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Nick Autore: ValeHina
- Titolo: Nella dolcezza della primavera
- Personaggi: TenTen, Uzumaki Naruto, Hyuga Neji, Rock
Lee, Un po’ tutti
- Genere: Romantico, Commedia
- Rating: Verde
- Avvertimenti: AU, LongFic
- NdA (facoltative): in fondo all’ultimo
capitolo
“TenTen!
Vuoi darti una mossa? Farai tardi a scuola!”
“Arrivo, mamma…”, bofonchiò
la ragazza, la testa sotto il cuscino. Dopo aver sentito i passi della
madre allontanarsi dalla porta chiusa, si tirò a sedere. I
lunghi capelli castani le caddero fluenti sulla schiena.
“Uff… Un’altra patetica, noiosa,
scontata giornata di scuola…”,
sbadigliò, sollevando le braccia verso il soffitto e
stiracchiandosi.
Non sapeva quanto si sbagliava.
Nella
dolcezza della primavera
Capitolo
1 L’avventatezza della gioventù
“…e
nel 1996 il mercato mondiale subì un’inaspettata
carenza di cereali.”
TenTen riprese fiato. Prima di ricominciare il suo discorso,
guardò i suoi compagni di banco, seduti davanti a lei.
In tanti dormicchiavano sul banco, sognando di trovarsi ancora nei loro
adoratissimi lettini. Solo pochi volenterosi prendevano appunti, e
molti di questi si incantavano a fissarla, stupiti dalla
quantità di informazioni che quella ragazza aveva acquisito.
“La mancanza del prodotto sul mercato fece alzare
vertiginosamente i prezzi, arrivando addirittura a un aumento del 70%,
con conseguenze terribili per i paesi poveri la cui economia dipendeva
essenzialmente dall’importazione di grano
dall’estero.”, concluse la ragazza, fissando il
professor Maito.
Questi, un uomo spaventoso con delle sopracciglia esorbitanti e una
fissa tremenda sulla giovinezza e sull’adolescenza, la
fissò da sotto la sua frangetta demodé. Poi
disse: “Bene…un’ultima domanda,
TenTen…”
La ragazza si concentrò.
“…ti rendi conto che non posso fare a meno di
darti 10, per la tua sublime interrogazione?”
TenTen spalancò occhi e bocca: il massimo dei voti in
geografia! Nella classe si alzò un mormorio di stupore.
“Eccellente, davvero!”, esclamò il
professore. “Oh, TenTen! Ogni giorno che passa, mi rendi
sempre più fiero della tua sgargiante giovinezza! Vai pure a
posto, cara!”
La ragazza si diresse come un automa verso il suo banco, mentre tutti i
suoi compagni la osservavano come se fosse una divinità.
Si sedette, e lanciò subito un’occhiata alla sua
destra. Incrociò due occhi glaciali che lei ben conosceva.
Da anni aveva una cotta per Hyuga Neji, il ragazzo più bello
della scuola. Almeno, per lei.
Tutte le altre ragazze correvano dietro a un certo Uchiha,
più piccolo di lei di un anno. Non l’aveva mai
visto in faccia, ma di certo non si meritava le sue attenzioni.
Invece Neji era maturo, bello, intelligente…e
irrimediabilmente bastardo.
Si ricordava perfettamente di quando aveva tentato di dichiararsi.
TenTen aveva balbettato qualcosa di incomprensibile, ma lui sembrava
aver afferrato. Infatti l’aveva squadrata da capo a piedi e
se ne era andato, lasciandola di sasso.
In effetti, TenTen non aveva mai avuto una risposta. Sinceramente non
le importava.
Rivolse un ghigno allo Hyuga, con il quale aveva intrapreso una segreta
gara per diventare il migliore della classe. Ovviamente Neji non ne
sapeva nulla.
Il moro la fissò per altri due interminabili minuti, nei
quali il professor Maito decantava la bellezza e lo splendore della
gioventù, e poi tornò al suo libro di testo, come
nulla fosse.
TenTen sbuffò: quanto lo odiava, con quel suo comportamento
superiore a tutto e a tutti.
