McFlyane e non... Salve a tutte!
E... date un caloroso bentornato a Clarissa!!!
Sì, è tornata, l'ho fatta tornare, non potevo farne a meno, non dopo una storia così lunga ed importante come "Point of view", che mi auguro vi abbia segnato come ha segnato me.
In questa seconda parte della sua storia con i McFly succederanno un pò di cose. Già so che vi arrabbierete e che proverete ansia come avete fatto in "P.O.V.", ma non voglio anticiparvi niente! Per adesso vi lascio il primo capitolo, che può essere visto anche un pò come il prologo di tutta la vicenda. Non preoccupatevi se lo troverete noioso, perchè... il bello deve ancora venire. Si sa, Clarissa deve carburare un pò prima delle sue sgassate :).
Spero di ritrovare le mie fantastiche recensitrici di "P.O.V.", e magari anche qualche new entry! Ma intanto... buona lettura!
Un abbraccio dalla vostra sempre fedele
Ciry
NB: i McFly non mi appartengono, questa storia è frutto della mia fantasia e viene pubblicata senza scopo di lucro.
Clarissa sorrise, stupita,
e raggiunse Danny in camera da letto.
“Hai suonato quel che
penso?” gli domandò speranzosa, interrompendo il suo strimpellare a letto.
“Cosa? I Beatles?” chiese
il ragazzo a sua volta, ammiccando.
“Tu suoni i Beatles?!”
“Qualche volta…”
“C’è vita dopo Bruce
Springsteen? Non ci posso credere!” esclamò la ragazza, prendendolo in giro e
facendogli scuotere la testa con un sorriso.
“Sì, riesco a suonare
anche altre canzoni, ok?”
“Sì, ma quella non era né Yesterday, né Help!, né nessun’altra commercialata!”
“E allora?”
“E allora conosci anche
gli inediti dei Beatles, tu?” gli fece, avvicinandosi al letto per poi sedersi
accanto a lui.
You know I love you still…
“Donna di poca fede che si
ostina a credermi un musicista ottuso ed ignorante…” la canzonò il ragazzo, per
poi posare la sua chitarra acustica accanto al letto ed intrappolare la
fidanzata nella propria stretta affettuosa.
Clarissa finse di
lamentarsi, simulò una ferrea resistenza per qualche istante e poi scoppiò a
ridere, ricambiando l’abbraccio di Danny e lasciandosi finalmente baciare con
trasporto.
La osservò dormire e
sorrise, divertito: aveva la bocca semi-aperta e aveva sbavato sul cuscino, ma
anche un po’ sul suo torace.
Le accarezzò delicatamente
i capelli e sospirò, un po’ stanco, ma felice.
Il braccio di lei si mosse
per cingergli meglio il busto.
Si spostò leggermente per
darle più spazio e accoglierla sotto la sua spalla, dopodiché si mise a fissare
il soffitto, pensieroso.
Era determinata, forte e
capace di trasmettergli un’energia che non aveva mai saputo di possedere.
Era tutto racchiuso lì, in
quel metro e sessanta stentato, in quella testolina bionda.
Semplicemente incredibile.
Aveva sempre pensato che
lo fosse, ma da un paio di anni a questa parte, l’effetto che aveva su di lui
si era rivelato ogni giorno più forte, più positivo, più devastante e più
benefico.
Ma soprattutto divertente.
Perché Clarissa era più
divertente di quanto mai potesse immaginare!
Lo faceva ridere ogni
volta che provava, senza successo, a suonare la chitarra e, due minuti dopo, si
spazientiva.
Lo faceva sentire compreso
quando lei si dimostrava d’accordo con i suoi punti di vista, anche quelli più
bislacchi.
E lo faceva diventare
letteralmente pazzo a letto.
Si ricordava, e anche
piuttosto piacevolmente, di molte ragazze disinibite che gli avevano fatto
compagnia nelle sue notti brave, e Clarissa non era certamente la prima che
faceva sesso con lui, no. Nessuno dei due era un novellino.
Lui, poi, poteva sfoggiare
un’esperienza piuttosto notevole; Clarissa no, era solo al suo secondo ragazzo.
Ebbene, sembrava nata
apposta.
Bella da star male, senza
nessuna vergogna, passionale, versatile ed instancabile.
Se due anni prima glielo
avessero detto, non ci avrebbe mai creduto: aveva sempre conosciuto la Clarissa
riservata e meditabonda, seppur anche socievole e alla mano.
E chi se lo immaginava che
potesse avere un’altra faccia, così opposta a quella che mostrava al mondo?
Clarissa si svegliò,
muovendosi pigramente al suo fianco, e lo distolse dai suoi pensieri.
“Buongiorno…”
“’Giorno…”
“Dormito bene?”
“Sì… Tu? Hai dormito?”
“No, non tanto…”
“Uffa…” si lamentò la
ragazza “Potevi svegliarmi, almeno ti facevo compagnia, invece di lasciarti a
tu per tu con il soffitto…”
“Guarda, che mi sono
divertito a guardarti mentre spargevi saliva dappertutto!” ridacchiò Danny.
