeno,
sembrava che il caldo se lo mangiasse e lasciasse soltanto anidride
carbonica
da respirare.
La testa gli girava e vedeva i
bambini davanti a lui traballare appena... o forse era lui che non
riusciva a
stare fermo?
Si distese sull’asciugamano e
chiuse gli occhi. Che brutta morte la sua.
“Canada!”, urlò qualcuno dietro
di lui. Non riuscì a vedere cosa faceva, probabilmente lo
stava scuotendo per
farlo svegliare, ma lui aveva davvero tanto caldo, gli facevano male
gli occhi
e gli veniva da vomit-
Sentì dell’acqua gelida bagnargli
la faccia e si alzò di scatto, prendendo una testata contro
il petto di Cuba.
“Ahio... Canada, stai bene?”,
chiese massaggiando il punto dolente e guardando il ragazzo davanti a
lui.
Canada, dal suo canto, si premeva la testa bagnata con le mani e
continuava a
sussurrare dei suoni strani che assomigliavano a: maple,
maple, maple.
Poi di nuovo buio e stessa
sensazione soffocante.
“Canada, ti sei preso un insolazione,
vieni che ti porto all’ombra”, disse Cuba
prendendolo in braccio e portandolo
via con sé... anche se non sapeva bene dove stesse andando.
Intanto il sole era
sparito fortunatamente.
Si sentì adagiare su qualcosa di
morbido ed aprì gli occhi. Vide Cuba allontanarsi senza un
motivo preciso per
poi tornare poco dopo con un asciugamano o qualcosa del genere.
“Ah, meno male che ci sei!”,
disse lui posando l’asciugamano sulla sua testa e sorridendo.
“Come ti senti?”
“Map-le...”
“Sì, è da prima che lo dici”,
constatò lui alzandosi nuovamente e allontanandosi un
secondo.
Canada intanto guardava per aria
e si accorse di essere sotto un ombrellone. Era grande, forse un
po’ troppo
grande... forse sì, non era un ombrellone, era
qualcos’altro. In quel momento
non gli interessava più di molto.
Cuba tornò da lui con un secchio
in mano, da cui prese qualcosa che poi mise sulla sua testa.
Aaaaah. Goduria di qualcosa di
molto freddo posato sulla testa calda, pensava di poter morire davvero
felice
così.
“Non pensavo patissi il caldo, ti
ho lasciato lì appena due minuti.”, disse Cuba
sorridendo e poggiando il
ghiaccio sulle sue guancie e sul collo per farlo raffreddare un
po’. Era così
dannatamente bello essere coccolato.
“Un insolazione... mi chiedo come
tu abbia fatto.”
“Map-le...”
“Sì, sì, Maple. La prossima volta
stai sotto l’ombrellone, ok?”
Canada sorrise e disse
semplicemente: “La prossima volta ci nascondiamo in un
frigorifero...”
“Sì, così muori assiderato.”
“Non
se tu mi abbracci.”, disse
prima che l’abiocco lo prendesse e lo facesse scivolare nel
mondo dei sogni.