Sentì sulla sua spalla un peso. Si voltò, e per
poco non rischiò di venire abbagliata da un luminoso sorriso.
“Complimenti Ten! Sei stata fantastica! Proprio come il
professore, non trovi?”
La ragazza sorrise suo malgrado: Rock Lee era fatto così.
Il suo compagno di classe più assurdo, simpatico, casinista
e anche un filo lecchino.
Lo dimostrava il fatto che, non appena il professor Maito aveva fatto
il suo primo ingresso in aula e aveva gridato “La giovinezza
trionfa sempre, ragazzi! Voi non sarete mai dei perdenti!”,
aveva fatto di quell’uomo il suo idolo.
Il giorno dopo si era presentato con lo stesso taglio di capelli, le
stesse raccapriccianti sopracciglia e lo stesso inutilmente abbagliante
sorriso.
Perché Lee odiava farsi dare del perdente. Lo sapevano tutti
ormai.
Tra quel ragazzo e Neji si era instaurato un legame di odio puro e di
amicizia sincera. In tanti si chiedevano come avessero fatto.
Lo Hyuga dava a Lee del perdente. Lee dava allo Hyuga del destinomane.
Questa TenTen non l’aveva mai capita.
Lee era anche l’unico amico con cui TenTen si era mai
confidata. Lui, che di esperienze personali non ne aveva (era cotto di
una certa Haruno, che era cotta dell’Uchiha, quindi non aveva
speranze), aveva sempre un buon suggerimento per la ragazza.
TenTen aveva provato a sgarrare una sola volta dai suoi consigli.
Ovvero quando si era dichiarata a Neji.
Quindi aveva capito che non avrebbe dovuto provarci mai più.
“Grazie, Lee.”, sorrise TenTen. “Come al
solito, devo avvisarti che solo tu trovi fantastico il
prof…”
“Non chiamarlo prof!” Lee odiava quel diminutivo:
credeva che sminuisse la persona che lo ricopriva.
“Lui è un uomo di gran classe, che ha sempre una
buona parola per tutti! Se non fosse per lui, il mondo a
quest’ora sarebbe già terminato!”
E giù altri elogi per quell’uomo. La ragazza,
sbuffando, si girò e tornò a fissare
l’insegnante, che stava spiegando qualcosa a proposito della
borsa e del mercato internazionale.
Tutte cose che lei sapeva molto bene: aveva passato interi pomeriggi a
studiarle, e credeva che quelle informazioni pressoché
inutili per una ragazza di sedici anni non le sarebbero più
uscite dalla testa.
Lee, alle sue spalle, si era appena lanciato in una commovente
spiegazione sul perché tutti avrebbero dovuto imitare lo
splendido taglio a scodella del professore, quando la campanella
suonò. TenTen ringraziò il cielo.
Si alzò dal suo banco, raccolse le sue cose nella borsa a
tracolla e si apprestò a uscire dall’aula. Adesso
avrebbero avuto latino con il professor Hatake. Perlomeno, non avrebbe
rischiato un’altra interrogazione: quell’uomo si
limitava a leggere il suo libro e ad assegnare esercitazioni in classe.
Nei compiti in classe, poi erano dolori.
TenTen aveva ormai attraversato la soglia della porta quando una mano
possente la fermò. Il professor Maito la fissava, gli occhi
accesi di una luce malvagia.
“TenTen, perdonami se ti disturbo…vorrei farti di
nuovo i miei più sentiti complimenti: in te la giovinezza
risplende senza sosta!”
La ragazza sorrise imbarazzata. “Ehm…grazie,
professore.”
L’espressione di giubilo di Maito non svanì
nemmeno quando disse: “Avrei un favore da chiederti,
TenTen…”
La ragazza fissava il suo libro di latino. Apparentemente, era bloccata
su una frase di Seneca che stava creando problemi a molti, nella
classe. Nessuno però osava chiedere al professore
spiegazioni: nessuno riusciva a sostenere l’occhio penetrante
di Hatake Kakashi (l’altro occhio era costantemente coperto,
ma nessuno sapeva perché -e francamente nessuno aveva il
coraggio di chiederglielo).