“Che schifo!” reagì lei,
mettendosi una mano davanti alla bocca per poi ridere insieme a lui.
“Dan, non esiste. Ok? Non
mangerò roba cucinata su quel fornello!”
“C’è una macchia d’olio,
Clarissa, una! Singola, sola!”
“E non voglio neanche
sapere da quanto è lì! Mi basta sapere che c’è e basta…”
“Va bene, va bene, ora
prendo lo sgrassatore e…”
“Ogni volta devo fartelo
notare, prima che tu ti applichi! Non ci arrivi proprio!”
“Quante volte sarà
successo, forza?!”
“Più di una volta, e io me
lo ricordo, non negarlo!”
“Più di una volta, sì,
ovvero due!”
“Magari!”
“Clarissa, lasciatelo
dire: sei noiosa, quando fai così...”
“E tu sei negligente, va
bene? Mi giro un attimo, per una mezza giornata non penso a pulire la cucina e
figurati se mi posso affidare a te!”
Si era appena accasciata
sul letto, quando il cellulare vibrò nella tasca laterale dei suoi jeans.
“Thompson! Ti disturbo,
stavi mangiando?”
“Buongiorno, Tom… No, no,
tranquillo, ero qui in camera a… non fare niente…”
“Ho interrotto te e Danny?
Ti supplico, dimmi di no o mi metto a ridere come un isterico!”
Clarissa sorrise e
ribatté: “No! Sono sola, in questo momento!”
“Ah! Jones è fuori?”
“No, sta in cucina…”
“Ti prepara i
manicaretti?”
“No, pulisce il piano
cottura, dato che lo ha lasciato incustodito per due giorni… Io mi ritrovo a
fare l’inventario e questa casa automaticamente diventa un porcile…”
Colta l’arrabbiatura nella
voce della sua migliore amica, Tom sdrammatizzò: “Tu sei una fiscalista e lui
un musicista, neanche riesco a capire come due come voi riescano a stare
insieme, quindi sii buona, dài, non maltrattarmelo troppo, eh?”
“Tom…” sospirò di rimando
Clarissa “La convivenza è questo ed altro. Io non dico che lui sia un
fannullone che bivacca dalla mattina alla sera, è solo che a volte… non
collabora,non c’è niente da fare!”
“Datevi tempo, piccioncini!
Penso di potermi permettere di darvi questo consiglio! La strada è lunga e
tortuosa, e alla fine, forse, arriva l’armonia… Sottolineo il FORSE: Gi ancora
si ostina a lasciare accesi tutti i lampadari di casa al suo passaggio, perché
il buio mentre cammina le da fastidio… e conviviamo da tempo immemore!”
“Perché no? È allettante
la cosa! Se non ammazzo prima il tuo amico chitarrista, veniamo da voi alle
sette e mezza, ok?”
“Dio ci salvi… Perfetto,
sette e mezza, casa Fletcher. E portamelo intero! A stasera, Claire, ciao!”
“Ciao, ciao…”
Lei fiscalista e lui
musicista.
Sì, ci aveva azzeccato,
come al solito.
Ma lui aveva bisogno di
lei per sentirsi sicuro e stabile.
E lei aveva bisogno di lui
per sentirsi viva.
Danny bussò alla porta e,
non ricevendo risposta, si affacciò qualche secondo dopo, trovandola seduta sul
bordo del matrimoniale.
“Io di là ho… sistemato.
Ti va una bistecca ai ferri?” propose il chitarrista.
“… Per me fa lo stesso” fu
la laconica risposta da parte di lei, che però si pentì quasi immediatamente.
Sperò che non se ne
andasse o che non si arrabbiasse per il tono che aveva usato.
E infatti le si sedette
accanto, poggiando la fronte contro la sua tempia.
Clarissa cedette, si voltò
per appoggiare la propria fronte contro la sua e ribatté: “Scusa anche tu… Sono
una… fiscalista. E dovrei smettere di esserlo, lo so.”
Danny le baciò il naso e
commentò con una punta di amarezza nella voce: “Litighiamo sempre per delle
cazzate…”.
La ragazza sorrise, un po’
triste, e non rispose, limitandosi a tenere lo sguardo basso.
Danny la imitò nel suo
mutismo per un po’, finché non le prese il viso tra le mani per rassicurarla…
La ragazza tentennò un po’
prima di annuire e aggiunse: “Non sarà facile, lo sai, vero?”
“Ma se non ci proviamo,
non lo sapremo mai…”
Lo strinse a sé, godendosi
il profumo naturale della sua pelle, mescolato a quello pungente dello
sgrassatore.
Danny la mordicchiò
scherzosamente sul collo, facendola sobbalzare.
“Ahi, scemo!” esclamò con
un sorriso.
“Ho fame!” reagì il
ragazzo.
“Romantico… come al
solito!”
“Ti porterò in cucina in
braccio!”
“Ma non ci pensare
neanche, non sono mica parapl…”
Quel testone.
Quell’adorabile testone.
Danny canticchia la canzone dei Beatles, "I will". Non c'è nessuno scopo di lucro!
I titoli utilizzati nella FF sono tutti tratti dalle canzoni dei McFly, sia nei titoli che nei testi.