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Autore: Elis12    17/07/2010    2 recensioni
Gintoki era in piedi immobile davanti a quello spettacolo raccapricciante. Solo in mezzo a quella carneficina; corpi ricoperti di ferite e sangue giacevano scomposti ai suoi piedi.
Genere: Guerra, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gintoki Sakata | Coppie: Katsura/Zura Kotaro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: i personaggi non mi appartengono e questa fic non è stata scritta a scopo di lucro.

Non ho resistito a scrivere un'altra fic prima di partire. Questa commovente fic è tutta su Gintoki, visto che non avevo ancora scritto niente su di lui, e qualche accenno anche a Zura, Takasugi e Sakamoto. Ma ora bando alle ciance, *corre a fare la valigia*. Spero vi piaccia ^^

Buona Lettura.

 

Il sapore della sconfitta

 Gintoki era in piedi immobile davanti a quello spettacolo raccapricciante. Solo in mezzo a quella carneficina; corpi ricoperti di ferite e sangue giacevano scomposti ai suoi piedi. 
Eppure lui era lì, sopravvissuto, in mezzo a tutte quelle vite perse.
Il kimono bianco coperto del sangue del nemico, la katana sporca di rosso in mano, la fascia bianca in testa legava in qualche modo quei capelli spettinati e chiazzati di rosso. Quella fascia che si muoveva lentamente insieme a ciuffi di capelli argentati seguendo il movimento del vento.

Vide in lontananza, Tatsuma cadere a terra esausto, la spada scivolargli di mano e depositarsi accanto al suo corpo senza vita.

Sentì le urla di Shinsuke, e anche lui si accasciò a terra con una mano premuta sull’occhio sanguinante.

Sentì la presenza di Katsura alle sue spalle, lo capì dal rumore del suo respiro, irregolare e veloce. Si girò per vedere l’amico, in ginocchio accanto a lui. Fissando i suoi occhi magenta in quelli verdi dell’amico, capiva che non c’era più speranza, capiva che sarebbero stati abbattuti anche loro, che avrebbero riposato per sempre in quella terra, che con lo stabilirsi degli amanto sarebbe stata dimenticata. Sarebbe stato dimenticato il sacrificio suo e dei suoi amici, che ora non c’erano più.

E lui non poteva accettarlo, semmai sarebbe sopravvissuto, non avrebbe mai permesso che gli atti eroici di quei samurai fossero dimenticati.

Quei samurai che avevano rischiato e perso le loro vite per salvare il paese, per impedire che gli amanto facessero di loro dei cagnetti scodinzolanti al guinzaglio.

Non avrebbe permesso che i suoi compagni che ora giacevano ai suoi piedi mescolandosi con i corpi dei nemici, fossero dimenticati. Li avrebbe vendicati, scacciando gli amanto. Doveva vendicarli.

“Zura rialzati, il nostro dovere non è ancora finito.”

“Non chiamarmi Zura, sono Katsura.”

“Che differenza fa un nomignolo in questa situazione?”

“Ne vale il mio orgoglio. Voglio che il mondo si ricordi il mio nome, e il nome di tutti i nostri compagni che hanno rischiato la vita per il bene del paese. Che sono venuti qui a combattere sapendo bene a cosa andavano incontro.”

“E allora alzati e se mai dovessimo morire, moriremo da eroi… Katsura.”

L’amico sorrise. E nello stesso istante i due samurai serrarono la stretta sull’elsa della spada e si lanciarono nella mischia di amanto che li circondavano. Lanciando urli di guerra, consci di poter perdere la vita, ma felici di perderla difendendo la propria patria.

Uno, due , tre, quattro fendenti. Para, colpisci, schiva, para ancora, e infilza la katana dritta al cuore. Fiotti di sangue, urla di dolore, lacrime versate silenziosamente e preghiere rivolte al cielo.

Gin e Zura si muovevano con agilità in mezzo ai nemici, abbattendoli uno dopo l’altro, facendoli cadere come se fossero birilli. Senza preoccuparsi della loro sorte, ignorando le suppliche dei loro nemici e la disperazione nei loro occhi, pensando solo alla vendetta, a colpire, a ferire, ad uccidere.

E allo stesso modo dei suoi amici, anche lui cadde prigioniero di quella guerra, Zura, anzi Katsura, si accasciò a terra sanguinante, un sorriso gli increspò le labbra e gli occhi verdi smeraldo si rigirarono puntando al cielo. A quel cielo puntellato di stelle, a cui se ne aggiunse un'altra, Katsura, raggiungendo così i suoi amici.

Ogni stella per lui, per Gintoki, rappresentava un samurai che aveva perso la vita in quella guerra. Ora, solo, senza più il suo migliore amico alle spalle, abbattè gli ultimi avversari rimasti.

Gintoki osservava il cielo, quelle stelle luminose che per lui rappresentavano tanto, aveva vinto la guerra, lui solo lui.

Le lacrime calde che gli scendevano dagli occhi, si mescolarono con le goccioline di sudore che perdeva dai capelli. Lacrime per suoi compagni, che ora giacevano scompostamente ai suoi piedi insieme ai nemici.

Poteva scorgere in mezzo a quella massa, i corpi di Tatsuma, di Shinsuke e ora anche quello di Katsura.

Nei suoi occhi in cui ora risplendeva la luna era sparito lo sguardo da pesce lesso, al suo posto c’era uno sguardo demoniaco, gli occhi di un demone.

Shiroyasha osservava quella carneficina portando sulle spalle la gloria della vittoria, ma allo stesso tempo la vergogna per la sconfitta. La sconfitta di non aver potuto salvare i suoi amici.

Angolo dell'Autrice:

Non ho potuto fare a meno di scrivere una fic sulla guerra samurai vs amanto. Chiedo immensamente scusa a tutte le fan per aver fatto morire Zura, Taka e Saka (troppo lunghi i nomi da scriverli per intero). Ma comunque sia spero davvero che vi sia piaciuta.

Commentate e consigliate.

Volevo, inoltre, ringraziare Elizabeth_smile, per avermi messo tra le autrici preferite, e sakma, love love, sascha e beat per aver messo le mie fic tra le seguite, preferite e da ricordare. Grazie mille ^^

Grazie anche a chi si è limitato a leggere. Alla prossima ^-^

  
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