In realtà TenTen era persa nei suoi pensieri, soprattutto in
quelli che erano nati dal discorsetto che quel pazzo di Maito le aveva
fatto.
“…mi scusi? Io dovrei diventare
l’insegnante di sostegno di un quindicenne?”, era
sbottata lei, senza riuscire ad afferrare il senso logico della cosa.
“Ma certo!”, aveva esclamato il prof. “Tu
sei la migliore della classe, TenTen, perciò mi pare giusto
che tu offra un po’ della tua sapienza giovanile a qualcuno
che non ha avuto ancora possibilità di usarla!”
“…scusi la franchezza, ma io cosa ci
guadagno?”, aveva mormorato lei, gongolando in gran segreto
alla faccia dello Hyuga: la migliore era lei.
“Tanta esperienza, cara mia! Anch’io ho cominciato
così, quando ero un giovincello!” Gli occhi di
Maito sprizzavano gioia da tutti i pori, mentre riesplorava i fantasmi
del passato. “Ah, e ovviamente avrai molti crediti in
più. Posso contare sul tuo sostegno, allora?”
TenTen non capiva ancora perché aveva detto di
sì: certo, i crediti in più erano sempre
utilissimi…
Tuttavia lei non capiva ancora che, avendo accettato, avrebbe
rinunciato ai pomeriggi liberi e al riposo totale.
Senza contare che avrebbe dovuto salutare il corso di judo a cui teneva
così tanto. Dannazione.
Era certa che avrebbe ammazzato quel marmocchio, non appena
l’avrebbe incontrato.
Sì, ne era assolutamente certa.
NdA
Allora,
fatemi spiegare. Ho cancellato e ripostato 'Nella dolcezza della
primavera'.
Il motivo? Mi andava di farlo. xD
No, seriamente. La storia - una di quelle che amo di più,
tra l'altro- era passata in secondo piano, e io non l'aggiornavo da
quasi sei mesi.
Lo ammetto, mi dispiaceva vederla così ;_;
Ed ecco le mie motivazioni. Tra
l'altro, ho la possibilità di farla partecipare alla 'Love Challenge- Do you love me?'
della cara Mayumi, che ringrazio ancora per avermi dato il permesso di
poter fare questa cosa. :3
Questo è il banner della Challenge:
E ora vi lascio con le NdA originali, del 30 agosto 2009. Buona lettura xD
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Ok, molto
probabilmente mi darete della ripetitiva. Ma io non ci credo nemmeno
stavolta.
IO
prima ad un contest. Di nuovo. Già suona strano questo.
Se poi si aggiunge che sono arrivata prima a pari merito con
Laly...beh, il mondo sta decisamente per crollare.
Esatto: sono
prima insieme a LalyBlackangel, la mia adorata Beta sadica
(sì, molto sadica >_>).
Ed è praticamente assurdo. =_=
Sono al
settimo cielo. Questa storia mi ha fatto penare, divertire, inca**are,
mi ha ridotto allo stremo, mi ha fatto tirare fuori una lacrimuccia, e
soprattutto...
mi ha fatto lavorare su TenTen per la prima volta.
SBB, alla facciaccia vostra! >:D (scusate, sfogo mio che nessuno capirà =_=)
Ringrazio nuovamente Krikke, una giudicessa fantastica che sto convertendo pian piano a tutte le varie coppie che sto scrivendo (non preoccuparti, il NejiHina non lo tocco xD).
Inoltre faccio nuovamente i complimenti a Laly, Val, Kiki e Marta: siete delle "colleghe" invidiabili. Tra blatte, OT, Crack Pairings e ansie dell'ultimo minuto, mi sono divertita tantissimo.
Questo capitolo è dedicato interamente a voi, care. <3
La storia è formata da quattro capitoli. Spero vi aggradi. ^^
Concludo pubblicando il bellissimo bannerino di Krikke. *^*
A presto e grazie ancora.
Vale